Radiogiornale 33
Dicembre 2001 Periodico telematico indipendente
DEDICATO A MARCONI
I Radioamatori esistono da 100 anni!
Sommario:
- Celebrazione del Centenario del primo collegamento
transatlantico con la partecipazione delle piu' alte
cariche delle Stato insieme ai radioamatori
- Intervista a Ludovico Gualandi I4CDH grande studioso di Marconi
- Marconi contro i monopoli del telegrafo via filo
- Lettera aperta al Sindaco di Bologna
- Speciale Radio Uno su Guglielmo Marconi
- Saggio su Marconi
- Lo stravolgimento della verita' storica
- Conferenze di Guglielmo Marconi
- Il Brevetto 7777
- Pagamento annuale tassa di radioamatore
- Informazioni Radamato
- SSTV e PSK31
- SK
- Mercatino Radioamatoriale
- Informazioni sul Radiogiornale
Le piu' alte cariche dello Stato
celebrano con i Radioamatori
il centenario del primo collegamento
tra le due coste dell'Atlantico
STAZIONE RADIOAMATORIALE SPECIALE IY0GM
Ma le Celebrazioni ufficiali non bastano pI necessaria una profonda
revisione culturale e storica, a cominciare dalla scuola, sulle
invenzioni e
sull'opera del genio della radio, IL PRIMO RADIOAMATORE DEL MONDO!
Il Governo assuma una forte iniziativa a tutti i livelli per
ristabilire la verit!
Oggi 12 dicembre tra le ore 9 e le ore 16 viene attivata una
stazione
radioamatoriale presso la sede del Ministero delle Comunicazioni,
in occasione del centesimo anniversario della prima trasmissione
via etere a lunga distanza,effettuata da Guglielmo Marconi.
il Ministro delle comunicazioni on. Maurizio Gasparri,ha invitato una
rappresentanza di radioamatori italiani, di varie Associazioni che opererano
una stazione radio,a cui e' stato assegnato il nominativo particolare di
IY0GM.
Presenti alla Manifestazione le massime Cariche dello Stato, il Presidente
della
Repubblica Ciampi ed il Presidente del Consiglio Berlusconi, ed altri.
La stazione radio, che trasmette sulle principali bande assegnate
al servizio di radioamatore in Italia, e' stata installata nell'Aula Magna
dell'edificio del Ministero delle Comunicazioni di viale Europa in Roma e
e' gestita da una rappresentanza di tutte le maggiori Associazioni.
Inoltre, e' stata appositamente creata una cartolina (qsl) che verra' inviata
a
tutti coloro che effettueranno il collegamento,e alle stazioni di radio
ascolto che ne richiederanno il rilascio.
La richiesta di conferma potra' essere inviata entro la fine di dicembre,
presso:
IYOGM
Ministero delle Comunicazioni
Roma Eur
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INTERVISTA
a Lodovico Gualandi,
marconista tout-court.
Il genio oltre lo spazio.
Guglielmo Marconi supero'
la scienza nota.
di Rita Bettaglio.
Guglielmo Marconi: chi era? cosa ha fatto?
Possono sembare queste domande superflue, retoriche:
tutti hanno sentito parlare di Marconi, ne hanno un
pur vago ricordo, magari scolastico. Ma se chiedessimo
qualcosa di pi-, quasi sicuramente ci sarebbe pi- di
un ingegnere che dovrebbe confessare di non saperne
quasi nulla.
Marconi, purtroppo, in Italia rischia di trasformarsi
in un "caro estinto", una fotografia in seppia, come
tante, ma dimenticato in fondo ad un cassetto: il
cassetto della nostra memoria storica, della nostra
cultura scientifica, della nostra coscienza civile.
Eppure all'estero, in Inghilterra soprattutto, e'
stato ed e' portato in palmo di mano. PerchS in
Italia, il paese che Marconi am sempre e mai rinneg
(pur avendo la possibilit. di assumere la cittadinanza
inglese), S quasi dimenticato o messo alla stregua di
un praticone qualunque che,nel proprio garage, si
diletta a giocare allo scienziato?
