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Numero 188 - Anno VI – 12 Dicembre 2007

Per comunicazioni: radiogiornale@fastwebnet.it

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Sommario:

  1. La ha paura della verità;
  2. Progetto Casa Ari: lo stato dell’arte;
  3. Riflessioni su “Radioamatori e/o “Protezione Civile”;
  4. Preso il “Vikingo” delle Marche;
  5. 1° Diploma Processione dei Misteri di Trapani;
  6. Contest V° Centenario della morte di San Francesco di Paola;
  7. QSL & QSL;
  8. I0FCG e I0YCB un incontro tra Radioamatori;
  9. I danni causati dal computer;
  10. Sei un pirata? Niente Internet;
  11. Presto TV formato 16:9;
  12. Stirling Engine;
  13. Coscienza;
  14. Forum radioamatoriale;
  15. Nuovo Hamradio Cluster;
  16. Un ringraziamento agli uomini di buona volontà;
  17. Mercatino radioamatoriale;
  18. Informazioni.

 

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1.

 

La paura della verità

 

Dopo la decisione del CDN dell’A.R.I del 16 Novembre u.s. presa e firmata all’unanimità che recita testualmente:

3- Bilancio 2006 e previsione 2007 – Nota spese di un Consigliere

Si delibera di incaricare l’Avv. Maurizio del Pesce del Foro di Foggia ad adire all’Autorità giudiziaria competente al fine di accertare tramite le opportune azioni legali la correttezza del Bilancio 2006, di Previsione 2007, nonché delle note spese di un Consigliere, sulle quali sono insorte contestazioni.

 

Qualcuno ci ha ripensato, ovvero lo hanno fatto riflettere (nonostante abbia firmato il verbale) alle conseguenze giudiziarie soggettive qualora l’Autorità giudiziaria accertasse che i famosi bilanci, che l’Assemblea di Bologna si era rifiutata in modo insensato perfino di esaminare, risultassero regolari. Conseguenze che tra l’altro riguardano i danni di immagine provocati all’Associazione, perché la richiamata Assemblea aveva il dovere legale e statutario di esaminare i bilanci, per approvarli, oppure respingerli, o emendarli, ma non poteva ignorarli come ha fatto. I membri dell’Assemblea di Bologna avrebbero dovuto sapere che la bocciatura di un bilancio avrebbe dovuto avere una precisa motivazione giuridica con la evidenziazione di eventuali violazioni di diritti soggettivi, o di interessi legittimi. Viceversa la bocciatura è apparsa subito ispirata da motivi politici, come è stato ufficialmente dichiarato, (sic). Sulla vicenda e sulle dichiarazioni intervenute esiste ampia documentazione anche audio, nella quale si evince che varie persone che hanno respinto i bilanci non erano nemmeno delegate, ma hanno votato ugualmente fuori da qualsiasi legalità, o addirittura in modo contrario a quanto deciso dal Comitato Regionale di provenienza. In questa delicata questione deve essere evidenziato che i Sindaci cui competeva di controllare le deleghe degli intervenuti, non lo hanno misteriosamente fatto!  Ma si è arrivati alla farsa in un CR dove la persona che aveva partecipato e votato in modo difforme all’Assemblea di Bologna non era nemmeno delegata e quando si sono accorti finalmente (meglio tardi che mai!) della grave illegalità commessa, hanno cercato di “aggiustare le cose alla buona  mettendoci una pezza”, decidendo cioè,15 giorni dopo la data dell’Assemblea di Bologna, con una apposita riunione regionale, che la persona in questione era delegata! Non è stato considerato che la decisione presa in modo postumo aggrava ulteriormente le illegalità commesse!

Consci di tutto ciò che è avvenuto e alla luce di queste ulteriori riflessioni “qualcuno”, (che ha firmato il verbale de CDN del 16 Novembre), va ora dicendo in giro che il Consiglio di Amministrazione, essendo in carica per l’ordinaria amministrazione, non avrebbe il potere di presentare i bilanci all’Autorità Giudiziaria. Se uno fosse sicuro di ciò che ha fatto a Bologna, dovrebbe essere contento che i  “famigerati” bilanci verranno giudicati dall’Autorità Giudiziaria, invece pare che tema fortemente questa conclusione. C’è da chiedersi il perché! E poi perché ha firmato il verbale con la decisione di far pronunciare l’Autorità Giudiziaria sui bilanci e ora ci ripensa?

Si tratta evidentemente di una estemporanea, fasulla, strampalata teoria non suffragata da elementi giuridici validi. Infatti, ci siamo voluti documentare e abbiamo acclarato che perfino la Suprema Corte di Cassazione, le cui sentenze in Italia hanno valore di legge, circa una questione uguale a quella dell’ARI ha deciso  in una sua sentenza:

 

Revoca di amministratori di società – Poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione – Prorogatio – Inapplicabilità.

 

Non è condivisibile la tesi secondo la quale gli amministratori in stato di prorogatio potrebbero compiere solo gli atti di ordinaria amministrazione, dovendosi preferire l’orientamento giurisprudenziale (Cass. Civ., n. 3652/1997), secondo cui gli organi scaduti (o dimissionari) possono compiere atti tanto di ordinaria, quanto di straordinaria amministrazione, non rinvenendosi nelle norme (art. 2385, commi I e II) che prevedono la detta prorogatio alcuna distinzione al riguardo.

 

Nemmeno è condivisibile quell’orientamento giurisprudenziale che estende agli amministratori revocati la disciplina della prorogatio (Corte d’Appello Trento, 13.12.2001, in Vita Not. 2002, 887), in quanto rispetto ad essi la rescissione del nesso fiduciario, che è a fondamento del loro mandato, esclude l’operatività dei principi ricavabili dall’art. 2385 c.c. in ipotesi di naturale o volontaria cessazione dalla carica (Trib. Milano, 22.3.1993, in Società, 1993, 1081).

(148-t)

 

Come dice tra l’altro Il Presidente Luigi Belvedere I4AWX nel suo editoriale sul Bollettino ARI di Dicembre;

omissis.

- C’è forse qualcuno che ha paura della verità?

- C’è forse qualcuno che ha paura della chiarezza?

-C’è forse qualcuno che preferisce ad una Associazione chiara, limpida, lineare e pulita una Associazione ingessata e divorata dai dubbi?

- C’è qualcuno che prospera nella confusione?

Se c’è qualcuno, si faccia pure avanti, e dica nome e cognome. I soci non temono né la verità né la chiarezza, e soprattutto rivendicano il loro ruolo di veri titolari dell’Associazione, al di sopra dei giochi della politica

 

E sullo stesso numero del Bollettino ARI Pietro Marino IT9ZGY aggiunge tra l’altro:

omissis.

Confido che tutti i Consiglieri non si facciano trascinare dai mestatori che non hanno alcun interesse se non quello di creare malumori e dissensi in seno alla nostra Associazione. Mi auguro, altresì, che essi possano lavorare con serenità in seno al Consiglio, dimenticando le beghe personali, in modo da traghettare la nostra Associazione sino alle prossime elezioni. Un’ultima raccomandazione per il C. D.: vi ricordo che tutti voi avete accettato la ricostituzione del Consiglio Direttivo firmando un documento in presenza di S.E. il Prefetto. Che a qualcuno non venga in mente di mettere i bastoni tra le ruote e far mancare il numero legale alle riunioni consiliari.

Questa raccomandazione è rivolta principalmente al Consigliere Alberti assente nell’ultima riunione del C.D.

Attenzione, questo comportamento potrebbe avere ripercussioni penali per i consiglieri riottosi e la richiesta di danni da quantificare in sede legale. Chiedo al Presidente del Comitato Regionale Sicilia Coppola, con il quale mi sono confrontato e che mi ha confermato di essere perfettamente d’accordo con la mia esposizione, di volere portare a conoscenza questa mia lettera aperta ai Soci, anche ai comitati regionali ed al collegio Sindacale

 

 Come si vede ignorando bellamente le leggi e persino le sentenze della Suprema Corte di Cassazione si tenta ulteriormente di “menare il can per l’aia” spaventati da una parte per le gravi azioni messe in atto e dall’altra per le conseguenze che ne deriveranno. Ci risulta tra l’altro che il gruppo che ha dato luogo a questa grave crisi dell’Associazione, abbia cominciato a sfaldarsi con la presa di distanza da parte di qualcuno che non intende farsi trascinare ulteriormente in una avventura senza futuro! Quello che è auspicabile, nell’interesse dell’ARI e dei radioamatori italiani è che si esca una buona volta e rapidamente da questa situazione, che ha troppe connotazioni politiche e che ci si rimetta a fare i radioamatori veri, senza interessi di lucro, ma solo per la passione per la radio che ci dovrebbe accumunare tutti.

 

Ma non finisce qui…

All’ultimo momento i due Consiglieri Mauro Pregliasco I1JQJ e Mario Ambrosi I2MQP in ulteriore contrasto con quanto sottoscritto nella riunione tenutasi in Prefettura a Milano (vedi sopra) hanno fatto pervenire all’ARI una comunicazione nella quale, adducendo speciosi e confusi ragionamenti più assimilabili a motivi politici, che a sostanziali impedimenti di carattere legale, comunicano che non parteciperanno alle riunioni del Consiglio Direttivo Nazionale convocato regolarmente per il 9 dicembre 2007.

