235

 

 

 

Radiogiornale©

libera Informazione telematica indipendente no profit – no spam

Viene inviato come e-mail personale a  oltre 13.500 utenti ed è prelevato da moltissimi altri nel sito http://www.radiogiornale.org

Numero 235 - Anno IX – 24 giugno 2010

 

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Grande successo della nostra iniziativa di creare un elenco dei siti web dei radioamatori. Molti ci hanno prontamente risposto e siamo stati in grado di pubblicare un primo elenco sul nostro sito www.radiogiornale.org

 Link per radioamatori

 

Troverai l’elenco dei siti dei Radioamatori

 

Hai creato un sito web?

Vorresti farlo conoscere di più?

 

Molti Radioamatori hanno creato siti e portali web, inerenti la radio, molto utili e interessanti, non sempre però conosciuti da tutti. Ritenendo di fare cosa utile, per ovviare al problema della divulgazione di tali siti, con spirito di collaborazione, abbiamo pensato di inserire gratuitamente l’elenco dei link sul nostro sito www.Radiogiornale.org (molto frequentato) in modo di agevolare la diffusione del grande patrimonio di conoscenze radioamatoriali, rappresentato dai siti in questione, al maggior numero possibile di OM.

Pertanto se la cosa ti interessa ci puoi inviare una e-mail all’indirizzo radiogiornale@fastwebnet.it con l’indirizzo web del sito e una brevissima didascalia dei contenuti e il nome e nominativo del responsabile. Attiveremo quanto prima i link.

 

Cordiali 73

Paolo Mattioli I0PMW

 

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Sommario:

 

  1. 70 MHz, figli e figliastri!;
  2. Colpo di … stato al Ministero?;
  3. Salvate la “donna a raggi X”;
  4. Gli italiani vogliono più eolico;
  5. DX – pedition;
  6. La velocità effettiva dell’ADSL;
  7. San Francisco, sui cellulari l’etichetta “rischio radiazioni”;
  8. Ecco il neutrino “mutante”;
  9. Le conferme di I3MKH;
  10. Comparazione offerte Internet;
  11. Mostre e fiere;
  12. Generatore elettrico manuale autocostruito;
  13. Contest S. Barbara 2009;
  14. RU13 Monte Guadagnalo (RM) shift + 5.0 MHz;
  15. IK1ZNN Silent Key;
  16. Mercatino radioamatoriale;
  17. Informazioni.

 

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1.

70 MHz, figli e figliastri !

Mentre l’A.R.I. tenta di prendersi tutti i meriti

 

 

 

Universita' degli studi di Roma •• Tor Vergata ••

00173 Roma

(fax 08-72597455)

 

Spett.1e Ass. A.R.I.  Via Scarlatti 31 20121 Milano

( fax 02-66714809)

 

Spett.1e Ass. CISAR Corso del Popolo 58 30100 Venezia~Mestre

( fax 08233295472)

 

Spett.le Ass. Polo Positive

Via Briosi 10 20100 Milano

(fax. 02-700529127)

 

Spell. Ie Ass. ARAC Via Gregorio VII 00100 Roma

( fax. 06-97252435)

 

Spett.1e ERA SaIerno

( fax.089-254218)

 

A tuttl g1i Ispettorati Territoriali del Ministero

loraSEDI

 

Oggetto: autorizzazione straordinaria per l’utilizzo della banda di frequenza 70.00 Mhz.

 

Vista la richiesta pervenuta dalle Assciazioni radioamatoriali volta ad ottenere I'autorizzazione ad utilizzare la banda di frequenza 70,000 MHz per finalità sperimentati;

 

Visto che il Ministero della Difesa ha espresso parere favorevole all'accoglimento della richiesta di cui sopra a condizione che venga comunicato, prima dell'inizio delle sperimentazioni, il sito internet di libero accesso ove saranno pubblicati l'inizio della sperimentazione , i parametri tecnico\operativi ed i risultati ottenuti;

 

Allo scope di corrispondere alle esigenze dei radioamatori:

 

SI DISPONE

 

1. E' autorizzata in via generale e temporanea fino al 30 Novembre 2010 la sperimentazione nella banda di frequenza 70,000 MHz

2. la sperimentazione deve osservare i seguenti parametri tecnico operativi:

Periodo autorizzato: sino al 30 Novembre 2010 Loca1ità autorizzate : Territorio nazionale;

Zone vietate:fascia larga 30 Km dai contini di Francia, Svizzera ed Austria; Frequenze autorizzate: 70,100 - 70,200 - 70.300 MHz

Larghezza di banda autorizzata 25 KHz;

Modalità autorizzate: tulle fino al massimo della larghezza dt banda autorizzata; Antenne autorizzate: omnidirezionali e direttive;

Potenza Massima ammesse: 25 w EIRP

3. Le associazioni sono obblig8te a comunicare, prima dell'inizio della sperimentazione, iI sito internet di libero accesso dove saranno pubblicate "inizio delle sperimentazioni, i parametri tecnico - operativi ed i risultati conseguiti.

 

Le associazioni possono individuare il soggetto che provvede ad assicurare l'espletamento di cui alle condizioni imposte dal Ministero della Difesa, ovvero i radioamatori possono indirizzare sui sito internet appositamente  costituito da altro radioamatore, i dati raccolti delle sperimentazioni effettuate.

 

11 giu 2010

 

Il Dirigente

(Ing. Marcello Quoiani)

 

 

A nostro avviso ci sono delle incongruenze nel provvedimento. Infatti, come si evince dalla comunicazione del Ministero dello Sviluppo Economico, le procedure di inizio sperimentazione devono essere effettuate dalle associazioni su apposito sito internet, dando per scontato che le associazioni rappresentano tutti i Radioamatori italiani e sono loro stesse Radioamatori. Così non è, infatti le associazioni, tutte assieme arrivano a rappresentare molto meno della metà dei titolari di patente e licenza di radioamatore. Quelli che non sono iscritti non possono fare la sperimentazione in quanto non usufruiscono dei siti delle associazioni!

Il Ministero con questo provvedimento vuole forse agevolare le iscrizioni ad alcune associazioni con lo zuccherino dei 70 MHz?

Ci sembra una cosa fuori dal mando e poiché in Italia, per legge, l’attività radioamatoriale non la svolgono le associazioni, ma i singoli OM, che con apposito esame hanno conseguito la patente di operatore, diventa logico che tutte le autorizzazioni siano date solo ed esclusivamente a coloro che sono autorizzati a svolgere l’attività radioamatoriale. Altre “invenzioni”, esistenti nella vecchia Unione Sovietica ai tempi del Comunismo, con i famosi club dove era consentito trasmettere, non hanno diritto di cittadinanza nel nostro Paese. Per legge i Radioamatori sono persone fisiche e non associazioni!