Che fine ha fatto la legge 276 del 28 /03/1938 che
stabiliva: "Il 25 aprile, anniversario della nascita
di Guglielmo Marconi, S dichiarato, a tutti gli
effetti, giorno di solennit. civile"?
E' stata abrogata? Quando e perche'? Non vorremmo
scoprire che, il giorno in cui si festeggia la
Liberazione di tutti gli italiani, l'unico prigioniero
dell'oblio e della noncuranza fosse proprio Guglielmo
Marconi. Per continuare i propri studi, gia' molto
avanzati, il nostro Marconi, emigro' nel 1896, a 22
anni: dovr. forse emigrare anche dalla memoria del suo
paese?
Il 12 dicembre prossimo cadra' il centenario della
Prima Trasmissione Transatlantica.
Di questo ed altro abbiamo parlato con Lodovico
Gualandi, 35 anni alla Rai, marconista volontario in
spedizioni scientifiche e studioso di Marconi da una
vita.
Gualandi e', come Marconi, bolognese e proprio non
riesce a digerire che nella sua citta' non ci sia
neppure una scuola intitolata al grande scienziato,
premio Nobel per la fisica nel 1909.
-Sig. Gualandi, allora, chi era e chi e' oggi
Guglielmo Marconi?
Guglielmo Marconi e' stato ed e' lo studioso che ha
ricevuto il maggior numero di onoreficenze. Fu onorato
in tutto il mondo da monarchi e capi di stato che gli
inviarono attestati di riconoscimento per il valore
sociale ed umanitario della sua opera. Era considerato
un benefattore dell'umanita'.
Fino al 1945 una data anniversario, che doveva essere
rispettata come legge dello Stato, lo ricordava agli
italiani.
Oggi persino molti bolognesi non sanno neppure che
Marconi sia nato a Bologna, a pochi passi dalla
Basilica di San Pietro, dove fu battezzato il 27
aprile 1874.
- Quali sono le principali tappe dello svolgersi
dell'opera di Marconi?
L'opera di Marconi puo' essere suddivisa in periodi:
il primo, italiano, inspiegabilmente ignorato, sfocio'
nel trasferimento in Inghilterra ed il brevetto
(1896). Egli concepi' il sistema ricetrasmittente che
sarebbe presto divenuto la radio al principio del 1895
e lo realizzo' nell'autunno dello stesso anno.
Seguirono altri periodi, dal 1896 al 1914, dal 1915 al
1930 e da qui alla prematura scomparsa nel 1937.
Marconi ebbe a dire, con amarezza: "Se fossi stato
ascoltato, l'Italia avrebbe avuto la possibilita' di
idventare praticamente padrona della vasta
organizzazione da me avviata, svincolandosi dal nodo
scorsoio delle Compagnie straniere".
Egli dimostro' gia' nel 1900 che la curvatura
terrestre non impediva la propagazione delle onde
elettriche ed il 12 dicembre 1901 pote' effettuare la
prima trasmissione transatlantica, evento di
straordinaria importanza concettuale e pratica.
I suoi campi di indagine furono molteplici e sempre
d'avanguardia, dagli studi che portarono alla radio
all'intuizione sul radar.
- Marconi fu uno scienziato od un tecnico?
Se per scienziato si vuole intendere quello studioso
che fa progredire la scienza, Marconi fu uno
scienziato che "super" la scienza del suo tempo.
- Le sue sono invenzioni o scoperte?