I partecipanti alla riunione hanno approvato pertanto il seguente verbale:

 

VERBALE CDN 09 dicembre 2007

 

Oggi 9 dicembre 2007, alle ore ore 10,30, come da regolare convocazione pervenuta formalmente a tutti i Consiglieri e ai Sindaci, si sono riuniti in Bologna, Via degli Agresti 2, i signori Luigi Belvederi I4AWX, Paolo Cavicchioli I5PVA, Alberto Barbera IK1YLO e Nicola Sanna I0SNY.

Risultano assenti Mauro Pregliasco I1JQJ, Mario Ambrosi I2MQP e Mario Alberti I1ANP.

 

I presenti evidenziano che l’assenza degli altri membri del CD risulta pregiudizievole per il patrimonio dell’Associazione in quanto, l’impossibilità di deliberare  come da Statuto (art. 26), consuma una violazione di quel principio giuridico a cui si debbono attenere tutti i Consiglieri e che è rinvenibile nell’art. 1710 Cod.Civ..

 

Si sottolinea, inoltre, che l’atteggiamento di cui sopra, stride con la dichiarata manifestazione di volontà espressa e sottoscritta dai Consiglieri oggi assenti in occasione dell’incontro e della delibera presa in data 16 novembre 2007, presso  i locali della Prefettura di Milano, appalesando una manifesta situazione di imputabilità soggettiva.

 

La situazione di cui sopra, pertanto, potrà essere il presupposto di fatto e di diritto per una eventuale responsabilità personale degli stessi.

 

L’O.D.G., vista la sua importanza viene pertanto riproposto nella sua interezza per il prossimo CDN che verrà tenuto a Milano presso la sede sociale, il giorno 13 dicembre 2007 alle ore 16, e per il quale i presenti già si ritengono convocati senza ulteriore avviso.

 

Considerato che tra i punti del giorno vi è pure EDIRADIO (punto 9) ed il Presidente della SRL, Giancarlo Salvatori I3SGR, seppur anche oggi formalmente convocato, non è presente, e che non è pervenuta nessuna notizia dallo stesso, si dispone la riconvocazione anche del medesimo per il prossimo CDN.

 

Per mera completezza espositiva, ed anche per fugare ogni dubbio e sgomberare il campo da ingiustificate assenze che si vorrebbero legare alla questione dei poteri del CDN (ordinaria e straordinaria amministrazione), i presenti fanno propria la motivazione acquisita formalmente e redatta dall’Avv. Maurizio Del Pesce IZ7GWZ di Foggia il cui contenuto è da ritenersi qui integralmente trascritto e riportato, facente parte del presente verbale.

 

I presenti all’unanimità, ispirati dall’intento di garantire il buon andamento, l’immagine e l’efficienza dell’Associazione, discutono sull‘O.D.G. per ottimizzare i tempi di risposta e trovare, quindi, un intento di vedute a rappresentarsi nella successiva e menzionata riunione.

 

L’Avv. Maurizio Del Pesce IZ7GWZ, oggi regolarmente convocato per aggiornare il Consiglio sull’andamento della procedura giudiziaria intentata innanzi alla Presidenza del Tribunale di Milano e volta all’accertamento del bilancio consuntivo 2006 e preventivo 2007, secondo quanto disposto all’unanimità con delibera del 16 novembre 2007, comunica che l’azione giudiziaria è già stata iscritta presso il Tribunale di Milano e riporta il numero di registro generale 77843/07, e che gli sviluppi successivi verranno formalmente comunicati per il tramite di apposita relazione scritta indirizzata alla Segreteria Generale.

 

L’Avv. Maurizio Del Pesce IZ7GWZ altresì illustra il parere giuridico sulla problematica attinente l’ordinaria e straordinaria amministrazione, dichiarandosi pronto a confermarlo in ogni sede giudiziaria eventualmente ad adirsi.

 

Belvederi comunica che in data 27.11.07 si è personalmente recato presso il Tribunale di Milano per rendere in udienza la dichiarazione di abbandono del contenzioso Simoncini, in esecuzione di quanto deliberato in precedenza dal CDN.

 

Tutti i presenti concordano che la massima priorità associativa è rappresentata dall’organizzazione e dall’avvio della procedura elettorale.

 

I presenti con sommo rammarico prendono atto del fatto che al momento non è pervenuta nessuna disposizione ordinatoria da parte del Collegio dei Sindaci in merito all’organizzazione del futuro Referendum (come, ad esempio, quella pubblicata sul numero di gennaio 2005, pag. 22 di RR per il precedente referendum).

 

Essi pertanto sollecitano l’Organo preposto ad ottemperare a quanto statutariamente previsto e deliberato.

 

I presenti, nell’intento di accelerare la procedura, sollecitano il Collegio Sindacale a far pervenire le indicazioni suddette entro la data della prossima riunione del Consiglio Direttivo, al fine di consentirne tecnicamente la pubblicazione sul numero di gennaio 2008 di RadioRivista.

 

La seduta viene tolta alle ore 14.

 

L.C.S.

 

Cosa centri la politica con una Associazione di Radioamatori è cosa che prima o poi qualcuno spiegherà alle migliaia di soci, quello che è certo che si sta affossando l’ARI mettendo in crisi il radiantismo italiano, mentre con una disinvoltura che denota che ai Boiardi, preoccupati solo del loro potere messo in discussione, non interessa nulla del futuro dell’ARI e tanto meno dei Radioamatori e mandano in giro una contro informazione mendace nel tentativo fin troppo scoperto di capovolgere la verità.

!

 

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2.

Progetto Casa ARI : stato dell’arte.

La chiesetta di S. Antonio, di proprietà della Fondazione Guglielmo Marconi ed a suo onere ristrutturata, che si trova proprio al centro del Borgo oggetto dell'articolo e che attualmente ne rappresenta emblematicamente il recupero

 

“ La storia vera è cominciata nell’estate del 1978, anche se le radici del fatto risalgono agli inizi degli Anni Sessanta, quando in un articolo apparso su Radio Rivista i  Soci venivano sensibilizzati al problema della Sede Sociale”.

Così scriveva Sergio Pesce nel suo articolo “Sogni per gli anni ottanta” schiaffando nella copertina di RR 1/80 l’accattivante disegno ed il modellino di un magnifico sogno: Casa ARI.

Ne è passato del tempo da allora e siccome da più parti si avanzano richieste, purtroppo talvolta poste in modo sgradevolmente ironico, sulla situazione di “Casa ARI”, ci corre ora l’obbligo di illustrare alla base sociale lo “stato dell’arte”  del lavoro sin qui svolto  il quale, seppure non coperto da segreti di sorta, resta comunque una ipotesi di collaborazione ancora da sottoscrivere tra una Pubblica Amministrazione ed un Ente Morale; essendo quindi il progetto ancora in “itinere”, è doverosa ogni cautela prima di divulgare notizie su accordi in attesa di ratifica e sempre suscettibili di modifiche.

Ma procediamo con ordine.

Alla magnifica idea di Sergio Pesce di dare all’ARI una “Casa” nella quale ogni radioamatore italiano si potesse identificare, due anni dopo seguirono le decisioni prese in merito le quali vennero illustrate ai soci tramite un toccante editoriale scritto a quattro mani da Rosario Vollero e Massimo Di Marco su RR 3/82 . La frase più significativa? : “Casa ARI sarà una conquista personale per ogni radioamatore italiano, chiamato a donare qualche cosa anche a se stesso, mirando ad una realizzazione concreta che ne survolterà il prestigio”.

L’entusiasmo suscitato dal progetto portò rapidamente alla costituzione di un “fondo qualificativo” nel quale far confluire le donazioni dei soci destinate alla realizzazione della ambiziosa idea.

Più tardi Alessio Ortona riuscì a dare nuovo vigore alla raccolta di questi fondi, che cominciava a segnare il passo, proponendo la brillante iniziativa dei “mattoncini” per Casa ARI: una donazione fissa, contenuta ma significativa che impegnasse in maniera più tangibile i soci donatori.

Purtroppo il passare del tempo ridusse il valore d’acquisto della pur rilevante cifra raccolta e lo scontro con la realtà del mercato immobiliare ridimensionò il progetto a poco più di un miraggio; la continuazione della  raccolta dei fondi per la sua esecuzione si è oggi ridotta ad  una mera questua tra i soci senza lasciare loro alcuna concreta speranza di realizzare l’ormai antico sogno.

Alcuni anni orsono, il CRER (Comitato Regionale Emilia Romagna) nella sua costante ricerca di ambienti atti ad accoglierne l’eventuale sede, venne a conoscenza di un progetto che il Comune di Sasso Marconi aveva in una prima fase di realizzazione: il recupero in località Pontecchio Marconi di una intera borgata tardo rinascimentale da destinare ad attività sociali e “Marconiane” (vedi http://www.oikosricerche.it/pdf%5CScheda_Rec_Monum_BorgoAmeno.pdf  )  . 

Il carattere di Ente Morale e l’affinità degli scopi della nostra Associazione ai requisiti richiesti da quella Amministrazione per accedere alla assegnazione dei locali recuperati hanno consentito un dialogo tra le parti che avrebbe potuto portare il CRER ad avere colà una sede.

Contemporaneamente, attraverso gli interventi dei suoi Delegati, il CRER comunicava ai partecipanti ai lavori delle ultime tornate Assembleari la possibilità di intervenire sul progetto stesso del Comune di Sasso Marconi, intravedendo finalmente la concreta opportunità di dare ai soci ARI quella “Casa” che da ormai troppo tempo agognavano.