A conferma che il provvedimento dei 70 MHz sia una sorta di regalo fatto ad alcune associazioni, vi è il fatto che la disposizione è stata notificata a solo 5 associazioni e non si sa perché anche all’università di Roma, mentre in Italia le Associazioni radioamatoriali sono una cinquantina, per non parlare del numero delle università. Ma a tutti questi evidentemente non si sono voluti dare premi!!! Comunque quest’orientamento del Ministero, rischia di incrementare nuovamente il numero delle piccole associazioni radioamatoriali come avvenne in passato, in quanto qualunque piccolo gruppo di OM, per poter avere l’uso dei 70 MHz, o per installare un ponte, costituirà la sua piccola associazione, il tutto a detrimento del potere di rappresentatività degli OM italiani.

Infine sul piano tecnico, a parte la limitatezza temporale della sperimentazione: 5 mesi, vi è la risibile distanza dai confini di Francia, Svizzera e Austria, di 30 Km per poter fare la la sperimentazione, usando anche antenne direttive! Il Ministero, dove certo gli ingegneri specialisti in telecomunicazioni non mancano, è convinto che in 70 MHz, con 25 Watt, si coprono meno di 30 Km.  A questo punto ogni ulteriore commento diventerebbe irriguardoso!

In tutta questa strana vicenda si inserisce anche il maldestro tentativo dell’A.R.I. di prendersi il merito di tutta l’operazione 70MHz. Infatti nel sito nazionale dell’ARI, si riporta il provvedimento del ministero, ma con una piccola, ma significativa, modifica: mentre nella circolare inviata dal Ministero, che riportiamo integralmente sopra, si legge,  Vista la richiesta pervenuta dalle Assciazioni radioamatoriali volta ad ottenere I'autorizzazione ad utilizzare la banda di frequenza 70,000 MHz per finalità sperimentali”; nel sito ARI si legge, “Vista la richiesta pervenuta dall’Associazione Radioamatori Italiani volta ad ottenere l’autorizzazione ad utilizzare la banda di frequenza 70,000 MHz per finalità sperimentali”. Poi però all’ARI hanno fatto l’errore di riportare la lettera originale del Ministero in formato JPG dove si legge chiaramente che l’Associazione Radioamatori Italiani non viene citata come la richiedente del provvedimento.  Non ci sono parole!

 

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2.

Colpo di … stato al ministero ?

 

Riportiamo l’nteressante articolo scritto dall’ex Presidente del CISAR, Luca Ferrara, pubblicato sul suo sito www.IK0YYY.IT, perché, anche per l’autorizzazione alla installazione e gestione dei ponti ripetitori, come per i 70 MHz, (vedi articolo precedente) il ministero, in violazione alla Legge e alla normativa esistente, pare che voglia privilegiare alcune associazioni radioamatoriali, togliendo ogni diritto stabilito in precedenza dei singoli radioamatori.

Se è come dice Ferrara, indubbiamente assistiamo ad una svolta preoccupante del Ministero, che senza nessuna copertura legislativa ha innovato la normativa inerente le autorizzazioni.

Che si tratti di un nostalgico ritorno al triste passato delle circolari?

 

Dal sito di ik0yyy:

 

Scritto da IK0YYY   

lunedì 14 giugno 2010

 

  Forse non sarà un colpo di stato, ma giungono alcune notizie dal ministero che fanno tremare un pò la nostra attività.

  Il mio articolo sulle nuove autorizzazioni temporanee per i ponti ripetitori, ha scaturito una serie di email di tanti radioamatori che mi hanno raccontato circa queste nuove procedure.    Sembra, il condizionale al momento è d’obbligo, che il ministero abbia rivisto la Legge (allegato 26 al codice) e non intenda più rilasciare autorizzazioni per esperimenti/ponti ripetitori/nominativi speciali e via dicendo ai privati radioamatori, ma solo alle associazioni nazionali.

  Visto che alcuni fanno finta di non sapere, la Legge parla chiaro e, soprattutto, non ammette interpretazioni:    il radioamatore è stato messo al centro di ogni attività, con il nuovo regolamento e dunque SOLO a LUI spetta il diritto di fare esperimenti, che siano questi ponti ripetitori (in verità c’e’ poco ancora da sperimentare) o stazioni digitali, o attivare stazioni speciali …...

  Le associazioni possono fare da tramite, in nome e per conto del socio, ma non possono pretendere di essere loro stesse i titolari giuridici dell’attività di radioamatore.   Sempre per chi fa finta di non capire, si rivada a leggere le sentenze degli anni 1990, che hanno fatto “biblioteca” e giurisprudenza.

  Dunque, mi sono informato al ministero e sembra che questa sia stata la richiesta di una associazione;   non voglio sapere quale associazione sia questa, ma dico a tutti di fare molta attenzione:    se viene meno il frutto di tanti anni di lotta, spesi per vedere rispettati i diritti dei radioamatori, solo sulla base di tentazioni di accaparrarsi più soci, si uccide TUTTO il radiantismo in Italia.

  Abbiamo speso 30 anni per far capire al ministero che il radioamatore, all’interno delle proprie frequenze e nel rispetto di criteri tecnici precisi, sia libero di fare qualsiasi cosa, utilizzando qualsiasi modo di emissione e costruendosi da solo le apparecchiature;    non possiamo, per qualche socio in più, rinnegare tutto e tornare alla dittatura che c’e’ stata dal 1936 al 2001 !

  Se talune associazioni sono interessate ai ripetitori in maniera maggiore di altri settori, va anche bene, ma tutti dobbiamo batterci perchè i ripetitori siano sistemati in modo corretto e non distruggere tutta l’attività !

  Attenzione, care associazioni:   non tiriamo l’acqua al proprio mulino in maniera eccessiva.

  Ma la cosa che più fa paura è che se esiste una Legge, deve essre rispettata;   basta con le circolari, basta con le interpretazioni.   Se si vuole cambiare le regole, siano perseguiti i termini di Legge, variando la norma e facendola approvare dal Parlamento.

  Se oggi passiamo sopra questa …. quisquiglia, domani qualsiasi dirigente del ministero potrà emanare una circolare dove impone ai radioamatori di saltellare su una gamba, mentre usa la radio.

  Luca IK0YYY.

 

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3.