Le sue furono invenzioni e scoperte scientifiche nello
stesso tempo. Invenzione risulto', infatti, il suo
primo ed unico sistema ingegneristico in grado di
permettere le radiocomunicazioni: nessun altro sistema
era in grado di farlo. Per questo motivo coloro che
vollero radiocomunicare, dalla Marina di Sua Maesta'
Britannica a quella del Kaiser di Germania e degli
USA, quando non ricorsero al suo sistema, dovettero,
giocoforza, imitarlo nei particolari fondamentali. Le
sue scoperte fondamentali furono che, con il sistema
da lui approntato, la debole energia elettromagnetica,
che tutti credevano inutilizzabile, poteva compiere un
lavoro a grande distanza e superare la curvatura
terrestre. Egli dimostro', col collegamento Europa-
America, che sulla terra non vi erano distanze che le
onde elettromagnetiche non potessero superare.
- Marconi fu spesso sottovalutato e fatto segno di
aspre critiche. quali sono i punti salienti delle
controversie di cui fu oggetto?
Marconi non pote' subito rivelare alcune delle proprie
basilari scoperte: se lo avesse fatto avrebbe permesso
ai suoi rivali e concorrenti di prevaricarlo. Le
severe norme sul brevetto, poi, non permettevano di
divulgare notizie prima dell'accettazione definitiva.
Inoltre Marconi otteneva risultati clamorosi che le
teorie dell'epoca non erano in grado di spiegare.
Autorevoli scienziati, come A. Righi, o Lodge,S.
Thompson e H. PoincarS affermavano, calcoli alla mano,
che una simile esperienza sarebbe stata impossibile.
Fu cosi' che in alcuni ambienti scientifici si creo'
un malcelato rancore e si diffuse ad arte la voce che
Marconi non meritasse tanta gloria perche' si era
limitato a mettere abilmente insieme invenzioni ed
idee che non gli appartenevano. Egli fu amareggiato da
molte controversie e dovette sostenere cause e
procedimenti giudiziari, che si conclusero con la
vittoria, postuma.
- Ci parli un po' della vicenda Popov.
La vicenda del fisico russo Aleksandr Popov e' assurda
e patetica. In Russia egli S ancora considerato il
"vero inventore della radio", anche per colpa nostra,
perchS nessuna nostra accademia scientifica si S mai
premurata di far conoscere ai russi la verita'. Popov
fu un onestissimo ed integerrimo pioniere delle prime
radiocomunicazioni, ma non invento' nulla che potesse
essere utile al brevetto Marconi. Egli inizio' i suoi
primi esperimenti di telegrafia senza fili solo nel
dicembre 1897, quando tutti potevano ormai imitare il
sistema Marconi. Cos fece anche Popov.
Il paradosso e' che nel 1994 consulenti italiani
fecero emettere all'Amministrazione Postale di San
Marino un francobollo dedicato a Popov, con una
motivazione che posso dimostrare non veritiera e che
offende la memoria di Marconi.
- Marconi fu scienziato ed italiano. Che italiano fu ?
Se di Marconi non si potesse dire altro, si dovrebbe
riconoscere che e' stato uno dei piu' sinceri patrioti
, un concittadino che, quando si trattava di servire
il proprio Paese, rinuncio' sempre agli interessi
personali. In Inghilterra seppe resistere alle
lusinghe di immediati favori, che avrebbe certo
ottenuto se avesse assunto la cittadinanza inglese.
Egli volle, invece, restare italiano.
Fu questa la sua colpa?
Per finire vorremmo che rievocasse per noi la prima
trasmissione transatlantica ma il tempo, purtroppo, e'
tiranno.
Ne riparleremo il 12 dicembre.
Rita Bettaglio
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Riceviamo
da: Enrico Campagnoli
Presidente F.I.R. CB
12 dicembre 2002:
contributo a ricordo del centesimo
anniversario
della prima trasmissione transoceanica di Gugliemo Marconi.
12 dicembre 1901:
Trasmissione da Poldhu in Cornovaglia a S. Giovanni di
Terranova
Il centesimo anniversario
della prima trasmissione
transoceanica di Gugliemo Marconi:
della sua battaglia contro i regimi
monopolistici telegrafici nazionali .