Questo messaggio non è sfuggito all’ultimo CDN il quale ha investito l’allora Presidente CRER della responsabilità di procedere nella esplorazione anche di eventuali altre proposte e  dare definitivamente corpo al “Progetto Casa ARI”; contemporaneamente il Presidente i4AWX nel suo editoriale apparso su RR 9/06 invitava soci, Sezioni e CR ad attivarsi per presentare suggerimenti alternativi a quelli del CRER.

Purtroppo le poche proposte che sono pervenute (un immobile demaniale ad Arezzo ed il laboratorio di Marconi nella tenuta di Coltano)  non presentavano  requisiti di fattibilità, sia economici che logistici, migliori della proposta presentata dai soci emiliano-romagnoli.

Veniamo quindi al concreto: in che cosa consiste l’attuale tentativo di accordo tra il Comune di Sasso Marconi e l’ARI  ?

I  lavori atti al di recupero del Borgo di Colle Ameno, un complesso monumentale immerso in 2,5 ha. di parco di cedri del libano e che sorge in località  Pontecchio  a non più di 1 Km. dal Mausoleo di Marconi, con l’assegnazione dei fondi necessari al completamento dell’opera da parte degli enti competenti sono entrati nella fase conclusiva ( vedi

http://www.sassomarconifoto.it/terr_colle_ameno.htm ). 

La strategia della Amministrazione locale è quella di portare nel più breve tempo possibile alla condizione di “coperto” la maggior parte dei volumi da ristrutturare, completare la sala conferenze pubblica, gli spazi espositivi e l’annessa astanteria adibita  ad uso collettivo.

La nostra proposta consisteva, e rimane tale,  nella richiesta di assegnazione in comodato in uso gratuito per un periodo di 99 anni di almeno 350 mq. di  locali ristrutturati e consegnati al “grezzo”, possibilmente all’interno della Villa padronale (Palazzina Davia),  da utilizzare come uffici .  L’impegno dell’ARI sarebbe quello di completarli e di garantirne l’agibilità per lo stesso periodo.

Questa offerta di intervenire come “partner” nei lavori di completamento della ristrutturazione di parte dei locali ha destato molto e documentabile interesse nel Sindaco e nei suoi  Assessori. 

Ora a noi:  i circa 250.000 € fino ad oggi confluiti nel “fondo qualificativo” di Casa ARI forse ci stanno stretti per il completamento di 350 mq. di uffici anche se ci sono, è bene sottolinearlo,  consistenti sgravi fiscali a cui accedere  perchè il compendio è sotto tutela della Sovrintendenza alle Belle Arti. E' però lecito credere che se si parte, come tutti noi ci auguriamo, con una operazione di questa portata,  il flusso delle donazioni sul “fondo qualificativo” riprenderà vigore. L'ostacolo che il "fondo qualificativo" di Casa ARI possa essere utilizzato esclusivamente per l'acquisto di un immobile potrebbe essere superato qualora si decidesse di  impegnare il fondo stesso per ottenere una fideiussione su un prestito di pari importo (quindi ad interesse zero) che potremmo, senza ripercussioni economiche, estinguere in 10/15 anni.

Quali sono i “plus” che questo progetto può vantare: località da cui Marconi lanciò il primo messaggio radio (!!) e quindi contesto che assume per noi radioamatori italiani  i più profondi significati, fermata ferroviaria della linea Porrettana (Bo-Pt) a 500 m., casello autostradale sulla A1 a 6 km. (sia Casalecchio che Sasso Marconi), distanza dall’aeroporto internazionale di Bologna di 12 Km. (8 Km. dal centro della Città) tutti di tangenziale, sala conferenze gratuita, prezzo "politico" per eventuali pernottamenti nella annessa astanteria, maggiore centralità della Sede nazionale.

Le remore che ci hanno frenato a dare pubblicità ai risultati di questo paziente lavoro restano ovviamente legate alle ultime vicissitudini associative le quali, unite a quella cautela che l’Amministrazione Pubblica usa quando si addentra in imprese che coinvolgono anche partners privati, hanno portato al dilatarsi dei tempi prima della auspicata sottoscrizioni degli accordi. 

Resta assolutamente imprescindibile, e questo è già chiaro alle parti, che questi accordi debbano poi passare alla ratifica referendaria della base sociale dell’ARI:  l’evento in sé e l’impiego di nostre consistenti risorse economiche  avrebbero per tutti noi una portata tale che l’ultima parola non può che essere lasciata ai singoli soci.

Cordiali 73 a tutti.

 

Per Il Comitato Regionale Emilia Romagna

Il Responsabile Progetto Casa ARI

Giangiacomo Fabbri  I4FGG

 

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3.

Riflessioni su "Radioamatori e/o Protezione civile"

 

Di Giuseppe Misuri IW5CGM

Presidente Nazionale CISAR

 

Carissimo Paolo ,

ho letto con molto interesse quanto riporti nell'articolo "Radioamatori e/o Protezione civile", ed al di là delle disquisizioni puramente personali , riconosco in alcune delle circostanze che documenti con dovizia di particolari delle realtà distorte dei due mondi a mio avviso ben divisi, quello Radioamatoriale e quello di Protezione civile . La visione che traspare , devo dire in maniera non molto velata da quelle righe , e' forse la perdita del valore principale dei radioamatori ,o meglio di alcuni di essi ,quello della attività e sperimentazione, verso un palese interesse materiale che stravolge di fatto l'Ham Spirit , ed aggiungo io ,che viene usato come giustificazione per atti discriminatori o palesemente di parte da alcuni gruppi di OM ,usando come passe-par-tout la parola "Protezione Civile". Fortunatamente non sempre e' cosi' , ma di esempi potremo sicuramente citarne molti ; in passato ,quando i nostri amici del Link nazionale iniziarono ad attivare la rete , spuntavano dal nulla ripetitori mai accesi che improvvisamente venivano decantati come indispensabili in nome e per conto della protezione civile(che nulla sapeva..), rivendicando una priorità dello spazio radioelettrico a discapito di quelli con ipotetica minore importanza per l'attività radiantistica. Esempi odierni si spingono anche più' in là , "sfrattando" impianti radioamatoriali in favore di quelli della protezione civile ( che nulla sapeva..?..) definendoli di maggiore pubblica utilità, cosi 'via fino ai paradossi che provengono dal tam-tam dell'etere ( si dice cosi' mi pare quando vi siano notizie verbali provenienti da più' parti) di impianti che , finanziati da regioni o altre istituzioni su frequenze radioamatoriali , diventano esclusivo uso di questi e da solo radioamatori ben precisi e titolati. Non credo che tutto il mondo radioamatoriale rispecchi questa realtà , sicuramente una parte ,ma permettimi di richiamare a tale riguardo,un passaggio dell'articolo che ritengo doveroso precisare:

 

"Parliamo dell'ARI, ma da quello che ci risulta altre Associazioni hanno problemi analoghi,"

 

Le problematiche di cui parli e che attribuisci in particolare alle vicissitudini ben note di casa ARI, sono molto diverse da quelle venute fuori ad esempio nel CISAR durante la riunione dei soci e delle sezioni 2007 di Arezzo. Da noi non vi sono problemi di bilancio o di conflitti interni per ragioni economiche, poiché non abbiamo mai prima ,e ne' adesso, usufruito di finanziamenti da chicchessia ,affidandoci solo alle entrate delle tessere soci per le sole questioni di segreteria.Tutto ciò  che e' stato realizzato, le strutture e gli impianti , e' fatto con le nostre sole forze ,con la sperimentazione e la pura attività e ribadisco di tasca nostra, anzi per precisione con quella di chi effettua la sperimentazione. E' pur vero che questo si scontra con le realtà di alcune sezioni , le quali ci chiedono espressamente un impegno in tal senso "iscrizione al Dip.Nazionale" proprio per poter accedere agli eventuali vantaggi come tutti...e finirla di sentirsi discriminare poiché  non lo siamo..Ma il CISAR e' un'altra cosa , benché , sia chiaro,rispettiamo il volontariato , la Protezione Civile e tutte le associazioni che si impegnano per questa nobile attività in maniera disinteressata, ribadendo la nostra disponibilità in caso di bisogno , con tutte le nostre reti e persone come e' già' accaduto in passato. Ecco perché  ho ritenuto di  dover precisare che,  le problematiche che toccano l'ARI ed altre associazioni ,come  citi, , non  esistono nel CISAR ,di sicuro , non quei problemi e nemmeno  l'intenzione di averli .Abbiamo delle sezioni ,iscritte ai regionali,che sono efficientissime ed ben organizzate sulla protezione civile , ma un conto e' farlo come ausilio e consulenza sulle frequenze e sugli impianti assegnati allo scopo , un conto e' farseli comprare per usarli su quelle di tutti gli OM. A tale riguardo vorrei ribadire il concetto che le frequenze dei radioamatori sono e rimangono ad uso solo degli stessi per il fine principale che e' lo studio e la sperimentazione, e che solo in caso di effettiva necessità siano da utilizzare per le emergenze, quindi prove ,simulazioni ed anche le famose radioassistenze non sono coerenti con quanto dice il regolamento.Per noi l'attività radio deve essere libera da qualsivoglia interesse diverso dalla passione che abbiamo e la voglia di fare , senza dover rendere conto a nessuno ..già perché invito a riflettere se un giorno quegli impianti finanziati o non si trovano o non funzionano..chi se ne assume ,se ve ne e' , responsabilità?...sono sempre soldi pubblici quelli. Il dibattito comunque e' aperto nel CISAR, e ne discuteremo come si addice ad una associazione democratica quale la nostra, l'argomento ,come avrà preso atto chi era collegato via web a quella riunione , ha suscitato sentimenti molto diversi e contrastanti dando luogo ad una animosità mai vista prima, .come tematica? "essere o non essere " degna della migliore commedia Shakespeariana .Ma tutti abbiamo convenuto che l'attività principale della nostra Associazione sia da ricercare nelle radici di essa ,e nel nome "Centro Italiano Sperimentazione ed Attività Radiantistiche "che non lascia interpretazione alcuna. Chiudo con un ringraziamento, sia perché hai affrontato un argomento "scottante" che molti per varie ragioni cercano di evitare, sia per l'ultima riga dell'articolo, riferendoti a gruppi di veri sperimentatori , beh con una punta di orgoglio credo che nessuno possa confutare che il CISAR ne faccia veramente parte, anzi che sia in questo momento proprio il punto di riferimento di chi voglia veramente e disinteressatamente fare il radioamatore sperimentatore senza altri fini.

