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Numero
216 -
Anno VIII – 25 maggio 2009
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Sommario:
=================================================================================
1.
Da:
Sergio Giuffrida IZ3CNM
Considerazioni
sul tema:
in
calo i rinnovi tessere, assegnazione ponti D-Star, 5X1000 e in barba allo Statuto la
Conferenza organizzativa in sostituzione della Assemblea Generale …e altro
ancora
Carissimo
Paolo,
per quanto di
tuo interesse e per eventuali spunti che vorrai trarre, ti invio copia della
presente email nella quale, su richiesta di IZ3CLG Gianluca, ho espresso alcune
considerazioni sull’ultimo verbale CDN ARI.
Saluti
IZ3CNM
Sergio
Carissimo
Gianluca,
ti ringrazio
per la cortesia del Verbale.
Continuo
a non capire come mai i verbali arrivano via posta ai CC.RR. (con evidenti rischi di perdita strada facendo…) quando
abbiamo un sito nazionale che, seppur provvisorio, potrebbe facilmente, anche su un’area ad
accesso riservato, renderli disponibili immediatamente per i
soci.
A margine
volevo farti notare che mi hai costretto a leggere ben 18 pagine di
verbale!
Questo ti
costerà non meno di 100 caffè o, in alternativa, una cena a base di pesce! HI HI HI HI HI
Parlando
seriamente ci sono alcune cose che mi lasciano
perplesso.
Già il
primo argomento suscita grande ilarità quando si dice:
E’ parere generalizzato che, così facendo, si possano assicurare le massime
garanzie e la massima trasparenza, nonché il dovuto rispetto proprio nei
confronti di coloro che hanno contribuito a raggiungere la cospicua somma
erogata al nostro Sodalizio.
Mi pare
di ricordare che il merito di aver attivato la procedura del 5x1000 dovrebbe
essere di Belvederi…
Al
secondo punto si legge: Inoltre, nella sola ultima settimana, ovvero dall’ultima
riunione di C.D.N. ad oggi, sono stati inseriti a terminale ben 1.065 rinnovi,
passando da 7.846 (vedi verbale RadioRivista 05/09) a
8.911.
Se la
riunione a cui si riferisce il verbale è del 27 marzo
come è possibile conoscere in anticipo i verbali pubblicati su RR del mese di
maggio????
E
ancora…8.911 rinnovi al 27 marzo??? E gli altri 4000 e
passa soci che hanno ricevuto RR di Aprile??? (basta leggere la
tiratura…)
Sempre al
secondo punto leggo: Al momento la ditta Marcucci ha già messo a disposizione
della nostra Associazione 4 ponti D-Star, che al momento risultano assegnati in
uso ad alcune Sezioni, seppur senza alcun provvedimento deliberativo del
C.D.N., ovvero del precedente C.D.N. che avrebbe dovuto
perfezionare le assegnazioni nei modi di rito.
Questa
affermazione è incredibile! Sorvolo
sul fatto che il progetto DSTAR, mi pare di ricordare, sia stato regolarmente
approvato con delibera e pubblicazione su RR (ma credo che tu potrai essere più
preciso) e delega di manageriato alla tua persona. Ma vogliamo forse dimenticare
il convegno DSTAR Italia ARI fatto a Montichiari e i cui atti sono perfettamente
fruibili dal nostro sito?
Ma il
punto che mi ha veramente sorpreso è il punto 5. Pregliasco, ricordando che nella
riunione precedente del 20 marzo (vedi verbale – delibera B-14-2009) l’intero C.D.N. stabilì di indire una Conferenza
Organizzativa in Varese, in sostituzione della tradizione Assemblea
Generale…ecc. ecc.
Come “in
sostituzione”??? Vorrei ricordare che l’art.19 dello
Statuto recita: “L’Assemblea Generale Ordinaria è convocata una volta all’anno
per una data che normalmente non sarà posteriore al 30
aprile.”
Possiamo
anche sorvolare sul fatto che non sarà possibile convocare l’assemblea entro il
30 aprile… ma addirittura SOSTITUIRLA!
Qui si
violano tutti i regolamenti, le norme, gli statuti e la logica del buon senso!
Eppoi si invoca (nello stesso verbale!) il diritto societario e il codice
civile??? Mah!
Sempre
al punto 5 (ma come si fà a scrivere un punto con
dentro tanti argomenti diversi?) leggo: Considerando la grave situazione Bilanci
ereditata dalla precedente gestione, così come sintetizzata nella relazione
presentata al C.D.N. il 7 febbraio u.s. da Ambrosi
…
Caro
Gianluca, questa storia è un vero tormentone….roba da Blog!
Tutti
sanno che la revisione del Bilancio 2006 e la relativa certificazione Consob è
stata fatta dallo studio Corrò di Dolo (VE) (basta
leggere RR!).
Ricordo
che dall’assemblea di Varese-Bologna del
Ora mi
domando come sia possibile che si continua a chiedere conto ad altri dei bilanci
2007-2008 quando gli stessi avrebbero dovuto essere
redatti. Appunto, a cura della segreteria che era gestita, in quel periodo da
persone che sono nell’attuale CDN…
E mi
domando, ancora, come si possa chiedere conto di contabilità che altro non può
trovarsi che in
segreteria!
Senza
mancare di rispetto al fior fiore di commercialisti presenti a Milano, se
proprio è un grosso problema redigere un bilancio e se non si trova il tempo, mi
rendo disponibile a redigerli personalmente e gratuitamente naturalmente a
condizione che mi si recapiti la prima nota degli anni 2007-2008 che dovrebbe
trovarsi in segreteria…
E
passiamo al punto 8. Si legge: Desenibus, quale
Coordinatore dell’intero Settore V/U/SHF, informa che è stato costituito il
gruppo A.R.I. D-Star WiFi Italia a cura di Mimmo Pitasi,
IW2DKS.
Riallacciandomi al punto 2 ancora non capisco. Ma se i progetti per la rete
DSTAR e WI-FI
esistono dal 2006 che significa questa proposta? Forse si vuole
sostuire le trutture esistenti o solo la tua
persona?
In questo
secondo caso vorrei solo richiamare la tua memoria alla delibera [D-17-2008
immediatamente esecutiva] del verbale riunione CDN del
24 ottobre 2008 che recita: Con
questa precisazione, il C.D.N. approva all’unanimità l’intero organigramma, così
come presentato (comprendente anche le cariche già assegnate), che viene
allegato al presente verbale come parte integrante e sostanziale (allegato 1).
E in
questo famoso allegato il manager citato sei tu…
In
conclusione, caro Gianluca, ci sarebbero numerosi altri punti “dolenti” da
approfondire in queste 18 pagine di verbale ma, avendo
tu contratto un debito molto gravoso (cena di pesce) non voglio infierire
oltre…HI HI HI
A
presto rileggerti.
IZ3CNM
Sergio
Dott.
Sergio Giuffrida
Formatore
I.C.T. & Office Automation
Ufficio:
Campo San Polo 2128/A
30124
VENEZIA
tel.
& fax 041/7712286
Cell.
328/0468150
N.D.R.
Il
Verbale non ne parla, ma circolano con insistenza voci di prossimi cambiamenti
nel CDN con dimissioni (si fa per dire, pilotate) e il “contentino” di
cooptazioni di antichi personaggi “trombati” (A VOLTE RITORNANO !), scavalcando
bellamente il primo dei non eletti, in barba ai metodi universalmente in uso in
tutte le istanze democratiche! Poiché il dimissionario sarebbe uno della Lista
Belvederi che ha perso le elezioni, il primo dei non eletti appartiene, guarda
caso, proporio alla lista Belvederi, ma invece, con l’arroganza del potere si
coopterebbe uno che, oltre a non essere in graduatoria
primo dei non eletti, appartiene anche alla lista che ha vinto le
elezioni. Insomma non basta avere
la maggioranza, ora si vuole andare oltre, forse per dare un “premio fedeltà” e
accontentare un amico, al quale non si può proprio dire di
no!
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2.
Finalmente!