La celebrazione in Italia del centenario della trasmissione transoceanica
del 12 Dicembre 1901 e' un doveroso tributo di ammirazione e di stima a
Guglielmo Marconi da parte delle massime autorita' del Paese, ma anche la
celebrazione della sua battaglia contro i regimi monopolistici telegrafici
nazionali.
Le prime esperienze dell'utilizzo delle comunicazioni telegrafiche senza
fili a lunga distanza su navi commerciali prima del luglio del 1900 avevano
portato a risultati modesti e scoraggianti, per la mancanza di selettivita',
denunciata dallo stesso Marconi nel suo famoso "paper" all'IEE del 2
marzo 1989.
La partecipazione alle manovre navali inglesi del 1899 avevano dato dei
risultati incoraggianti per il superamento da parte dei segnali della
curvatura terrestre, di una massa d'acqua di poco meno di duecento metri,
come egli stesso ha detto nel suo discorso alla Royal Institution il
2 Febbraio 1900. Marconi con il suo brevetto inglese "dei quattro sette"
del 26 Aprile 1900, aveva risolto il problema, accordando sulla
stessa frequenza ( o su sue armoniche ) tanto il circuito oscillante del
trasmettitore, quanto del ricevitore con la rispettiva antenna.
Il monopolio dei servizi telegrafici nazionali avrebbe ucciso
sul nascere
comunque la sua societa', la Marconi Co. Allora egli scelse, anche con
la viva opposizione di alcuni membri del Consiglio di Amministrazione della
sua stessa societa', aumentando la potenza dei trasmettitori, di comunicare
a grande distanza, di tentare la comunicazione transoceanica: era il solo
modo di consentire uno sviluppo commerciale alla telegrafia senza fili e di
aggirare le restrizioni imposte dai monopoli nazionali dei servizi
telegrafic.
La societa' avrebbe ora dovuto rischiare grosso, non investire
piu' poche
sterline in fili e batterie, ma migliaia e migliaia di sterline in
imponenti stazioni; tutto sembro' fallire quando da entrambe le parti
dell'Atlantico le grandi antenne furono distrutte dalla furia degli elementi
atmosferici.
Se in Cornovaglia le cose si misero male, ancora peggio
andarono in America.
La ricezione prevista prima a Cape Code nel Maine (USA), fu spostata in
Canada nei pressi di S. Giovanni di Terranova a Signal Hill, ove invece
della grande antenna ricevente prevista, per il grande vento, fu usato, in
modo fortunoso, un aquilone, dopo un ulteriore insuccesso con i palloni
pieni di idrogeno. La distanza era inferiore, di 2700 kilometri, ma
soprattutto un'azione legale della Societa' Anglo-Americana del Telegrafo,
che riteneva di essere la sola autorizzata ad usare il telegrafo con o senza
fili, avrebbe avuto minor possibilita' di successo. Marconi aveva dichiarato
al Resto del Carlino il 3 Aprile 1901: " Per ora il successo e' assicurato a
200 miglia ed e' successo confortato da un'infinita' di esperienze e di prove
tutte quante riuscite; ma non mi fermo li'. Ben altro cammino mi aspetta e mi
sento di percorrere! Le 400 miglia gia' balenano all'orizzonte e chi sa!
che prima del 1902, io non renda pubblico di aver trovato il modo di
telegrafare, senza bisogno di cavi sottomarini, attraverso l'Atlantico e al
costo, per parola, dieci volte inferiore a quello d'oggi di'".
Marconi aveva telegrafato via filo a Poldhu di inviare messaggi
radio dalle
ore 12.00 alle ore 15.00 di Terranova. Finalmente il 12 Dicembre alle ore
12.30, alle ore 13.38 ed alle ore 14.20 riceveva a Signal Hill in Terranova
i tre punti che indicano nell'alfabeto Morse la lettera S, nel vecchio
edificio militare che l'ospitava. L'oceano era superato, ma soprattutto la
sua societa' poteva non essere schiacciata dall'esistente monopolio.
