Radiogiornale

Sito per prelevare il giornale: http://www.radiogiornale.org

Numero 175 - Anno VI 20 aprile 2007

Per comunicazioni: radiogiornale@fastwebnet.it

 

SOMMARIO: 

  1. Fate attenzione, non cliccate “POSTE”. tentativo di truffa!;

  2. La terra ha la febbre…;

  3. Allarme api impollinatrici: muoiono disorientate dai telefonini;  

  4. Memorie di guerra di un radioamatore radiotelegrafista;

  5. Un sito del QRP Club ARI;

  6. 42° Radioamatore a Pordenone e 12° Meeting triveneto;

  7. Attivazione stazione IZ1CCK all’80° Adunata Nazionale Alpini a Cuneo;

  8. Rete satellitare per la Protezione Civile;

  9. Team ARCAL Radioamatori RAI, Meeting Radiantistico di Primavera Mercatino di scambio;

10. Importante accordo tra A.R.I. e Prefettura di Viterbo;

11. Il primo aereo a “pile”;

12. Arriva finalmente anche in Italia il WIMAX;

13. Dischi volanti, non UFO;

14. II° Meeting Nazionale Era a Capaccio-Paestum;

15. Solare termodinamico;

16. International Marconi Day 2007  Rocca di Papa (Roma) Geophysical Observatory;

17. Gara ARDF radiolocalizzazione a piedi;

18. L’intelligenza artificiale;

19. Esercitazione Protezione Civile in Sicilia;

20. D-atv a Milano;

21. Ricerca OM;

22. Mercatino radioamatoriale;

23. Informazioni.

 

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 1.

FATE ATTENZIONE

non cliccate “Poste”

TENTATIVO

DI TRUFFA!

 

E’ in atto un tentativo di truffa su larga scala. Viene inviata da un fantomatico Banco Posta una E-mail, che dati gli errori appare scritta probabilmente all’estero, (Romania?) con una richiesta perentoria e minacciante di comunicare subito i vostri dati.

 

NON RISPONDETE E NON CLICCATE SUI COLLEGAMENTI DELLE POSTE CHE VI VIENGONO COMUNQUE INDICATI PERCHE’ E’ UN MEZZO PER SOTTRARVI I VOSTRI DATI E QUALORA SIATE UN CORRENTISTA POSTALE  RUBARVI TUTTO CIO’ CHE AVETE SUL CONTO E METTERE IN ATTO ALTRE TRUFFE!

 

Di seguito copia delle E-mail che vengono inviata. Se vi arrivano denunciate la cosa alle autorità!

 

Da: BancoPosta [info@posta.it]

Inviato: venerdì 13 aprile 2007 2.10

Oggetto: Comunicazione nr. 91472 del 12 Aprile 2007 - Leggere con attenzione

  

     

 

 

Gentile Cliente,

      Nell'ambito di un progetto di verifica dei data anagrafici forniti durante la sottoscrizione dei servizi di Posteitaliane e stata riscontrata una incongruenza relativa ai dati anagrafici in oggetto da Lei forniti all momento della sottoscrizione contrattuale.

      L'inserimento dei dati alterati puo costituire motivo di interruzione del servizio secondo gli art. 135 e 137/c da Lei accettati al momento della sottoscrizione, oltre a costituire reato penalmente perseguibile secondo il C.P.P ar.415 del 2001 relativo alla legge contro il riciclaggio e la transparenza dei dati forniti in auto certificazione.

      Per ovviare al problema e necessaria la verifica e l'aggiornamento dei dati relativi all'anaagrafica dell'Intestatario dei servizi Postali.

      Effetuare l'aggiornamento dei dati cliccando sul seguente collegamento sicuro:

      https://bancopostaonline.poste.it/bpol/cartepre/formslogin.asp

      Cordiali Saluti.

Ma tentano anche con questo fasullo:

      GranPremio Mondo BancoPosta

      GranPremio; il programma a punti che ti permette di vincere fantastici premi, semplicemente utilizzando il tuo Conto BancoPosta. Puoi accumulare punti effettuando alcune operazioni sul tuo conto o acquistando determinati prodotti e servizi BancoPosta. I punti raccolti ti permetteranno di chiedere uno dei tanti premi disponibili nel catalogo riservato all'iniziativa.

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      Accedi a GranPremio Mondo BancoPosta

      Con i nostri migliori saluti

      BancoPosta

         

E CI PROVANO ANCORA CON QUESTA E-MAIL

SCRITTA IN UN PESSIMO ITALIANO

 

Poste Italiane - Accedi a Poste.itDa: BancoPosta Online [info@poste.it]

 

Oggetto: Il vostro cliente del poste etato provvisorio sospeso

 

         Caro cliente,

            Siamo spiacenti annunciarli che il vostro cliente del Posteitaliane è stato sospeso provvisorio dovuto una verifica del cliente. Per riattivare il vostro cliente scattisi qui ».

            Considerazioni migliori,

            Il reparto sicurezza

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2.

LA TERRA HA LA FEBBRE

(per cercare di salvarla)

stop all’inquinamento!

 

Grafico dell’aumento della temperatura negli ultimi 140 anni

 

 

 Ogni volta che vengono aggiunti nuovi dati e vengono effettuati studi più accurati, l'allarme climatico diventa sempre più serio. Un rapporto intergovernativo sui cambiamenti climatici - aggiornato con gli ultimi sviluppi sull'evoluzione dell'effetto serra – è stato presentato a Bruxelles dove si sono riuniti gli scienziati di tutti il mondo che fanno parte del Gruppo intergovernativo di esperti sull'evoluzione del clima (Giec-Ipcc), istituito dall'Onu. I risultati dello studio - condotto da circa 2.500 scienziati di 130 nazioni in sei anni - saranno poi portati all'attenzione del prossimo G8.

SEI GRADI - I dati confermano che, senza un intervento davvero efficace sui gas serra, la temperatura della superficie terrestre crescerà di oltre 6 gradi nei prossimi cento anni. Il surriscaldamento causerà un aumento dei fenomeni catastrofici, soprattutto nei Paesi del Terzo mondo: cicloni e precipitazioni di intensità record, inondazioni, siccità, erosione delle coste. Che a loro volta determineranno rischi di carestia, siccità e il rafforzamento di malattie tropicali oggi sotto controllo, che produrranno ondate migratorie verso i Paesi più sviluppati.

 

PRIMA AFRICA E SUDAMERICA, POI L'ASIA - I primi effetti del riscaldamento si potranno purtroppo verificare già entro i prossimi vent'anni. I primi ad avere problemi seri - secondo il rapporto degli esperti mondiali - saranno le popolazioni che vivono in Africa e nell'America Latina. Dal 2050 circa sarà la volta dell'Asia, dove però verso il 2040 inizieranno a sciogliersi i ghiacciai himalayani. Se non si interverrà per invertire la tendenza, nel 2080 gli esperti prevedono che il 20-30% delle specie animali e vegetali saranno a rischio di estinzione. E riesploderanno malattie tropicali oggi sparite o tenute sostanzialmente sotto controllo. Per quanto ci riguarda avremo seri problemi di desertificazione del territorio nel Centro-Sud dell’Italia.

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 3.

L'Ovest degli Stati Uniti ne avrebbe già perse il 60 per cento

ALLARME api impollinatrici:

muoiono

disorientate dai telefonini

Disse Albert Einstein: se le api dovessero scomparire,

«alla specie umana resterebbero solo quattro anni di vita»

 

 Mentre è ormai provato che il SONAR delle navi militari fa “spiaggiare” balene e delfini che così muoiono sempre tragicamente, la nostra passione per la telefonia mobile potrebbe essere la causa della misteriosa scomparsa delle api impollinatrici. Tutta colpa delle emissioni elettromagnetiche, dicono gli scienziati. Proprio così: è colpa delle radiazioni dei cellulari, degli altri gadget hi-tech e del Wi-Fi,  se le api perdono l’orientamento e non sanno più dove devono andare per svolgere il loro compito di impollinatici. Rimane infine un allarmante dubbio, già segnalato dai ricercatori di molte università, ma rimosso dalle nostre coscenze per la paura di dover rinunciare a queste “nuove comodità”: cosa provocano i telefonini al nostro cervello, soprattutto a quello dei bambini? Perlomeno usiamo il viva-voce o l’audiomicrofono a filo!

 

      ISTINTO IN TILT – Perlomeno questo è quanto sostenuto da un gruppo di scienziati dalla Landau University, secondo i quali l’inspiegabile scomparsa da molte regioni americane di intere colonie di api che impollinano i raccolti potrebbe essere attribuita proprio alle onde elettromagnetiche, che interferiscono con il «sistema di navigazione» degli insetti facendo loro perdere l'orientamento. In pratica le api non riescono a tornare alle arnie, dove rimangono solo la regina, le uova e le api operaie, e quindi muoiono.

 

      PERICOLO CARESTIA - Il fenomeno – chiamato Colony Collapse Disorder (CCD) – si è verificato inizialmente negli Usa, lo scorso autunno, estendendosi poi anche all'Europa, dove recentemente è stato segnalato da numerosi apicoltori. Si stima che il versante occidentale degli Stati Uniti abbia già perso il 60 per cento delle api impollinatrici, mentre la perdita negli stati orientali sarebbe del 70 per cento. Il CCD interessa inoltre Germania, Svizzera, Spagna, Portogallo, Grecia, Italia, Scozia, Galles e Inghilterra, anche se in alcuni casi le autorità negano l’emergenza. Come riferisce l’Independent, la questione preoccupa molto gli esperti, i quali temono che l’amore incondizionato della gente verso i telefonini e compagni finisca per interrompere il ciclo biologico di molti raccolti, causandone la scomparsa in tutto il mondo e portando alla conseguente carenza di approvvigionamenti alimentari, poiché – come sosteneva Albert Einstein – se le api dovessero scomparire, «alla specie umana resterebbero solo quattro anni di vita».

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 4.

 

IK1ATK, Salvatore Marino ha oggi 93 anni, compiuti il 2 dicembre scorso, é sempre attivo in radio, ma solo in CW. Ha scritto le sue memorie di soldato telegrafista, nelle quali racconta le personali vicissitudini della guerra coloniale d'Etiopia e della seconda guerra mondiale in Africa, che, anche se quasi dimenticate, bisogna invece ricordare perché costituiscono sempre pagine della storia d'Italia e soprattutto per onorare gli eroici e valorosi italiani che hanno combattuto l’impari lotta, male armati e contro un nemico preponderante, spesso sacrificando la vita!

Nel racconto sono citati dei personaggi; come l'allora capitano Guido Festa, romano, che divenne, poi, Generale Direttore delle trasmissioni, dopo aver comandato la scuola di Chiavari. IK1ATK spera che pubblicando queste memorie ci  sia ancora qualcuno delle persone citate che lo voglia contattare.

 

MEMORIE DI GUERRA

DI UN RADIOAMATORE

(di Salvatore Marino IK1ATK)

 

La mia prima esperienza di radiotelegrafista.

 

Il giorno 18 aprile 1937, col grado di sergente d’Artiglieria fui mandato in Etiopia  per le operazioni di polizia coloniale, la sede di destinazione fu Gondar, “ultimo Presidio ad essere stato sopraffatto dopo sette mesi d’assedio durante la seconda guerra mondiale”. In Artiglieria ero già specialista per le trasmissioni, che a quell’epoca avvenivano con  bandiere semplici, (erano bandiere piccole, che, tenute in orizzontale con le braccia aperte; abbassandone una si indicava un punto ed, abbassandole entrambe una linea) ed a lampo di colore (queste erano fatte con doppio strato di stoffa; la parte di sotto era bianca e quella di sopra, tagliata a strisce e collegate da elastici era rossa; tirando le estremità della bandiera stessa appariva la zona bianca che, con apertura breve indicava un punto e, con apertura più lunga una linea) e con eliografo che, di giorno funzionava con i raggi del sole e di notte con energia elettrica fornita da una pila a secco; è naturale che tutte le trasmissioni avvenivano con l’alfabeto Morse. Con gli aerei si comunicava per mezzo di grossi teli colorati e con il relativo codice.

Il 17 novembre 1938, dopo un breve corso presso la 22^  Compagnia marconisti di Gondar, in seguito ad una prova d’esame fui scelto  tra tutti gli allievi, alcuni dei quali erano presenti all’insegnamento molto tempo prima del mio arrivo. Nominato radiotelegrafista, fui incaricato dal comandante, Capitano Guido Festa, a scegliere tra i frequentatori del corso un allievo di mio gradimento come secondo operatore, di ritirare presso il magazzino una stazione radio R4, con le relative batterie a secco, e di prepararmi per la partenza che sarebbe avvenuta il lunedì successivo, aggregandomi ad una colonna di autocarri per andare a sostituire un collega nel Presidio di Celgà. Con la radio mi fu dato solo il tasto verticale (attrezzo per trasmettere con segnali Morse) perché, essendo la stessa di piccola potenza, non sarebbe stato possibile effettuare i collegamenti dal Presidio dove ero destinato con Gondar;  “in  telegrafia, con radio delle stesse caratteristiche, si riesce a coprire quasi il doppio della distanza rispetto alla fonia”.

Bisogna precisare che  l’Etiopia non era stata mai occupata integralmente ed alcune zone erano impenetrabili, e se a volte si facevano dei tentativi, i militari che ne prendevano parte; quasi sempre si trattava di un Battaglione di ascari (soldati abissini) comandati da ufficiali e sottufficiali italiani, tornavano alla sede con grandi perdite.

Celgà era un Presidio completamente isolato e gli unici mezzi di collegamento erano la radio ed un fidato corriere abissino che, periodicamente, veniva mandato a piedi a Gondar per portare e ritirare la posta. A causa delle piogge e del pericolo al quale si andava incontro, per colpa di guerriglieri locali, veniva rifornito di viveri ed altre necessità una sola volta all’anno, alcuni generi, come i medicinali, ci venivano lanciati da un aereo Caproni 33; si era, quindi, costretti ad organizzare colonne con grossa scorta armata. La strada che portava a Celgà era costituita da una pista e si poteva percorrere solo nei mesi estivi. Di quel trasferimento  conservo un ricordo che non dimenticherò mai.