STOP
pellicce di foca
l'Europa
dice basta alla strage
Il
parlamento di Strasburgo approva le norme che ora varranno in tutti i 27 Paesi
dell'Unione
A
larghissima maggioranza (550 voti favorevoli, 49 contrari e 41 astensioni), il
Parlamento europeo ha approvato oggi, a Strasburgo, un regolamento che vieta la
vendita nell’Ue di prodotti derivati dalle foche. Saranno ammesse eccezioni solo
per gli animali uccisi nel contesto della caccia tradizionale degli esquimesi
(inuit) o svolta ai fini della gestione sostenibile delle risorse marine, oppure
se i prodotti derivati costituiscono «souvenir» di viaggio.
UGUALE
PER TUTTI - Il nuovo regolamento, sul quale c’è già stato un compromesso con il
Consiglio Ue che garantisce ora la sua rapida adozione formale ed entrata in
vigore, mira a superare con una norma unica europea la frammentazione del
mercato causata dalle diverse leggi nazionali, rispondendo allo stesso tempo
alle preoccupazioni dei cittadini sul benessere delle foche. Da anni, le
immagini cruente delle battute di caccia sulla banchisa in cui i cuccioli di
foche vengono massacrati a bastonate, commuovono le
opinioni pubbliche e motivano le campagne delle associazioni animaliste e delle
ong ambientaliste.
LE NUOVE
REGOLE - Con le nuove norme verrà vietata su tutto il
mercato Ue la commercializzazione di prodotti ottenuti da animali che possono
aver provato «dolore, angoscia, paura e altre forme di sofferenza». Il
regolamento si applicherà nove mesi e venti giorni dopo la sua pubblicazione
sulla Gazzetta ufficiale. In base al testo di compromesso con il Consiglio Ue,
l’introduzione sul mercato comunitario di prodotti derivati dalle foche sarà
autorizzate solo quando «provengono dalla caccia
tradizionalmente praticata dagli Inuit e da altre comunità indigene e
contribuiscono alla loro sussistenza». Inoltre, l’importazione di prodotti
derivati dalle foche è autorizzata quando «è di natura
occasionale ed è costituita esclusivamente da merci destinate all’uso personale
dei viaggiatori o dei loro familiari». La vendita sul mercato Ue sarà anche
autorizzata «unicamente su basi non lucrative» per gli articoli provenienti da
sottoprodotti della caccia regolamentata dalla legislazione nazionale e
»praticata al solo scopo di garantire una gestione sostenibile delle risorse
marine». In entrambi i casi, il tipo e la quantità di questi prodotti non
dovranno essere tali da far ritenere che l’importazione e la vendita possa avere
finalità commerciali.
L'IMPORT
IN ITALIA - Le foche sono cacciate dentro e fuori l’Ue per ricavarne prodotti e
articoli, quali carne, olio, grasso, organi, pelli per
pellicceria e articoli derivati, inclusi i prodotti più vari come le capsule
Omega 3 o abiti che incorporano pelli e pellicce lavorate di foca. Nell’Ue le
foche sono uccise e scuoiate in Svezia, Finlandia e Regno Unito (Scozia) per
ricavarne prodotti o a fini di disinfestazione. Nei paesi terzi la caccia è
praticata soprattutto in Canada, Groenlandia, Namibia, Norvegia e Russia. La
Danimarca e l’Italia sono di gran lunga i due più grandi importatori di pelli da
pellicceria gregge di foca destinate alla trasformazione o vendita sul mercato
comunitario. La Danimarca le importa direttamente dal Canada e dalla
Groenlandia, mentre l’Italia da Russia, Finlandia e Scozia.
ATTUAZIONE E SANZIONI
- Entro nove mesi dall’ entrata in vigore del
regolamento, gli Stati membri dovranno stabilire le sanzioni da applicare in
caso di violazione delle sue disposizioni, e prendere tutti i provvedimenti
necessari per la loro applicazione. Le sanzioni dovranno essere «effettive,
proporzionate e dissuasive» e andranno notificate alla Commissione europea.
Inoltre, due anni dopo l’entrata in vigore, e successivamente ogni quattro anni,
gli Stati membri dovranno trasmettere alla Commissione una relazione in cui
illustrano le azioni intraprese per attuare il regolamento. La Commissione
presenterà un rapporto al Parlamento europeo e al Consiglio Ue sull’applicazione
del regolamento entro i dodici mesi che seguono la fine di ogni periodo.
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3.
Da
Luigi Ciccarelli IK8FMF
A.R.I.
Sezione
di Portici
3°
Diploma ARI
PROCIS
31
Maggio 2009
Il giorno
31 maggio p.v. , all’interno del cortile coperto della
Protezione Civile, presso casa comunale sita in via Campitelli n° 1 Portici, si
svolgerà la cerimonia di premiazione del “3° Diploma ARI PROCIS” promosso dalla
locale sezione dell’ARI “Associazione Radioamatori Italiani” in collaborazione
con l’Amministrazione Comunale e con la locale Protezione
Civile.
PROGRAMMA
Ore
9
inizio arrivo invitati
Ore
10
inizio cerimonia
Ore 10,10 Saluto ai
convenuti del Sindaco Dott. Vincenzo Cuomo
Ore 10,25 Intervento
del Dott. Bruno Provitera Assessore alla PC.
Ore 10,30 Intervento
del Dott Gennaro Sallusto Dirigente
Ore 10,35 Intervento
del Dott Emilio Cirillo Presidente C.R. ARI
Ore 10,40 Intervento
del Sig. Antonio Barbato Presidente Sezione ARI
Portici
ORE 10,50 INIZIO PREMIAZIONE
Ore 12
circa termine del simposio
Alla fine
dell’evento ci sarà un momento di raccoglimento in memoria dei morti del tragico
terremoto che ha colpito l’Abruzzo e in ricordo di tutti i volontari della
PROTEZIONE CIVILE caduti nell’adempimento del loro
dovere.
Segue
buffet.
Alle 13
circa fine dell’evento.
Siamo
certi che il comune sforzo, per il buon esito dell’iniziativa, ci vede concordi
che la stessa serve, anche a sottolineare e a rilanciare i nobili valori della
“PROTEZIONE CIVILE” e del volontariato in generale.
Frequenza
di appoggio 145.275 VHf.
Il
Presidente
Antonio
Barbato
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4.
Fotovoltaico
forte
incremento in Italia
In Italia
il mercato dell’energia dal sole cresce a ritmi da capogiro, in netta contro tendenza rispetto alla crisi. Gli acquirenti
ci sono. Le imprese italiane ci sono. Il governo manca. E’ la fotografia emersa
dalla tre giorni di Solarexpo che alla decima edizione
– con 64 mila visitatori, nove padiglioni rispetto ai sei dell’anno passato,
oltre mille espositori di cui il 35 per cento provenienti dall’estero – si è
confermata come la fiera leader a livello europeo.
Con 340
megawatt nel 2008 l’Italia si attesta al terzo posto nel mondo, dopo Germania e
Spagna, per quanto riguarda l’installazione di impianti fotovoltaici, superando
così Stati Uniti e Giappone. Ma il dato sorprendente riguarda
il biennio 2009-2010: sono previsti 1000 megawatt cumulativi entro la fine del
2009 e ben 2000 megawatt a fine 2010, cifre che consentiranno all’Italia di
mantenere un ruolo leader a livello mondiale: nel prossimo biennio, fa notare il
direttore del Kyoto club Gianni Silvestrini, ci sarà un vero e proprio boom per
il fotovoltaico, tanto che dal 2011 potremmo diventarne
esportatori.
Insomma
l’Italia ha dimostrato ancora una volta una formidabile capacità di ripresa.
Negli anni Ottanta il nostro paese occupava un’invidiabile posizione nel campo
delle rinnovabili: aveva un tessuto industriale maturo, ottime performance nel
fotovoltaico, una ricerca che, nonostante la drammatica carenza di risorse,
stava dando risultati concreti. Fu fatta la scelta di non sostenere il mercato
dando la prospettiva di una crescita agevolata dall’interesse pubblico. Venne innalzato un muro di difficoltà burocratiche per la
realizzazione degli impianti. Si lasciò il timone della corsa in mano ai più
lungimiranti tedeschi e poi ai danesi, agli spagnoli e a tutti gli altri
concorrenti che hanno potuto contare su un sistema
normativo più certo e affidabile.
Adesso
siamo partiti per la seconda volta. Per favore, niente
sgambetti.
E
l’atomo non scalda gli italiani
la
maggioranza resta contraria
Un
sondaggio Eurispes rivela che il 45,75% della popolazione non vuole il ritorno
del nucleare: “Pericoloso e non risolve”, favorevole solo il 38,7%, del quale il
18,2% vuole però che le centrali sorgano lontano da
casa sua!