Molti non credettero a Marconi, a cominciare dallo stesso
Edison che era pur
amico di Marconi.
Tuttavia la Societ Anglo-Americana del Telegrafo non manco' di minacciare
Marconi di un'azione legale, perche' Terranova era comunque nel Canada sotto
controllo britannico.
La Marconi &Co dovette spostare la stazione per evitare noie a Glace Bay,
sempre in Canada ma nella Nuova Scozia, ove era minore l'influenza
britannica e dove pote' continuare ad operare sgretolando il monopolio delle
comunicazioni telegrafiche, ma con non poche difficolta'.
Sarebbe curioso che in occasione del centesimo anniversario finisse
davvero, con l'assurda pretesa all'Abbonamento", il monopolio RAI, come
richiesto dalla nostra federazione (vedesi
www.fircb.it
<http://www.fircb.it/> ).
Cosi' e' cominciata una sfida che- come si vede - non e'
ancora finita, che
doveva conoscere ben altri traguardi, che oggi sono sotto gli occhi di tutti
e di altri traguardi che devono ancora venire. Marconi, morto alla vigilia
della seconda guerra mondiale, il 20 luglio 1937 a Roma, ha affidato la
sua visione del futuro ad un suo intervento in una trasmissione radiofonica
in America, al "Chicago Tribune Forum" l'11 marzo 1937, pochi mesi prima
di morire.
"La radiodiffusione con tutta la sua importanza che ha raggiunto ed i campi
inesplorati che restano ancora aperti - disse fra l'altro Marconi - non e' la
parte piu' significativa delle moderne comunicazioni, in quanto e' solo una
comunicazione a senso unico. Una maggiore importanza e' legata, a mio avviso,
alla possibilita' data dalla radio di scambiare comunicazioni ... La
peculiarita' dell'uomo, la caratteristica che segna la sua differenza e la
sua superiorita' sugli altri esseri viventi ........ E' costituita, penso,
dalla sua capacita' di scambiare con i suoi simili i suoi pensieri, i suoi
desideri, i suoi ideali, le sue preoccupazioni,...Ogni cosa che faciliti e
sviluppi questa veramente superiore capacita' deve essere, ardisco proporre,
salutata come il vero mezzo per il progresso dell'umanita'."
Sono parole che potrebbe pronunciare oggi il Ministro delle comunicazioni
nel nostro Paese.
Presidente FIR-CB
Enrico Campagnoli
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LETTERA APERTA
AL SINDACO DI BOLOGNA
Bologna, 20 dicembre
1999
LETTERA
APERTA AL SINDACO DI BOLOGNA
Citta' Europea della Cultura del 2000"
Signor Sindaco ,
con l'impegnativa carica assunta, Lei rappresenta oggi uno dei nove
Capoluoghi d'Europa proclamati ufficialmente "Citta' Europee
della Cultura
del 2000".
Bologna, per i contributi offerti nel campo delle discipline
umanistiche e
scientifiche, merita indubbiamente il titolo che le e' stato ufficialmente
conferito. Basterebbe a tale riguardo ricordare il giudizio espresso a
suo
tempo in Inghilterra nei confronti di uno scienziato bolognese:
Allorche' gli storici futuri passeranno in rassegna il principio del XX
secolo, vedranno in Guglielmo Marconi l'uomo pi-' significativo della nostra
epoca,
l'Uomo da cui la nostra era prende il nome: ( The Times Londra, 21 luglio
1937 ).
Sembra tuttavia che nell'ambito della nostra Universita' degli
Studi, questo
giudizio non sia condiviso con la dovuta consapevolezza:
basta
verificare i libri di testo per averne l'immediata testimonianza.