Per raggiungere Celgà ci volevano due giorni. Nei miei appunti trovo che era il 21 novembre 1938. La colonna  che trasportava viveri ed altro  e della quale facevo parte era partita al mattino; a tarda sera  eravamo giunti a metà strada, era ormai quasi notte, cosi, dopo i dovuti accorgimenti di difesa da parte della scorta armata, facemmo sosta, mi fu dato l’ordine di impiantare la stazione che, come ho accennato, era di piccola potenza e veniva alimentata da batterie anodiche a secco. L’ufficiale addetto mi portò un messaggio da trasmettere, era la prima volta che mi accingevo a farlo ed il cuore batteva forte; è naturale che il mio corrispondente era continuamente in ascolto sulla frequenza assegnataci; ebbene, timidamente, mi misi al tasto e feci la chiamata, dopo qualche istante giunse la risposta;  al sentire quel segnale per la prima volta, mentre mi trovavo in una fitta boscaglia, nel silenzio delle ore notturne, mi sembrò di aver toccato il cielo con un dito. Il quadro di quella notte stellata mi appare ancora nitido d’avanti agli occhi. Fu questa la mia prima, meravigliosa, esperienza di radiotelegrafista. Il giorno dopo raggiungemmo Celgà e diedi il cambio al collega che era lì già da qualche mese, e che rientrò a Gondar con la stessa colonna.

La guarnigione esistente nel fortino di Celgà, era costituita, in maggioranza, da artiglieri padri di famiglia, magari numerose, che, dato il periodo di grande miseria che attraversava l’Italia, erano venuti in Etiopia per  sbarcare il lunario, difatti, la loro paga era di lire cinque giornaliere ed, inoltre, le loro famiglie in Italia percepivano il sussidio, cosa che gli permetteva di condurre una vita più agiata.

 

Grazie alla mia specializzazione di radiotelegrafista mi rimaneva molto tempo disponibile perché, oltre agli appuntamenti radio, non avevo nessun altro impegno. Possedevo una macchina fotografica 6x9 ed ogni tanto facevo qualche fotografia che, per mezzo del corriere mandavo a Gondar per farle sviluppare, cosa che richiedeva molto tempo e, visto il grande desiderio da parte di tutti di inviarne qualcuna a casa, mi attrezzai per svilupparle e stamparle, in modo molto elementare, personalmente; rivestii la mia baracca, che era fatta di paglia, con stoffa nera; a mezzo del corriere mi feci acquistare un torchietto, acido per sviluppo, acido per fissaggio, bacinelle, carta per la stampa e parecchi rotoli di pellicole; con le pile esaurite della radio feci un impianto per luce rossa e,  dopo avere scattato le fotografie, sviluppavo il rotolo, tagliavo i negativi e, uno alla volta, li mettevo nel torchietto; ci mettevo la carta da stampa sopra ed usavo una torcia elettrica per dargli la luce necessaria. All’inizio le cose erano abbastanza difficili per stabilire il tempo di illuminazione giusto per la stampa, ma una volta presaci la mano era un divertimento. Le richieste da parte dei soldati erano tante e, spesse volte, passavo alcune ore della notte a stampare fotografie; il lavoro più difficile era quello del lavaggio, che, non avendo acqua corrente, diventava molto laborioso, difatti, a volte, qualche fotografia mi rimaneva macchiata di acido. L’impresa, in ogni modo, fu molto fortunata perché mi permise di avere un buon guadagno, pur facendo pagare, le fotografie, molto meno di quello che prendeva il fotografo.

Il 25 gennaio 1940, dopo più di un anno di permanenza a Celgà, rientrai a Gondar, dove, per un breve periodo feci servizio al Centro Radio e frequentai un corso che mi diede la nomina a caporadiotelegrafista, cosa che mi fu molto gradita perché dalle lire 2,32 giornaliere che prendevo come specializzazione di radiotelegrafista passai a lire 5,668 per la qualifica superiore, “all’epoca era una buona somma”.

Il 20 giugno 1940 fui assegnato, come capo centro radio a Bahir Dar, una base logistica che si trovava a sud del Lago Tana, all’origine del Nilo Azzurro. Avevo una  stazione usata per il traffico con Gondar, che smaltiva anche i telegrammi del locale Ufficio Postale, una per collegare i presidi interni ed una per avvistamento velivoli; eravamo in piena guerra. La stazione addetta all’avvistamento velivoli l’avevo impiantata in un rifugio sulla riva del Lago, questa era collegata, a mezzo di una linea telefonica da campo, con la linea di volo del locale aeroporto, dove erano sempre pronti due piloti con i relativi aerei da caccia CR 42. Quando, grazie alla rete d’avvistamento, veniva segnalato che aerei nemici si dirigevano verso i Presidi interni, il radiotelegrafista addetto avvertiva i due piloti, i quali decollavano subito per andare a portare la loro difesa, cosa che non sempre andava a buon fine. 

Il 29 aprile 1941 fummo costretti ad evacuare da Bahir Dar, le cose andavano verso il peggio, e rientrammo a Gondar.

L’11 giugno del 1941 fui assegnato al Presidio di Amba Devà, all’osservatorio, nella cinta fortificata di Gondar con una stazione radio da 15 Watt che veniva alimentata con batterie a secco in ricezione, mentre in trasmissione veniva usato un generatore a pedale. Il mio cuore gioisce al pensare che, grazie alla mia 15 Watt ed alla grande invenzione del nostro beneamato Marconi, molte persone riuscirono a mettersi in salvo, perché gli aerei inglesi che venivano a bombardare Gondar passavano sempre sulla mia postazione, che era nella parte più alta. Esisteva, anche qui, una rete di avvistamento velivoli, ne ricordo ancora i nominativi; il mio era XMV, la stazione che era a Gondar XMX; quando giungevano gli aerei invitavo il mio aiutante, che si chiamava Bruno, a pedalare e davo la notizia degli aerei che si dirigevano su Gondar; dalla mia postazione riuscivo a vedere tutto, ed era con gioia che, dopo qualche istante, sentivo le sirene fischiare, dando modo a tutti di mettersi al sicuro nei rifugi. Da parte nostra avevamo una scarsa difesa; solo una mitragliatrice quadrinata, i nostri moschetti ed un aereo da caccia

 

Un biplano italiano CR42: impari lotta con le fortezze volanti

 

 CR 42 che quando decollava aveva le munizioni contate ed era impotente contro gli aerei Flaying fortress “fortezze volanti” che venivano a bombardare Gondar. Però, una volta, con l’arrivo degli aerei, le cose cambiarono; ricordo che era un tardo, nuvoloso pomeriggio, sentivo degli aerei che si avvicinavano ma non li vedevo, e, come al solito, dissi a Bruno: pedala! Chiamai XMX e comunicai: Attenzione! Aerei nemici si dirigono su di voi; mi fu chiesto quanti erano, andai fuori ed a stento riuscii a vedere che erano in cinque, e manipolai: cinque! cinque! Mi fu chiesto il tipo; andai ancora fuori e notai che erano cacciabombardieri, trasmisi ancora: cacciabombardieri! cacciabombardieri! Ma ormai gli aerei erano sulla nostra postazione ed, al contrario di tutte le volte precedenti, incominciarono a scaricare il loro carico di bombe su di noi; ci buttammo a pancia a terra e, alla fine del bombardamento, con meraviglia, ci accorgemmo che eravamo rimasti illesi; penso che, grazie alla nostra postazione, che si trovava nella parte più alta della collina, le bombe, nell’avvicinarsi al suolo ed incontrando maggiore resistenza dell’aria, furono deviate tutte intorno alla collina stessa.

 

Ormai eravamo accerchiati  da quasi sette mesi e mancava tutto. Alcuni giorni prima del 27 novembre 1941, giorno della caduta di Gondar; a causa della cattiva nutrizione, si mangiava una quantità scarsa di riso con la buccia, qualche pugno d’orzo abbrustolito, quando si riusciva ad averlo da qualche ascaro (soldato abissino) che andava a rubarlo nei campi fuori della nostra postazione, e finocchi selvatici; fui preso da un forte attacco di appendicite con peritonite. Dopo sette giorni di atroci sofferenze, fui caricato su una barella usata da otto persone che si davano il cambio, e, dopo alcune ore di mulattiera, sotto la minaccia di un aereo nemico che solcava il cielo; “si vede che fotografava il suolo per preparare l’offensiva”; ricordo che tutte le volte che passava sulle nostre teste, i militari adagiavano la barella a terra ed andavano a ripararsi dietro qualche grosso sasso. Io rimanevo lì ad osservare l’aereo e mi aspettavo  mi dessero una mitragliata, ma per fortuna non fu cosi. Raggiungemmo la camionale  e fui caricato su un automezzo di passaggio che mi portò in Ospedale, dove, a causa del troppo tempo trascorso dal mio attacco di appendicite, non fu possibile operarmi. Era il 4 novembre 1941. Il professor Maselli (ne ricordo il nome), a seguito della mia insistenza di operarmi, a causa dei forti dolori che mi affliggevano,  mi disse le seguenti, testuali parole: “non sono un macellaio, metterti le mani addosso ora, vorrebbe dire mandarti all’altro mondo, dovevi farti ricoverare prima”. Dal reparto chirurgia, dove ero stato ospitato, fui trasferito al reparto medicina e sottoposto ad una serie di punture per mitigare l’infiammazione intestinale, prima di procedere all’intervento. Dopo alcuni giorni dal mio ricovero. Gondar fu sopraffatta dalle preponderanti forze nemiche, che erano composte di soldati di numerose nazionalità; indiani, senegalesi, australiani, neozelandesi, ecc…. ed io, anche se non ero affatto guarito ed in condizioni di salute disastrose, dovute all’infiammazione intestinale ancora esistente, per far posto ai soldati nemici feriti, fui inviato nel campo di concentramento provvisorio del Castello di Fasilides in Gondar, era il 30 novembre 1941. Tutto ciò che avevo, compreso un grosso patrimonio di fotografie, tra le quali ve ne erano molte che mostravano usi e costumi abissini, rimase in prima linea. Ma, per fortuna, oggi sono qui, maresciallo in pensione, all’età di quasi 90 anni a raccontare queste cose. Non è meraviglioso?

 

 

Il mio battesimo del fuoco.

 

Il giorno 5 ottobre 1941 mi trovavo in una postazione della cinta fortificata di Gondar, allora Africa Orientale Italiana, che era già accerchiata da circa 6 mesi, il mio incarico era marconista ed avevo una stazione radio da 15 Watt. La mia postazione era un osservatorio nella parte più alta della collina, denominata  “Amba Devà”.

Nel pomeriggio di quel giorno, ricevetti un telegramma dal comando della  22^ compagnia marconisti che mi ordinava di prepararmi per partire,  il giorno dopo, con la mia stazione, unitamente al mio aiutante che si chiamava Bruno, senza specificarmi il motivo,  e di raggiungere un reparto d’Artiglieria che si trovava sulla strada camionale. Mi furono forniti due muletti a basto per il trasporto della  stazione  e, come viveri per 3 giorni, ci furono dati alcuni cucchiai di farina di ceci ed una piccola quantità di tè e zucchero ciascuno, dicendoci che avremmo trovato qualche altra cosa da mangiare al reparto d’Artiglieria,  nostra prima tappa.