Salvate la "donna a raggi X"

e i suoi occhi capaci di magie

 

 

Julia Vorobjova oggi ha 70 anni. Per tutta la vita ha diagnosticato malattie guardando "attraverso" i corpi. Un potere eccezionale, che scoprì di avere dopo un incidente che la ridusse in fin di vita. Ha lavorato per il Kgb e visitato i potenti della Terra. Ma oggi, povera e sola, nessuno si ricorda di lei

 

Julia Vorobjova

in una foto

di qualche anno fa

 

 Qualcuno salvi la "donna a raggi X". Per anni ha curato centinaia di persone, figure illustri finite nei libri di storia. Adesso, che si è ammalata lei, è rimasta sola in una povera stanza di Donetsk nel grigiore dell'Ucraina povera delle miniere di carbone. Julia Vorobjova, settanta anni, stipendio da operaia e sorriso da missionaria, non è una sensitiva qualsiasi ma un personaggio che sembra uscito da un film di superoi, dotata non si sa come di poteri eccezionali che le consentono di vedere e prevedere le malattie degli altri guardando dentro i loro corpi come fosse una macchina per le radiografie.

 

La lista dei beneficiati è lunga e naturalmente non ufficiale: non a tutti fa piacere far sapere in giro di essere stato in cura da una "maga". Di certo si sono sottoposti allo sguardo perforante di Julia, membri del Politburo dell'Unione Sovietica come lo stesso Breznev, e il suo successore alla guida del Pcus Jurii Andropov. E poi Boris Eltsin, Mikhail Gorbaciov e la first lady Raissa. Una puntatina a Donestk la fecero anche Francois Mitterrand e signora per vedersi  purtroppo confermare la diagnosi dei medici sul cancro del presidente francese. Anche Papa Wojtyla, in una sua visita in Ucraina, fu monitorato dagli occhi magici di Julia che diede, dicono, preziosi consigli allo staff medico del Vaticano. E poi, con meno pudori, si rivolsero a lei, attori, cantanti, scrittori e perfino una decina di cosmonauti sovietici che inserirono una visita a Julia nella lunga lista dei riti scaramantici da replicare prima di ogni lancio. Non a caso la signora è cittadina onoraria della città stellare di Mosca, vanto della ricerca spaziale russa.  

 

La storia di Julia è ai confini della realtà e comincia il 3 marzo del 1978 in uno spiazzo polveroso della miniera Petrovskaja di Donestk. E' seduta alla guida della sua gru e smanetta come ogni giorno sul pannello di controllo vecchio e insicuro come tutte le attrezzature dell'epoca in Urss. Corto circuito, una scarica da 380 volt. I soccorsi e il verdetto del medico: morte istantanea. Il corpo viene lasciato all'obitorio comunale per tre giorni e poi offerto dai parenti agli studenti di medicina. E qui avviene il "miracolo". Uno studente, su indicazione del professore, esegue l'asportazione di un alluce e si trova investito da uno schizzo possente di sangue: Julia è viva e la sua è solo una morte apparente. Riportata in ospedale ci mette un anno per uscire dal coma e poi per guarire. Scopre di non avere più l'alluce ma soprattutto scopre i suoi "poteri". L'incredulità è d'obbligo.

 

Dall'Università di Mosca arrivano scienzati sospettosi pronti a smontare il fenomeno ma devono ammettere che è proprio così: Julia vede all'interno dei corpi. E' vero ma non è credibile, sembra una balla che potrebbe ridicolizzare l'imagine esterna dell'Unione Sovietica. Si decide di metterla al servizio "gratutito" del Kgb nel segretissimo "dipartimento 90" che si occupa di scienza e ricerca. E i notabili cominciano a usufruire dei suoi servizi. Così tanto per provare. Julia non sbaglia un'analisi.

 

Finita l'Urss, crollate le strutture segrete, viene dimenticata e abbandonata al suo destino. Continua spontaneamente a offrirsi in aiuto dei malati ma continua a non ricevere compensi. In un solo caso può dire di aver ricevuto un premio. Fu quando curò l'allora ministro della Difesa Ustinov, afflitto da coliche terribili mentre gestiva la guerra in Afghanistan. Il supergenerale seppe della sua preoccupazione per il figlio che si trovava in prima linea e lo fece rientare dal fronte e rispedire dalla mamma in Ucraina. Adesso, Julia si aspetta molto meno: una pensione, una assistenza sanitaria. Ma sulle carte ufficiali non c'è. Non le spetta niente. Lancia appelli sui giornali, invoca un po' di gratitudine e ricorda una sentenza degli scienziati di Mosca: le sue doti inspiegabili funzionano su chiunque tranne che su sé stessa.   

 

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Per salvare noi e la Terra bisogna cambiare cultura

 

Molti dicono che la Terra, con inusitati cambiamenti di clima, alluvioni, terremoti, stagioni ballerine, ecc. si sta ribellando alle violenze perpetrate  dall’uomo al pianeta! È inutile fare finta di niente: così non possiamo andare avanti a lungo. Consumiamo troppo. Nel 2006 nel mondo si sono spesi 30,5 mila miliardi di dollari in beni e servizi, il 28% in più rispetto al 1996 e sei volte di più rispetto al 1960. Certo, c’è stata la crescita demografica. Ma la popolazione dal 1960 ad oggi è aumentata di poco più di due volte e non di sei volte. Molti beni sono stati acquistati per rispondere a bisogni primari: il cibo, la casa. Ma, più cresce il reddito, più aumenta la propensione al consumo: case più grandi, cibi più raffinati, automobili, televisori, viaggi aerei, computer, telefonini. Tutto sembra indispensabile. Un modello che si sta espandendo dai paesi ricchi ai paesi in via di sviluppo. Il problema è che all’aumento dei consumi corrispondono più estrazioni dal sottosuolo di combustibili fossili, minerali e metalli, più alberi tagliati, più terreni coltivati. Insomma, più pressione sui sistemi della Terra. L’indicatore dell’impronta ecologica, che mette in relazione il consumo umano di risorse naturali con la capacità del nostro pianeta di rigenerarle, ci dice che già oggi utilizziamo le risorse di 1,3 Terre. E secondo le previsioni dell’Onu nei prossimi trent’anni altri 2,5 miliardi di persone dovranno avere accesso all’energia.