Una delle cause di questa deprecabile anomalia puo' essere imputata
anche al fatto che nel lontano 1945, la data anniversario che ricordava
Guglielmo Marconi agli italiani e che doveva essere rispettata come
legge
dello Stato , fu irresponsabilmente soppressa e nelle nostre scuole la Sua
figura e la Sua Opera vennero sempre meno ricordate. Ci sembra assurdo
dover constatare che un Ente del Turismo Svizzero ne parli oggi con maggiore
consapevolezza di quella che si puo' trovare nell'opera italiana curata dal
professor Umberto Eco: la Encyclomedia.
Se si pensa poi che anche una delle piu' antiche e prestigiose Case Editrici
bolognesi, da moltissimi anni divulga la notizia non veritiera
che Guglielmo
Marconi condusse i suoi primi esperimenti, utilizzando gli
apparecchi
perfezionati dal fisico russo Aleksandr Popov!, il fatto non
puo' che
testimoniare una lacuna della nostra cultura.
Le dico subito di non possedere licenze
ufficiali di nessun tipo, se non la competenza che deriva da cinquant'anni di
esperienza professionale nel campo delle radiocomunicazioni, e da almeno
vent'anni di ricerca in campo storico. Recentemente su una rivista
scientifica
di San Pietroburgo e' stata pubblicata una mia monografia sulla realta'
scientifica e verita' storica dell'opera di Guglielmo Marconi. Un fatto che
non
si era mai potuto verificare in Russia dove, nelle scuole e
nelle universita', si e'
sempre insegnato che l'invenzione della radio appartiene al fisico russo
Aleksandr
Stepanovic Popov.
Se Lei crede che Le possa essere utile avere
maggiori elementi di verifica per avviare una eventuale indagine conoscitiva,
La
prego di farmelo sapere. I contatti che ho avuto con alcuni storici russi mi
hanno fatto capire che alcuni di loro desideravano discutere questo argomento
fino dal 1991, ma sembra che nessuna Istituzione italiana abbia cercato di
favorire il dialogo.
Gli ambienti scientifici italiani infatti hanno sempre
negato
a Marconi l'originalita' e la rilevanza scientifica delle Sue prime
invenzioni
e scoperte e questa deplorevole anomalia non poteva che favorire la
distorsione
della verita' storica sull'opera di entrambi gli scienziati.
La conoscenza di questa verita' potrebbe colmare una
lacuna
della nostra cultura e permettere agli italiani di essere maggiormente
consapevoli e orgogliosi dell'appellativo conferito alla citta' che Lei,
Signor Sindaco,
oggi rappresenta nel mondo, e che Le auguro possa rappresentare per lunghi
anni a
venire.
Con Deferente Stima
Lodovico Gualandi
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SPECIALE RADIOUNO
su Guglielmo Marconi
RAI RADIOUNO ha presentato la notte scorsa uno speciale
"Notturno" dedicato al
1 CENTENARIO DEL 1 COLLEGAMENTO TRANSOCEANICO DI GUGLIELMO MARCONI.
Il programma dedicato a tutti i radioappassionati e' andato in onda
martedi' 11 dicembre 2001 dalle ore 24.00 : alle 5.00
FREQUENZE ED ORARI DI RICEZIONE
Onde Medie: 846 kHz ; 900 kHz ;
Onde Corte (in lingua italiana) 6.060 kHz (49 mt) ; 7.175 kHz (41 mt).
In attesa di leggere le tue impressioni e giudizi sullo speciale evento,
buon ascolto!
Cordiali saluti
Alfredo Gallerati - IK7JGI -
A.I.R. Associazione Italiana Radioascolto
redazione italiana di "Onde Radio"
<Voce del Mediterraneo> -Malta -
mailto: <galleratia@ba.dada.it>
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Saggio su Guglielmo Marconi::
quello che alcuni forse
desidererebbero conoscere
Il professor Giorgio Tabarroni dell'Universita' di Bologna, uno dei piu'
stimati e autorevoli studiosi dell'opera marconiana, in un pregevole saggio su
Marconi, scritto in occasione del centenario della sua nascita, espresse un
giudizio che non poteva prestarsi ad equivoci: "La storia della radio e' stata
scritta una infinita' di volte.