Al mattino del 6 ottobre 1941, dopo aver caricato il tutto sui muletti c’incamminammo, a piedi,  lungo la discesa. Per giungere sulla strada  bisognava percorrere alcune ore di mulattiera. Nel tardo pomeriggio arrivammo al reparto d’Artiglieria, dove ci fu riferito  che non avevano viveri da darci e, come ricovero per passare la notte, ci fu indicata una nuda baracca con poca paglia sparsa sul selciato. Eravamo stanchi, così, riparati da una coperta che avevamo con noi, ci buttammo su quell’acciottolato e ci addormentammo. Il mattino dopo, sempre senza conoscere la destinazione, fummo accodati ad una colonna e c’incamminammo lungo la strada. Nel pomeriggio giungemmo alla sede di un reparto del Genio, vidi a poca distanza una forgia accesa, dissi a Bruno di prendere le nostre gavette e di andare a cuocere quei pochi cucchiai di farina di ceci che ci avevano dato; come risposta mi fu detto: “se vuole la sua la cuocio tutta, io preferisco conservarmene la metà”;  gli dissi: siamo qui che non conosciamo il nostro destino e non sappiamo quale fine potranno fare quei pochi viveri che ci hanno dato e noi stessi; comunque, fanne solo la metà. Eravamo fermi, mentre continuava l’assembramento di altre forze, e seppi, soltanto durante quest’attesa, che eravamo destinati a fare una puntata offensiva su Amba Gheorghis, dove si trovava un Presidio nemico. Fui chiamato dall’ufficiale d’ordinanza e mi fu spiegato quale era il mio compito. La colonna era costituita da un Battaglione d’assalto, un Battaglione di rincalzo e da una batteria d’artiglieria con cannoni da 127, che era schierata a poca distanza dall’obiettivo che dovevamo raggiungere. Questi reparti erano stati recuperati dalle postazioni della cinta fortificata di Gondar che, per tre giorni, rimase quasi sguarnita. Io con la mia stazione radio ero destinato al seguito del Colonnello Liuzzo, comandante della colonna. Con me erano collegate, una stazione radio installata presso la batteria d’Artiglieria ed una col battaglione di rincalzo. Mi fu data la frequenza ed i nominativi. “Penso che questa puntata offensiva nelle linee nemiche fu organizzata  a scopo di propaganda; perché non ne eravamo in grado, infatti, qualche giorno dopo si seppe che, da parte dell’allora Governo italiano  ci furono commenti, come: “i gondarini, anche se scalzi ed affamati, hanno fatto incursione nelle linee nemiche”. Era ormai tarda sera e ci venne dato l’ordine di iniziare la marcia; io ero, naturalmente, in testa alla colonna, al seguito del Comandante e di un gruppo di ufficiali, la strada era tetra e tortuosa ed ogni tanto ci veniva ordinato di spostarci a destra o a sinistra per paura che il centro della strada stessa fosse minato. Dopo aver camminato per alcune ore; eravamo forse a poca distanza dalla méta, ci fecero fare sosta perché dovevamo trovarci all’alba sul posto. Ricordo che la carreggiata era umida ed anche i prati adiacenti la strada stessa erano bagnati dalla rugiata della notte, l’unico posto asciutto, in apparenza, era un mucchio di brecciame pieno di angoli taglienti, era quello che si ricavava una volta rompendo grossi sassi con una mazzetta di ferro per pavimentare le strade, ci stesi sopra la mia coperta e, dopo pochi minuti, a causa della eccessiva stanchezza fui preso da un sonno profondo; non sò quanto tempo avevo dormito, forse un ora,due, e quando fui svegliato per proseguire il cammino, mi sembrò di aver dormito per una notte intera. Sempre con precauzioni di difesa, riprendemmo la marcia e giungemmo nei pressi di Amba Gheorghis, dove, nella vallata a destra si vedeva la postazione nemica, mentre a sinistra della strada c’èra una scarpata di alcuni metri. Mi fu ordinato di salire quel pendio e di raggiungere la sommità, dove c’èra un avvallamento, e di piantare lì la mia stazione in attesa di ordini. Incominciai la salita con i due muletti ed il loro carico e con Bruno, ma giunti a metà fummo attaccati da un improvviso, spaventoso mitragliamento e fucileria; e pensare che fino a quel momento non avevamo subito nessun disturbo; si vede che ci avevano aspettati al varco; le pallottole fischiavano in grande quantità, e ci fu un fuggi fuggi, pure io e Bruno, per spirito di conservazione, cercammo riparo dietro i muletti, ma poi pensai che era necessario impiantare la stazione e, sfidando il pericolo, continuai la salita, raggiunsi l’avvallamento e predisposi la radio. Dopo qualche minuto venne l’ufficiale d’ordinanza e mi portò un telegramma che chiedeva l’intervento dell’Artiglieria, accesi l’apparato e dissi a Bruno di pedalare, “la stazione in trasmissione veniva alimentata da un generatore a pedale”  ma, con mia sorpresa, vidi che la dinamo non dava corrente, e fu con grande fortuna che, ricordandomi di ciò che mi avevano insegnato al corso; presi due pezzi di filo di rame, li collegai alla batteria a secco e la eccitai; riuscii a farlo in  pochissimo tempo; trasmisi il messaggio e fu con grande gioia che, dopo qualche istante, vidi arrivare sulla postazione nemica, i proiettili sparati dai nostri cannoni, che causarono la  fuga di tutti quelli che la componevano e l’arresto del loro mitragliamento. Mi fecero trasmettere altri messaggi che chiedevano l’allungamento del tiro, e, dopo che il nemico era in fuga partì l’assalto del nostro Battaglione, che, giunto sul posto fece scoppiare una riserva di munizioni, razziò alcuni capi di bestiame, dei quali avevamo estremo bisogno e, per non correre rischio, incominciò subito il ripiegamento. Ormai l’obiettivo prefisso era stato raggiunto, ed ora non ci rimaneva che cercare di tornare a casa con il  minor numero di perdite, è naturale che le truppe nemiche c’inseguivano. Io ero rimasto nella mia postazione ed attendevo ordini che non arrivavano mai, e venni a trovarmi  tra il fuoco della nostra retroguardia e quello del nemico che ci correva dietro, le pallottole fischiavano sulle nostre teste, mi vedevo in pericolo, così dissi a Bruno: si vede che si sono dimenticati di noi, spiantiamo! Cosa che facemmo, ma, appena caricata la stazione sui muletti, ecco giungere l’Ufficiale d’ordinanza con un telegramma da trasmettere all’artiglieria; il quale diceva:  “ore 8,30 tirate su Ghevescià et rotabile” che era la postazione dove ero io, guardai l’orologio e vidi che erano già  le 8,10, feci presente all’Ufficiale che rimaneva  pochissimo tempo e che avrei corso il rischio di farmi tirare i proiettili addosso, mi replicò di fare alla svelta e di portargli  la conferma dell’avvenuta trasmissione. In tutta fretta reimpiantai la stazione ed inaspettamente mi accorsi che questa volta era il ricevitore a non funzionare, non so se ciò fu causato dalla fretta o dalla vetustà della mia 15 Watts, ma non mi persi di coraggio, dissi a Bruno di pedalare, e lanciai: “Attenzione! attenzione! Mio ricevitore non funziona, trasmetto messaggio; ore 8,30 tirate su Ghevescià et rotabile”, lo ripetei per tre volte e poi spensi tutto. Sempre con premura, ricaricammo il tutto sui muletti, raccolsi il mio moschetto, e dissi a Bruno di raccogliere il tascapane dove vi era la rimanenza di quei pochi viveri che ci avevano dato e di seguirmi, non nascondo che la paura che il nemico ci arrivasse addosso era tanta, ed anche per questo mi precipitai di corsa  per la discesa; raggiunta la rotabile mi avvicinai al Colonnello Liuzzo, che era in compagnia dell’Ufficiale d’ordinanza, e fu proprio in quel momento che partì il primo colpo di Artiglieria, l’ufficiale guardò l’orolgio ed esclamò: che puntualità! Erano le ore 8,30 precise. A quest’affermazione il Colonnello andò sulle furie dicendo che l’ufficiale non aveva capito nulla; difatti era successo che, quando il Colonnello aveva dettato il telegramma, aveva detto: tra mezz’ora tirate su Ghevescià et rotabile, ma intendeva dire mezz’ora dopo l’avvenuta trasmissione del telegramma stesso, in questo modo avremmo avuto il tempo di allontanarci dalla zona che doveva essere colpita, ma l’ufficiale, alla parola “tra mezz’ora” guardò l’orologio, erano le otto, e scrisse ore 8,30, poi impiegò circa 10 minuti per venire da me; quindi, il telegramma venne trasmesso alle 8,15, in questo modo il cannoneggiamento fu anticipato di un quarto d’ora. I proiettili, per fortuna, cadevano tra la colonna che era sulla strada ed i fiancheggiatori. Ero esterrefatto e molto preoccupato, perché mi sembrava che la colpa fosse mia; anche se, a testimonianza della mia incolpevolezza, conservavo l’originale del telegramma. Intanto Bruno con i muletti mi aveva raggiunto ed io dissi al Colonnello che se voleva avrei potuto impiantare la stazione radio e dare il cessate il fuoco all’artiglieria, ma mi fu risposto

 

 

di andare avanti per la strada e stare attento; in caso fossero venuti gli aerei nemici a bombardarci, cosa che ci aspettavamo, di mettere in salvo la stazione radio, e mandò un Ufficiale, di corsa, a dorso di un muletto, a dire all’artiglieria, che non era distante, di sospendere il fuoco, cosa che, con mio grande sollievo, avvenne dopo qualche minuto,  Lungo la strada, prima di raggiungere il reparto d’Artiglieria, fui sorpassato da una macchina con a bordo l’ufficiale addetto ai collegamenti, che, gridando mi disse: “Marino! Ti ho sentito dalla prima nota fino all’ultima, sei stato un campanello”, (era questo un gèrgo che si usava nel campo della telegrafia per dire che si trasmetteva senza fare errori), ed aggiunse: “tieni presente che, se per questa operazione  ci saranno delle ricompense, la prima dev’essere tua”. Dopo poco tempo avvenne la caduta di Gondar e la mia ricompensa se ne andò in fumo.

Giunti al reparto d’ Artiglieria, dissi a Bruno di tirar fuori dal tascapane la rimanenza della farina di ceci, lo zucchero ed il tè per far fuori tutto, tanto il giorno dopo saremmo rientrati alla sede in Amba Devà, ma con sorpresa mi fu detto che per la fretta il tascapane, con le gavette e tutto il resto, era rimasto su Amba Ghevescià, dove avevamo impiantata la stazione. Con la fame che avevamo questo non ci voleva. Per fortuna riuscimmo a recuperare qualche pezzo di galletta ed un po’ di tè dai cucinieri, che ci permise di accontentare un po’ lo stomaco. Il giorno dopo intraprendemmo la mulattiera e rientrammo alla sede di Amba Devà.  

 

Salvatore Marino IK1ATK

 

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 5.

Segnalo un sito interessante www.arimontebelluna.it

che ha un bollettino molto interessante sul QRP.

SALUTI DA IW1CYZ Massimo Forlani

 

 

Il nostro Club

Nel 1994 venne in mente a IK7HIN Marcello e a me, allora ero ancora I7FFE, l'idea di fondare un CLUB dedicato al QRP, tenendo come modello i nostri fratelli maggiori QRPer inglesi che fanno parte del glorioso G-QRP CLUB nato in Gran Bretagna. Iniziammo quindi a raccogliere adesioni. Eravamo arrivati ad una trentina di iscritti, quando ci accorgemmo che la stessa idea era venuta ad Arnaldo IK2NBU e a Giampietro IK2VTU. Io, d'accordo con Marcello, pensai che era inutile che in Italia nascessero due CLUB QRP, per cui scrissi ad Arnaldo proponendogli di unire le nostre forze e di fondare un unico CLUB. Arnaldo di buon grado accettò. I padri fondatori erano e sono dunque quattro. Avendo preso atto che l'idea del CLUB era venuta in mente all'Arnaldo qualche giorno prima di noi, i numeri uno e due furono ovviamente assegnati ad Arnaldo e a Giampietro. Restavano i numeri tre e quattro. Io e Marcello estraemmo a sorte i numeri e il numero tre capitò a Marcello mentre il numero quattro capitò naturalmente a me.

L'I QRP CLUB era nato, per l'esattezza l'8 ottobre 1994.

I suo padri fondatori con i rispettivi numeri sono dunque:

IK2NBU#1 Arnaldo,

IK2VTU#2 Giampietro,

IK7HIN#3 Marcello,

I7FFE#4 Franz.

Poi I7FFE si è trasferito per lavoro in Veneto ed è diventato I3FFE, conservando ovviamente lo stesso numero.

Questa la storia della nascita del CLUB.

 

IQRP Staff

IK3UMZ

#244

Italo Crivellotto

Technical Editing

ik3umz@tiscali.it

I3FFE

#4

Franz Falanga

IQRP Manager Sezione Montebelluna

i3ffe@quipo.it

IK3TZB

#447

Gino Graziani

Technical Editing

ik3tzb@libero.it

I0SKK

#305

Alex Santucci

IQRP Numberer

i0skk@eco-lavoro.com

I3EME

#243

Mario Saretta

Technical Editing

i3eme@elwood.it

IK7HIN

#3

Marcello Surace

Award Manager IQRP

marcello.surace@tiscalinet.it

IW0BET

#281

Giovanni Zangara

WAIP & Marathona HF Manager

iw0bet@amsat.org

IK3OUH

#33

Michele Zavarise

Webmaster

m.zavarise@digisystemgroup.com

 

Due parole sul numero di iscrizione al CLUB. Ottenuto il numero, il socio ne diventa possessore per sempre. Quel numero non potrà più essere assegnato ad altri. Il socio medesimo potrà mettere il numero sulla propria QSL, dovrà comunicarlo ogni volta che ci dovesse essere un Contest QRP, ogni volta che parteciperà ad un Diploma QRP, ogni volta che farà un QSO in QRP sia in modo unilaterale che bilateralmente (si dice TWO WAY QRP QSO), evidentemente sia nel caso di manifestazioni nazionali che in quelle internazionali. Se poi il socio dovesse scrivere degli articoli su riviste specializzate, è auspicabile che accanto al proprio call evidenziasse il proprio numero di iscrizione al CLUB. Una precisazione: scrivere I QRP CLUB senza frapporre lineette.

In altre parti dedicate del sito troverete tutte le informazioni necessarie alla comprensione della nostra attività.

L'I QRP CLUB è membro dell'EUCW che riunisce tutti i CLUB QRP d'Europa.

Prima di concludere mi fa piacere evidenziare l'articolo 4 del nostro statuto (che troverete integralmente pubblicato sul nostro sito) articolo che qui vi riporto per intero:

Art.4 = Le finalità che giustificano l'esistenza del CLUB sono le seguenti: promuovere sotto qualsiasi forma l'attività del QRP a prescindere dai mezzi di comunicazione adoperati.

Vi ringrazio per aver letto questa pagina iniziale di presentazione ed, invitandovi a visitare il nostro sito, vi ringrazio anche per essere venuti a cercarci.

72 73 de Franz I3FFE IQRP#4

IQRP Manager della Sezione ARI di Montebelluna (TV).

P.S. Il numero 72 è assolutamente identico, come significato, al 73, che noi OM ci passiamo alla fine di un QSO.

La differenza sta nel fatto che il 72 è il saluto che ci si passa quando il QSO è fatto in bassa o bassissima potenza.

News abt I QRP CLUB

 

INTERNATIONAL QRP BAND PLAN

 

 

160m

80m

40m

30m

20m

17m

15m

12m

10m

6m

2m

CW

1.810

3.560

7.040

10.106

14.060

18.080

21.060

24.910

28.060

50.060
50.099

144.060

CW Europe

1.843

----

7.030

----

----

----

----

----

----

----

----

Novice

 ----

3.710

7.110

 ----

----

----

21.110

 ----

28.110

 ----

----

SSB

1.825

3.985

7.285

 ----

14.285

18.130

21.385

24.950

28.885

50.885

144.285

SSB Europe

1.843

----

----

----

----

----

21.285

----

28.360

50.285

144.585

 

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6.

     A.R.I. 

Associazione Radioamatori Italiani

Sezione di Pordenone IV3TKS Francesco Bastianello

42° Radioamatore-HiFi Car

PORDENONE

29 - 30 aprile e 1  maggio 2007

 

12° Meeting triveneto

1 maggio 2007

Eventi fiera

29 aprile 2007

- Meeting rappresentanti IARU Reg. 1 est europa in preparazione della conferenza mondiale del 2008.