 

Colgo l'occasione per porgere a te ed a tutti i lettori del Radiogiornale i migliori auguri di buon anno.

 

73

Giuseppe Misuri IW5CGM

Presidente Nazionale CISAR

 

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4.

Preso il “Vikingo” delle Marche

 

Desidero segnalare alla comunità radioamatoriale che legge il RADIOGIORNALE un fatto, che seppure non straordinario, purtuttavia dimostra che, quando le Istituzioni funzionano a dovere, i risultati sono senz'altro di notevole interesse ed in special modo,quando sono in difesa dei diritti del cittadino.

Da un certo tempo nella zona centrale delle Marche, un sedicente "Vikingo", imperversava sulle frequenze radiomatoriali ed in particolare sui 2 metri.

Le sue intrusioni gionaliere erano principalmente  dirette ad offendere l'onorabilità di alcuni radioamatori con  frasi che nemmeno nella più diffamata bettola si ascoltano; ciò non bastando, aggiungeva minacce di violenza alle dette persone. In sua assenza, il detto Vikingo, traslava le emissioni della nota stazione radiofonica Radio Maria

Con vera soddisfazione mi piace riferire che il pronto intervento dell' Ufficio Vigilanza e controllo del Ministero delle Telecomunicazioni di Ancona, sotto la direzione del' Ing. Alberto Busca e per l'encomiabile perizia del P.I.Maurizio Bianchetti

e dei suoi collaboratori, l'intrusione e' stata eliminata.

 

I radioamatori marchigiani plaudono e ringraziano.

 

I6TJD Francesco Ginobili

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5.

Dal Segretario Sez. ARI TRAPANI

Mario Giurlanda - IT9JZK

 

1° Diploma Processione dei Misteri di Trapani

 

 

La sezione ARI di Trapani, in occasione della “Processione dei Misteri” che si svolge a Trapani il Venerdì Santo da quasi 500 anni, istituisce il 1° Diploma “La Processione dei Misteri di Trapani”.

I diplomi, ricchi di didascalie e foto, hanno lo scopo di far conoscere al mondo radioamatoriale la secolare e suggestiva tradizione dei Misteri.

La processione, che discende dalle antiche Casazas di origine spagnola, ha inizio alle ore 14 del venerdì Santo per concludersi dopo 24 ore. Essa viene considerata la più lunga manifestazione religiosa italiana e soprattutto una delle più antiche. La processione percorre le principali vie cittadine, dove si alternano emozioni di suoni, folclore e tradizione.

I Misteri, divisi in venti gruppi sacri ognuno appartenente ad un diverso ceto, sono la rappresentazione artistica degli artigiani trapanesi della Morte e Passione di Cristo, contornati da stupende raffigurazioni di putti, vedute di Trapani e perfino di personaggi dell’epoca. I simulacri sono stati concessi in affidamento nel XIV secolo alle maestranze locali tramite atti notarili dalla Confraternita di San Michele Arcangelo, che istituì il rito, con l’impegno di curarne l’uscita in processione.

 

REGOLAMENTO

 

Partecipazione:

è aperto a tutti gli OM ed SWL italiani e stranieri;

 

Periodo:

dalle ore 00.00 UTC del sabato antecedente alla settimana santa alle ore 23.59 del sabato della settimana santa, per l’anno 2008 il periodo và dal giorno 15 al giorno 22 marzo;

 

Bande:

HF tutte, sempre nel rispetto delle bande assegnate con esclusione bande WARC e traslatori;

 

Modi:

SSB, CW, RTTY, PSK31;

 

Chiamata:

SSB: CQ Misteri di Trapani; - CW, RTTY e PSK31: CQ Misteri TP.

Modalità:

la stessa stazione potrà essere collegata più volte nello stesso giorno, purché in modo e bande diverse.

 

Rapporti:

le stazioni appartenenti alla sezione ARI di Trapani, compresa la stazione Jolly, passeranno: RST e numero progressivo, la stazione IQ9TP passerà solo il rapporto RST;

 

Punteggio:

1 punto con OM della sezione ARI di Trapani, 3 punti con la stazione Jolly, 10 punti con la stazione IQ9TP nelle giornate della Processione dei Misteri (venerdì e sabato santo) e 5 punti nelle altre giornate.

 

Log:

i log, regolarmente compilati, verranno accettati sia in forma elettronica inviandoli via E-mail all’Award Manager, che in forma cartacea via poste unitamente ad una QSL, e dovranno riportare la data, la banda, il modo di emissione, il numero progressivo nonché il rapporto dato. I log dovranno pervenire entro il 30 aprile 2008, farà fede il timbro postale per il cartaceo e la data di ricezione per l’E-mail. Lo stesso vale per le stazioni SWL. Nel nostro sito www.aritp.it si potrà scaricare l’apposito software realizzato per il diploma in questione.

 

Richiesta diploma:

Per richiedere il diploma, è necessario accumulare 30 punti per gli OM italiani, 20 punti per gli OM europei e 15 punti per gli OM extraeuropei. Il diploma ha un costo di € 10,00 titolo di rimborso spese, con pagamento effettuato unicamente a mezzo carta POSTEPAY n° 4023 6004 0655 0535 intestata a Todaro Salvatore.

Le richieste potranno essere inviate via e-mail, all’indirizzo di posta elettronica: it9yem@aritp.it (sarà opportuno indicare nell’oggetto”Misteri Trapani”), mentre per chi volesse inviare il log cartaceo l’indirizzo è: Award Manager IT9YEM Barbara Mario – Via Bruno Salvatore 68 - 91016 Casa Santa Erice (TP). Nella richiesta via e-mail indicare Ufficio Postale ed ora del versamento, nella la richiesta via posta allegare copia della ricevuta di versamento.

Per eventuali altre informazioni visitare il sito www.aritp.it o inviare mail a: aritrapani@aritp.it .

 

Saranno premiati:

primo, secondo e terzo OM classificato; prima YL classificata; primo classificato categoria SWL. I premi non sono cumulabili.

Sarà premiato con targa il primo classificato, fra i soci della sezione di Trapani, che avrà effettuato maggior numero di collegamenti.

Il risultato della manifestazione sarà pubblicato sul sito della sezione: www.aritp.it , su Radio Rivista e sul sito: www.ari.it .

 

www.ari.it.

 

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6.

Da Francesco Capolillo ik8vkw

 

A.R.I.

ASSOCIAZIONE RADIOAMATORI ITALIANI

SEZIONE "PIERO D'AURIA"

Casella postale 11

87027 - PAOLA (CS)

http://www.aripaola.da.ru

http://blog.libero.it/aripaola/

webmaster: ik8vkw@yahoo.it

 

 

 

CONTEST “V° CENTENARIO DALLA MORTE DI SAN FRANCESCO DI PAOLA”

(PAOLA, 27 MARZO 1416 – TOURS, 02 APRILE 1507)

PATRONO DELLA CALABRIA E DELLA GENTE DI MARE D’ITALIA.

 

La sezione A.R.I di PAOLA (CS) e la sezione A.R.I. di CETRARO (CS) al termite del contest , per la ricorrenza del V° CENTENARIO DALLA MORTE DI SAN FRANCESCO DI PAOLA, con il patrocinio dei comuni di PAOLA e CETRARO, svoltosi dal 29 Aprile 2007 al 06 Maggio 2007, ricevuti numerosi log e richieste per il diploma in pergamena, si è proceduto al controllo dei vari log, risultando solo tre vincitori ; IK8NKT per la categoria OM-SSB, IZ8EQF per la categoria OM-MISTO e SWL I8-2306/RC per la categoria SWL-SSB. I vincitori hanno ricevuto oltre al diploma in pergamena, un massiccio medaglione a doppia faccia raffigurante l’immagine del Santo. I nostri complimenti vanno, non solo hai vincitori, ma anche a tutti i colleghi Om ed SWL che hanno partecipato a questa bella manifestazione. Ringraziamo anche le amministrazioni comunali di PAOLA (CS) e CETRARO (CS) per il loro patrocinio, e l’ufficio Ente Poste di PAOLA (CS) per gli annulli postali di San Francesco di PAOLA. Permettetemi un mio personale ringraziamento a tutti i colleghi OM che hanno operato come attivatori, per il loro impegno profuso in questa attività di sezione. Riportiamo di seguito l’elenco dei partecipanti con alcuni commenti.