La
campagna governativa per il ritorno al nucleare per il momento non ha fatto
breccia nel cuore degli italiani. Malgrado l’attivismo
del presidente del Consiglio e del ministro delle Attività produttive Claudio
Scajola nel sostenere la necessità di costruire il prima possibile nuove
centrali atomiche, una larga maggioranza di cittadini rimane comunque contraria.
A confermare l’ostilità che la rivolta del 2003 contro il sito di stoccaggio per
le vecchie scorie radioattive progettato a Scanzano Jonico aveva già indicato in maniera molto chiara, è ora un
sondaggio svolto dall’Eurispes nell’ambito del Rapporto Italia 2009.
Analizzando attraverso
un questionario scritto un campione di 1.118 persone rappresentative dell’intera
popolazione nazionale, l’istituto di ricerca ha rilevato una percentuale di
contrari al ritorno del nucleare pari al 45,75%. La quota di favorevoli si ferma
invece al 38,7%, ma in realtà andrebbe ulteriormente ridimensionata visto che
ben l’8,2% di questi “sì” è vincolato al fatto che le nuove centrali vengano edificate lontano dalla loro zona di residenza.
Scavando
tra le motivazioni del “no” all’atomo, l’Eurispes ha verificato che per il 27,3%
il rifiuto è dettato dai rischi che tale scelta
comporterebbe, mentre un 18,4% non ritiene l’atomo una soluzione rapida per
risolvere i problemi connessi all’energia. Tra i favorevoli, invece,
l’orientamento prevalente (30,1%) è quello di chi giudica il nucleare una buona
soluzione per porre rimedio alla crisi energetica.
L’installazione di
centrali nucleari sul territorio vede soprattutto contrari i residenti nell’area
del Nord-Ovest (49,5%), nel Meridione (47,9%), nelle regioni centrali (47,2%) e
nel Nord-Est (45,7%). In controtendenza invece le Isole, con una maggioranza di
favorevoli (50%).
Il
Rapporto Eurispes ha sondato poi anche la percezione degli italiani sulle
problematiche ambientali in generale. Stando alle risposte fornite dal campione
intervistato, l’emergenza numero 1 è quella dei rifiuti, con il 30,8% delle
segnalazioni. Le preoccupazioni immediatamente successive sono quelle legate al
riscaldamento globale (24,8%), l’inquinamento atmosferico (19,9%) e questione
energetica (16,4%).
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5.
2012,
allarme
Nasa
"Black
out sulla Terra"
Lo
scenario apocalittico dell'agenzia spaziale Usa: una tempesta solare spegnerà i
circuiti elettrici e bloccherà satelliti e telefonini
Milioni
di persone senza elettricità nel 2012, cibo e medicine che vanno a male nei
frigo spenti, telefoni e satelliti fuori uso. Uno scenario da "day after" che
potrebbe essere derubricato alla voce "catastrofismo", se non fosse che
l'allarme viene dalla Nasa e dalla National Academy of Sciences. E nella parte
del cattivo che mette a repentaglio la civiltà, una volta tanto, non ci sono le
attività umane, l'inquinamento o il riscaldamento globale. Il nemico a sorpresa
è il Sole, artefice della vita sulla Terra, che con un colpo di tosse potrebbe
mettere ko le infrastrutture sulle quali l'Occidente prospera.
Da
dicembre, l'attività del Sole sta lentamente aumentando. La nostra stella varia
il suo campo magnetico ogni 11 anni e a un certo punto si raggiunge un picco di
fenomeni (eruzioni solari e getti di massa coronale) dai quali si sprigionano
grandi quantità di energia e di radiazioni. Tali getti possono raggiungere la
Terra dando luogo a tempeste geomagnetiche. L'atmosfera ci protegge, gli effetti
diretti delle tempeste solari sulla salute sono trascurabili, ma il loro impatto
sulle strutture socio-economiche potrebbe essere disastroso.
Gli
astronomi osservano questi fenomeni dal 1859 quando una
tempesta geomagnetica di proporzioni straordinarie, oltre a rendere possibile
l'osservazione di aurore come quelle polari in Italia e a Cuba, fece incendiare
alcuni cavi del telegrafo in Europa e negli Stati Uniti. A maggio del 1921,
un'altra tempesta provocò una serie di cortocircuiti, mettendo fuori uso le linee elettriche e quelle telefoniche sulle due sponde
dell'Atlantico. Ma cosa accadrebbe se eventi del genere si verificassero oggi
che un'intera civiltà è stata fondata sull'elettricità e le telecomunicazioni?
La
risposta degli esperti è tutt'altro che confortante: "L'energia elettrica è la
chiave di volta tecnologica della società moderna, dalla quale dipendono tutte
le altre infrastrutture e gli altri servizi", si legge in un rapporto di 132
pagine commissionato dalla Nasa alla National Academy of Sciences. "Se la
tempesta del 1859 avvenisse oggi, assisteremmo a un'enorme devastazione sociale
ed economica". Nel 1989, sei milioni di persone in Quebec sono rimaste senza
energia per nove ore a causa di una tempesta geomagnetica
dieci volte meno potente di quella del 1921. Secondo John Kappenmann,
coautore del rapporto, se un evento come quello del '21 si ripetesse, le persone
senza elettricità sarebbero stavolta 130 milioni.
Una
riedizione della tempesta del 1859, che fu ancor più potente, farebbe danni per
duemila miliardi di dollari. Ciò che spaventa particolarmente nelle tempeste
geomagnetiche è la loro imprevedibilità. Si sa che questo ciclo solare
raggiungerà il prossimo picco tra il 2012 e il 2013, ma nella comunità
scientifica non c'è accordo su quanto sarà intensa l'attivita della nostra
stella in quel periodo. Spiega lo scienziato Doug Biesecker,
della Noaa: "Basta un solo evento per creare enormi problemi: la grande tempesta
del 1859 avvenne durante un ciclo particolarmente mite".
Proprio
come quello che sta per iniziare.
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6.
Fa
discutere proposta di legge Usa
per
spegnere il web e spiare chiunque
E’
stata presentata al Senato da un repubblicano e da un democratico. Fa parte del
Cyber security Act 2009, con cui si vuol prendere di petto il problema della
sicurezza informatica. Dando un potere immenso nelle mani del presidente
POTER
spegnere internet a comando e monitorare banche dati contenenti informazioni
personali degli utenti: è un potere mai visto, quello che una proposta di legge,
presentata il primo aprile al Senato americano, vorrebbe dare al Presidente
degli Stati Uniti. Fa parte del Cyber security Act 2009, con cui gli Usa
vogliono prendere di petto il problema della sicurezza informatica. Contiene
misure che stanno facendo discutere. Così inaudite che molti commentatori fino a
ieri pensavano a un pesce d’aprile, finché il testo della proposta non è finito
online. È tutto vero, quindi. E a placare le polemiche non basta che sia una
misura bipartisan, presentata da un democratico e un
repubblicano moderati, i senatori John (Jay) Rockfeller e Olympia Snowe,
quest’ultima nota anche per le battaglie a favore dei gay e delle minoranze in
genere.
Tra i
nuovi poteri previsti: il presidente avrebbe ampia e indiscussa facoltà di
dichiarare lo stato di emergenza nazionale e quindi rallentare il traffico
internet, fino a bloccarlo, in network internet considerati infrastrutturali,
d’importanza critica. La Casa Bianca potrebbe ordinare a network di aziende
private (tra cui banche, ospedali…) o governativi di disconnettersi da internet,
se reputati a rischio di attacchi informatici.
Altro
potere: il Dipartimento del Commercio Usa sarebbe in grado di monitorare i
network contenenti dati personali privati considerati parte delle infrastrutture
critiche per la sicurezza. E, ciliegina sulla torta, toccherebbe agli uffici
federali stabilire che cosa faccia parte delle “infrastrutture critiche”, quindi
potenzialmente la misura potrà essere applicata a qualsiasi rete. Gli attivisti
americani per i diritti civili hanno fatto scattare l’allarme: “la portata della proposta è contraria alla nostra
Costituzione”, notano quelli di Eff. Org (Electronics frontier foundation),
soprattutto “per quanto riguarda i diritti della privacy”.