- Esami per licenza USA.

 

30 aprile 2007

- Termine lavori meeting rappresentanti IARU Reg. 1

- Meeting Working Group H.S.T. in preparazione del campionato HST 2008 che si svolgerà a Pordenone.

- Meeting dei direttori e responsabili delle riviste delle associazioni radioamatoriali europee.

 

1 maggio 2007

- Meeting Triveneto sulle nuove tecnologie e sviluppi futuri.

Inoltre per tutte e tre le giornate:

-        Check per le richieste dei diplomi DXCC da parte di un manager americano (sono certificati anche i qso in 160 mt. e qsl anteriori ai 10 anni).

-        Check per le richieste del diplomi IOTA

 

Da: Pietro [iv3ehh@tin.it]

 

12° Meeting triveneto

 

In occasione della 42^ Fiera del Radioamatore – HiFi di Pordenone, le sezioni ARI di Pordenone, Treviso, Vittorio Veneto Montebelluna organizzano il 12° Meeting Triveneto che si svolgerà martedì 1 maggio 2007 presso la sala congressi della fiera di Pordenone, con inizio alle ore 9,30, i relatori e gli argomenti trattati sono:

 

Relatore:  IW0HK Andrea Borgnino

"Digitale e HF: nuove modalita' operative", una panoramica su quello che il digitale permette di fare in HF attraverso le nuove modalita' e nuove tecniche come il QRSS.

 

Relatore:  I2PHD Alberto di Bene

"Il ruolo del software in una applicazione SDR"  ovverosia il ruolo che ha il software in una applicazione SDR (Software Defined Radio).

 

Relatore:  IV3NWV Nicolangelo  Palermo

"Software Defined Radio: architetture a confronto", soluzioni hardware adottate nei front-end delle cosiddette SDR, analisi e confronti fra caratteristiche salienti, vantaggi e svantaggi delle stesse.

 

Sezione ARI Pordenone

Il presidente

IV3EHH Pietro (Peter)

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 7.

80° ADUNATA NAZIONALE ALPINI

CUNEO 11-13 MAGGIO ‘2007

Attivazione della Stazione Radio "IZ1CCK"

della  BRIGATA ALPINA “TAURINENSE”

 

In  occasione dell’80° ADUNATA NAZIONALE ALPINI che si svolgerà a Cuneo nel periodo 11-13 maggio 2007 , la BRIGATA ALPINA “TAURINENSE” sita in Torino, titolare della Licenza Ministeriale per l’impianto e l’esercizio di Stazione di Radioamatore con il nominativo "IZ1CCK" con gli operatori responsabili 1° Maresciallo Salvatore BONOMOLO (IZ1BWB) e il 1° Maresciallo Maurizio DI BENEDETTO (IZ1BWI), in collaborazione con l’A.R.I. Associazione Radioamatori Italiani Sezioni di Torino e Cuneo e il Comitato Organizzatore, attiverà la suddetta Stazione Radio presso la “CITTADELLA DEGLI ALPINI” in Piazza FORO BOARIO a CUNEO dove sarà allestita, a cura della BRIGATA ALPINA “TAURINENSE” e del COMANDO TRUPPE ALPINE di Bolzano, una mostra statica di materiali, armamenti, equipaggiamenti e mezzi vari in dotazione alle Truppe Alpine.

Potranno operare la Stazione Radioamatoriale "IZ1CCK" tutti i radioamatori Alpini e non, muniti di regolare patente di operatore che si  recheranno in loco.

Le Stazioni Radioamatore Italiane, europee ed extraeuropee che collegheranno la Stazione "IZ1CCK" riceveranno, tramite il servizio QSL Bureau dell’A.R.I., la QSL Card Speciale dedicata all’evento di cui sopra, realizzata dalla BRIGATA ALPINA “TAURINENSE” con il contributo della Sezione A.R.I. di Torino.

 

Per maggiori INFO contattare: IZ1BWB–Salvatore,  E-Mail:  iz1bwb@libero.it  

73 de IZ1BWB Salvatore e IZ1BWI Maurizio

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 8.

Rete satellitare per la Protezione Civile

Con l'obiettivo di garantire le comunicazioni in caso di emergenza o di calamità naturali

 Il ruolo dei Radioamatori e della rete Wi-Fi attualmente in gestazione

 

La Protezione Civile della Regione Molise avrà una propria rete satellitare a banda larga con l'obiettivo di garantire le comunicazioni in caso di emergenza o di calamità naturali. La rete, denominata MolSat, si baserà sulla piattaforma a banda larga satellitare SkyplexNet di Telespazio che utilizza una nuova generazione di satelliti con trasponditori digitali a rigenerazione del segnale.

 

La configurazione della rete prevede un centro ricetrasmittente primario presso la Sala Operativa e di uno speciale mezzo mobile satellitare per le comunicazioni, elitrasportabile e progettato per far fronte ad eventuali situazioni di emergenza anche in zone impervie e difficili da raggiungere.

 

Il sistema, realizzato da Telespazio, sarà interoperabile con la rete EmercomSat della Protezione Civile Piemonte, con la quale condividerà la capacità satellitare, e con le altre Protezione civili regionali che adottano lo standard SkyplexNet.

 

Il sistema satellitare della Protezione civile sarà esteso a tutta Italia.

 

Riteniamo che la nuova rete Wi-Fi terrestre dei Radioamatori, attualmente in gestazione, possa in qualche modo essere messa a disposizione della Protezione Civile in caso di emergenza, per una copertura più capillare del territorio.

 

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9.

Da: Andrea Borgnino IW0HK

 

*          II0RAI – II9RAI

Team ARCAL Radioamatori della RAI

Meeting Radiantistico di Primavera

e mercatino di scambio

Roma 6 Maggio 2007

 

Il Team Arcal Radioamatori della RAI e' lieto di annunciare a tutti i colleghi Radioamatori e a tutti coloro i quali sono interessati al mondo della Radio, che il giorno 6 Maggio 2007 dalle ore 10.00 alle ore 18.00 avrà luogo presso il Circolo Sportivo RAI in Viale Tor di Quinto 64 in Roma il "Meeting Radiantistico di Primavera" ed il mercatino di scambio tra Radioamatori.

 

Nel corso della giornata, nella sala superiore, si terranno appuntamenti tecnici su temi di interesse Radio:

 

. Il DRM della RAI, cos'e' e che servizi propone. Il Drm, Digital Radio Mondiale, è il nuovo standard per la trasmissione digitale in Onde Medie e Onde corte.

. La Radiotelegrafia amatoriale: dal tasto verticale al semiautomatico,scelte tecniche e stili di trasmissione.

 

La manifestazione è organizzata dal Team Radioamatori della RAI con la collaborazione del Circolo Sportivo Aziendale Rai. La manifestazione non ha alcun fine di lucro

 

L'ingresso al pubblico ed agli espositori è infatti totalmente gratuito

 

Gli espositori, rigorosamente privati, propongono materiale esclusivamente attinente la radio: in particolare è ammesso tutto ciò che ha riferimento con la Radiantistica, con l'elettronica della radiofrequenza, il surplus, la

strumentazione, l'informatica per la Radio, Pubblicazioni Tecniche.

 

Data la natura della manifestazione, il materiale non può quindi essere nuovo.

 

Il team Radioamatori RAI declina declina ogni responsabilità in merito al furto o al danneggiamento del materiale esposto e di autovetture private, di qualsiasi natura o causa.

 

Tutti possono partecipare al mercatino, a patto che siano radioamatori ed il materiale esposto sia del tipo richiesto.

 

E' sufficiente presentarsi al comitato organizzativo, lasciare se gradito un recapito (cellulare o e-mail), per ottenere un posto che sarà rigorosamente progressivo e contrassegnato da un cartello con sigla radioamatoriale.

 

Sono a disposizione, oltre a tavoli per l'esposizione, i servizi igienici, il bar e la sala conferenze.

 

Sarà presente il camper del Centro Radio Mobile Protezione Civile della Sezione ARI di Roma con allestita una stazione radioamatoriale in HF, ed un banco prova con wattmetro e carico fittizio per le prove delle apparecchiature radioamatoriali.

 

I colleghi Radioamatori interessati ad esporre materiali sono pregati di prenotarsi al N.ro 3299019105

Frequenza monitor di avvicinamento VHF 145.400

 

Per informazioni il comitato organizzatore è a Vs.disposizione :

 

Marco Cuppoletti IK0VYD gruppo radioamatori RAI

m.cuppoletti@rai.it  

 

Giuseppe Fabrizi IK0ZRR gruppo radioamatori RAI

fabrizi@rai.it  

 

Andrea Borgnino IW0HK gruppo radioamatori RAI

a.borgnino@rai.it   

 

Carlo De Marinis IW0HEI gruppo radioamatori RAI

c.demarinis@gmail.com  

 

Giordano Giordani IK0XFD affiliato gruppo radioamatori RAI

gggiordano@tele2.it

 

Gruppo Radioamatori Rai - Via Teulada 66 - 00195 Roma

Email: hamrai@rai.it

 

http://www.radioamatori-rai.it/meeting.html

Andrea IW0HK

http://mediasuk.org/iw0hk

 

Andrea Borgnino IW0HK

http://www.mediasuk.org/iw0hk

http://www.mediasuk.org/archive

http://www.biciurbana.org

 

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10.

Da: Presidenza A.R.I. Viterbo [presidente@ariviterbo.it]

 

Importante accordo

A.R.I Prefettura Viterbo

 

                                         In data 29/03/2007 è stato siglato un accordo di programma tra Prefettura–U.T.G.  di Viterbo e A.R.I. Sezione di Viterbo nel quale i radioamatori, a fronte di numerose dotazioni tecnologiche concesse in comodato d’uso gratuito, si impegnano a tenere funzionante la rete di comunicazioni radio e di metterla a disposizione di esigenze di Protezione Civile e Difesa Civile su richiesta della Prefettura-U.T.G.

 

                                        Scopo primario di questa rete radio alternativa di Emergenza è quello di migliorare l’operatività delle componenti della Protezione Civile su base Provinciale, anche in caso di possibili interruzioni dei sistemi di comunicazione convenzionali (utenze telefoniche, ecc.)

 

                                        Alla firma dell’accordo  erano presenti S.E. il Prefetto Dott. GIACCHETTI, Il Vice Prefetto Dott.TARRICONE, la Responsabile Protezione Civile e difesa civile per la Prefettura di VT Dott.ssa MONNI, Il Responsabile Zona T.L.C. Viterbo della Polizia di Stato  Ispettore Superiore CUCCIOLETTA) e il Presidente dell’Associazione Radioamatori Italiani Sez. di Viterbo Sig. CAVALIERI.

 

                                        Si comunica inoltre che a breve ci dovrebbe essere concessa ospitalità presso il sito di Telecom Italia SpA per quanto attiene le istallazioni dei ponti radio  autorizzati dal Ministero delle Comunicazioni all’A.R.I. di Viterbo.

 

                                       Tutto questo non fa altro che ulteriormente consolidare i rapporti di fiducia e reciproca collaborazione tra la nostra Associazione e il Ministero dell’Interno esistenti sin dal lontano 1983. Da allora sono state compiute oltre 275 esercitazioni di simulazione radio d’emergenza nelle quali è stata dimostrata la professionalità e la disponibilità  dei Radioamatori operanti da tutte le Prefetture Italiane.

                                                                                                                                                                                      

IL PRESIDENTE AR.I. VITERBO

Giorgio CAVALIERI I K Ø E U P

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 11.

Prove di volo in Spagna per il piccolo velivolo a elica con pilota spinto da un motore

elettrico a "celle a combustibile" e batterie. Silenzioso e pulito come un aliante

Il primo aereo "a pile"

Per ora la tecnologia sarà limitata a macchine di non grandi dimensioni. Non escluso un impiego commerciale in un prossimo futuro

Modello dell'aereo a pile

 

Sarà molto silenzioso, volerà senza inquinare, assomiglierà ad un aliante, ma sarà un aereo in tutto e per tutto. Il velivolo che sta per prendere il volo in Spagna si differenzia da tutti i suoi predecessori perché sarà spinto da celle a combustibile e batterie leggere. Un aereo a pile, si potrebbe dire. Sarà il primo esperimento del genere per un aereo pilotato il cui assemblaggio è in corso presso il Boeing Research and Technology Center di Madrid, che lo sta studiando e sperimentando il veivolo dal 2003. Attualmente sono in corso minuziosi collaudi in vista dei primi test al suolo e in volo. Spiega Francisco Escartì, direttore generale del centro di ricerca Boeing di Madrid.

 

"Data l'efficienza e i benefici per l'ambiente dell'emergente tecnologia a celle a combustibile, Boeing vuole essere in prima linea nel suo sviluppo e nell'applicarla a prodotti aerospaziali". Tale aereo sarà "pulito" perché le celle (o pile) a combustibile sono un dispositivo elettrochimico che trasforma direttamente l'idrogeno in elettricità e calore, senza alcun processo di combustione. Grandi benefici per l'ambiente derivano dal fatto che queste celle non producono alcun tipo di emissione e sono più silenziose dei motori a idrocarburi.

 

In particolare va detto che l'aereo in via di costruzione negli hangar della Boeing è ad elica, la quale viene mossa da un motore elettrico alimentato da un sistema ibrido, composto cioè, in parte di celle a combustibile del tipo a "membrana a scambio protonico" (PEM - Proton Exchange Membrane) e in parte da batterie al litio-ionio. Le prime provvedono alla propulsione nella fase di crociera, quando cioè l'aereo richiede una minore forza di spinta, mentre le seconde entrano in gioco durante le fasi del volo che richiedono maggiore potenza, vale a dire decollo e ascesa.

 

I collaudi in volo saranno condotti in Spagna e serviranno a dimostrare per la prima volta come un aereo con pilota possa mantenere un assetto di volo lineare con la sola propulsione fornita da celle a combustibile.