 

CLASSIFICA OM SSB

 

NR.

NOMINATIVO

PUNTI

1

IK8NKT

594

2

IZ8LMA

435

3

IZ8HUW

424

4

IK6PTI

361

5

IW8RRF

341

6

IZ8GUQ

322

7

IK7XTG

261

8

IW8PPZ

257

9

IV3IXN

255

10

IZ8JPV

244

11

I8IEM

236

12

IW8RMN

200

13

IT9ESV

198

14

IZ8BIE

190

15

IW8RQQ

188

16

IW5DLY

186

17

IT9SER

171

18

IT9FCC

161

19

IW9FSG

149

20

IZ2JSQ

146

21

IZ7LGT

142

22

IW1RIU

133

23

IT9ELT

132

24

IW8RPS

131

25

IK8TPD

131

26

IZ7DOK

130

27

IZ8BRK

127

28

IK8YJS

116

29

IZ5IMA

114

30

IT9SKH

113

31

IZ8EBQ

112

32

IT9DTU

112

33

IK8OXQ

110

34

IW2NOH

103

35

IW9HMQ

100

36

IW1BNN/8

93

37

IZ8GUU

92

38

IZ3JJD

87

39

IZ1HVD

87

40

IZ3JYY

83

41

IK0FMB

80

42

IV3XPP

79

43

IT9JQY

78

44

IV3BLS

78

45

IZ8GUA

75

46

IZ8FCR

73

47

IQ8CS

72

48

I8QHE

67

49

IZ0KNA

59

50

IZ8IQG

55

51

IZ6FHZ

53

52

IZ0FUW

50

53

IZ8CCX

49

54

HB9TZF

48

55

IZ8EBI

42

56

IK2GFK

41

57

IZ8IQO

38

58

IW8RHB

37

59

IZ0FVF

35

60

IV3YXW

35

61

IK8PUE

30

62

IK1WEG

30

63

IK8TPB

30

 

CLASSIFICA OM MISTO

NR.

NOMINATIVO

PUNTI

1

IZ8EQF

406

 

CLASSIFICA SWL SSB

NR.

NOMINATIVO

PUNTI

1

SWL I8-2306

237

2

SWL I8-3589

81

3

SWL I 554 RC

58

 

 

 

COMMENTI DEI PARTECIPANTI:

 

IW8RRF = Colgo l'occasione per esprimere i piu' sentiti ringraziamenti per l'iniziaiva da voi intrapresa con il " contest San  Francesco di Paola", che oltre a perseguire degli scopi "istituzionali" promuovendo la conoscenza fra radioamatori, ha ottenuto anche l'ulteriore, e non certo minore, risultato di promuovere nel mondo il nostro santo ed la nostra regione. Anche io, nel poco tempo disponibile, ho comunque voluto dare un segno di partecipazione ad tale ben organizzata iniziativa. un particolare plauso a tutti gli appartenenti alla sezione Ari di Paola che hanno dato dimostrazione di "credere" in quanto da voi proposto, testimoniandolo con la loro presenza ininterrotta in radio.

 

IW8RPS = 73 A tutti gli OM e SWL della sezione di Paola. Complimenti e grazie.

 

IW9FSG = Nell'esprimere vivo compiacimento per la sicura riuscita dell'attività ti formulo i più cordiali 73 che vorrai estendere a tutti i soci.

 

IW5DLY = Complimenti per la tenacia dimostrata.

 

IZ8CCX = Complimenti a voi tutti per la riuscita del diploma 5° CENT. S.F.SCO DI PAOLA.

 

IZ8LMA = Un caloroso saluto a voi tutti

 

IZ3JJD = Vi porgo calorosi saluti e mi congratulo con Voi tutti per lo svolgimento del contest.

 

IT9ESV = Grazie di questi giorni che ci siamo fatti un po' di compagnia naturalmente via radio. 73 a tutti gli amici dell'Ari di PAOLA.

 

IV3BLS = Voglio esternare il mio compiacimento a tutte le stazioni che hanno lavorato (in aria) con serietà radioantistica, dando soddisfazione di partecipare a tutte le stazioni aderenti.

 

IZ2JSQ = Vi comunico che ho ricevuto regolarmente il Diploma del V° Centenario di  San Francesco da Paola da voi inviato.  Colgo l'occasione per ringraziare voi tutti  per la vostra iniziativa sperando che ci si possa sentire in aria magari prima del prossimo diploma.

 

                                                              PRESIDENTE SEZIONE ARI DI PAOLA

                                                             IK8VKW - CUPOLILLO Fiorino Francesco

 

 

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7.

QSL & QSL

 

             

        Il parco antenne che tutti, penso, vorremmo      La QSL di IT9CCB Adriano Cutrufo di Siracusa

  avere. I3mkh, Sezione ARI Chioggia-Sottomarina.

 

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8.

Da Bruno Ceccarelli I0YCB

I0FCG  e  I0YCB

Un incontro fra Radioamatori

Nell’esprimere delle emozioni è facile dirlo, non lo è altrettanto scriverlo.

Ho avuto l’onore di essere ricevuto dall’illustre collega Radioamatore I0FCG Francesco Cossiga, al quale ho donato un tasto telegrafico d’epoca a manipolazione orizzontale.

Il dialogo si è svolto con  estrema cordialità, ma con altrettanta competenza su argomenti d’OM..

L’illustre  Presidente  era, infatti, a  conoscenza   del  fatto che con  apposito  decreto legislativo si elimina  l’obbligatorietà della capacità  in  ricetrasmissione del  codice Morse per gli aspiranti radioamatori.

Convenimmo che il CW non morirà perché è una forma bella, pratica, efficace per curare i nostri rapporti interpersonali.

 

Con i migliori saluti 

Bruno Ceccarelli  I0YCB

 

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9.

In un libro l'indagine su 224 lavoratori del settore tecnologico

L'80% passa fino a dodici ore al giorno davanti al computer

I DANNI CAUSATI DAL COMPUTER

"Rabbia, ansia e deficit di attenzione

Quanti italiani malati di tecnostress"

 

Se al lavoro perdete facilmente la concentrazione, se l'ansia è sempre dietro l'angolo, se vi sentite affaticati mentalmente, siete vittime di attacchi di panico, depressione, incubi, improvvisi guizzi di rabbia, se almeno una volta al mese prendete un giorno di ferie adducendo motivazioni improbabili, beh, allora ci sono molte probabilità che siate tecnostressati. Sono questi infatti i principali sintomi di un male, "importato" dagli Stati Uniti, al centro del libro-inchiesta del giornalista Enzo Di Frenna " Tecnostress in azienda: Mobil Work Life Management e rischio d'impresa".

 

Di Frenna ha condotto un'inchiesta - la prima in Italia - su un campione di 224 operatori ICT (Information and Communications Technology). A tutti, in occasione del maxi convegno "Roma Caput Media" dello scorso settembre, sono stati distribuiti dei questionari. Si trattava in media di lavoratori abituati a trascorrere dalle otto alle dodici ore al giorno davanti al computer. E gli esiti sono stati tutt'altro che confortanti. "Circa l'ottanta per cento degli intervistati - spiega Di Frenna - è risultato tecnostressato, travolto dall'overdose di tecnologia. Si tratta di persone che usano internet, pc o video oltre ogni normale livello di sopportazione. E questa è una situazione che preoccupa molto anche le aziende". Di Frenna ha inoltre rilevato che circa l'80 per cento degli intervistati considera la situazione destinata a peggiorare: "I lavoratori hanno paura di non farcela ad uscire da questo tunnel. Per questo è necessario dargli una mano".

 

Con questo libro il giornalista - che è anche il presidente di Netdipendenza Onlus - oltre a fotografare una situazione "drammatica" suggerisce anche ipotesi di cura, ovvero alcune soluzioni "terapeutiche" mutuate dalla sua passione per il mondo delle discipline olistiche. Il centro delle sue iniziative è il sito netdipendenza.it. E' tra le pagine di questo giornale virtuale che si sviluppa l'impegno a favore della prevenzione di videodipendenze e sindromi correlate.

 

Il libro-inchiesta è stato presentato nella sede dell'Unione del commercio della Provincia di Milano, in occasione del MobilWorkLife Forum 2007, appuntamento promosso da Asseprim - Associazione Servizi Professionali per le Imprese - e Wireless Italia, ente che organizza meeting imprenditoriali. Proprio l'ad della Wireless, Gianluigi Ferri, assicura che sono le stesse imprese le prime a preoccuparsi del fenomeno. "Troppo stress riduce la produttività delle aziende - spiega - e gli imprenditori questo lo sanno".

 

Cos'è il tecnostress. Il termine inglese "Technostress" è stato coniato dallo psicologo americano Craig Broad, autore del libro "Technostress: the uman cost of computer revolution" (letteralmente: "Il costo umano della rivoluzione dei computer", edito nel 1984 da Addison Wesley). Broad è stato il primo ad affrontare il tema dell'impatto psicologico dei nuovi strumenti tecnologici. Secondo lo studioso americano, ansia e stress sul lavoro sono provocati "dall'incapacità di gestire le moderne tecnologie informatiche". Un tema ripreso, undici anni dopo, dallo scrittore canadese Douglas Coupland, che nel libro Microservi descrive la frustrante vita quotidiana di un gruppo di programmatori di una grande azienda.