Se il
Dipartimento del Commercio scoprirà prove di attività
illegali quando accede a network critici, potrebbe usare quell’informazione
contro gli utenti. Anche se l’intento originario era di difendere quel network
da attacchi cyber. Il risultato – avvisa Eff – è che i cittadini potranno finire
incriminati in qualsiasi momento per le informazioni presenti nelle banche dati,
senza più alcuna garanzia costituzionale. Le forze dell’ordine invece ora
possono accedere a database privati solo a fronte di
uno specifico mandato. Verrebbero meno quei diritti costituzionali che, in molti
Paesi democratici come gli Usa, impediscono indagini e rastrellamento di dati
personali senza provata e circostanziata ragione.
Fanno
coro gli attivisti del Center for Democracy and Technology, secondo cui la
proposta darebbe al governo “un controllo senza precedenti sui software del
computer e sui servizi internet, minacciando l’innovazione, libertà e la
privacy”. Critici anche alcuni commentatori, come Larry Seltzer, del giornale
specializzato eWeek: “l’intera faccenda mi suona male”,
scrive.
I
senatori difendono la proposta dicendo che è venuto il momento di difendere le
infrastrutture internet dagli attacchi, con la stessa gravità che già ora si usa
per le reti elettriche e gli acquedotti. E per questo motivo serve poter
ricorrere, se necessario, a misure straordinarie.
Lo
sceriffo digitale francese
E’
polemica dopo la riforma Sarkozy contro i download illegali. La sanzione è il
taglio della connessione. E la protesta corre su Internet: “Libertà a
rischio”
A PARIGI
hanno creato lo sceriffo digitale. Punirà chi scarica video, musica e giochi
illegalmente. Il tam tam giovanile dice: “Résistance”,
i socialisti vogliono portare la nuova legge all’esame di legittimità
costituzionale, 44 deputati di maggioranza non l’hanno votata. Intanto però la
legge che crea Hadopi, l’autorità di controllo e sanzione dei download selvaggi,
è passata. Anche se non subito, entrerà in vigore, con un procedimento in tre
passi: prima ammonizione del “reo” via email, poi una lettera raccomandata,
infine disconnessione dalla rete.
Protestano i ragazzi
che nei social network si scambiano istruzioni su modi, software e stratagemmi
per mettere nel sacco i controlli. Ma per tempo la legge era stata criticata
duramente da Jacques Attali che l’aveva definita: “inapplicabile e assurda (…) sono le aziende telefoniche, che
sulla rete guadagnano, a dover remunerare la formazione”.
Se la Francia ribolle di protesta, la sua decisione di creare lo
sceriffo “antipirati” è destinata a alimentare un conflitto fino nell’Unione.
Dove appena pochi giorni fa il “pacchetto telecom”, cinque grandi direttive in
discussione da mesi, è stato bloccato dall’approvazione dell’”emendamento
La
battaglia dei download divide come poche l’opinione
pubblica di ogni paese: da una parte autori, produttori, editori, grandi major.
L’argomento è elementare: se a milioni si mettono a rubare, mancano i mezzi per
produrre arte e intrattenimento. Dall’altra parte dello schieramento la diffusa
abitudine, anche tra famiglie e “tranquilli cittadini”, di appropriarsi di film, musica e videogiochi.
Chi
argomenta in difesa degli “scaricatori” teme l’oggettiva difficoltà di “beccare”
i responsabili senza violare pesantemente la privacy di tutti gli utenti
Internet. O perlomeno quella dei membri di una stessa famiglia o dei dipendenti
dell’azienda nella quale si venisse a trovare il “clandestino”. I software per
farlo (tra questo il famigerato Deep arate Inspection) esistono e non vanno per
il sottile, come sostiene nel suo blog la ricercatrice specializzata britannica
Monica Horten.
Non
mancano polemiche e paure in Italia. Dove il governo Berlusconi ha istituito il
“Comitato tecnico per la pirateria digitale e multimediale”, presieduto da Mauro
Masi, col compito di mettere a punto nuove misure di legge. Il comitato, che non
comprende rappresentanti dell’utenza, sta facendo una serie di audizioni con le
associazioni di industriali di settore ed ha aperto un forum (http://antipirateria. Governo. It/), senza “predeterminare” il
testo finale. Ma al suo interno le simpatie per la legge francese non sono certo
un mistero.
“Ma noi
in Italia abbiamo già la legge per il diritto d’autore”, dice Guido Scorza,
giurista e sua volta “militante” di diritti degli utenti digitali. Grazie a
quella legge sono a processo due giovani bergamaschi che avevano organizzato il sito italiano di arate Bay,
l’organizzazione svedese di recente condannata a Stoccolma. Scorza ha un’idea:
“Gli industriali non solo non pensano a un modello economico alternativo, ma
soprattutto si sono stancati dei processi giusti, lunghi… il
‘fascinò della legge francese è che dall’indagine si passa dritti alla
sanzione”. Un processo sommario.
Internet
ovunque e comunque
per
il 60 per cento degli italiani
Secondo
Audiweb sono oltre 28 milioni le persone che navigano da casa, ufficio, studio e
altri luoghi con qualsiasi device
Oltre la
metà degli italiani si connette ad internet da ogni luogo e con ogni mezzo. Lo
rivela l’ultima ricerca Audiweb, condotta con Doxa. Secondo il rapporto il 59,7%
della popolazione tra gli 11 e i 74 anni (pari a 28,524 milioni di persone)
dichiara di avere un accesso al web da casa, ufficio, studio, altri luoghi e
attraverso qualsiasi device, con un incremento del 2.1% (corrispondente a circa
590.000 individui) rispetto alla precedente edizione.
L’accesso
a internet è presente in poco meno di dieci milioni di case, più esattamente
9,653 milioni di famiglie, pari al 46,4% e, in generale, le famiglie con accesso
a internet sono anche piuttosto evolute nell’uso del web, al punto che circa i
due terzi scelgono un collegamento veloce con un abbonamento flat (per il 90%
delle famiglie con accesso via Adsl).
Dall’indagine emerge
inoltre una buona penetrazione di internet e una
equilibrata distribuzione tra i generi, le classi d’età e le aree
geografiche. L’accesso a internet risulta ben rappresentato sia tra gli uomini
(63,4%) che tra le donne (56,1%) e in tutto il territorio nazionale con una
percentuale più bassa nell’area sud e isole (50,6%).
I
navigatori più incalliti risultano essere gli studenti universitari (95,1%), i
laureati (92,6%), i diplomati (82,1%) e gli studenti di scuole medie e superiori
(81,8%). Seguono i teen-ager tra gli 11 e i 17 anni con un 78,9% e tra i 18 e i
34 anni (73,2), con una significativa percentuale anche nella fascia 35-54
(65,9%).
L’accesso
a internet da casa tramite computer risulta la modalità privilegiata nel 50,5%
dei casi (24,133 milioni), in particolare per gli studenti universitari (88,4%)
e nella fascia d’età 11/17anni (64%) e i 18-34 anni (61,3%), mentre hanno un
accesso ad internet dal lavoro (o dall’ufficio) il 19,3% degli intervistati.
Per
quanto riguarda l’accesso a internet in mobilità, il 6,2% delle persone dichiara
di accedere via cellulare, smartphone o computer palmari, ed emerge un profilo
piuttosto elevato degli utilizzatori (laureati, imprenditori e dirigenti),
affiancato dai ragazzi tra gli 11 e i 17 anni (8,6%) e gli studenti di scuole
medie e superiori (10,3%).
Per quel
che concerne invece le motivazioni di utilizzo, i navigatori italiani usano la
rete per trovare informazioni di qualsiasi tipo (46,1%), semplificare pratiche e
procedure usufruendo di servizi a distanza (26,8%) e in generale per rendere più
“divertente” lo studio e il lavoro (22,7%), essere aggiornati in tempo reale sui
fatti di cronaca (22,4%) o entrare in contatto con amici, conoscenti e persone
di tutto il mondo (18,5%).