 

Cosa fare? Rallentare la crescita demografica, adottare tecnologie sostenibili, non c’è dubbio. Ma non basta. Facciamo due conti. Se volessimo vivere tutti come vivono i cittadini degli Stati Uniti, il nostro pianeta potrebbe sostenere solo 1,4 miliardi di individui, mentre noi siamo già quasi 7 miliardi e si prevede che entro il 2050 saremo 2,3 miliardi in più. Con efficaci strategie, potremmo frenare la crescita a poco più di 1 miliardo. Comunque troppi. Pensiamo all’energia. Da una recente analisi si è visto che per produrre energia sufficiente a soppiantare gran parte di quanto fornito dai combustibili fossili, si dovrebbero costruire 200 metri quadri di pannelli solari fotovoltaici e 100 di solare termico al secondo più 24 turbine eoliche all’ora per i prossimi 25 anni. Il Worldwatch Institute, l’autorevole osservatorio sull’ambiente, propone oggi un’altra strada, complementare e non sostitutiva delle due precedenti, per andare verso una società sostenibile: cambiare i modelli culturali. Il nuovo rapporto State of the World 2010 si intitola proprio: «Trasformare la cultura del consumo. Rapporto sul progresso verso una società sostenibile». Il consumismo che dovremmo abbandonare è quello definito dall’economista Paul Ekins un orientamento culturale in cui «il possesso e l’utilizzo di un numero e una varietà crescente di beni e servizi è l’aspirazione culturale principale e la strada percepita come più sicura verso la felicità individuale, lo status sociale e il successo nazionale». Il primo problema è riconoscere il consumismo come un orientamento culturale: la sua pervasività è tale che ormai viene sentito come qualcosa di naturale.

 

Il secondo è mettere mano, praticamente, alle nostre abitudini. Come convincere i nostri figli che il pane nel latte è meglio dei cereali? Nostra madre che la carne è meglio mangiarla solo una volta ogni 15 giorni? Il nostro amico che non deve cambiare l’auto ogni due anni? L’imprenditore che è meglio far lavorare meno i suoi dipendenti? La notizia cattiva, dunque, è che stiamo parlando di un’impresa titanica e quasi visionaria. Come dice l’inventore del microcredito e premio Nobel per la pace Muhammad Yinus nella prefazione al volume: «Nessuna generazione prima d’ora, nell’intera storia del mondo, è riuscita a realizzare una trasformazione culturale così profonda come quella invocata in queste pagine». La notizia buona è che questa trasformazione è possibile, anzi che il processo di cambiamento è già cominciato come dimostrano i molti esempi che il rapporto cita. I bambini. Oggi gli operatori del marketing degli Stati Uniti investono circa 17 miliardi di dollari per bersagliare i bambini di pubblicità. E le aziende alimentari spendono 1,9 miliardi di dollari l’anno in campagne pubblicitarie mirate ai bambini di tutto il mondo.

 

Ma qualcosa si sta muovendo: nella provincia canadese del Quebec è vietata la pubblicità televisiva rivolta ai bambini sotto i 13 anni. In Norvegia e in Svezia il divieto è applicato al di sotto dei 12 anni. La Francia ha proibito programmi televisivi per bambini al di sotto dei tre anni d’età. E la scuola? Qualcosa si muove anche lì. A cominciare dalla mensa scolastica. La scelta di paesi come la Scozia e l’Italia di puntare sull’uso di prodotti biologici, locali e freschi è interessante, soprattutto se messa a confronto con quelle di altri paesi in cui i distributori automatici di merendine e bevande gasate forniscono una percentuale delle entrate all’amministrazione scolastica. L’economia. Secondo gli estensori del rapporto dobbiamo partire da alcune consapevolezze: primo, la crescita del prodotto interno lordo non solo è impossibile, ma indesiderabile perché non vuol dire crescita del benessere. Secondo, una transizione ad una nuova società ci sarà comunque e sarà determinata dalle crisi economiche. Il problema è quindi come governare il cambiamento. Una trasformazione economica fondamentale riguarderà la migliore distribuzione dell’orario lavorativo. Oggi molte persone lavorano troppe ore, guadagnano di più e trasformano il reddito in consumi. D’altro lato, ci sono moltissimi disoccupati. Lavorare meno vuol dire far lavorare più persone, avere più tempo libero, far diminuire i consumi energetici. Un altro punto di forza della nuova economia sono le imprese sociali, quelle imprese in cui si producono beni e servizi di utilità sociale e di interesse generale Anche qui gli esempi positivi sono molti. Storie come quella dell’impresa egiziana Sekem che, contro chi sosteneva che non era possibile rendere fertile la parte di deserto lontana dal Nilo, oggi produce derrate alimentari biologiche, cotone, erbe medicinali proprio nel mezzo del nulla.

 

I governi e le amministrazioni. Dalla messa al bando dei sacchetti di plastica in Irlanda al ritiro dal commercio delle lampade a incandescenza nel Canada, alle pesanti imposte sulle emissioni della Svezia, le iniziative per promuovere stili di vita sostenibili non mancano. Molte città stanno riducendo la loro impronta ecologica. Un esempio? Il quartiere BedZED di Londra, interamente costruito con materiale riciclato, consuma esattamente tanta energia quanta ne produce e ha al suo interno orti biologici. Mass media e religioni. I mezzi di comunicazione di massa possono essere strumenti efficaci per plasmare le culture. Lo hanno fatto diffondendo un modello consumistico. Lo potrebbero fare diffondendo un modello di sostenibilità. Quindi, dicono gli autori del rapporto, si può pensare di usare il marketing sociale per trasformare la cultura del consumo. Ma ci si può spingere ancora più in là e pensare di usare anche le religioni a questo scopo: «Poiché l’86% della popolazione mondiale afferma di appartenere a una religione organizzata, sarà senza dubbio indispensabile coinvolgere le religioni nella diffusione delle culture della sostenibilità».

 

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4.

IL SONDAGGIO

 

Gli italiani vogliono più eolico

Mancano regole e informazioni

Oltre l'80% appoggia l'utilizzo dell'energia alternativa anche come fonte occupazionale. Nella "giornata del Vento" gli ambientalisti chiedono trasparenza  e integrazione nel paesaggio

 

 

Otto italiani su 10 vogliono che il vento muova l'energia. E' molto larga la maggioranza a favore dell'eolico che si profila dalla ricerca dell'Ispo presentata oggi da Renato Mannheimer. L'87 per cento degli intervistati ritiene che l'energia eolica possa giocare un ruolo positivo nello sviluppo economico del paese facendo da volano per l'economia locale grazie all'aumento dell'occupazione. Una convinzione che poggia sui numeri : nel solo primo semestre del 2010 il settore eolico ha impiegato circa 1.000 addetti in più rispetto allo scorso anno arrivando a 25.530 occupati, di cui 7.460 diretti, con una crescita dell'occupazione del 4,5 per cento nonostante la crisi.

Sono alcuni dei dati presentati in occasione del Wind day, la giornata mondiale del vento promossa dall'Ewea, l'associazione europea dell'energia eolica e dal Gwec, il Global Wind Energy Council in tutta Europa. "Con il Wind day vogliamo ribadire l'importanza dell'utilizzo delle fonti rinnovabili come una delle chiavi per contribuire a risolvere la crisi economica e climatica", ha dichiarato Edoardo Zanchini, responsabile energia e clima di Legambiente. "Per andare avanti, però, è fondamentale aprire un confronto sulle regole, in modo da garantire trasparenza, legalità e integrazione dell'eolico nel paesaggio. Sono sette anni che aspettiamo queste regole, un ulteriore ritardo sarebbe francamente inaccettabile".