 

Di Frenna è quindi partito dallo studio dello psicologo Board e ne ha applicato principi e metodologia di ricerca al panorama lavorativo italiano. L'Italia, che alla totale informatizzazione è arrivata qualche anno più tardi rispetto all'America, nel 1984 ancora non conosceva i fenomeni di cui scriveva lo studioso americano. Ma in ventitrè anni le cose sono cambiate.

 

E così oggi anche in Italia si parla senza mezzi termini di tecnostress in termini di patologia. I sintomi sono chiari: ansia, affaticamento mentale, attacchi di panico, depressione, incubi, improvvisi guizzi di rabbia. Reazioni dovute in particolare alle difficoltà di utilizzo dei computer e dei software, da quella "incapacità gestionale" di cui oltre vent'anni prima aveva scritto lo stesso Board. "Internet - continua Di Frenna - è diventato lo strumento di informazione più potente e diffuso del mondo. E oltre alla rete oggi abbiamo il videotelefono-computer, la tv digitale e centinaia di altri oggetti ipertecnologici entrati a far parte della nostra vita quotidiana". Dal navigatore satellitare all'iPod, dagli strumenti musicali elettronici all'interattività dei giochi virtuali.

 

La terapia di prevenzione. Dal libro di Di Frenna arriva anche una possibile cura. "Occorre - precisa - una formazione mirata e innovativa. E, soprattutto, bisogna comprendere meglio i meccanismi di funzionamento della mente umana e l'impatto che il sovraccarico informativo può avere sulla salute". Spiega l'autore: "Sul mio blog - www.enzodifrennablog.it - segnalo altri tipi di soluzioni già praticate, soprattutto all'estero. Importante è ad esempio la meditazione, molto usata nei corsi di stress management in America, senza dimenticare l'attività sportiva, l'abitudine a pause rigeneranti e le discipline olistiche".

 

Per settembre 2008 è stata fissata persino una maratona di sensibilizzazione. La gara podistica, che simboleggia l'importanza dello sport nella vita di tutti per combattere il tecnostress, si svolgerà lungo il lago di Bracciano. "E non è esclusa l'organizzazione di qualche gita in montagna", aggiunge Di Frenna. Il prossimo passo, spiega Di Frenna, potrebbe essere quello di ripetere la stessa indagine tra i lavoratori degli enti pubblici. Chissà che non si scopra che loro, da sempre accusati di lavorare di meno e peggio di chi lavora nel settore privato, non siano in realtà i più tecnostressati.

 

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10.

STORICA DECISIONE DEL GOVERNO FRANCESE

Sei un pirata? E allora niente Internet

Un organismo di controllo creato da Sarkozy toglierà la connessione agli «impenitenti» del download illegale

 

PARIGI – Sei un pirata e ti tolgono la connessione. Stamattina, fornitori d’accesso a Internet e rappresentanti di case discografiche e cinematografiche francesi hanno firmato un accordo per rendere la vita infernale ai pirati della rete.

 

ELISEO Il nuovo dispositivo, fortemente voluto dal Presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy, prevede la creazione di un organismo di controllo che potrà negare l’accesso al Web a chi scarica illegalmente film e musica protetti da copyright.

 

PROTEZIONE Una sanzione estrema ma non immediata. La procedura prevede dapprima l’invio di email dissuasive. Se ignorate, si passa alle maniere forti. In cambio, le case discografiche si impegnano a far saltare i lucchetti che limitano l’utilizzo personale dei brani scaricati a pagamento. I film on demand, su Internet, invece usciranno in contemporanea ai dvd, ovvero sei mesi dopo la distribuzione in sala.

 

MEDIOEVO Per Sarkozy “la pirateria è un comportamento medievale” mentre l’accordo di oggi “segna un momento decisivo per arrivare a una Internet civilizzata”. Un accordo frutto del lavoro di Denis Olivennes, presidente della Fnac, a cui era stato affidato il compito di trovare un compromesso che il capo dell’Eliseo ha definito “equilibrato e solido”. Tra sei mesi, il primo bilancio.

 

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11.

L'associazione chiede una norma nella finanziaria per costringere

le emittenti a trasmettere con il segnale adatto alle nuove tv

Adiconsum: presto TV formato 16:9

"Col 4:3 a rischio le tv widescreen"

 

I NORMALI programmi Tv rischiano di danneggiare i nuovi, costosi televisori "widescreen", che ormai sono lo standard: a lanciare l'allarme agli utenti è Adiconsum, associazione di difesa dei consumatore, che adesso chiede al parlamento di aggiungere un emendamento alla finanziaria per risolvere il problema.

Il problema di fondo è un paradosso: in questi anni la tecnologia dei televisori ha fatto grandi passi avanti, gli schermi sono diventati piatti, ad alta definizione e "widescreen", ma le emittenti italiane hanno continuato imperterrite a trasmettere nel vecchio modo. I programmi Tv su tutte le reti analogiche e in quasi tutti i canali di Sky sono infatti in un formato che è adatto alle vecchie Tv a scatola, a 4:3, dove lo schermo è un rettangolo quasi quadrato. Il widescreen invece è in formato 16:9, un rettangolo allungato ai lati. È una miglioria perché il widescreen meglio dei 4:3 riesce ad abbracciare l'arco visivo dell'utente, da sinistra a destra. Tutte le nuove Tv, infatti, sono così. I film in Dvd sono, ugualmente, in widescreen.

Che succede, invece, quando su una Tv widescreen si vedono programmi trasmessi in 4:3? Ci sono tre alternative, offerte dai menu della Tv: deformare l'immagine per adattarla ai 16:9, fare zoom, o trasmetterla così com'è al centro dello schermo. Tutte e tre le possibilità hanno inconvenienti. La prima rende le figure e le persone appiattite e un po' tozze. La seconda fa perdere alcune porzioni di immagini ai bordi. La terza conserva la fedeltà dell'immagine: la Tv utilizza l'artificio di creare ai bordi dello schermo due fasce nere, per tagliarlo e trasmettere nel mezzo il programma 4:3.

Peccato che così si rischia di danneggiare la Tv, come denuncia Adiconsum, che ha trovato questa avvertenza in un manuale di una Tv Samsung: "Su un Tv Lcd, l'uso del formato 4:3 per un periodo prolungato può lasciare traccia dei bordi sulla parte sinistra, destra e centrale del video a causa delle differenti emissioni luminose dello schermo". Per di più, "Questo tipo di danni non è coperto da garanzia".

Le fasce nere, insomma, tendono a restare impresse sui pixel. La cosa grave- riflette Adiconsum- è che l'utente ha speso molti soldi per dotarsi di una nuova Tv e poi, se non vuole rischiare di danneggiarla, si ritrova a vedere i programmi Tv in modo peggiore che sui vecchi televisori.

Da qui la proposta di Adiconsum, che approfitta dell'attenzione che questa Finanziaria sta dedicando al digitale terrestre. Da una parte Adiconsum applaude al fatto che i nuovi emendamenti approvati "determinano con chiarezza la destinazione dei nuovi fondi, per consentire, così come richiesto dall'associazione, l'acquisto agevolato di decoder digitali terrestri, satellitari o via cavo alle fasce deboli della popolazione e l'avvio di efficaci campagne informative", si legge in una nota.

Dall'altra, chiede al parlamento di fare un passo in più e aggiungere un emendamento che obblighi dal primo gennaio 2009 le emittenti a trasmettere in 16:9. Data propizia, perché da allora cesserà la vendita di Tv dotate di sintonizzatori analogici. Si noti che i programmi in 16:9 si vedranno comunque bene sulle vecchie Tv 4:3; solo, saranno create due bande, in alto e in basso sullo schermo (avviene lo stesso ora con i Dvd). Nel resto d'Europa, il fenomeno del widescreen ha già toccato il cuore delle emittenti: per esempio, la Rtl tedesca ha appena annunciato che dal 2008 passerà ai 16:9.

Insomma, senza dubbio il futuro prossimo è per il widescreen; adesso resta da vedere quando le emittenti italiane vi si adegueranno e se sarà necessaria una legge per metterle sulla via del nuovo.

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12.

Da IK8JZK Ruggero  Billeri Napoli. 

 

Stirling Engine

 

Robert Stirling nel 1816 era uno scozzese che fra le altre cose era stato anche Ministro brevettò il motore ad aria calda e che da lui prende il nome, questo per prevenire esplosioni nella sperimentazione di caldaie a vapore.

Nella famiglia dei motori a caldo, lo Stirling Engine si definisce a "ciclo chiuso" e motore ad aria calda.

Questo termine a volte usato impropiamente, rimanda ad una più vasta gamma di motori a caldo.