Tra i
principali motivi di non utilizzo dell’online, infine, c’è sicuramente
l’opinione diffusa per cui occorra essere molto esperti
di computer e informatica per poter navigare. Il 58,9% si dichiara incapace di
utilizzare il computer e il 15,8% è convinto che occorrano conoscenze
informatiche particolari. Il 23,8% dichiara di non essere affatto interessato
all’online pur non avendo mai provato. I navigatori occasionali affermano che
navigherebbero con maggiore frequenza se internet costasse di meno (34,8%), se
costasse poco l’accesso anche da telefono cellulare (13,9%) e la connessione
fosse più veloce (13,3%) o ci fosse meno pubblicità (10,3%).
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7.
CLIMA
Onu:
"Due gradi e mezzo in più
e
si inverte ciclo degli alberi"
L'allarme
lanciato da un rapporto dell'International Union of Forest Research
Organizations (IUFRO) che verrà presentato in un
convegno
Se la
terra si riscalderà di 2,5 gradi tra alcune decine di anni le foreste
smetteranno di aiutare a ridurre le emissioni di CO2, e anzi diverranno loro
stesse fonte di emissioni, cominciando a rilasciare
l'anidride carbonica. E' l'allarme lanciato dall'International Union of Forest
Research Organizations (IUFRO) che ha stilato un rapporto, al quale hanno
partecipato 15 paesi, per stimare il rischio che corrono le foreste in diversi
scenari di cambiamenti climatici. Il tema sarà al centro del Forum on Forests
delle Nazioni Unite (UNFF), che si terrà dal 20 Aprile al 1 Maggio alla sede ONU
di New York.
Le
foreste assorbono più anidride carbonica di quanta ne
emettano, ma "da qui ad alcune decine di anni, a causa dei guasti causati dal
cambiamento climatico - scrive Risto Seppala, studioso dell'Istituto Finlandese
di ricerche sulle foreste, tra gli autori del rapporto - le foreste potranno
rilasciare grandi quantità di anidride carbonica, contribuendo ad accelerare il
fenomeno piuttosto che a frenarlo".
Nonostante la
deforestazione in atto in molti paesi sia responsabile del 20% delle emissioni
di gas serra, per ora le foreste sono ancora un pozzo che assorbe anidride più
di quanta ne emettano, ci salvano dall'inquinamento
catturando più di un quarto delle emissioni globali di CO2.
I
ricercatori hanno calcolato che il riscaldamento globale potrebbe far venir meno questo ruolo attivo delle foreste
che, anzi, a loro volta potrebbero iniziare a contribuire negativamente
sprigionando altra CO2. Secondo Seppala, l'aumento di temperatura di 2,5 gradi
sarebbe sufficiente a far venir meno anche sotto altri aspetti il ruolo positivo
delle foreste. Infatti queste risentirebbero di periodi
di siccità sempre più frequenti e diverrebbero più vulnerabili ai parassiti e
agli incendi.
Tutti
questi danni, di fatto, impedirebbero alle foreste di adempiere al loro ruolo di cattura-CO2. Il rischio di perdere
le foreste come pozzi di CO2, concludono gli esperti, è significativo anche se si considera lo scenario più
ottimistico, in cui si riesce a moderare le emissioni stabilizzando le
concentrazioni di gas serra attuali. E anche considerando gli effetti positivi
dell'aumento della temperatura, che favorirebbe la crescita delle foreste
boreali.
Se lo
scenario che prenderà piede è quello peggiore, non riuscire a moderare le
emissioni, allora la perdita delle foreste come catturatrici di CO2 è
assicurata.
"Se
non si agisce subito
tra
20 anni sarà catastrofe"
Sull'ultimo
numero della rivista "Nature" le ricerche di autorevoli istituti che danno base
scientifica alle affermazioni fatte qualche giorno fa a Roma dal principe Carlo
Il
principe Carlo lo aveva detto pochi giorni fa a Roma, in maniera un po'
esoterica: "Ci restano solo 99 mesi prima di raggiungere il punto di non
ritorno. Poi la storia ci giudicherà. E se non agiremo, i nostri nipoti non
potranno mai perdonarci". Qualcuno ha alzato il sopracciglio considerando questo
nuovo campanello d'allarme sul cambiamento climatico un vezzo reale. E invece la
base scientifica - pur con qualche approssimazione sulle date - c'è. Lo dimostra
l'ultimo numero della rivista Nature che in The Climate
Crunch mette assieme le ricerche di istituti molto autorevoli (dal Potsdam
Institute for Climate Impact Research all'università di Oxford). Conti alla
mano, risulta che se non si agisce immediatamente, nel giro di un paio di
decenni subiremo un danno di portata catastrofica. Le lancette del count down
vanno spostate: l'ora X non scatta più nel 2050 ma tra 20 anni.
E' un
risultato a cui si arriva seguendo due percorsi logici
diversi e convergenti. Partiamo dal primo: le emissioni di carbonio. Gli
scienziati hanno calcolato che, per contenere l'aumento di temperatura entro i 2
gradi (il livello oltre il quale il prezzo per l'umanità diventa altissimo),
bisogna stare ben al di sotto del tetto complessivo di
mille miliardi di tonnellate di carbonio. Dalla rivoluzione industriale in poi
abbiamo consumato quasi metà di questi mille miliardi. Al ritmo attuale di
aumento delle emissioni ci giocheremmo la dote restante in una ventina di anni.
Quest'ordine di
grandezza torna seguendo un altro ragionamento. Prendiamo la
concentrazione delle emissioni di anidride carbonica: in atmosfera c'erano circa
280 parti per milione di CO2 all'alba della rivoluzione industriale, oggi
abbiamo superato quota 385 e l'incremento è sempre più veloce: ormai ha superato
le due parti per milione l'anno e si avvia verso le 3 parti per anno. Con
un incremento di 3 parti per milione l'anno per arrivare a una concentrazione di
450 parti, che è il tetto da considerare invalicabile, ci vorrebbero per
l'appunto una ventina di anni.
Tutto ciò
ha dei risvolti pratici molto concreti perché l'analisi scientifica lascia
aperte due opzioni. O supponiamo che un virus sconosciuto si sia impossessato
dei migliori climatologi del mondo portandoli ad affermazioni prive di senso,
oppure li prendiamo sul serio e tagliamo subito le emissioni serra che sono
prodotte dal consumo di combustibili fossili e dalla deforestazione. La rivista Nature, poco incline a credere all'esistenza del
virus che colpisce gli scienziati, arriva a questa conclusione: "Solo un terzo
delle riserve economicamente sfruttabili di petrolio, gas e carbone può essere
consumato entro il 2100, se vogliamo evitare un aumento di temperatura di 2
gradi".
E non è
detto che anche la stima dei 20 anni non risulti troppo generosa. James Hansen,
che per anni ha guidato il Goddard Institute della Nasa, sostiene che il tetto
va abbassato e bisognerebbe restare molto al di sotto delle 450 parti per
milione. "Anch'io credo che bisognerebbe partire subito e mettere il mondo in
sicurezza nell'arco di un decennio perché le capacità di recupero degli
ecosistemi stanno arrivando al limite di rottura", precisa il climatologo
Vincenzo Ferrara. "Gli oceani e le foreste che finora hanno assorbito circa una
metà del carbonio emesso dalle attività umane sono sempre meno in grado di
continuare a svolgere questa funzione: se queste spugne di anidride carbonica
smetteranno di catturarla il cambiamento climatico subirà un'accelerazione
drammatica".
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8.
Da:
Francesco Errante
Caro
Paolo,
e’ con piacere che ti
invio il pezzo che segue che di sicuro troverai interessante ed utile a tutti
(specialmente vista la proliferazione dei cosiddetti accordatori da
palo)
salutini
e buon divertimento!
Francesco
Errante
Addio
al piano di terra!
Sistema
capacitivo
di
messa a terra per RF
Ovvero:
come polarizzare correttamente un sistema sbilanciato per segnali a
radio-frequenza rispetto alla terra fisica.
Questo
sistema dimostra che non è necessario alcun accoppiamento galvanico verso terra
per ottenere la corretta messa a terra per segnali elettrici a radio-frequenza.
Sistema
capacitivo di messa a terra per RF
by
Francesco Errante
Faccio
seguito a quanto da me rivelato e dimostrato in precedenza in materia di
riferimento di terra per i trasduttori radio-elettrici e
linee di trasmissione per
segnali radio-elettrici. In questa sede rivelo e dimostro che non è necessario
alcun accoppiamento galvanico verso terra per ottenere una corretta
polarizzazione di un sistema sbilanciato per RF rispetto alla terra fisica.