 

Ma gli aerei a "pile" potranno mai un giorno sostituire i grandi jet, passeggeri e non, che oggi sono tra le fonti d'inquinamento più importanti dei nostri cieli? Risponde Escartì: "Sebbene Boeing non preveda che le celle a combustibile possano costituire la fonte primaria di energia per i futuri aerei passeggeri (perché difficilmente in tempi brevi si potranno avere motori così potenti da mantenere in volo velivoli così pesanti), dimostrazioni come questa serviranno a preparare il terreno per l'uso di simili tecnologie su piccoli aerei con e senza pilota".

 

L'aereo che in questi giorni è in fase di assemblaggio definitivo ha un'apertura alare di 16,3 metri e può mantenere una velocità di crociera di circa 100 chilometri all'ora. È basato sul motoaliante Katana Xtreme (più noto come Super Dimona), prodotto dall'austriaca Diamond Aircraft Industries, che si è anche occupata delle principali modifiche strutturali del velivolo. Altre industrie si sono preoccupate di altre parti del progetto. L'azienda spagnola Aerlyper, ad esempio, si è occupata sia di alcuni lavori di modifica sull'aerostruttura, che del montaggio e del cablaggio di tutti i componenti. L'azienda francese SAFT, invece, ha progettato e assemblato le batterie ausiliarie e di riserva. L'Air Liquide España ha progettato e assemblato l'impianto e il sistema di rifornimento a idrogeno. I primi test sono stati condotti presso un centro del Politecnico di Madrid e sempre la Spagna metterà a disposizione i suoi impianti e un pilota collaudatore per i test in volo. Per un impiego di questa tecnologia nel campo dell'aviazione commerciale bisognerà attendere probabilmente tra i 10 e i 15 anni.

 

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 12.

Offre a metà costo una velocità di trasmissione dati tre volte superiore agli attuali network su cui lavorano i cellulari

Addio Wi-Fi?

arriva in Italia WIMAX

molto più potente

Una vera rivoluzione: porterà la banda larga e le connessioni senza fili ovunque

 

Ma c’è il problema del Ministero della Difesa che in Italia, unico paese al mondo, in virtù di antichi privilegi anteguerra detiene la maggior parte delle frequenze, (molte di più di quelle che ha l’esercito degli Stati Uniti d’America) tra le quali anche quelle che servono al WIMAX. Ora chiede al Ministero delle Comunicazioni una compensazione economica, che pare abbia ottenuto!

Lo schema di funzionamento del Wimax (da Newton)

 

C’è qualcosa di nuovo nell’etere. Questa tecnologia promette di abbattere il «digital divide» (il divario digitale) portando le connessioni a banda larga ovunque, con costi ridottissimi per gli operatori e vantaggi per i consumatori. Dopo anni di promesse e sperimentazioni il WiMax è pronto per sbarcare in Europa. Germania e Francia hanno già concesso le licenze agli operatori. La Gran Bretagna, dopo una fase sperimentale, sarà pronta entro la fine del 2007. Anche Spagna e Grecia sono entrate nel club dei «tutti pazzi per il WiMax». E l’Italia? Nel nostro Paese lo sviluppo di questa tecnologia è rimasto bloccato da una disputa politica che è durata un decennio. Ma adesso le cose sembrano essersi sbloccate. La svolta, per rimettersi in pari, dovrebbe arrivare entro l’anno. Il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, ha preso un impegno preciso: garantire entro la legislatura, cioè il 2011, la possibilità per tutto il Paese di connettersi in rete ad alta velocità. E dal WiMax, che a regime può coprire il 99% del territorio, può arrivare un grande aiuto.

 

COME FUNZIONA - Il WiMax (Worldwide Interoperability for Microwave Access) è una tecnologia in grado di diffondere connessioni Internet ad alta velocità verso gli utenti per un raggio di 50 chilometri (il WiFi arriva a poche decine di metri), a banda larga e connessione veloce (fino a 74 Mbit/s). Il tutto a costi molto bassi perché non ha bisogno di cavi e, quindi, di appoggiarsi al cosiddetto ultimo miglio (il doppino di rame che collega la centrale telefonica alle case o alle imprese), ma arriva nelle abitazioni, o direttamente sul computer, in ufficio, e sul telefonino, via onde radio grazie a una rete di antenne. Per questo è in grado di coprire le metropoli, ma anche le aree più sperdute, dove è difficile e poco economico arrivare con le tecnologie tradizionali via cavo come l’Adsl.

 

Un'antenna per la ricezione delle onde diffuse da Wimax (da Newton)

 

DALLA DIFESA ALLA COMUNICAZIONE - Il maggiore problema per la diffusione del WiMax è legato al fatto che in Italia, come in altri Paesi, le frequenze su cui viaggiano le sue onde radio, che occupano la banda 3,4–3,6 MHZ, sono in uso al Ministero della Difesa. Per cedere queste frequenze al Ministero delle Comunicazioni, la Difesa ha chiesto una compensazione economica che dovrebbe coprire i costi della riconversione dei radar su altre frequenze. Dopo anni di trattative è arrivato il primo segnale di schiarita. A dicembre, i due ministeri hanno aperto un confronto e, finalmente, si è raggiunta un’intesa: le frequenze passeranno a breve al Ministero delle Comunicazioni che, entro l’anno, le metterà all’asta tra gli operatori interessati. Intanto, per guadagnare tempo, l’Agcom, l’Autorità garante nelle comunicazioni, ha già effettuato le consultazioni pubbliche per stabilire i criteri e il regolamento della gara.

Un ripetitore per Wimax (da Newton)

 

NORD E SUD DEL MONDO - Anche gli Stati Uniti, il Paese tecnologicamente più avanzato, hanno aperto le porte al business del WiMax. La Sprint Nextel Corp. ha recentemente annunciato un investimento iniziale di un miliardo di dollari (769 milioni di euro) per lanciare il WiMax entro il 2007. Ma le potenzialità di questo sistema stanno soprattutto nel superamento del digital divide, il fossato tecnologico che separa Nord e Sud del mondo. In Africa, per esempio, e nei Paesi più arretrati del mondo, dove sarebbe impensabile arrivare con una rete di cavi, il WiMax può essere una straordinaria occasione. Per questi Paesi, soprattutto, la connessione a banda larga via onde radio rappresenta una rivoluzione e una possibilità di recupero sia per l’accesso al mercato del lavoro, sia per gli scambi commerciali. Ma anche per l’istruzione e la cultura.

 

L’ITALIA A BANDA LARGA - Il digital divide (la divisione tra chi può accedere e chi no alle tecnologie digitali) è ancora un grande problema nel nostro Paese. Ci sono famiglie, aziende, pubbliche amministrazioni che sono escluse dai vantaggi dell’accesso a Internet veloce, condannate ad accumulare ritardo e isolamento rispetto al resto d’Italia. Secondo le stime, sono circa 10 milioni gli italiani che ancora oggi non possono navigare in rete ad alta velocità. Degli 8103 comuni, 5800, che contano meno di 5000 abitanti, hanno grosse difficoltà per l’accesso a Internet a banda larga: soprattutto nella fascia appenninica e nell’arco alpino. E, contrariamente a quanto si possa pensare, una regione industrializzata come il Piemonte sconta il digital divide più penalizzante in Italia. La penetrazione della banda larga, che pure ha fatto molti passi in avanti, è attualmente stimata intorno al 14 per cento: un dato che pone l’Italia indietro rispetto alla media europea. Basti pensare che le zone rurali da noi sono coperte al 44 per cento, contro una media Ue del 65 per cento. La stessa Commissione Europea è intervenuta per sottolineare come la scarsa copertura della banda larga in Italia sia «preoccupante e inadeguata per lo sviluppo di applicazioni avanzate».

 

LA CONCORRENZA - Grazie ai prezzi bassi e alle buone velocità di connessione, il WiMax sembra destinato a rinnovare il mercato della concorrenza nel settore dell’accesso a Internet, ma anche della telefonia mobile. In Germania, tanto per fare un esempio, un piccolo operatore ha lanciato un’offerta che con 20 euro al mese include Internet veloce e chiamate illimitate a numeri nazionali di rete fissa. Per questo alcuni operatori della telefonia mobile, che hanno investito pesantemente negli anni passati su tecnologie come la rete 3G, non vedono di buon occhio l’arrivo del WiMax che rischia di riaprire un mercato ormai spartito tra le grandi compagnie. Ma gli interessi delle lobby non sembrano in grado di fermare un’evoluzione tecnologica che in tutto il mondo si sta caratterizzando come complementare alle altre, soprattutto nelle aree dove ancora oggi si fa fatica a portare servizi di connessione a Internet e di telefonia accettabili. Come andrà a finire l’ha spiegato Padmasree Warrior, responsabile delle tecnologie di Motorola: «Il WiMax offre a metà costo una velocità di trasmissione dati tre volte superiore agli attuali network su cui lavorano i cellulari». Tanti vantaggi. Forse pure troppi per chi teme la concorrenza. Questo però è il futuro per un mondo connesso, globalizzato, ma anche di pari opportunità.

 

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  13.

Il progetto si chiama "GFS Projects" e prevede la realizzazione di aeroplani sullo stile

e la tecnica degli "oggetti non identificati". Storia di una sfida che parte da lontano

Dischi volanti: non UFO

gli Usa investono per costruire i prototipi

Uno dei prototipi allo studio della Nasa

 

Il Pentagono è ossessionato dai dischi volanti? Al momento non è possibile dare una risposta, ma sta di fatto che si stanno investendo molti fondi nel tentativo di costruirli. L'ultimo esempio è il contratto che l'ente americano ha stilato per realizzare il "GFS Projects". La sigla sta per Geoff's Flying Saucer, e indentifica la costruzione dell' aeromobile in grado di sollevarsi dal suolo, librarsi in aria, muoversi a zig-zag e atterrare dolcemente. Operazioni che nel dettaglio ricordano gli aneddoti legati all'uso dei dischi volanti. Per ora il prototipo di disco volante è poco più grande di un girello per bambini e potrebbe essere utilizzato in un film da fantascienza.

 

Tuttavia ciò che conta è che vola e si sta già lavorando alla sua ulteriore evoluzione. Il suo volo avviene sfruttando l'effetto Coand%u0103, scoperto nel 1950 dall'ingegnere aeronautico rumeno Henri Coand%u0103 (1885 - 1972), che si interessò al fenomeno dopo aver distrutto un prototipo di aeroplano da lui sviluppato e riguarda un particolare comportamento dei fluidi. Nel disco volante del Pentagono un ventilatore interno spinge l'aria verso l'alto, dirigendola attraverso gli ugelli che si trovano nella parte superiore del velivolo. A questo punto l'aria fluisce verso il basso lungo la superficie curva (è questo l'effetto Coand%u0103), spingendo l'aeromobile verso l'alto. Le alette lungo i lati mantengono la direzione voluta. Il disco volante possiede proprietà che lo rendono "attraente" per usi militari come velivolo di sorveglianza senza equipaggio, anche se potrebbe essere impiegato in numerosi lavori civili.

 

Non è la prima volta che il Pentagono si interessa ai dischi volanti. Nel 1990 ha sperimento un oggetto che chiamò MSSMP (Multipurpose Security and Surveillance Mission Platform), realizzato per permettere di raggiungere un'area il più velocemente possibile, così da controllare un incendio, aiutare forze di protezione, permettere ponti radio e televisivi e osservare dall'alto aree di particolare interesse.

Il sistema è ancora in fase di elaborazione e si stanno sperimentando connessioni con robot mobili a terra e l'MSSMP.

 

E ancora prima, nel 1939, la Vought Aircraft Company costruì addirittura un aereo a forma di disco volante, chiamato "Flying Flapjack". La forma piatta dell'aereo gli permetteva di rimanere librato nell'aria. Durante la seconda guerra mondiale furono più d'uno gli avvistamenti di oggetti la cui descrizione assomigliava ai flying flapjack. Ma la Marina Militare che aveva commissionato l'aereo lo ritirò dalla circolazione nel 1947, proprio pochi mesi prima che un pilota civile Kenneth Arnold, uomo d'affari di Boise, Ohio, dichiarò di aver osservato nel cielo oggetti che chiamò per la prima volta "dischi volanti"

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 14.

Da: Maldarizzi Massimo Giuseppe [maldarizzimassimo@libero.it]

 

II° Meeting Nazionale E.R.A.

European Radioamateurs Association

Capaccio-Paestum 28-29-30 Aprile 2007

a cura della Sezione Provinciale di Salerno

con il patrocinio della Regione Campania, della Provincia di Salerno e del Comune di Capaccio

 

Anche quest'anno l'E.R.A. organizza il II° Meeting, dove saranno presenti tutte le Sezioni Nazionali con i propri soci che raggiugeranno la sede organizzatrice per incontrarsi e confrontarsi sulle tematiche riguardanti gli OM e la Protezione Civile.

Come ogni anno l'E.R.A. sceglie i suoi posti per gli incontri nelle zone dove vi è la presenza di una propria delegazione che cura nei dettagli le giornate, all'insegna di uomini che amano e coltivano la passione per il Radioantismo e la Protezione Civile.

La Sezione Provinciale E.R.A. di Salerno sarà l'organizzatrice nei giorni 28-29-30 Aprile a Capaccio-Paestum (SA), non mancheranno collegamenti radio e simulazioni di Protezione Civile, ma a fare da scenario principale, sarà la passione che unisce la famiglia E.R.A........ essere "Radioamatori" 

 

Interverranno:

Il Presidente Nazionale dell’E.R.A. Dott. Marcello Vella;

Il Dirigente del Ministero delle Comunicazioni Dott. Andrea Cascio;

I rappresentanti dell’Ispettorato territoriale per la Campania organo periferico del Ministero delle Comunicazioni;

I rappresentanti del settore della Protezione Civile della Campania;

I Presidenti delle Associazioni di Volontariato.

