Radiogiornale Agosto
2001
Periodico indipendente
Viene inviato gratuitamente
tramite E-Mail a tutti i radioamatori che operano su
Internet dato che in Packet, a causa di alcuni inqualificabili individui,
ormai non
vi é più la libertà di comunicare ed esprimersi liberamente e la rete é
diventata
completamente inaffidabile.
Coloro che desiderassero collaborare a questa iniziativa, tramite Internet,
inviando
messaggi, a tutti i radioamatori dotati di indirizzo E-Mail, possono usufruire
del mio
Data Base, inviandomi il testo da spedire che provvederò gratuitamente a
ritrasmettere
a tutti, a nome dell'interessato. Ovviamente sta al senso di responsabilità di
ciascuno inviare testi, o messaggi, (non troppo lunghi) che non rispecchino le
brutture che si vedono spesso girare nella rete Packet. A causa di possibili,
anche
se non volute, veicolazioni di virus, si raccomanda di inviare i testi NON
COME
ALLEGATI, ma come messaggio normale da NON DOVER APRIRE.
SI DICONO UOMINI MA SONO PEGGIO DELLE BESTIE!
Questo
contributo é a sostegno della campagna contro l'abbandono dei cani, nella
speranza che
quelli che compiono certi misfatti contro i nostri amici pelosi, soprattutto
prima di andare in
vacanza, si vergognino e che magari quelli che hanno in mente di compiere
un'azione così
malvagia ci ripensino, sapendo il male che fanno.
Quella mattina si svegliò prestissimo, in casa ancora dormivano, per tutta la
notte aveva
avuto un sonno agitato, pensò che ciò fosse dovuto dall'ansia dell'attesa,
perché quella mattina,
come tutti i giorni festivi, nei quali il suo amico uomo non andava al lavoro,
sarebbero andati
insieme in quel bel prato dove lui avrebbe potuto correre, giocare, riportare
la palla e ritrovare tanti
amici, ma per non disturbare si acciambellò di nuovo e se ne stette buono,
buono in attesa che gli
altri della casa si svegliassero.
Più tardi notò che nessuno si curava di lui quella mattina, lo ignoravano, lo
evitavano come
se non esistesse, tentò più volte di trovare lo sguardo dell'uomo, ma questi
girava sempre gli occhi
da un'altra parte, capì che quel giorno qualcosa non andava come al solito ed
ebbe paura.
Poi finalmente l'uomo prese la macchina e lo fece salire, ma non andò come
sempre verso il
grande prato dove avrebbe trovato i suoi amici, ma prese una grande strada che
non aveva mai visto
prima, dove tante macchine sfrecciavano veloci, tentò ancora di guardare il
suo amico negli occhi
per capire, ma questi evitava lo sguardo, provò a dargli dei bacetti, a dargli
qualche colpetto col
naso, ma tutto quello che ottenne fu un ordine secco di stare buono, cominciò
a preoccuparsi,
ancora di più, stretto da brutti presentimenti emise qualche guaito.
A un tratto l'uomo fermò la macchina e lo portò a piedi in un brullo terreno
vicino,
intimandogli di stare fermo e aspettare, che dopo lo avrebbe fatto giocare.
L'amico però si mise a
camminare verso la macchina senza girarsi e allora il cane lo seguì. Per due,
o tre volte lo riportò
indietro e infine gli comandò, questa volta gridando e minacciando, di stare
fermo.
Il cane allora, ubbidiente com'era, non tentò più di seguirlo, comprese e
cercò ancora una
volta quegli occhi amici senza più trovarli e rassegnato rimase a terra,
guardando l'amico risalire
furtivamente in macchina e scappare velocemente. Capì che era tutto finito, il
mondo intero gli
cadde addosso in un attimo, mentre la macchina diventava sempre più piccola,
ripercorse nella sua
memoria tutti quei giorni felici, le carezze, anche i rimproveri giusti, i
giochi all'aria aperta, quelli
in casa quando lui si metteva a pancia all'aria, l'abbaiare di gioia, l'attesa
dell'uomo che tornava la
sera e che lui sentiva arrivare da lontano e le feste che gli faceva quando
apriva la porta. Si ricordò
anche di quella volta che rischiò la propria vita per salvare l'uomo che amava
piùdi se stesso Si
rese conto che era tutto finito, finito per sempre, ma nonostante l'abbandono,
il tradimento, sentiva
dentro di se che lui continuava ad amare ancora il suo amico uomo di cui si
era sempre fidato, che
per lui era una specie di divinitàda adorare comunque e sempre, anche in quel
momento!
Rimase a terra impietrito dal dolore, le zampe sugli occhi per non guardare
ancora l'amico
che fuggiva, poi si alzòcome in trance e senza poter vedere per gli occhi
gonfi dal dolore, cominciò
lentamente ad attraversare quella grande strada che sapeva essere piena di
pericoli, consapevole
forse a cosa andava incontro. Non arrivòmai dall'altra parte! Si ritrovòin un
grande prato di luce,
con tanti amici pelosi come lui che non vedeva da molto tempo, da quando lui,
ancora cucciolo
giocava con loro, che erano giàgrandi e ancora pieno di una immensa tristezza,
con tanta nostalgia
nel cuore che gli scoppiava dal dolore per il suo mondo perduto per sempre, si
accucciòe si mise a
guardare i loro giochi spensierati, senza piùdivertirsi come un tempo.
Paolo Mattioli I0PMW
'73 cordiali e buone vacanze