 

Dallo studio di Mannheimer  risulta che queste idee sono largamente diffuse. Il 60 per cento degli italiani è convinto che l'eolico sia importante non solo a livello locale per gli effetti sull'occupazione ma per il suo ruolo strategico perché, a differenza di altri settori energetici, permette di puntare su una fonte che non dipende dall'estero e che, per 3 italiani su 4, non è soggetta a crisi economiche e politiche.

 

Gli italiani sono dunque pronti alla sfida dell'eolico: l'83per cento vorrebbe un maggior uso delle fonti di energia eolica da parte del suo fornitore. Gli italiani chiedono più informazione in questo settore (82 per cento) ma risultano promossi per quel che riguarda la conoscenza del meccanismo di incentivazione pubblica che va a premiare l'energia elettrica effettivamente prodotta e distribuita attraverso gli impianti esistenti e non la costruzione di nuovi aerogeneratori.

 

Proprio il sistema dei certificati verdi è però uno dei punti caldi della polemica. Il taglio deciso dal governo ha suscitato un coro di proteste che vanno da Confindustria a Federutility. Secondo l'Anev (Associazione nazionale energia del vento) le ripercussioni di questo voltafaccia, in mancanza di una correzione dell'ultima ora, sarebbero pesanti: il default finanziario di 4,5 miliardi di investimenti per impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili già in esercizio (più 2,8 miliardi previsti nei prossimi due anni); la perdita di 25.000 posti di lavoro attuali e la mancata crescita nei prossimi due anni di ulteriori 20.000; gravi danni energetici, ambientali. L'industria italiana delle rinnovabili si fermerebbe mentre gli altri paesi vanno avanti: si aprirebbe un'altra stagione di dipendenza energetica.

 

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5.

 

           

                                Da: Nicola [icola.sanna@tin.it]                  Da:  Alfredo IK7JWX [ik7jwx2003@yahoo.it]

                                     DX-pedition in Cina BY1DX/I0SNY                            DX-pedition in Tunisia 

 

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6.

IL TEST

 

Le velocità effettive dell'Adsl

Tlc, operazione trasparenza

 

 

 

 

La rilevazione di SOS tariffe mostra un'Italia con grandi squilibri della larghezza di banda reale. E ovunque si naviga a molto meno di quanto promettono gli operatori. Ma qualcosa sta cambiando

 

 

IN ITALIA cresce la fame di banda larga di qualità. Così gli operatori cominciano ad andare incontro a quest'esigenza, anche se la strada da fare è ancora molto lunga. Lo dimostrano due notizie di questi giorni: da una parte, l'arrivo di Adsl con banda minima garantita nei listini dei principali operatori italiani. Per la prima volta, quindi, gli utenti di Telecom Italia, Fastweb, Tiscali, TeleTu e Vodafone (Wind tra qualche mese) possono avere un'idea di quale sarà la velocità minima raggiungibile dalle Adsl che intendono acquistare; dall'altra, un nuovo test sulle Adsl italiane 1, a cura di Sos Tariffe.it, Tom's Hardware e Pino Bruno. Che conferma il forte squilibrio tra quanto si legge nelle pubblicità e quando effettivamente si ottiene.

 

I numeri. Il dato sulla velocità minima garantita si trova sui siti dei rispettivi operatori e va da 2,1 a 10,2 Megabit al secondo, per Adsl a 7 e 20 Megabit di velocità massima dichiarata, rispettivamente. Già, c'è una grande differenza tra il minimo e il massimo: è proprio qui il senso della delusione che può colpire gli utenti Adsl. La conferma di questa situazione arriva nel test di SosTariffe.it. "La velocità media reale per le Adsl 7 Megabit è di 4,3 Mbps e per quelle 20 Megabit è di 7,3 Mbps", spiega Alessandro Bruzzi, gestore del sito-osservatorio specializzato in offerte e prestazioni internet. SosTariffe. it è giunto a questa media analizzando e verificando i test fatti dagli utenti tramite uno strumento 2 messo a disposizione sul web. A oggi sono 15.200 i test verificati e giudicati attendibili da SosTariffe.it. Lo strumento consente di analizzare la velocità della propria connessione banda larga, di qualunque tipo, fisso o mobile. "Dai risultati appare chiaro che l'infrastruttura banda larga è molto diversa da regione a regione. Ci sono alcune che eccellono, grazie a investimenti fatti sul territorio: è il caso della Sardegna e, come ovvio, della Lombardia. Altre zone invece sono penalizzate: soprattutto nell'Appennino e nel Trentino Alto Adige". L'oscillazione di velocità, tra una regione e l'altra, arriva a 2 Megabit in media, come si legge nella mappa che pubblichiamo con quest'articolo. SosTariffe.it ha estrapolato, per Repubblica.it, anche i risultati per singolo operatore: si va in media dai 4,9 Mbps di Tiscali ai 3,6 Mbps di TeleTu e ai 3,4 Mbps di Vodafone.

 

Parlano gli operatori. "Non discutiamo l'utilità di questo test"- commentano da Vodafone- "ma non può essere eretto a strumento di tutela informativa del cliente, per molte ragioni. Il risultato può essere falsato dall'errore umano di chi compie il test e non tiene conto di vari parametri, tra cui la distanza dalla centrale. Ben venga il dibattito sulla rete e sui suoi problemi, ma facciamolo basandolo su dati oggettivi". "I risultati ottenuti in Sardegna confermano l'eccellente qualità della nostra rete che copre completamente l'area urbana di Cagliari", dice invece Andrea Podda, Cto di Tiscali. "I buoni dati di Milano dipendono dal fatto che, grazie a Fastweb, questa è forse la città più cablata in Europa", aggiungono dall'operatore. Fastweb per altro si distingue per il livello di dettaglio nelle garanzie descritte sul sito 3: indica non solo la velocità minima dell'Adsl 20 Mbps (10,2 Mbps) ma anche quella "di crociera", cioè media prevista: 15 Mbps. Il valore minimo è superiore a quello garantito dai concorrenti, cioè 2,1 Mbps per la 7 Megabit di Telecom Italia, Vodafone e TeleTu; 7,2 Mbps per la 20 Mbps di Telecom. Tiscali fa un po' meglio: 2,8 Mbps per la 7 Megabit e 13,4 Mbps per la 20 Megabit.