 

Riferimenti Nazionali: e-mail eraeuropea@libero.it   web http://www.associazione-era.it  

Riferimenti Locali:      e-mail erasalerno@libero.it     web http://www.associazione-era.it/Salerno

 

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15 

Protocollo Enel-Enea per il nuovo impianto siciliano di energia rinnovabile

Funzionerà grazie alla tecnologia messa a punto dal premio Nobel Carlo Rubbia

Solare termodinamico

l'Italia ci prova

firmata l'intesa per la centrale di Priolo Investimento di 40 milioni per un progetto pilota in funzione dal 2009

Produrrà circa 5 megawatt integrandosi con l'attuale struttura a ciclo combinato a gas

 

Un'elaborazione al computer di come sarà il campo solare di Priolo

 

Con il Progetto Archimede prende il via in Sicilia la realizzazione di un impianto solare termodinamico ad altissima efficienza. La firma a Roma del protocollo d’intesa tra l’Enel e l’Enea ha reso operativo l’ambizioso progetto che rappresenta la prima applicazione a livello mondiale di integrazione tra un ciclo combinato a gas e un impianto termodinamico. Il progetto rientra nel Piano ambiente dell’Enel che prevede investimenti, fino al 2011, per oltre 4 miliardi di euro, sia in nuovi impianti che utilizzano fonti rinnovabili, sia in ricerca e sviluppo di tecnologie amiche dell’ambiente. «Intendiamo sperimentare - sottolinea Sandro Fontecedro, Direttore della Divisione generazione ed energy management Enel - le soluzioni più avanzate per ridurre l’impatto sull’ambiente della produzione di energia elettrica».

Nel dettaglio, il nuovo impianto solare, che sorgerà presso la centrale Enel di Priolo Gargallo (Sr), utilizzerà una tecnologia ad alto rendimento elaborata dall’Enea, su impulso del premio Nobel Carlo Rubbia, in grado di produrre energia elettrica dal sole anche di notte o quando il cielo è coperto, grazie a una miscela di sali in grado di conservare a lungo il calore raccolto durante il giorno. Batterie di specchi parabolici concentrano la luce diretta del sole su tubazioni percorse da un fluido a base di sali che ha la proprietà di accumulare il calore. Così il calore ad alta temperatura, fino a 550 gradi, è disponibile in ogni momento della giornata.

L’energia termica così prodotta e conservata incrementerà la potenza della centrale Enel di circa 5 MW e consentirà di produrre energia elettrica aggiuntiva di fonte solare capace di soddisfare il fabbisogno annuale di 4.500 famiglie. «La scelta di realizzare subito un modulo da 5 MW - spiega Luigi Paganetto, presidente dell’Enea - evidenzia risponde all’esigenza di avere immediatamente un impianto in funzione affinché la tecnologia e l’innovazione di Archimede consentono alle imprese italiane del settore di guardare a un mercato che è di dimensioni mondiali».

Tra i benefici attesi anche minori emissioni di anidride carbonica per circa 7.300 tonnellate all’anno e un risparmio di circa 2.400 tonnellate equivalenti di petrolio annuo. L’entrata in servizio di Archimede è prevista entro il 2009 e la sua realizzazione comporterà un investimento complessivo di circa 40 milioni di euro.

Le conoscenze acquisite con il Progetto Archimede saranno utilizzate da Enea per altri progetti tra cui la produzione di idrogeno da fonte solare.

 

Nessuno è profeta in patria, ma a volte viene concessa una seconda possibilità. Così se il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia nel 2005 ha dovuto polemicamente lasciare la guida dell'Enea ed emigrare in Spagna per trovare chi credesse nelle sue idee sul solare termodinamico, ora qualcuno in Italia sembra essersi pentito ed è pronto a scommettere sulle intuizioni del grande scienziato.

 

Dopo la falsa partenza di un paio di anni fa, conclusa con la "fuga" di Rubbia sull'altra riva del Mediterraneo, questa mattina Enel ed Enea hanno firmato solennemente alla presenza del ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio il protocollo di intesa per la realizzazione di "Archimede", il primo impianto solare termodinamico italiano e il primo al mondo ed essere integrato con una centrale a ciclo combinato a gas.

 

L'investimento complessivo per rendere operativo il progetto, che sorgerà a Priolo Gargallo (Siracusa) all'interno dell'impianto Enel già esistente, è di oltre 40 milioni di euro. Una volta completato l'iter autorizzativo, entro il 2009 è prevista l'entrata in esercizio del progetto pilota da 5 megawatt, una quantità di energia in grado di soddisfare il fabbisogno annuale di 4.500 famiglie con un risparmio di circa 2.400 tonnellate equivalenti di petrolio l'anno, con un taglio di emissioni di anidride carbonica per circa 7.300 tonnellate.

 

L'Italia, ha commentato soddisfatto il ministro Pecoraro, "ha scelto la svolta sul solare", con un progetto "importante per far ripartire la nostra tecnologia". "L'Enel - ha proseguito - ha fatto una cosa buona. Gli utili vanno investiti nell'innovazione: quindi sempre più sole e meno cose scure come il carbone". "Con la realizzazione di "Archimede" - ha aggiunto il presidente dell'Enea Luigi Paganetto - si passa dalla fase di laboratorio alla fase industriale. La scelta di realizzare subito un modulo da 5 MW risponde all'esigenza di avere immediatamente un impianto in funzione".

 

"Archimede" come detto utilizzerà la tecnologia termodinamica, più efficiente rispetto a quella più diffusa e conosciuta del fotovoltaico, in quanto è in grado di produrre energia elettrica anche di notte o quando il cielo è coperto. Il sole viene sfruttato infatti in maniera indiretta. Dei vasti campi di specchi concavi (a Priolo sarà utilizzata una superficie di circa 300 x 280 metri) concentrano i raggi solari utilizzandoli per scaldare fino alla temperatura di 550 gradi un fluido a base di sali messo a punto attraverso gli esperimenti coordinati da Rubbia.

 

Il calore ottenuto servirà a generare vapore ad alta pressione che, convogliato nelle turbine dell'adiacente impianto a ciclo combinato della centrale Enel, incrementerà la produzione di energia elettrica dell'impianto, riducendo la necessità di bruciare combustibili fossili. Il materiale che verrà usato a Priolo, oltre a mantenere il calore a lungo permettendo alla centrale di funzionare anche di notte o con il cielo coperto, così come gli olii utilizzati nelle centrali solari termodinamiche già in funzione, ha anche le importanti e innovative qualità di essere totalmente innocuo per l'ambiente in caso di fuoriuscite accidentali e di non essere infiammabile.

 

"Questo - ha commentato Rubbia - è ancora un impianto dimostrativo. Gli anni che si sono persi sono pesanti nel senso che il resto del mondo è andato avanti. E' ovvio che noi qui stiamo parlando di maratona, non so cosa succederà fra 5, 10, 15 anni anche se sono convinto che questo tipo di tecnologia diventerà dominante nel campo delle rinnovabili".

 

Per quanto soddifatto dell'importante passo avanti compiuto, il premio Nobel non ha nascosto però la sua perplessità sulla tabella di marcia fissata da Enel ed Enea. "Ho l'impressione - ha detto Rubbia - che i tempi tecnici presentati oggi siano troppo lunghi. Abbiamo l'esempio americano che ci dice che in 12 mesi si può fare una centrale da 64 MW che costa quattro volte la centrale in Italia di 5 MW".

 

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Da: ik0zcw Alberto [ik0zcw@virgilio.it]

 

 Nominativo Marconiano IY0ORP 

International Marconi Day 2007

 Rocca di Papa Geophysical Observatory

Sez. A.R.I.-FRASCATI Box 44 - 00044 Frascati (Roma) ITALY

Sabato 28 Aprile 2007 in occasione dell'International Marconi Day 2007 dall'Osservatorio Geofisico di Rocca di Papa (Roma) ref. DCI RM-250 "Fortezza di Rocca di Papa" alcuni operatori della sezione A.R.I. di Frascati attiveranno il Nominativo Marconiano IY0ORP qsl manager I0DJV via bureau.

 

Nel lontano 11 agosto 1932 Guglielmo Marconi effettuò alcuni esperimenti radio in microonde da Capo Figari (Golfo Aranci), con Rocca di Papa (Roma), il cui trasmettitore venne installato sulla terrazza dell'osservatorio geofisico (mt. 750). Esperimenti di radiotelefonia e radiotelegrafia modulata con microonde furono eseguiti da Marconi nel Golfo Tiguglio nell'ottobre-novembre 1932 e nell'aprile 1932, vennero ripetuti a maggiori portate nel luglio-agosto 1932 tra Rocca di Papa ed il panfilo Elettra, in navigazione verso Golfo Aranci, ed infine tra Rocca di Papa e Capo Figari (269 km). Il giorno 10 agosto 1932 la nave Elettra si diresse sulla congiungente Rocca di Papa-Golfo Aranci. I segnali morse si ricevettero immediatamente, alle 13h 15' circa., con forma massima e si mantennero sempre buoni fino alla portata geometrica di Rocca di Papa. Oltrepassata tale distanza e durante tutto il periodo precedente e successivo al tramonto, i segnali presentarono alternative di rafforzamento e di attenuazioni.. Alle 22h circa il rafforzamento fu più deciso ed alle 22h 15' circa, a 193 km di distanza da Rocca di Papa, cioé a portata doppia di quella geometrica della suddetta stazione, la ricezione risultò ottima. La segnalazione Morse nitida e distinta, con tonalità musicale, era tale da far ritenere possibile un servizio regolare ad alta velocità Alle ore 0h 15' circa a 224 km i segnali erano appena percettibili e poi scomparvero. Il mattino del giorno 11.8.1932 il riflettore ricevente fu trasportato nel semaforo di Capo Figari (quota 340 mt.) sistemandolo sulla terrazza in direzione di Rocca di Papa. Alle 16h circa dello stesso giorno da Rocca di Papa iniziava la trasmissione, dopo qualche regolazione, i segnali vennero immediatamente ricevuti a Capo Figari sebbene non troppo forti. Alle 18h circa, i segnali aumentarono gradualmente d'intensità. La segnalazione telegrafica risultò chiarissima e nitida e la radiotelefonia chiara ad intervalli .Fino alle 19h 20' circa i segnali si mantennero abbastanza buoni. Il vento al semaforo era fortissimo da nord-est, il tempo chiarissimo, l'atmosfera piuttosto umida. Il riflettore era soggetto a vibrazioni, che però non sembrarono influire sulla regolazione. Verso il tramonto si notarono le solite variazioni d'intensità, apparve abbastanza chiaramente che all'atto della sparizione del disco solare dall'orizzonte, i segnali subivano una forte attenuazione. Dopo il tramonto i segnali si mantennero più deboli che nelle ore di luce. Ad intervalli fu intelligibile la radiotelefonia ed il servizio telegrafico, sebbene con qualche difficoltà., sarebbe stato possibile. Le esperienze ebbero a termine verso la mezzanotte. Il Trasmettitore installato a Rocca di Papa, era composto Da quattro oscillatori Barkhausen Kurz a due valvole, situati direttamente dietro quattro Riflettori parabolici ad asta di rame. Misure calorimetriche avevano provato che ciascun oscillatore usato aveva una potenza di irradiazione di 3,8 watt, sicché l'irradiazione totale dei quattro oscillatori risultava essere di circa 15 watt, più il guadagno dei riflettori che si aggirava sulle 40 volte circa. Il ricevitore disposto prima sulla poppa della nave Elettra, e successivamente trasportato nel semaforo di Capo Figari, era dotato di valvole del tutto simili a quelle del trasmettitore, ed era inoltre provvisto di riflettore a elemento parabolico unico. In definitiva il trasmettitore ed il ricevitore erano chiusi in scatole metalliche separate, poste immediatamente dietro il riflettore, l'una a fianco dell'altra, dalle quali escono le coppie dei fili facenti capo ai dipoli hertziani. Questi dipoli (da due a quattro per il trasmettitore ed uno per il ricevitore) avevano una lunghezza di circa 12 cm. disposti orizzontalmente sul prolungamento l'uno sull'altro a qualche centimetro di distanza sulla linea focale del cilindro parabolico riflettore. Le sorgenti di energia necessarie per l'alimentazione delle lampade erano situate a distanza dal riflettore e le correnti venivano portate alle valvole con fasci di conduttori flessibili.

 

Il Presidente

Sez.ARI-Frascati

i0djv Aldo Trabucchi

www.arifrascati.it  

www.radiomercato.com  

 

Clicca per vedere:

http://www.radiomercato.com/viewtopic.php?t=1485

 

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 17.

Da Claudio Tiziani HB9OAU

 

Bandiera ItalianaARDF LPCT Bandiera Svizzera

Campionato di Radiolocalizzazione

Lombardia Piemonte e Canton Ticino

 

A.R.I.

SEZIONE DI GALLARATE

Domenica 29 APRILE 2007

 

Gara di A.R.D.F. a piedi

Al  PARCO BASSETTI

 

Il ritrovo è dalle 08,45 alle 9.00, sulla Superstrada della Malpensa, all’uscita contrassegnata:

SS 341 GALLARATE

SS 341 SAMARATE

nel posteggio sulla destra

Ore 9,10 partenza per il campo di gara

Ore 9,30 iscrizioni

Ore 10.00 -12.00 gara

Ore 12,30 Premiazione

Ore 13.00 Pranzo

 

Per arrivare al punto di ritrovo :

 Chi proviene dalla autostrada dei laghi A8 uscita Busto Arsizio/Malpensa, prendere la direzione aeroporto Malpensa, uscire all'indicazione Gallarate-Samarate

 

Chi viene dal Piemonte seguire i cartelli per aeroporto Malpensa proseguire sulla superstrada in direzione autostrada A8 Milano uscire a Gallarate - Samarate

 

Per informazioni e guida 145,325 FM dalle ore 8,30

 

Per chi si ferma a pranzo E' OBBLIGATORIA la prenotazione,

entro  Giovedi 26 Aprile 2007 a presidente@ardf.info

 

Le  nostre gare sono libere a tutti

Previo accordo sono a disposizione delle attrezzature complete per la gara

 

www.ardf.info

 

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 18.

Da IK8JZK Ruggero  Billeri Napoli. 