TUTTO
QUELLO CHE SERVE È UNA CAPACITÁ CONCENTRATA grande abbastanza da esibire una
bassissima reattanza capacitiva (<0.5% del valore d’impedenza del radiatore)
alla frequenza di lavoro piú bassa di un dato sistema RF sbilanciato.
La capacitá di messa a
terra è ottenuta accoppiando un punto di un circuito radio-elettrico che
necessita di trovarsi a 0 Volt rispetto a terra, direttamente alla terra fisica
per mezzo di un’armatura metallica (P) posta su di un piano parallelo ad una
superficie uniforme di terra ed isolata dalla stessa da uno strato di materiale
dielettrico di adeguate dimenzioni, come mostrato nelle immagini visibili nel
mio sito www.radiondistics.com (E
NON attraverso un condensatore di uguale valore!!!)
Nello
spettro delle onde medie, lunghe e lunghissime, allo scopo di aumentare la
capacitá di messa a terra, l’armatura puó essere tridimensionale nella forma di
un cubo o di un cilindro cavo interrato ma isolato dalla terra. Il volume da
esso occupato puó essere riempito con del calcestruzzo
ed usato come fondamenta per torri auto-radianti.
Con
evidente riduzione dei costi per la realizzazione delle antenne per trasmissioni
in VLF per radiodiffusione e militari.
NB. Il
sistema puó anche essere dotato di percorso galvanico di messa a terra, allo
scopo di proteggere gli impianti dai fulmini. Questo percorso puó essere
realizzato mediante un avvolgimento anti-induttivo (RF choke) connesso tra
l’armatura (P) ed un’apposita palina di terra.
L’arrangiamento a
semi-condensatore, proprio di questo sistema, mostrato negli schemi riportati su
www.Radiondistics.com, NON deve essere confuso per un “piano di terra”. Si
comprende facilmente, come per esempio, un’armatura metallica di un metro
quadrato circa possa difficilmente fungere da piano di terra in un sistema a 3.5
MHz, mentre risulta molto efficace se ad essere
impiegata è la sua reattanza capacitiva. Al contrario, i sistemi di piano di
terra a raggiera, ancora in uso, sono di fatto delle
rudimentali capacitá distribuite affette da enormi perdite.
Un’applicazione
pratica a dimostrazione di questo sistema è data dal SISTEMA MULTIBANDA HF di
Errante, con radiatori a 225 Ohm e
suo sistema di alimentazione RF sbilanciato, con messa a terra capacitiva.
Copyright
© 2009
Francesco
Errante www.Radiondistics.com
Si
autorizza la libera
diffusione
al
Francesco
Errante
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9.
Gli
appuntamenti dei Radioamatori
A
Torino nuova
tappa della fiera high tech - low cost
Expo
Elettronica 23 e 24 maggio 2009 Oval Lingotto - Torino
RADIOAMATORI
PATENTATI INGRESSO GRATUITO
Grande
Fiera di Amelia
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10.
Da
I3MKH Mirko Boscolo
Sezione
ARI di Chioggia Sottomarina
Le
conferme di i3mkh
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11.
Da:
ik0zcw Alberto
ID9N
Update
Il
ritorno da Vulcano:
le fotografie della spedizione ID9N sono online nella sezione
gallery del sito www.id9n.com
anche
il log online è stato caricato. (QSL Via
IZ0GKN)
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12.
COME
IN STAR TREK
Viaggiare
più veloci della luce
Due
fisici statunitensi stanno studiando la possibilità di superare realmente questo
limite
Un’immagine
da «Star Trek»
Avete mai pensato di
viaggiare a bordo dell’Enterprise alla velocità della luce? O addirittura di
superarla? Il vostro sogno potrebbe diventare realtà. Mentre cresce la febbre
per l’uscita al cinema dell’undicesimo film della saga di Star Trek, due
scienziati americani stanno studiando una nuova possibilità per raggiungere la
«propulsione a curvatura». E per il momento non avrebbero trovato alcun
impedimento che vada a scontrarsi con le leggi della fisica.
PROPULSIONE A
CURVATURA – Per chi non fosse un seguace della celebre
saga televisiva e cinematografica, la velocità di curvatura consente ai
terrestri protagonisti della storica serie tv degli anni Sessanta di creare le
premesse per il primo contatto con i vulcaniani, la specie del celeberrimo
Spock, già in possesso della tecnologia e che, per prassi, instaura rapporti
esclusivamente con civiltà che ne sono giunte a conoscenza. Un motore a
curvatura, in termini semplici, avrebbe un effetto simile a quello di un
elastico, contraendo lo spazio davanti alla navicella e dilatando quello
retrostante.
LO STUDIO
– Secondo quanto riportato dal sito statunitense Science Daily
, due fisici americani sarebbero al lavoro per realizzare questa spinta
fantascientifica nel mondo del reale. Gerald Cleaver e Richard Obousy, infatti,
sono convinti che manipolando una porzione di spazio attraverso un’ingente
concentrazione di energia si potrebbe arrivare alla creazione di una «bolla» in
grado di spingere l’astronave a una velocità ben superiore rispetto a quella
della luce. Un effetto del tutto simile a quello derivante dal cavalcare
un’onda. Presupposto necessario agli studi dei due scienziati è la M-theory , un recente sviluppo della Teoria delle stringhe che
aumenta le dimensioni dell’universo a undici. Sarebbe, infatti, proprio
attraverso l’intervento in questa undicesima dimensione che si creerebbe
l’energia necessaria a questa super propulsione, nello stesso modo in cui
potrebbe essersi espanso l’universo dopo il Big Bang.
FUTURO
LONTANO – La Teoria della relatività di Einstein non esclude la possibilità di
superare la velocità della luce, ma asserisce che per farlo sarebbe necessaria
una quantità di energia infinita. Quantità che invece Cleaver e Obousy hanno
ricalcolato e che risulterebbe pari “soltanto” all’intera massa di Giove. Il
viaggio interstellare alla ricerca di nuovi mondi e nuove civiltà potrebbe
diventare qualcosa di più di un semplice espediente cinematografico, anche se
probabilmente passerà molto tempo prima che si riesca a
creare la tecnologia in grado di sfruttare questo tipo di energia.
INTANTO
IN GRAN BRETAGNA
L’uomo
che vive nel «Voyager»
Un
fan della serie ha ricostruito il suo appartamento come l’astronave della serie
di «Star Trek»
Tony
Alleyne nella sua «casa-Voyager»
Dell’astronave
federale USS Voyager ha tutto o quasi: colori, ambienti, arredamento, piani
tecnici affissi ai muri, pannelli e assenza totale, ovviamente, di finestre.
Peccato che sia un semplice appartamento e, aperta la porta di casa, il
proprietario Tony Alleyne si trovi probabilmente davanti a un bel prato inglese
tra le tipiche cassette a schiera nel Leicesterhire, Gran Bretagna, dove vive
nel paese di Hinckley.
UN FAN
SPECIALE – Tony Alleyne è un fan di Star Trek davvero speciale: i giornali che
parlano di lui si chiedono fino a che punto possa arrivare la mania per la saga
di Capitan Kirk e compagni e lo giudicano uno dei fan più appassionati, perché
questo designer di interni inglese ha deciso di
trasformare la sua casa in una trasposizione reale della celebre astronave USS
Voyager, ovvero la nave stellare protagonista della quarta serie televisiva di
Star Trek. Le cose certo sono state più semplici per lui, che si è ritrovato
single dopo essersi separato dalla moglie, e che già per professione allestisce
scenografie di science-fiction.
LA CASA –
Ma il risultato è strabiliante: in questo appartamento di poco meno di
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13.
Da:
ik8ltb Francesco Cosenza
Alla
faccia delle chiacchiere
Contest
sezioni ARI 2008... questa è la risposta
Qui
parliamo di Radio, quella con la “R” maiuscola, quella che tutti noi sogniamo e
vorremmo che sia. Uno dei contest più belli ed amati del grande popolo degli Om
Italiani, è senz’altro il “Contest delle Sezioni”. Cosenza razie ai suoi
operatori IZ8EPX, IZ8CCW, IZ8BGY, I8IEM E IK8LTB (multi con IZ8IYL), ha
raggiunto quest’anno il primo posto in classifica con un punteggio totale di
3.225.853.