 

Qualcosa sta cambiando. Da Wind fanno sapere che pubblicheranno alcune garanzie entro ottobre, quando sarà ultimata questa fase. È appena cominciato, infatti, l'adeguamento degli operatori a una delibera Agcom del 2008 4 dove l'Autorità chiede dare agli utenti alcune garanzie sulla qualità Adsl (non solo la velocità minima, ma anche quella media, tra le altre cose). A ottobre arriverà un software certificato Agcom 5: permetterà agli utenti di verificare le promesse degli operatori. Se le velocità risultanti dal software saranno inferiori a quelle garantite, gli utenti avranno diritto a recedere dal contratto senza costi (che adesso sono pari a 60 euro nella quasi totalità dei casi). Prima dell'arrivo del software, quindi, gli utenti dovranno prendere le garanzie con il beneficio d'inventario, senza potersi rivalere in caso di promesse mancate. Ma almeno è un passo avanti rispetto alla mancanza di trasparenza sulla qualità reale delle Adsl italiane.

 

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7.

IL CASO

 

San Francisco, sui cellulari

l'etichetta rischio radiazioni

La città californiana è la prima al mondo che per consentirne la vendita a imporre l'obbligo di indicare il livello di pericolo e le sue conseguenze per il consumatore

 

 

SAN FRANCISCO - Da oggi a San Francisco cellulari con l'avvertenza ai naviganti. La città californiana è diventata la prima al mondo dove i telefoni cellulari saranno venduti con un etichetta che averte i consumatori sul tasso di radiazioni che emettono.  Chiamata "The Right To Know", l'ordinanza municipale impone ai rivenditori, e ai costruttori, di apparecchiature telefoniche mobili non solo di rivelare l'intensita delle radizioni emesse dai loro apparecchi ma anche di avvertire il consumatore sui rischi per la sua salute.

 

Inizialmente contrario all'iniziativa Gavin Newsom, il sindaco della città, ne è divenuto il maggior sostenitore. Tanto convinto che ha anche promosso una campagna di sensibilizzazione pubblica con ripercussioni su Facebook, Twitter e gli altri social networks. Pare che a fargli cambiare idea abbiano contribuito le conclusioni alle quali è arrivato l'Interphone Study, un progetto di ricerca sugli effetti delle radiazioni dei cellular sulla salute dei consumatori finanziato dall'industria della telefonia mobile.

 

Per quanto controverso, malgrado i dubbi di alcuni degli scienziati che vi hanno contribuito, dallo studio emerge comunque una forte correlazione tra l'uso continuato dei cellulari - oltre dieci anni - e un significativo aumento percentuale di casi di cancro del cervello.

 

La nuova normativa impone dunque ai rivenditori di esibire la "specific absorbance rate" di ogni modello in vendita. "Si tratta di una misura che aiuterà il consumatore a fare una scelta informata", ha affermato Sophie Maxwell, l'unica afro-americana del consiglio comunale e principale firmataria della misura. Ovviamente i commercianti e l'industria telefonica non ne sono entusiasiti e sostengono che creerà solo confusione: "Piuttosto che informare, l'ordinanza svierà i consumatori facendogli credere che alcuni modelli sono più sicuri di altri", ha affermato John Walls, vice presidente della Cellular Telecommunications and  Internet Association, "E inoltre i cellulari devono già rispettare le line guida della Federal Communication Commission". Limiti che però vengono contestati da molti perché ritenuti troppo blandi.

 

A poche ore dall'approvazione a San Franciso, la normativa è stata già riproposta in Maine e nello Stato della California.

 

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8.

FISICA

Ecco il neutrino mutante

cambia come un camaleonte

L’esperimento sul mattone più piccolo della materia: uno di tipo muonico è stato sparato dal Cern è stato raccolto al Gran Sasso sotto forma di tau. “È come se un cane si fosse trasformato in gatto durante la passeggiata”. E’ “L’oscillazione” teorizzata da Pontecorvo nel ‘’69

 

NON BASTAVA che il neutrino fosse una “particella fantasma”. Ora si è osservato che è anche “camaleonte”. I ricercatori del Cern di Ginevra e dei Laboratori del Gran Sasso hanno colto nell’atto di mutare pelle quello che è considerato il mattone più piccolo della materia, e il più abile a sfuggire agli strumenti di osservazione. Un neutrino di tipo muonico sparato dal Cern è stato raccolto al Gran Sasso sotto forma di neutrino tau. “È come se un cane si fosse trasformato in gatto durante la passeggiata” è l’esempio che usano i fisici. È la prima volta che questo fenomeno viene osservato in 15 anni di tentativi. E se toccare con mano questa nuova particella è stato difficile, farsi raccontare da lei i misteri dell’universo sarà ora una nuova avventura.

 

Quel che gli scienziati dell’Istituto nazionale di fisica nucleare che gestisce il laboratorio del Gran Sasso hanno osservato è stata l’”oscillazione” di un neutrino, un fenomeno teorizzato dal “ragazzo di via Panisperna” Bruno Pontecorvo nel 1969. Queste particelle possono assumere tre forme (o “sapori” come dicono gli scienziati). Esistono i neutrini uovici, elettronici e tau. Quando si cerca di calcolare quali siano le loro proporzioni (per esempio fra i neutrini emessi dal Sole), i conti puntualmente non tornano. Si sa per esempio che le reazioni nucleari all’interno della stella producono un certo numero di neutrini. E invece sulla Terra ne arriva solo un terzo. Una possibile spiegazione per il “mistero dei neutrini mancanti” è che i uovici (relativamente più semplici da osservare) si trasformino negli sfuggenti tau.

 

Per dimostrare questa teoria, Cern e Gran Sasso hanno deciso di effettuare un esperimento a distanza. Ginevra produce neutrini uovici e li spara in direzione dell’Abruzzo. Qui i rilevatori (apparecchi che funzionano come gigantesche macchine fotografiche) aspettano sotto a 1.400 metri di roccia e al riparo dunque dalle fastidiose radiazioni cosmiche che qualche particella cada nella rete. L’idea parte da lontano: le gigantesche sale del Gran Sasso, progettate trent’anni fa, sono orientate per questo scopo in direzione di Ginevra.

 

I primi fasci di neutrini sono stati sparati dal Cern nel settembre del 2006. A percorrere i 730 chilometri di distanza impiegano 2,4 millisecondi, perché viaggiano quasi alla velocità della luce e non interagiscono con nulla, neanche con la roccia (per questo è così difficile osservarli). La “rete” stesa al Gran Sasso per catturarli è “Opera”: un rilevatore di 1.300 tonnellate con 150mila mattoncini di piombo ricoperti da un’emulsione sensibile ai neutrini. Esperimenti simili a distanza erano stati tentati in Giappone a partire dal 1999 e negli Stati Uniti nel 2006, con i neutrini sparati dal Fermilab di Chicago e raccolti in una miniera nel Minnesota. In entrambi i casi si era osservato che molti uovici mancavano all’appello. Ma nessun tau si era mai affacciato nei rilevatori.