 

 

L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE

 

L'intelligenza artificiale e' entrata nella storia a partire dagli anni 50 con la comparsa dei primi computer e nel contesto della cibernetica. Da quel momento ha preso corpo un progetto inedito  e ambizioso: usare il computer per simulare certi processi solitamente attribuiti all'intelligenza umana. L'intelligenza artificiale tuttavia, corrisponde a un vecchio mito che non ha smesso di tramandarsi dall'antichita' e di svilupparsi in modo particolare nel secolo dei Lumi con la fioritura di arti meccaniche (L'uomo macchina di La Mettrie dopo gli <<animali macchina>> di Cartesio) I primi passi dell'intelligenza artificiale, nella seconda meta' del secolo XX sono stati compiuti nell'ambito dei giochi e della dimostrazione di teoremi. In questo contesto fondamentale entra in scena, con la sua fervida mente  Alan Mathison Turing (1912-1954) il quale rispolverando l'algebra di Boole (altro grande matematico) sosterra' con forza di poter creare una creatura non umana dotata di intelligenza artificiale. Molto presto l'intelligenza artificiale ha affascinato gli specialisti di altre discipline in modo particolare gli psicologi, i linguisti, i filosofi ecc. Il nascente cognitivismo si e' allora interessato al computer come un sistema <<manipolatore di simboli>> (un punto comune fra la macchina e la mente umana). Ma tale subitaneo interesse per la loro disciplina ha portato i ricercatori della intelligenza artificiale a sopravalutare le loro opportunita' di successo su problemi di cui non hanno saputo misurare bene le difficolta'. La loro imprudenza, in un ambito di poste ideologiche ed epistemologiche, e' costata cara alla reputazione dell'intelligenza artificiale. Ecco perche' la sua storia ha conosciuto un'alternanza di periodi di infatuazione (i <<sistemi esperti>> intorno al 1980 poi, in relazione alla crescita della neuroscienza cognitiva, il connessionismo e la <<vita artificiale>>) e di disaffezione, alternanza malgrado la quale si e' potuto costruire un'importante corpo di dottrine. La collocazione dell'intelligenza artificiale nelle scienze cognitive , secondo l'idea che si ha di queste e di quella,che va dalla presenza piu' orgogliosa alla visibilita' piu' umile. L'orgoglio porterebbe, da un lato, a proclamare che  la fioritura dell'intelligenza artificiale e' all'origine stessa del movimento che ha, se non creato quanto meno stimolato con forza la messa a fuoco dell'interesse delle discipline affini attorno alla mozione di cognizione e, d'altro lato, a proclamare ancora che i paradgmi introdotti dalla scienza artificiale non lasciano piu' altra missione alla psicologia cognitiva oltre quella di osservare l'intelligenza umana istanzia i suoi paradgmi, alla neuroscienza quella di mostrare al sostrato neuronale li incarna, e la filosofia quella di accettare di essere stata soppiantata! L'umilta' consisterebbe, invece nell'affermare che l'intelligenza artificiale deve limitarsi a trasformare in programmi informatici i modelli concepiti in psicologia, in neuroscienza, in linguistica ecc. e questa realizzazione permettera' tutt'al piu' di dimostrare che il comportamento simulato e' ben apparentato, per la parte giudicata significativa, al comportamento in osservazione. In questo caso, spetterebbe ai filosofi valutare il significato epistemologico di questa parziale validazione. Gli autori dell'intelligenza artificiale , e in particolare quelli che hanno dato il loro contributo a questo articolo, assumono prospettive che si situano a meta' strada fra questi due estremi. Possiamo avanzare l'ipotesi che l'intelligenza e' una qualita' astratta, della quale attualmente solo le esecuzioni concrete sono in grado di fornire un'idea della sua potenzialita', vedi ad esempio lo straordinario software messo  punto dalla Machintosch nel computer della Apple, dove il gioco degli scacchi giocato dal computer contro un'avversario o contro se stesso, sul sistema operativo Mac Osx dimostra che ormai la robotica ha fatto passi da gigante, almeno per quanto concerne alcuni software. Progressi ben piu' importanti ci riservera' la Neurofisiologia: negli USA alcuni scienziati stanno mettendo a punto un brodo di cultura di neuroni (circa 25.000) ricavati dal cervello del topo e questa cultura con collegamenti elettrochimici viene fatta interagire  per mezzo di impulsi (input-output) con un simulatore di volo. I primi esperimenti sono incoraggianti e la cultura di neuroni di cervello di topo si comporta come un cervello allo stato embrionale e necessita di affinare le sue conoscenze.  Il ruolo della scienza artificiale in seno alle scienze cognitive e', in modo specifico, e' quello di provare a differenziare cio' che dipende intrinsecamente da questa qualita', rispetto a cio' che dipende dalla sua realizzazione  biologica e piu' precisamente dalle particolarita' della specie umana. Lo spirito col quale e' stato redatto questo articolo consiste nel porre l'accento su tre aspetti: su alcuni risultati teorici la cui portata epistemologica interessa le scienze cognitive; su alcune realizzazioni in grado di fornire degli strumenti utilizzabili dalle scienze cognitive; e infine, su argomenti tradizionalmente sviluppati dall'intelligenza artificiale, al fine di presentare uno stato degli studi in questi ambiti. Il contributo epistemologico piu' importante dell'intelligenza artificiale alla questione cognizione, e' il fine studio da essa effettuato del necessario <<compromesso>> tra la potenza espressiva dei modelli della realta' costruiti dall'intelligenza e sui quali questa si esercita, da un lato e, dall'altro, la capacita' di prendere decisioni in tempo utile. E' in effetti impossibile, secondo certe ipotesi conciliare una rappresentazione ricca e un meccanismo decisionale efficace, e cio'  e' vero qualunque sia il modo (biologico informatico o altro) con il quale si cerca di realizzare tale meccanismo. Ecco perche' tutto cio' che aiuta a comprendere questo specifico apporto dell'intelligenza artificiale e qui essenziale: la complessita', il controllo, l'espressivita', la logica, la metacognizione, il ragionamento, la rappresentazione e le reti semantiche. Diversi argomenti, come la logica o la complessita' algoritmica, non sono per nulla specifici dell'intelligenza artificiale ma contribuiscono a definire il posto che l'intelligenza artificiale occupa nella problematica cognitiva. L'idea di compromesso, sopra ricordata e' di notevole importanza solo se si accettano alcune ipotesi sulla presa di decisione. Ora, l'ultimo decennio ha portato, o piuttosto fa rivivere ipotesi molto diverse su tale questione, ecco spiegato il posto che occupa attualmente nella intelligenza artificiale il dibattito fra questi approcci, centrati in modo particolare sulle nozioni di simbolo, connessionismo, vita artificiale e apprendimento. Indipendentemente dall'orientamento cognitivo di questo articolo, bisogna anche dare una visione dell'intelligenza artificiale al posto che essa occupa all'interno dell'informatica, il che implica delle nozioni di base come quelle di funzione, informazione, linguaggio e, soprattutto, certe nozioni informatiche recenti  che si sono sviluppate grazie all'intelligenza artificiale, come quella di ereditarieta', di programmazione per oggetti dell'intelligenza artificiale distribuita, o di nozioni  che essendosi sviluppate al di fuori di essa, attualmente l'influenzano: ad esempio, la programmazione vincolata. Benche' si tratti in genere di strumenti elaborati in un'ottica rigorosamente tecnica, il loro impatto sulle scienze cognitive puo' rivelarsi importante. Per altro verso, ci sono i tradizionali <<cavalli di battaglia>> dell'intelligenza artificiale: la robotica, il riconoscimento di forme, la risoluzione di problemi, la comunicazione, la comprensione del linguaggio la rappresentazione fuzzy ecc. Gli sviluppi teorici e pratici della robotica hanno condotto, da tempo  all'individuazione di problemi d'interesse filosofico, in modo particolare la rappresentazione dell'azione (e la sua conseguenza: il cosiddetto frame problem). L'intelligenza artificiale ha conquistato il posto che occupa nelle scienze cognitive in virtu' di un gran numero di applicazioni oggi integrate in programmi logici (software). I <<sistemi esperti>> degli anni 1975-85 hanno lasciato il posto alla problematica delle basi di conoscenza, dell'acquisizione di conoscenza e della loro validazione. Vi si sono aggiunte funzionalita' nuove: la spiegazione, la diagnosi (in cui l'abduzione svolge un ruolo importante), in particolare la diagnosi di sistemi fisici, il che ha condotto allo sviluppo d'interessanti modelli di fisica qualitativa. Sono tanti gli aspetti della disciplina che mostrano come l'idea di una creatura intelligente e non umana ha preso corpo progressivamente, (e talora in stretta relazione) allo studio dell'intelligenza umana compiuto dagli psicologi, definendo cosi un settore specifico delle scienze cognitive.

 

                                             Daniel Kayser

Con alcune inserzioni di     Ruggero Billeri  

 

Ediz. (Puf)                    

Presse universitaires de France

Traduzione dal francese a cura di jk8jzk Ruggero Billeri Napoli

 

Cordiali saluti ai lettori del Radiogiornale      

 Da ik8jzk Ruggero Napoli.

 

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 19.

ESERCITAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE

AIRSUBSAREX 2007

  

Desideriamo esprimere i più vivi ringraziamenti al Dipartimento della Protezione Civile della Regione Siciliana, al Comandante dell’unità elicotteristica Giuseppe Maurici ed al suo equipaggio, ed a tutti membri della Sala Operativa del Dipartimento, che in occasione dell’esercitazione del 27 Marzo 2007 denominata AIRSUBSAREX 2007-12/1 hanno consentito la realizzazione di una sperimentazione di collegamento radio ARIA – TERRA / TERRA – ARIA su frequenza radioamatoriale tra l’elicottero della Protezione Civile impegnato in area di esercitazione (a bordo del quale è stato impiegato il sottoscritto IT9UMH) e la Sala Operativa della stessa Protezione Civile sita in Palermo centro, presso la quale è stato dislocato un altro radioamatore, il Sig. Mannino Antonino con il nominativo IT9UOY.

 

L’esercitazione mirava a ripetere le condizioni si operatività che si sono verificate in occasione del disastro aereo che ha coinvolto un ATR72 nell’Agosto del 2005.

 

Anche in quella funesta occasione i radioamatori, ed in particolare i radioamatori dell’Associazione E.R.A. di Palermo svolsero un’importante funzione di supporto rivolto in special modo all’assistenza dei familiari delle vittime e dei feriti e per questo impegno “civile” è stata consegnata una targa di merito ed un diploma a tutti coloro che si sono impegnati e distinti per la loro opera meritoria.

 

A distanza di due anni dal disastro, sulla base delle esperienze acquisite sul campo, e per migliorare i tempi e la resa delle forze impiegate nei soccorsi è stata concepita questa esercitazione che ha visto l’impiego massiccio di uomini qualificati e mezzi aereonavali.

 

La sperimentazione radiantistica mirava a verificare i campi di copertura radio tra l’unità in volo e la Sala Operativa della Protezione Civile, nonché la fattibilità qualitativa dei collegamenti stessi.

 

I collegamenti sono stati effettuati su frequenza radioamatoriale sia in simplex VHF 145.400 Mhz, sia tramite il ponte radio R1Alfa VHF 145.6375 Mhz sito a Pizzo Manolfo, ed il ponte radio R4 VHF 145.700 Mhz sito su Monte Cuccio.

 

La strumentazione radio utilizzata è stata quella portatile in dotazione a IT9UMH che era a bordo dell’elicottero ed al collega IT9UOY ossia radio ricetrasmittente portatile YAESU VX-7R con auricolare e microfono – power out 5W.

IT9UMH in volo durante le operazioni

di sperimentazione radiantistica

 

I risultati ottenuti attraverso i continui collegamenti radio ARIA – TERRA / TERRA – ARIA durante tutte le fasi dell’esercitazione, hanno consentito di determinare la fattibilità della realizzazione di collegamenti in tempo reale, per consentire lo scambio di dati e chiare informazioni utili sullo svolgimento delle attività, tra l’unità elicotteristica in volo e la Sala Operativa del Dipartimento di Protezione Civile.

 

Atteso l’ottimo risultato conseguito, e l’innegabile contestuale e preziosa esperienza radiantistica e di volo acquisita dal sottoscritto IT9UMH e dal collega operatore IT9UOY, durante tutte le fasi dell’esercitazione (preparatoria – operativa – consuntiva) oltre che dai lusinghieri risultati ottenuti dai test effettuati sugli apparati radio impiegati e sulle trasmissioni radio, nel ribadire i ringraziamenti desideriamo in questa sede altresì confermare la disponibilità in futuro a ripetere ulteriori sperimentazioni di collegamento (anche in volo) in ambito Protezione Civile o per ogni qualsivoglia richiesta di TLC che sarà valutata dal Dipartimento.

 

Enzo Bisconti IT9UMH 

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 20,

D-atv a Milano 

 

Uella...
abbiamo acceso finalmente un TX ATV a 10.495GHz digitale (D-ATV) a Milano, alimentato con 280mW in standard DVB-S con una antenna fessurata con fessure solo dal davanti, 16dB di guadagno  e lobi da 120°  -3dB  e 180° -8dB  F/B -20dB.

Particolare importante:  3 canali video
        ch0 - monoscopio Indicativo e Locator
        ch1 -  2 canali audio stereo + video + televideo
        ch2 - 2 canali audio stereo + video + televideo
        
BW = 7.5MHz

e' un successo strepitoso in termini di efficienza RF, se solo andiamo a vedere i segnali equivalenti in modalità analogica.

Per aggiornamenti e sviluppi : www.d -atv.it
73' de
IW2KDS

Team:
IW2KDS -  IZ2ICA - IK2MMB

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 21.

Da: IK2ane

 

RICERCA OM

 

Salve.

Avrei bisogno di un grosso piacere.

Chi  conoscesse i radioamatori sotto elencati, e' pregato di comunicargli di contattarmi, via e-mail.

L'indirizzo lo si trova nel sito www.bedetti.com/ik2ane

Grazie.

Saluti.