Il fluido che consente il suo funzionamento e cioè l'aria è presente in permanenza all'interno del motore stesso. Il motore ad aria calda fa uso di uno "scambiatore di calore" denominato "rigeneratore" ed è costituito da un secondo pistone alloggiato in un secondo cilindro con funzione di compressore , azionato in modo alternativo dall'albero a manovella in sincronismo con il primo pistone sempre azionato dallo stesso albero a manovella. Questo meccanismo rigenerativo, serve a rifornire di aria fresca ad una pressione di circa 10 BAR il cilindro dove per mezzo del calore esterno al motore avviene l'espansione dell'aria riscaldata al suo interno. Questa espansione dell'aria all'interno del primo cilindro agisce sulla testa del primo pistone spingendolo in basso azionando per mezzo di una biella l'albero a manovella. Il rifornimento di aria fresca del primo cilindro fa ripetere il ciclo di rotazione del motore ad aria calda. Il motore ad aria calda fa uso di una fonte di calore esterna al motore. La differenza di temperatura fra l'aria fresca che entra nel primo cilindro e l'aria che deve essere riscaldata deve essere pressurizzata, e deve avere una temperatura sufficientemente elevata. Il riscaldamento dell'aria all'interno del primo cilindro avviene indirizzando il calore sulla testa del primo cilindro.

Come fonti di calore esterne possono essere usate tutte le fonti di calore a partire da: quella solare, quella nucleare, e la geotermica, inoltre vanno bene tutte le altre forme con cui si può generare calore cioè combustibili vari. Nelle immagini in jpg si vede un generatore di corrente elettrica da 55 KW azionato da motore ad aria calda, aria riscaldata per mezzo di energia solare con l'ausilio di specchi ustori parabolici. In un'altra immagine si vede il funzionamento rigenerativo del motore ad aria calda. In fine si vede un disegno schematico delle parti meccaniche dello Stirling Engine.

 

TEORIA DI FUNZIONAMENTO DEL MOTORE AD ARIA CALDA.

 

In sostanza il motore ad aria calda si compone di due cilindri con un pistone per ogni cilindro, i pistoni sono azionati entrambi da un comune albero motore. Supponiamo che il pistone "a" sia alloggiato nel cilindro "a" con funzione di compressore (denominato anche scambiatore di calore e rigeneratore) questo pistone rispetto a quello "b" allocato nel cilindro "b" e dove avviene per l'effetto del calore l'espansione dell'aria riscaldata da fonte di calore esterna al motore, il pistone "a" dovrà trovarsi in anticipo di 45 gradi prima che il pistone "b" si trovi al punto morto superiore, questo per poter comprimere l'aria nel cilindro "b" e dopodichè il calore esterno al motore farà sì che l'aria all'interno del cilindro "b" si espanda imprimendo il movimento all'albero motore mediante  la pressione esercitata sulla testa del pistone "b"

Nota importante se non vi è compressione di aria nel cilindro "b" il motore ad aria calda non funziona in quanto per potersi espandere, l'aria nel cilindro "b" deve essere in pressione e non a pressione atmosferica.

 

Cordiali saluti ai lettori del Radiogiornale. Da ik8jzk Ruggero Billeri Napoli.

 

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13.

 Da: Ruggero BILLERI

Coscienza

 

PSICOLOGIA Nelle scienze cognitive contemporanee la coscienza ha ritrovato un posto centrale, dopo essere stata se non eclissata, quanto meno marginalizzata dall'influenza del behaviorismo. Quest'ultimo aveva respinto la coscienza come strumento metodologico-poichè il metodo introspettivo aveva rivelato i propri limiti (>Introspezione)-e insieme come oggettii prioritari della psicologia, a causa della difficoltà di accedervi col sussidio delle tecniche allora disponibili. Il <<ritorno della coscienza>>, tuttavia, consiste meno nella riabilitazione di un tema proibito dall'ideologia sottesa a un paradigma dominante, che una risultante di linee d'evoluzione convergenti nelle discipline che partecipano alle ricerche nel campo delle scienze cognitive. Sul piano empirico, le ricerche della psicologia cognitiva e della neurobiologia adducono alcuni elementi di risposta alle questioni dell'emergenza e delle funzioni della coscienza (>Emergenza, Funzione), della sua unità, del suo intervento, in senso occasionale o necessario, nei diversi processi psicologici. Sul piano teorico l'intelligenza artificiale solleva il problema, inquietante della possibilità di costruire una macchina dotata di una forma di coscienza non più limitata soltanto al calcolare, al discorrere e al ragionare. Infine, non sorprende più che il rinnovamento delle problematiche abbia suscitato una rinascita d'interesse filosofico e conduca alla riformulazione degli interrogativi classici, in merito alla possibilità di dar conto della soggettività e ai rapporti tra la mente (anima/coscienza) e il corpo (cervello) (>Dualismo/monismo, Mente). Il tema della coscienza si trova al centro della filosofia della mente e della <<neurofilosofia>> (vedi filosofia, infra). Fra i molteplici apporti della psicologia cognitiva, si ricorderà da un lato, in particolare il contesto delle ricerche sulla memoria (>Memoria), gli atti di decisione ecc., la dimostrazione del fatto che la coscienza non è in alcun modo indispensabile all'elaborazione d'informazione a un livello alto di complessità (>Informazione), ad esempio coinvolgendo operazioni di categorizzazione semantica (>Categorizzazione, Semantica) o valutazione di rischi ; d'altro lato, un affinamento della distinzione tra attività che si svolgono senza o con l'intervento della coscienza, come la distinzione tra memoria implicita o esplicita, processi automatici e controllati (>Attenzione, Automatismo, Controllo). Particolarmente illuminante, in questa seconda categoria, è lo studio dei processi detti <<metacognitivi>> - con i quali il soggetto apprende, descrive, interpreta le proprie attività cognitive (mnesiche, linguistiche, di ragionamento, di attribuzione ecc.) (>Metacognizione, Teoria della mente)- che propone un'inedita via d'approccio alla costruzione della soggettività e alle funzioni della presa di coscienza, che vanno dalla regolazione e il controllo del soggetto delle proprie attività, all'elaborazione di una rappresentazione coerente (>Rappresentazione) o alla giustificazione di questa, con la quale ci si riavvicina alle nozioni proposte, tempo fa, dalla psicanalisi. Le neuroscienze, dopo aver fatto chiarezza sui livelli di veglia, hanno fornito dati, spesso curiosi in merito ai processi cerebrali che intervengono nella presa di coscienza o nelle attività coscienti (vedi Neuroscienza, infra): evocazioni di ricordi precisi, per stimolazione di certe zone corticali; cervello diviso in due, che solleva il problema dell'unità della coscienza e della specializzazione, a questo riguardo, degli emisferi cerebrali; visione residuale ed eminegligenza, che attesta delle dissociazioni tra funzionamento senso-motorio obiettivato e coscienza (>Spazio, Percezione); paradossale discrepanza tra iniziazione dell'atto volontario e coscienza dell'intenzione di agire (la prima che segue la seconda) (>Azione, Volontà). Nell'entusiasmo generato dagli spettacolari progressi tanto delle neuroscienze quanto dell'intelligenza artificiale, sono state sviluppate alcune teorie della coscienza che ne fanno una proprietà emergente della materia cerebrale o della macchina pensante, trascurando il ruolo che va attribuito, nella sua apparizione, alle interazioni del soggetto con il suo ambiente (>Individualismo, Interazione), in modo particolare con la sua cerchia linguistica (>Linguaggio. Elaborazione del -). I lavori delle scienze cognitive che hanno rinnovato il problema della coscienza richiedono un confronto e una sintesi con gli apporti precedenti delle concezioni interazioniste che subordinano la coscienza al linguaggio e ne fanno così una produzione psico-sociale (>Cognizione sociale) che si costruisce attraverso l'ontogenesi. Pur alimentandosi dei dati scientifici ricordati sopra, la filosofia della mente non s'è veramente liberata delle diverse opzioni che continuano ad offrirsi alla riflessione filosofica. Vi ritroviamo sotto forme e con sfumature diverse, il ventaglio delle posizioni classiche, dal dualismo spiritualista più spinto al monismo materialista più riduzionista (>Riduzionismo). Il problema della coscienza resta inevitabilmente legato anche a quello dell'intenzionalità (>Intenzionalità), della soggetività e della liberta.

                                             Marc Richelle

 