 

Pur essendo forse la particella più piccola dell’universo, il neutrino “mutante” è in grado di mandare a gambe all’aria il modello standard della fisica di oggi. Secondo i canoni tradizionali infatti i neutrini sono privi di massa. Ma la fisica quantistica impone che, per oscillare, una particella debba avere massa. Risolvere questa contraddizione vorrà dire ripensare in modo radicale il modello standard e anche, sperano alcuni, gettare luce sulle caratteristiche della materia oscura.

 

Pur essendo piccoli e sfiggenti, i neutrini sono infatti le particelle più diffuse nell’universo dopo i fotoni. Ogni secondo 60 miliardi di neutrini passano attraverso un’unghia del pollice. Ma solo uno all’anno interagisce con il nostro corpo (e senza conseguenze). Potrebbero essere loro gli ingredienti di quella “materia oscura” che esiste (perché fa sentire i suoi effetti gravitazionali nell’universo) ma non si vede (appunto perché è “fantasma” e non interagisce con nulla o quasi) di cui si ipotizza che sia formato il 23% del cosmo. Proprio ai neutrini, agilissimi e sfuggenti, è forse affidata la risposta più pesante sul futuro dell’universo: se la quantità di massa esistente è sufficiente per una nuova contrazione o lascerà che lo spazio si espanda all’infinito.

 

IL VIAGGIO DEI NEUTRINI

partenza: Cern

arrivo: Laboratori Infn del Gran Sasso

tragitto: 730 km

tempo di percorrenza: 2,4 millisecondi

profondità massima: 11,4 km

inizio dell’esperimento: 2007

neutrini uovici lanciati dal Cern: decine di miliardi ogni giorno

neutrini uovici osservati al Gran Sasso: una ventina al giorno

neutrini tau (che hanno subito l’oscillazione) osservati: uno in tutto

 

I NEUTRINI

Sono particelle subatomiche molto difficili da osservare

Attraversano indisturbati enormi spessori di materia

Ogni giorno il nostro corpo è attraversato da miliardi di neutrini

Ma solo uno all’anno interagisce con il nostro corpo, e senza nessuna conseguenza

Ne esistono tre tipi: muonico, elettronico e tau

 

L’OSCILLAZIONE

Dal Cern sono stati sparati neutrini uovici

Al Gran Sasso è stato raccolto un neutrino tau

Nel corso del tragitto, il neutrino è mutato

Questo fenomeno si chiama “oscillazione” dei neutrini

Era stato teorizzato da Bruno Pontecorvo, ma mai osservato

Pontecorvo era uno dei “ragazzi di via Panisperna” che lavorarono con Enrico Fermi

 

LE CONSEGUENZE

Se i neutrini possono oscillare, vuol dire che hanno una massa

Il modello standard della fisica, quello accettato generalmente, non prevede che i neutrini abbiano una massa

Alla luce della scoperta del Gran Sasso, bisognerà correggere il modello standard

 

IL SOLE

Da 15 anni si osservano i neutrini del Sole

Sulla Terra ne arrivano molto pochi rispetto a quanto ci farebbe pensare il tipo di reazioni che avvengono nella stella. Una possibile spiegazione è che i neutrini del Sole subiscano l’oscillazione

 

IL GRAN SASSO

Il neutrino tau è stato osservato da un apparecchio che si chiama “Opera 1”

È una gigantesca macchina fotografica per neutrini che pesa 1.300 tonnellate

Al suo interno ha 150mila mattoncini di piombo rivestito di emulsione fotografica.

 

 

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9.

Da I3MKH Mirko Boscolo

Sezione ARI di Chioggia Sottomarina

Le conferme di i3mkh

                  

   

 

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10.

Comparazione offerte Internet

 

Internet a casa e in mobilità, ecco le offerte OPERATORE

OFFERTA

VELOCITA’

COSTI

EXTRA

Fastweb

Joy

10/10 Mbps su fibra (solo grandi città); 20/1 Mbps su Adsl (maggior parte delle città); 6/1 Mbps su Adsl in zone periferiche

29,90 euro al mese. 34,90 euro al mese fuori da rete Fastweb. 9,90 euro di attivazione

4 e-mail da 1 GB e 10 ore al mese in Hspa, con chiavetta modem inclusa (in alternativa: 10 euro al mese in traffico cellulare voce). No canone Telecom

Tiscali

Unica Light Ovunque

8/0,512 Mbps (Solo su rete iscali)

29,95 euro. 14,95 al mese fino al primo gennaio 2010

1 casella da 10 GB con antivirus e antispam, 300 MB di spazio Web, più illimitate telefonate verso rete fissa nazionale al solo scatto alla risposta (15 cent), chiavetta a 19 euro (con offerta flat o a consumo) e servizio Wiphone per chiamare in VoIP via cellulare (incluso numero 55 e telefonate nazionali fisse illimitate) e 1 sim iscali Mobile

Vodafone

Adsl Dati

7/0,512 Mbps

29 euro. 49 euro di attivazione (gratis con portabilità di numero fisso)

1 e-mail da 6 GB con antivirus e antispam, router Vodafone Station. Rete mobile: chiave Internet key inclusi con 30 ore al mese. No canone Telecom

Wind

Tutto Incluso

7.048/512 Kbps (8/0,512 Mbps su rete Wind)

Su rete Wind: 39,95 euro. 22,45 euro per un anno. Fuori da rete Wind: 44,95 euro al mese, 28,28 al mese per i primi 6.

3 e-mail da 1 GB, con antivirus e antispam, 150 MB di spazio Web, più chiavetta gratis per navigare in mobilità con SuperInternet (flat o a consumo).Più illimitate chiamate a numeri di rete fissa (ma in VoIP, se fuori da rete Wind). No canone Telecom

 

 

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11.

Mostre & fiere

 

 

25 - 27
giugno

FRIEDRICHSHAFEN
(Germania)

HAM RADIO

Messe Friedrichshafen G.m.b.H.

MARTINA FRANCA
(TA)

Fiera dell'Elettronica
in VALLE D'ITRIA

Ingresso gratuito
Info: Antonio
Cell. 360 488151
email: angfra@libero.it

03 - 04 luglio

CECINA
(LI)

COMPUTERFEST & RADIOAMATORE

Compendio Fiere

04
luglio

VILLAPIANA
(CS)

FIERA della RADIO, ELETTRONICA e COMPUTER

Ingresso gratuito
Pino - Cell. 339 4177459
email: pippoc54@yahoo.it

10 - 11
luglio

VALLEFIORITA (CZ)

Fiera dell'informatica e radioamatore

Ingresso gratuito
info via email: comitato.fiera@libero.it

17 - 18
luglio

LOCRI
(RC)

MOSTRA MERCATO DEL RADIOAMATORE

Ingresso gratuito
Sez. Cisar Locri

 

 

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12.