Walter - IK2ANE

 

I1AGB - IK1OWB - IK1PAL - IK1TNR

I2BMG - IK2NHJ - IK2OIP - IK2UWG - IK2VFQ

I3HNG - IK3FPR -

IN3OVJ - IN3SHQ - IN3TRB

IV3GDT - IV3HLG

I4HDD - IK4JPM - IZ4GSD

I6YWI

IT9DZV - IT9LCP

IK0VYB

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 22.

MERCATINO RADIOAMATORIALE

 

Da: Radio Active [iradiom@hotmail.com]

 

Vendo per cessata attività OM il seguente materiale:

- RTX Kenwood TH-F7E completo di batteria al litio, caricabatterie, imballi

e manualistica tutto pari al nuovo usato pochissimo;

- Linea KENWOOD composta da RTX TS-530 S con microfono da palmo e manuale

d'istruzioni, speaker esterno SP-230, Monitor Scope SM-220 senza tubo

catodico completo di manuali e imballi originali, Pan adapter BS-8 per

SM-220, filtro stretto CW e filtro stretto SSB, coppia di valvole finali e

una prefinale, perfetta in tutto, vendo anche pezzi separatamente;

- Commutatore remoto d'antenna a 4 pos. comandato direttamente dal coassiale

di discesa, autocostruito molto professionalmente, testato con potenze di 2

KW e per frequenze da 0 a 30 MHz;

- Keyer elettronico di costruzione USA della HAM KEYER;

- oltre 34 Metri cavo d'antenna AIRCOM;

- Alimentatore 4-14 Volt 0-50 Ampere;

- Alimentatore Alan K35 12 Volt 5 Ampere picco;

- Accordatore HF Ten Tec 229 2 KW;

- Frequenzimentro Sabtronics 8610A 600 MHz;

- Scaricatore coassiale a cartuccia Revex H10 (NUOVO);

- Balun in corrente RadioWorks mod. NEW REMOTE BALUN;

- Oscillofono morse autocostruito;

- Carico fittizio per A.F.;

- RosWattmetro DAIWA CN-103 140-525 MHz (NUOVO);

- Portapile stilo Kenwood BT-13 per TH-F7;

- Cuffia Yaesu YH-77 STA nel suo imballo;

- Dip Meter range 3,5-110 MHz autocostruito;

- Misuratore di frequenza risonanza per bobine, kit montato N.E. LX.491

- Commutatore PC per porte parallele a 2 Vie NUOVO 10 Euro;

- Dissipatore interno con ventola per Hard Disk Cooler Master DCD-4002 20

Euro;

- 3 valvole vetro Eimac 4-400A, NUOVE ma senza imballo 150 Euro cad.;

- 8 valcole vetro RTC QB3,5/750GA (=4-250A), NUOVE ancora inscatolate e mai

aperte 150 Euro cad.;

- 2 valvole vetro Philips QB3/300GA (=4-125A), NUOVE ancora inscatolate e

mai aperte 100 Euro cad..

- Condensatore variabile in aria per alte potenze da 250pF NUOVO ideale come

variabile per la costruzione del pi-greco negli amplificatori lineari 70

Euro.

- Trasformatore HV;

- Condensatore variabile sottovuoto Jennings 1000 pF 1 KV NUOVO;

- Relè sottovuoto;

- Commutatore rotativo per alte potenze (ideale per commutare le bande in un

ampli HF);

- Diverso altro materiale tra strumenti analogici ad ago, relè di potenza,

ventole a chiocciola, etc etc

Per info e prezzi contatti a iradiom@hotmail.com  oppure al 349/6757630,

grazie e 73 de enzo ik7wpg

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Da: sglent@tin.it

VENDO amplificatore TV Canale H2 ( 224,25 Mhz ) 600 mW output con 60 mW input,  adatto a potenziare i trasmettitori TV dotati di moduli  ibridi Aurel, completo di alimentatore ed antenna trasmittente a dipolo, ad Euro 80,00 compresa spedizione contrassegno ( portata in condizioni favorevoli oltre 15 Km ) Marco Lento Tel. 090-51281 ( ore 15 ) E-mail: sglent@tin.it

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Da: Corrente Salvatore [salvatore.corrente@manulifilm.com]

Cerco :  amplificatore valvolare per i 432, valvolare, anche solo 100-150 watt, anche da sistemare.

            Grazie 0771-614466      340-7675159

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Da: iret.friuli [iret.friuli@libero.it]

VENDO:

- ricetrasmettitore I.R.E.T. PRC 747 frequenze HF in AM/CW/SSB, simile al PRC 247, accordatore d'antenna automatico entrocontenuto, alimentazione 24 V, colore verde, completo di contenitore in metallo per pacco batteria, griglia di protezione sul frontale, ecc.

[500 euro]

 

- radio transmitter T-217/GR U.S. Army - COLLINS Radio Co., frequenza 220-400 MHz, senza accessori, personalmente mai utilizzato, peso circa 54 Kg, ecc.

[150 euro]

 

- radio receiver R-361A/GR U.S. Army - Garod Radio Corp. Brooklyn N.Y., frequenza 220-400 MHz, senza accessori, personalmente mai utilizzato, peso circa 27 Kg, ecc.

[100 euro]

 

- modulator-power supply MD-141A/GR U.S. Army - Radio Receptor Co.Inc. Brooklyn N.Y., senza accessori, personalmente mai utilizzato, peso circa 80 Kg, ecc.

[80 euro]

 

- Stazione operante da 220 a 400 MHz composta da:

 1 radio transmitter T-217/GR U.S. Army - COLLINS Radio Co.;

 1 radio receiver R-361A/GR U.S. Army - Garod Radio Corp. Brooklyn N.Y.;

 2 modulator-power supply MD-141A/GR U.S. Army - Radio Receptor Co.Inc. Brooklyn N.Y.

Peso totale circa 240 Kg, solo apparati senza accessori, stazione acquistata tempo fa e mai utilizzata.

[tutto 300 euro]

 

- ricevitore BC 603 frequenza 20-27,9 MHz in FM, integro e completo, privo di modifiche radioamatoriali, alimentato dal dinamotore originale a 24V, ecc.

[con dinamotore da 40 euro-senza da 20 euro]

 

- mascherina protettiva frontale per BC 603-683.

[10 euro]

 

- frontalino per BC 603-683 completo d'altoparlante, interuttori, ecc.

[15 euro]

 

- cassa posteriore in ferro per BC 603-683.

[5 euro]

 

- U.S.A.F. Synthesizer, elec freq model EN 358 Manson Laboratories a subsidiary of Hallicrafters Wilton, conn., personalmente mai utilizzato, completo del suo power supply model EN 360 Manson Laboratories a subsidiary of Hallicrafters Wilton, conn. - ingresso 117 V AC uscita 6,5-28-180 V DC.

[tutto 40 euro]

 

- radio casalinga Siemens Klangmeister RG405 in U-FM, L-LW, M-MW e K-SW.

[40 euro]

 

- piatto giradischi Crezar Stereo Duetto.

[15 euro]

 

- U.S. cable fault locator detector James G.Biddle Co. - Philadelphia 7 P.A.

[80 euro]

 

- strumento prova indotti ed avvolgimenti E313-A dell' Allen Electric & Equipment Co. - Michigan, made in U.S.A., ecc.

[80 euro]

 

- per I.R.E.T. PRC 638, 650, 677, 738, 838 e simili, cuffia originale completa di microfono e pettorale.

[30 euro]

 

- microfono Philips type LBB 3058/02, completo di scheda Philips type LBB 3160/00, personalmente mai utilizzato, ecc.

[10 euro]

 

- base antenna MP-48, fabbricata durante la seconda guerra mondiale, nel periodo bellico veniva installata sulle Jeep U.S., ecc.

[60 euro]

 

- sacca BG 56-A per trasporto stili d'antenna della base MP-48, completa di 5 stili vari, ecc.

[50 euro]

 

- cavi RG 223/U intestati BNC, lunghezza 25-40 cm, ecc.

[2 euro cadauno]

 

- altoparlante a tromba in alluminio, grandi dimensioni, diametro massimo circa 450 mm, adatto ad uso esterno, probabilmente costruito negli anni '50.

[10 euro]

 

- mini paracadute militare forse per razzi di segnalazione.

[20 euro]

 

- zaino Esercito Italiano degli anni '60 utilizzato per portare vestiario.

[10 euro]

 

- zainetto U.S. ML GAS MASK M9.

[20 euro]

 

- maschera antigas di colore nero completa di supporto da schiena per bombola, spallacci, cinghie, ganci, tubi di collegamento, manometro, ecc.

[15 euro]

 

- dosimetro di radiazioni a forma di penna, con clips, scala da 0 a 150 R.

[10 euro]

 

- calcolatrice elettrica UNDERWOOD SUNDSTRAND product of Underwood Elliott Fisher Co. - protected by United States and foreign patents - made in U.S.A., completa, da restaurare, ecc.

[20 euro]

 

- calcolatrice elettrica ELETTROSUMMA 14 OLIVETTI, senza cavo d'alimentazione, completa, funzionante, esternamente leggermente sverniciata, ecc.

[20 euro]

 

- GAZZETTE UFFICIALI del REGNO D'ITALIA del 1921, 1922, 1923, 1925, 1926, 1929, 1936, 1939 e GAZZETTE UFFICIALI della REPUBBLICA ITALIANA del 1953.

[tutto 10 euro]

 

- libretti della LEGISLAZIONE ITALIANA del 1940 e 1941.

[tutto 15 euro]

 

- specchietto retrovisore laterale destro (lato passeggero) adatto per furgone FIAT Ducato prima serie, Talento, 242 E, 238 ultime versioni, 900, ecc.

[15 euro]

 

- specchietti retrovisori laterali del furgone FIAT 242 primo modello (quelli fissati nella parte superiore della portiera).

[15 euro cadauno]

 

- coppia fanalini anteriori freccia-luce di posizione per FIAT 132 e simili, nuovi (mai usati), completi, copertura in plastica di colore bianco (no arancione-bianco), ecc.

[tutto 60 euro]

 

- coppia coperture esterne per fanalini anteriori freccia-luce di posizione per furgone Fiat 242, nuove (mai usate), colore arancione-bianco.

[tutto 40 euro]

 

- ciclomotore MILANI - GM/T (Tornese), anno 1971, motore Minarelli serie V1,  2 tempi, frizione automatica, monomarcia, colore arancione, manuale uso e manutenzione del motore, documenti, da restaurare parzialmente, ecc.

[35 euro]

 

- appartamento in multiproprietà a Santa Eulalia de Rio-Ibiza (Spagna), residence 4 stelle, una camera, salotto, angolo cottura, bagno, 4 posti letto, periodo trentaquattresima settimana (l'ultima di agosto), ecc.

[15000 euro]

 

Esamino anche eventuali permute (preferibilmente con materiale radio surplus).

 

CERCO:

 

- per FT-277 della SOMMERKAMP / YAESU VFO esterno (FV-101/277), transverter per i 6 metri (FTV-650), altoparlante esterno (SP-101P/277P), frequenzimetro esterno (anche adattato), ecc.

 

- coppia valvole 6JS6C solo se nuove, funzionanti e a prezzo contenuto.

 

- per W.S. C12 accessori, alimentatore, cavi con connettori, ecc.

 

- per W.S. 19MK II cavi con connettori, mounting, G634C, ecc.

 

- per BC 348 cavo d'alimentazione originale, ecc.

 

- per BC 603-604 mounting, quarzi del trasmettitore, accessori, ecc.

 

- per BC altoparlante LOUDSPEAKER LS-3 o simili.

 

- BC 605 e BC 606.

 

- per ricevitore GELOSO quarzo da 3500 KHz.

 

- mounting FT237.

 

- BG 96, BG 108, BG 185, BG 135, ecc.

 

- accordatore d'antenna manuale per HF a prezzo contenuto.

 

- piatti Tecnics sl 1200 o 1210 (anche guasti).

 

Inoltre cerco informazioni su:

test set-electron tube TV-7A/U; SIEMENS transmission measuring set 0,2 to 6 Kc/s REL 3K117C; ecoscandaglio THE SEAFARER MK II; ricevitore GELOSO G.4/215; ricevitore R-748/TRC-47; ricevitore COLLINS COL-46159 (del ricetrasmettitore TCS-5); ricevitore SAILOR 46TN; ricetrasmettitore SAILOR compact vhf RT204; ricetrasmettitore SAILOR compact vhf RT2048; ricetrasmettitore S.I.R.M.-SKANTI vhf radiotelephone TRP2500; ricetrasmettitore LABES SIRIO V12s; ricetrasmettitore SALVATOR R.T. Naval-Radio; ricetrasmettitore Wireless Set 38MK; ricetrasmettitore Wireless Set 58MK I; Wireless Set BURNDEPT BE.201; WESTERN UNION TEL.CO. TELEFAX TRANSCEIVER 6500-A; FURUNO LC-90; R-4A/ARR-2; R89/ARN5A.

[ricerco anche accessori degli apparati sopra elencati]

 

Acquisto, se prezzi onesti, apparati, manuali, accessori e materiale vario della IRET.

 

Esamino ed eventualmente ritiro (anche in stock) vecchio materiale radio ricevente, trasmittente, ricetrasmittente, ex militare, surplus, accessori, antenne, manuali, strumenti, oggetti particolari, ecc. Contattatemi e valuteremo insieme ciò che disponete. Annuncio sempre valido.

 

NON sono graditi sms per informazioni o contrattazioni riguardanti il materiale in vendita.

NON rispondo a telefonate con numeri anonimi o non visibili.

Per eventuali spedizioni, i pagamenti saranno da effettuarsi anticipatamente preferibilmente con vaglia postale. NON invio in contrassegno.

 

IW3 SID - Andrea      tel. [+39] 3474907504 (ore pomeridiane)     

e-mail: iret.friuli@libero.it

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  23.

 

INFORMAZIONI

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Si citano pertanto i seguentii dati per conoscenza:

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Nome di chi cura direttamente la composizione e la spedizione: Paolo Mattioli I0PMW

 

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La violazione di tali norme comporta sanzioni anche penali.

 

 

 


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