NEUROSCIENZA La coscienza è uno degli ambiti di studio più complessi della neuroscienza cognitiva e le difficoltà iniziano al livello stesso della sua definizione. Dunque non ci azzarderemo qui a proporre una definizione precisa della coscienza che potrebbe risultare solo troppo riduttiva. Si può dire semplicemente che la coscienza, contrariamente ad altre attività mentali non sembra poter essere descritta come un'architettura funzionale composta da sottosistemi di elaborazione dell'informazione (>Analisi computazionale, Funzione, Informazione). La coscienza sarebbe piuttosto un'<<emanazione>> di un funzionamento coordinato di numerosi sottosistemi specializzati. Innanzitutto, bisogna notare che soltanto certe attività mentali sono accompagnate da una esperienza cosciente (>Mente, Esperienza, Metacognizione). In effetti, se ci è possibile <<essere coscienti>>, per  semplice introspezione, dell'esecuzione di una rotazione degli oggetti rappresentanti nell'attività di immaginazione mentale visiva, noi non siamo coscienti della costruzione passo per passo di tale immagini (>Immaginazione mentale, Introspezione). Per altro verso, nell'ambito della memoria, appare chiaro che gli apprendimenti detti <<espliciti>> si compiono sotto un controllo cosciente, mentre quelli detti <<impliciti>> sfuggono a tale controllo (>Apprendimento, Controllo, Memoria). In neuropsicologia, la coscienza ha potuto essere affrontata da almeno tre angolature (>Neuropsicologia). Nell'ambito della percezione visiva (>Percezione) è stata dimostrata l'esistenza di capacità percettive residuali in assenza di corteccia visiva primaria; questa osservazione, descritta con il nome di <<visione cieca>> (o blindsight) si può evidenziare solo obbligando un paziente- considerato <<cieco>>- a localizzare la posizione di uno stimolo che non ha coscienza di percepire. Per altro verso, il gran numero di lavori compiuti su pazienti commisurotomizzati (i cui emisferi destro e sinistro sono stati disconnessi per via chirurgica, principalmente in seguito a un'epilessia acuta, hanno rivelato che ciascun emisfero può funzionare in maniera relativamente autonoma e possiede, in qualche modo, il proprio sistema di coscienza. Infine, certe turbe neuropsicologiche come l'eminegligenza (difficoltà di elaborare le informazioni situate nella metà dello spazio controlaterale rispetto all'emisfero leso) o l'anosognosia (incapacità del paziente di riconoscere un deficit neurologico), rivelano il fatto che certe lesioni cerebrali possono interessare la presa di coscienza di una parte dello spazio (>Attenzione, Spazio) o una turba comportamentale evidente per la cerchia parentale del paziente. Appare dunque chiaro che la coscienza è legata a un'attività cerebrale. E' d'altronde possibile registrare un'attività elettrica cerebrale, specifica, che compare giusto prima della presa di coscienza. E' stato anche osservato che compaiono delle scariche neuronali sincrone nelle diverse aree del cervello che elaborano uno stesso stimolo in un dato momento. I neuroni di queste diverse regioni, all'apparenza, oscillano in fase a una frequenza di 40 Hz. Alcuni autori da ciò sono giunti alla conclusione che l'emergenza della coscienza (>Emergenza) si produrrebbe a partire dall'interazione di questi ritmi elettromagnetici.

 

                                             Oliver Koenig

 

FILOSOFIA Il termine <<coscienza>> comprende diversi fenomeni della nostra vita mentale la cui natura, relazioni e per certuni la stessa esistenza restano un fatto controverso. Nel senso più corrente, una persona, un animale sono detti <<coscienti>> se si trovano in stato di veglia e sono mentalmente ricettivi nei riguardi dei segnali che provengono dal loro ambiente. Con <<coscienza fenomenica>> si designano gli aspetti qualitativi della nostra vita mentale, la maniera in cui le cose ci appaiono soggettivamente <<l'effetto che fa>> (Thomas Nagel) il sentire un dolore o provare una senzazione di rosso. Con <<coscienza introspettiva>> o << riflessiva>> (>Introspezione) si designa la capacità che abbiamo di ispezionare deliberatamente il corso dei nostri pensieri e, in particolare, di avere dei pensieri di secondo ordine che si basano sul fatto che ci troviamo in un certo stato mentale (>Metacognizione). La coscienza di sè consiste nel possesso da parte del soggetto di un concetto di sè e nella capacità di utilizzare tale concetto per conferire unità alla propria vita mentale (>Identità).

Infine, Ned Blok ha proposto di recente la nozione di coscienza d'accesso;in tal senso, uno strato è cosciente se, in virtù del fatto che ci si trova in tale stato, si ha immediatamente una rappresentazione del suo contenuto che, in quanto premessa per il ragionamento, può svolgere un ruolo nel controllo razionale dell'azione e della parola (>Azione, Controllo Orale, Ragionamento e razionalità, Rappresentazione). Renè Descartes e Jhon Locke hanno sostenuto che tutto il nostro funzionamento mentale è cosciente; è un fatto oggi, da molti contestato. Per misurare l'esatta portata di queste affermazioni bisogna distinguere tra due categorie di stati mentali: gli stati intenzionali, come le credenze e i desideri (>Credenza, Desiderio, Intenzionalità) che hanno un contenuto, e gli stati sensoriali o qualia come i dolori o la senzazione di rosso (>Qualia). Dire che uno stato mentale è cosciente può rinviare a.cose diverse, a seconda che tale stato dipenda da l'una o l'altra di tali categorie. Un gran numero di filosofi è concorde nel pensare che tutti gli stati sensoriali sono coscienti in senso fonomenico, giudicando incoerente l'idea di una sensazione incosciente nella misura in cui il fatto di avere una certa qualità soggettiva sembra essere costitutivo di quella che è una sensazione. Per converso, molti oggi pensano che gli stati intenzionali non sono sempre coscienti. Tuttavia, la nozione di coscienza che allora entra in gioco non è quella di coscienza fenomenica ma piuttosto la coscienza di accesso. Il fatto di formulare un pensiero, ad esempio <<3 è la radice quadrata di 9>>, non sembra essere legato a un'esperienza soggettiva di una particolare qualità (Esperienza). Questo pensiero sarà piuttosto detto <<cosciente>> o <<incosciente>> a seconda che il suo contenuto sarà o meno accessibile, in un dato momento, ai sistemi di ragionamento e di linguaggio. La nozione più problematica di coscienza, per le scienze cognitive, è quella di coscienza fenomenica. Sembra che ci troviamo di fronte a un baratro esplicativo: non disponiamo di teorie della nostra natura fisica o funzionale che spieghino la nostra esperienza soggettiva. Per l'essenziale, si disegnano tre tipi di atteggiamento di fronte al carattere misterioso dell'esperienza soggettiva. A un estremo, troviamo gli eliminativisti come Daniel Dennett che negano la coerenza della concezione tradizionale della coscienza fenomenica e negano che le nostre esperienze possiedano le proprietà speciali che vengono loro tradizionalmente attribuite, conferendovi il mistero- cioè il fatto di essere ineffabili, intrinseche, private ovvero immediatamente accessibili alla coscienza. All'altro estremo, gli incondizionati della coscienza fenomenica sostengono il suo carattere irriducibile e ritengono che questa irriducibilità manifesta la fondamentale incompletezza delle concezioni fisicaliste o funzionaliste della mente (>Mente, Funzionalismo, Fisicalismo). Gli argomenti detti <<dei qualia assenti>> e <<dei qualia invertiti>> intendono mostrare che l'identità funzionale non garantisce l'identità delle esperienze qualitative e, in tal modo, che il funzionalismo è incapace di dar conto della coscienza fenomenica (>Identità). Gli argomenti di Nagel e di Franck Jackson attaccano più nello specifico la possibilità di dare una spiegazione fisicalista della coscienza fenomenica e avanzano il fatto che la coscienza fa intervenire una prospettiva soggettiva di cui nessuna spiegazione fisicalista, in terza persona, è in grado di dar conto. Fra questi due estremi, si trova una via intermedia che ammette l'esistenza della coscienza fenomenica ma cerca di mostrare, rifiutando di attribuirle un carattere irriducibile, che se ne può dar conto in termini funzionali, fisiologici o rappresentazionali. Una possibile strategia consiste nel sostenere che la coscienza fenomenica non costituisce una categoria sui generis ma può essere ricondotta ad altre nozioni di coscienza. David  Rosenthal, ad esempio, ritiene che uno stato mentale di cui siamo coscienti; in altre parole si tratta di uno stato accompagnato dal pensiero che siamo in tale stato. In questa prospettiva, la nozione di coscienza fenomenica si lascia ricostruire in termini di coscienza riflessiva o di secondo ordine.

                                        Elisabeth Pacherie

 

(Ediz. Puf)

 Presse Universitaires de France

Traduzione dal francese a cura di ik8jzk Ruggero Billeri Napoli

 

Cordiali saluti ai lettori del Radiogiornale. Da ik8jzk Ruggero Billeri Napoli.

 

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14.

Da: iw8qie

 

Forum Radioamatoriale

http://ik8rjs.forumattivo.com/index.htm

 

...vorrei portare a conoscenza di tutti quelli che seguono Radioagiornale della nascita del forum creato da Ik8rjs.......grazie

 

Iw8qie

 

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15.

Da: ik0zcw Alberto

 

Nuovo Hamradio Cluster

 

 

Il server telnet risponde a  clx.noantri.org  (porta 23) ed ha svariati circuiti aperti, primari e di back-up, con altri nodi appartenenti alle reti AR-CLUSTER

Per chi vuole avere, con Internet Explorer o Mozilla Firefox, gli ultimi spot sotto il naso con una miridiade di filitri a contorno, allora  http://webclx.noantri.org

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16.

Da: Frank i8qhe [i8qhe@libero.it]

 

Un ringraziamento agli uomini di buona volontà

 

Un Ringraziamento dagli iscritti tutti del gruppo ARLCJ http://it.groups.yahoo.com/group/ARLCJ/

  

A IW8RNH Lucio e IZ7FUH Antonio che da soli hanno saputo attivare l'ECHOLINK  nella provincia di Cosenza e Lecce impegnandosi per tutti.

A IZ7DTFAngelo che da Locorotondo (BA) gentisce in modo esemplare un ripetitore 145.712.5 r4a installato in Calabria monte Botte Donato provincia di Cosenza permettendo di fare qso dalla penisola salentina con la Calabria/Basilicata e a IZ7DOS Lino che tra la Puglia e la Calabria  ha creato una rete interegionale di ripetitori in VHFed ECHOLINK a proprio spese.

A voi un grazie per il vostro impegno e la possibilità che ci date per i qso mattinieri tra il sud ed il nord della calabria con gli amici della zona sette

un cordiale saluto de i8qhe-iz8bie-iz8fcr

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 17.

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