È un
risultato straordinario fortemente voluto dagli operatori che si sono cimentati
in una gara difficile e dagli esiti imprevisti. Il punteggio, lo ricordiamo,
scaturisce dalla somma dei migliori punteggi nelle varie categorie realizzate
dalle stazioni che partecipano e fanno capo ad una sezione ARI: in questo caso
Cosenza.
Ma eccovi
i punteggi attraverso i quali si è realizzato il primo posto in
classifica:
IZ8EPX:
(s. ssb) 1.754.144
IZ8CCW:
(s.o.p.) 1.002.762
IZ8BGY:
(CW) 60.532
I8IEM:
(rtty) 24.990
IK8LTB
(multi op.): 383.425
La
somma è 3.225.663
(Tremilioniduecentoventicinquemilaottocentocinquantatre).
È su Radio Rivista
È il
risultato di una scommessa che abbiamo giocato fino in fondo anche per
dimostrare che a Cosenza c’è chi la radio la vuole fare seriamente e c’è chi fa
delle chiacchiere il proprio stile di vita.
Questi
sono segni che restano indelebili nella storia. Sono presenze che dovrebbero
fare onore ad una sezione Ari altrimenti anonima e sgangherata.Abbiamo battuto
un record nazionale che durava da più di 10 anni.
Come soci
Ari auspichiamo che migliori risultati vengano anche in futuro perché è così che
si dimostra l’attaccamento, la passione, a volte esagerata, per un hobby come il
nostro. È un momento che ci fa quasi dimenticare le amarezze, lo sconforto per
taluni comportamenti anormali, dettati dall’astio, dal rancore che alcuni ci
hanno riservato.
Abbiamo
dimostrato con i fatti, ancora una volta, chi e cosa sappiamo fare. Non c’è
bisogno di altri commenti se non del più religioso silenzio di coloro che si
sono dichiarati nemici della nostra passione. Che questa lezione serva a coloro
che, ingiustificatamente, attraverso la menzogna e l’arroganza predicano su
tutti i forum per poter, forse, brillare di una luce che rimane
riflessa.
--
ik8ltb,
Francesco - Cosenza
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14.
Da
IK8JZK Ruggero Billeri Napoli
Sistema
D-star, questo sconosciuto
Il
sistema D star è l'ultimo ed innovativo sistema per comunicare via radio o in
Paket e si serve del sistema infrastrutturale di internet come altri sistemi di
comunicazione tipo Echolink. Il sistema unitamente alla scheda UT 123 (da
installare nell'apparato) permette anche di localizzare il corrispondente
mediante l'uso del ricevitore GPS montato all'interno dell'apparato stesso e
munito di antenna per il collegamento con il satellite. Il sistema D star la cui
trasmissione è ricezione è in digitale e non analogica prevede: che il
corrispondente che trasmette la sua portante a radiofrequenza unitamente a
questa sia trasmesso anche l'indicativo radioamatoriale di
colui che trasmette, cosa di grande utilità per sconfiggere la pirateria radio
in quanto gli operatori che operano su detto sistema prima di poter fare
traffico sul sistema D star devono essere abilitati dai responsabili del
sistema. I ponti ripetitori del sistema D star generalmente sono in banda UHF ma nulla vieta che possano essere in banda 1200 Mhz
oppure in VHF. La banda operatrice del sistema D star sul ricetrasmettitore va
configurata perchè il ricetrasmettitore possa funzionare sul sistema D star. La
configurazione non è difficile seguendo le istruzioni del manuale in italiano
come nel ICOM 2820. Per prima cosa la banda risevevata al D star con la funzione
MODE va impostata su DV per far apparire la funzione MODE premere FUNCTION (lato
destro guardando)
Un'altra
funzione importante è quella di inserire il proprio indicativo radioamatoriale
nel ricetrasmettitore usato (per esempio ICOM 2820) per fare ciò premere
FUNCTION attivare il menù andare su CALL SIG MEMORY quindi premre il MAIN lato
destro guardando far apparire MY CALL SIG MEMORY quindi ripremere il main per
entrare nella funzione editor usando le freccette per spostarsi di casella in
casella e utilizzando lettere e cifre comporre il proprio indicativo
radioamatoriale quindi ripremere il MAIN per uscire dalla funzione editor,
adesso bisogna inserire l'indicativo del ripetitore UHF o VHF che si vuole
utilizzare (esempio nella provincia di Napoli IR8AW) premere FUNCTION andare su
CALL SIG MEMORY ripremere il MAIN ed evidenziare RPT CALL SIG MEMORY prememere
nuovamente il MAIN per entrare nella funzione editor quindi con freccette
lettere e cifre comporre l'indicativo del ripetitore che si vuole utilizzare
aggiungendo la cifra 9 se trattasi di ripetitore in UHF Nota: in teoria variando
la composizione dell'indicativo è possibile agganciare tutti i ripetitori che
fanno parte del sistema D star sparsi in tutto il mondo questo sempre se si è
abilitati ad operare sul sistema. E' anche possibile chiamare uno specifico
corrispondente per far ciò premere FUNCTION >CALL SIG MEMORY> MAIN per
aprire e andare su YOUR CALL SIG MEMORY>MAIN per editare l'indicativo di
colui che si vuole chiamare ripremere il MAIN e il back per uscire dalla
funzione Queste operazioni sopra enunciate sono le operazioni basilari per poter
fare traffico sul sistema D star, altre funzioni sono possibili (esempio poter
far apparire sul display del corrispondente un breve messaggio e la funzione da
abilitare è DV MESSAGE TX), un'altra funzione interessante di cortesia verso il
corrispondente è quella di poter far sapere con un messaggio vocale che la
propria stazione D star è accesa ma siamo per il
momento impossibilitati a rispondere per questa funzione fare capo a DV SET MODE
e DV VOICE MEMO e REPLY VOICE
Nota: gli
apparati D star come i telefoni cellulari hanno l'identificativo ID e cioè i
dati identificativi dell'apparato vengono inviati in
rete al momento che viene premuto il PTT.
Cordiali
saluti ai lettori del Radiogiornale.
Da
ik8jzk Ruggero NA
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15.
Da:
Giacomo Bianchi iz3dba
Nuovo
sito “Radioamatori liberi”
Mi sono
permesso di pubblicare la bellissima vignetta di “MAMMAARI” sul sito di
Radioamatori Liberi ( www.iz3dba.com
).
E’ un
sito nuovo, poco frequentato perché poco conosciuto (e forse perché boicottato
dato che sono il webmaster e si sa che non c’è molta simpatia nei miei confronti
da parte di taluni manager ARI!) ma che, mi auguro, possa essere in breve tempo una voce alternativa al monopolio
in atto ormai da decenni.
All’interno troverai
anche il forum dei Radioamatori Liberi, il blog ed il primo forum sul
D-STAR.
Se
riterrai opportuno pubblicare queste poche righe sul prossimo numero del
Radiogiornale, che leggo sempre con piacere e con attenzione, ne hai ampia
facoltà.
A tua
completa disposizione per eventuali domande o
curiosità.
Un caro
73!
IZ3DBA
- HB9EKR
Op.
Giacomo "JACK"
CW
ONLY and FOREVER
WebSite:
www.iz3dba.it
Forum:
www.radiotelegrafia.net
Cell.: 349.650.83.82
Fax : 045.608.21.16
=================================================================================
16.
Da
Marco Paglionico IN3UFW
E.R.A.
“EUROPEAN
RADIOAMATEURS ASSOCIATION”
Coordinamento
Provincie di Trento e Bolzano
SEDE
LEGALE: c/o Paglionico Natale Marco Via Leitner, 7 39010 Cermes (BZ)
Fax:0461380032
SEDE
OP
Sede
TRENTO: Via Canè 61/f
38016 Mezzocorona TN
web:
www.erabz.org/erabz
e-mail: info@erabz.org
DELEGAZIONE
AFFARI GEN
Ci
siamo anche noi...
E.R.A.
Si ciao Carissimo Paolo
si ci siamo anche noi.....
nel 1996 venne fondata in
seguito alla scissione dell'ARAS la denominata associazione di
Volontariato denominata European Radioamateur Associaztion la cui sede Nazionale
ed ora anche Europea è sita a Palermo la cui gestione vede alla Guida il Dott
Marcello Vella IT9LND,a seguito dalla Sezione di Palermo ormai storica si
successero altre sezioni tra cui Salerno e Taranto ed nel giro di qualche
annetto siamo ora giunti a 8 sezioni su tutto il territorio Nazionale nelle
seguenti Città: Palermo, Trapani, Agrigento, Caltanisetta, Cosenza, Taranto,
Bari, Salerno, Napoli, Bolzano e Trento, Prossime Aperture sono previsti nella
zona del Piemonte…. ed
Europeo.....