Da IK8JZK Ruggero  Billeri Napoli

 

Generatore elettrico manuale autocostruito

 

Il principio di Lenz enuncia: una spira che ruota in un campo magnetico e taglia perpendicolarmente le linee di forza magnetiche si genera ai capi del circuito una forza elettromotrice indotta o tensione e se il circuito è chiuso si ha una corrente elettrica secondo la formula BLV dove B coefficiente di mutua induzione o intensità del campo magnetico, L lunghezza della spira (molte spire) V velocità di rotazione della spira nel campo magnetico, questi tre fattori sono direttamente proporzionali tra loro, come si vede dalla formula si può avere una maggiore tensione in uscita dal generatore aumentando B aumentando L e aumentando V. Lo scrivente modificando un motore per lavatrici che ha due avvolgimenti e lasciando invariati gli stessi e puntando il tutto sul fattore B cioè aumentare l’intensità del campo magnetico.

Nota: è la stessa cosa se la spira sta ferma e a ruotare è il campo magnetico.

Su detto motore per lavatrici modificato, sullo statore e sull’avvolgimento più lungo viene prelevata la tensione monofase a 210 volt c.a. atta ad alimentare una lampada a basso consumo di 40-50 Watt. La modifica apportata al motore per lavatrice riguarda la parte ruotante eliminando dal rotore il blocco rotante (induttore) e varie ventole di raffreddamento e fissando sull’asse del rotore mediante n.2 fori  due basette di alluminio su cui sono appoggiati con polarità opposte n. due supermagneti estremamente pericolosi da maneggiare tanto che sull’involucro è stampigliato il teschio e hanno le seguenti dimensioni 50X50X20 millimetri e sono acquistabili presso www.supermagnete.com  Per ottenere una tensione in uscita di 210 volt e necessario far ruotare con puleggia primaria del diametro di 40 centimetri e  relativo asse e manovella e cinghia di trasmissione l’asse del generatore.

 

NOTA IMPORTANTE SULLA PERICOLOSITA’ DEI SUPERMAGNETI

La loro pericolosità è dovuta all’intenso campo agnetico che sprigionano, si consiglia di maneggiarne uno alla volta onde evitare attrazioni reciproche. Se disgraziatamente la vostra mano dovesse rimanere imprigionata da due supermagneti (uno sopra ed uno sotto) avete pochi secondi per indirizzare la vostra mano su di una massa ferrosa cosi facendo i supermagneti saranno attratti dalla massa ferrosa liberando la vostra mano. Detti supermagneti se attaccati ad una piastra di ferro per staccarli occorre una forza superiore al quintale. Altro inconveniente che può succedere è quello che due supermagneti possono rimanere attratti fra di loro per separarli munirsi di grosso cacciavite ed un martello e martellando introdurre il cacciavite nel punto di unione una volta che si è creata un’apertura sempre martellando introdurre nella stessa una tavoletta di compensato quindi appoggiare su di un tavolo di legno uno dei due supermagneti e con forza cercare di far scivolare uno dei due supermagneti sotto il piano del tavolo perché si stacchi dall’altro

 

Cordiali saluti ai lettori del Radiogiornale

 

Da ik8jzk Ruggero Billeri Napoli

 

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13.

Da: Alberto Mattei - IT9MRM [it9mrm@gmail.com]

 

 

CONTEST S. BARBARA 2009

 

Scusandoci con quanti hanno partecipato alla 5^ edizione dell'A.R.M.I. International Contest di S. Barbara del 2009 e con zelo hanno, nei termini previsti, inoltrato i loro log, comunichiamo che, a seguito di gravi problemi familiari, il Contest Manager non ha ancora potuto redigere le relative classifiche.

 

Per sopperire tale problematica, poter redigere le classifiche di merito e procedere alla proclamazione dei vincitori, si è quindi deciso di richiedere, a quanti hanno partecipato, un nuovo invio in formato elettronico. L'indirizzo email al quale re-inviare il log, corredato di opportuno "summary sheet", è: s.barbara@aribassolazio.it

 

Siamo certi capirete il problema!!! Grazie!!!

 

I log dovranno pervenire entro fine settembre 2010 ed entro i primi di Ottobre saranno divulgate le relative classifiche e saranno inviati i relativi premi.

 

Grazie della tua gentilezza, un cordiale saluto

 

Alberto Mattei, IT9MRM

Coordinatore Nazionale ARMI

http://www.assoradiomarinai.it

 

 

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14.

Da: ik0zcw Alberto [ik0zcw@virgilio.it]

 

RU13 Monte Guadagnalo (RM) shift + 5.0 Mhz

 

Segnalo che a causa di alcuni disturbi, e’ stato cambiato lo shift del ripetitore CISAR ROMA RU13 Monte uadagnalo (RM): 430.325 + 5.0 MHz

Un grazie al manutentore nonche’ vicepresidente I0NLV Nicola Botte.

 

Aggiornate le memorie delle vostre radio e provate l’RU13 !!!

 

IK0ZCW Alberto Devitofrancesco

Presidente CISAR sezione di Roma

www.cisarroma.it

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15.

Da: IZ1ESH [iz1eshbeppe@tiscali.it]

 

IK1ZNN Silent Key

 

Gent.mo chi legge,

con rammarico, vorrei far sapere a tutti quelli che lo conoscevano, che lo stimavano per il suo modo di fare Radio e di essere gentile con tutti, che oggi, 07 Giugno 2010 ci ha lasciati l'amico IK1ZNN Piero.

 

                IZ1ESH Giuseppe

 

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16.

MERCATINO RADIOAMATORIALE

 

Da: ik8ltb@email.it

 

VENDO TS530S + AT230 + VFO 230 (da riparare)

 

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IK8LTB Francesco Cosenza

skype: ik8ltb, Francesco - Cosenza

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IK1SLO - Gabriele

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stili vari, ecc.

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valuteremo insieme ciò che disponete. Annuncio sempre valido.

NON sono graditi sms per informazioni o contrattazioni riguardanti il

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NON rispondo a telefonate con numeri anonimi o non visibili.

Per eventuali spedizioni, i pagamenti saranno da effettuarsi

anticipatamente.

NON invio in contrassegno.

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IW3 SID - Andrea tel. [+39] 3474907504 (ore pomeridiane)

e-mail: iret.friuli@libero.it

 

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17.

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