Si Europea infatti la
Sorella dell'
Scusa
sono Marco Paglionico IN3UFW ed infatti mi curo delle
Pubbliche relazioni ed affari Generali Europei.
Il nostro
statuto parl Chiaro siamo Radioamatori ed amanti della Radio curiamo le TLC di
emergenza in ausilio al Dipartimento Nazionale di Protezione Civile cui siamo
stati regolarmente censiti sin dal 1996.
Siamo
un'associazione di Volontariato iscritti nei vari
registri Provinciali e Regionali di competenza secondo quanto previsto dalla
legge 266/91.
Adesso
siamo presenti nel territorio Abruzzese attivati in ritardo dal Dipartimento di
Protezione Civile nella cittadina di Sulmona AQ, dove i Ragazzi della Sezione
Provinciale di Taranto con immenso Orgoglio marconiano stanno Curando le
Radiocomunicazioni tra i 26 comuni C.O.C. con il coordinamento del Di.Co.Mac.
dell'Aquila.
Ma tra le
Altre attività di TLC di emergenza ci siamo organizzati per dar man forte ad
Alberto IK1YLO con l'attivazione di una stazione Speciale in merito al
G.A.R.E.C. cui la I.A.R.U. ha demandato ad Alberto la
Gestione operativa sul territorio nazionale.
Come ti
dicevo siamo presenti in Europa al momento con la Spagna e crediamo che entro la
fine dell'anno di arrivane a conquistare anche altre regioni in fin dei conti
siamo dei "R"adioamatori ed se possiamo portare un
segnale a qualcuno che ne ha bisogno non ci tiriamo indietro anzi pur
rimettendoci del ns $$$......Senza scopo di
Lucro.....
Io ti
ringrazio e spero di poter continuare a ricevere al più presto la Tua bella ed
interessante rivista.
Con stima
a presto
Marco
Paglionico
Delegato
Affari Generali Europei
E.R.A.
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17.
ATTIVATO
IL CASTELLO DI BALLATA
A
BUSETO PALIZZOLO
REFERENZA
TP – 063
di
Antonino Di Bella
IT9DSA
E' sempre
il solito IZ2GLU, già reduce di una attivazione operata
su Nubia appena due mesi fa, a tirar fuori l'ennesima brillante idea
radiantistica e a coinvolgermi nella sua fenomenale iniziativa di attivare il
castello di Ballata, distante da Trapani una quindicina di chilometri. Oramai
non faccio più caso ai colpi di genio maturati in last-minute dal carissimo
Vincenzo; infatti, verso le ore 20 del giorno antecedente l'attivazione, per
telefono mi aveva enunciato tutto in un fiato quanto segue: il
sopralluogo effettuato durante il pomeriggio in quella zona alla ricerca del
sito prestabilito, tra l'altro di non facile individuazione ma per fortuna aiutato attraverso la proficua
collaborazione ottenuta dal personale dell'amministrazione comunale di Buseto
Palizzolo, nonchè la volontà di uscire in aria l'indomani mattina, ovvero sabato 16 maggio 2009, naturalmente in
presenza del sottoscritto essendo stato rigorosamente precettato, hi! Il QRX previsto è per le 7 del mattino
previo QSO in VHF su 145.500 MHZ giusto per passarci i convenevoli e le ultime
informazioni tecniche sul programma poi da svolgere nella postazione prestabilita a
scanso di eventuali imprevisti irrisolvibili. Ci siamo, la giornata si presenta
bella, c'è un pallido sole coperto da un sottile strato di nuvole, l'aria ancora calda
contaminata dallo scirocco dei giorni precedenti, mentre raggiungiamo il
luogo osservo un piccolo panorama
che si apre lungo la fiancata percorrendo una breve salita, quasi a voler
sconfinare l'orizzonte; da una parte sono allineate un pò di case sparse in
mezzo al verde indisturbato, dall'altra vediamo l'imponente castello attaccato
ad una chiesa, col campanile a intonare lo scoccare di ogni mezz'ora e
interrompere la voce del silenzio; decidiamo di occupare uno spiazzale distante
neanche un centinaio di metri e
installare l'occorrente per essere finalmente operativo via etere. Noto
con un pò di stupore l'abile capacità di adattamento messa subito in pratica da
IZ2GLU;
con disinvoltura in pochi minuti la sua Renault Twingo viene
trasformata in stazione radioamatoriale mobile, mentre il sottoscritto regge il
cofano anteriore della macchina, assisto
montare una staffa provvista di PL 259 da pannello fissata con un bullone
alla carrozzaria e avvitarle la Maldol HF C40 un'antenna a stilo monobanda per i
7 MHZ lunga circa
Si
ringraziano quanti si sono resi partecipi
all'iniziativa.
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MERCATINO
RADIOAMATORIALE
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Strumento analogico fondo scala con banda rossa e scritta overload (bachelite)
nuovo ed inscatolato 20 euro
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Strumento analogico fondo scala 100 microA. (bachelite) piccolo 13 euro
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Strumenti analogici fondo scala 20 KV (bachelite) grande 15
euro
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Strumenti analogici fondo scala oltre 150 valore numerico con
al centro una banda rossa (bachelite) grande 15
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Strumenti analogici fondo scala 50 valore numerico con
al centro una banda rossa (bachelite) grande 15
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solid state p.a. amplifier; power supply -G.1/121- for amplifier G.1/120;
amplificatore G.219-A potenza d'uscita indistorta 12W, alimentazione 12V o 220
V, perfettamente funzionante, ecc.; ricevitore G 4/215 mancante di un quarzo
(quindi lo cedo come non funzionante). Tutto materiale della
Geloso S.p.A.-Milano. Inoltre, un altro amplificatore audio valvolare
forse Geloso esternamente "modernizzato" dal proprietario
precedente.
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- radio
transmitter T-217/GR U.S. Army - COLLINS Radio Co.,
frequenza 220-400 MHz, senza accessori, personalmente mai utilizzato, peso circa
[70
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modulator-power supply MD-141A/GR U.S. Army - Radio Receptor Co.Inc. Brooklyn
N.Y., senza accessori, personalmente mai utilizzato,
peso circa
[50
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U.S.A.F. Synthesizer, elec freq model EN 358 Manson Laboratories a subsidiary of
Hallicrafters Wilton, conn., personalmente mai
utilizzato, completo del suo power supply model EN 360 Manson Laboratories a
subsidiary of Hallicrafters Wilton, conn. - ingresso 117 V AC uscita 6,5-28-180
V DC.
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mangiacassette stereo 8 Clarion IC55 modello PE-421A + mangiacassette stereo 8
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materiale ideale per veicoli storici, ecc. Inoltre, 13 cassette stereo
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strumento prova indotti ed avvolgimenti E313-A dell'
Allen Electric & Equipment Co. - Michigan, made in U.S.A.,
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microfono Philips type LBB 3058/02, completo di scheda Philips type LBB 3160/00,
personalmente mai utilizzato, ecc.
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BG 56-A per trasporto stili d'antenna della base MP-48, completa di 5 stili
vari, ecc.
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zainetto U.S. ML GAS MASK M9.
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maschera antigas di colore nero completa di supporto da schiena per bombola,
spallacci, cinghie, ganci, tubi di collegamento, manometro,
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obiettivo SZ-X210 Tokina 70-210mm f/4-5.6 completo di
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ONI
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i vostri articoli con e-mail, non con allegati, in formato testo TXT e le
immagini in JPG
GLI
SCRITTI ANONIMI, O CON FIRME NON RICONDUCIBILI AD UN AUTORE CERTO, VENGONO CESTINATI
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modifiche alla Mailing-list, nuove iscrizioni, ecc. fornire sempre:
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– Nome e Cognome – E-mail vecchia - E-mail nuova
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censure il materiale pervenuto, anche le
opposte opinioni, ma ciascuno dovra' farsi carico di evitare inutili
polemiche.
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coloro che desiderassero collaborare a questa
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