Tuttavia poche pagine della storiografia tecnico scientifica sono cosi' poco
attendibili come quelle che si riferiscono a tale argomento".
Sono passati oltre vent'anni e chi ha seguito con un certo interesse gli
eventi che hanno caratterizzato le celebrazioni per il centenario
dell'invenzione si sara' certamente accorto che la letteratura ufficiale che
ha
trattato questo argomento ha fornito l'indiscutibile prova della validita' di
quell'acuta osservazione.
In altre parole, nessuno e' riuscito a dimostrare che non
fosse vera, e le
versioni tuttora piu' accreditate sulla storia delle origini della radio
ricalcano le valutazioni gia' espresse nel passato, senza incoraggiare gli
studiosi a tentare di riesaminare quelle opinioni che, non poggiando su nessun
ragionevole fondamento che possa convalidarle, vennero appunto definite dal
professor Tabarroni come inattendibili.
In altre parole si potrebbe dire pertanto che, attraverso
le fonti
ufficiali, nessuno abbia finora offerto un contributo alla conoscenza della
verita' storica su quegli elementi scientifici fondamentali, i soli in grado
di
documentare l'assoluta priorita' di Marconi nell'invenzione del primo e unico
valido sistema di comunicazione a onde elettromagnetiche: la Radio.
Nel 1995 infatti anche la Russia ha celebrato il centenario
dell'invenzione
della radio... ma, in accordo con le dichiarazioni espresse a suo tempo dalle
autorita' del passato regime sovietico, i russi sono ancora convinti che la
radio l'abbia inventata Aleksander Stepanovic Popov.
Nel lontano 1962, in seguito ai continui veri e propri attacchi da parte
di
coloro che accusavano Marconi di "plagio e affarismo
pragmatico": il professor
Charles Susskind del Dipartimento di Ingegneria Elettronica dell'Universita'
di
Berkeley, constatato che dalle universita' italiane non si levava nessuna voce
di protesta, assunse personalmente le difese di Marconi.
Dopo il suo pregevole saggio intitolato "Popov e gli inizi
della
radiotelegrafia" (riconosciuto tuttora il piu' approfondito in materia di
origini della radio), il professor Susskind venne accusato dai russi di essere
un partigiano di Marconi, egli allora per difendersi da questa accusa rispose
a
quella critica e, per dimostrare che la sua disamina rispecchiava il
comportamento di uno storico imparziale affermo' che, per simpatia: "gli
sarebbe
stato forse piu' naturale essere dalla parte di quello scienziato pieno di
preoccupazioni, che lavorava con enormi difficolta' in uno scarso laboratorio
di
Stato russo, piuttosto che dalla parte di un dilettante non senza
impertinenza,
che e' stato sostenuto da grandiose risorse finanziarie, tendenzialmente
autoritario per natura, che doveva diventare un'importante personalita' del
partito fascista".
Noi restiamo convinti che uno studioso serio come il
Susskind per fare una
affermazione di questo genere sia stato ingannato dalla letteratura ufficiale
italiana che, parlando della personalita' di Marconi, si e' purtroppo espressa
piu' di una volta in senso cosi ingeneroso e fuorviante.
Dalle testimonianze storiche (non dai pettegolezzi) ci
risulta invece che
ogni pensiero di Marconi giunto fino a noi testimonia la sua estrema modestia
e
lealta' anche nei confronti dei suoi denigratori.
Egli subi' infatti molti torti ma per non ferire l'orgoglio dell'autorita'
costituita, di cui nutriva profondo rispetto e riverenza, preferi' sempre
tacere
e lasciare che parlassero i fatti.
I laboratori scientifici dei suoi tempi erano dotati di
buone attrezzature e
gli scienziati disponevano di assistenti qualificati: Marconi invece aveva
allestito a spese della sua famiglia un laboratorio in una soffitta e come
assistenti poteva disporre, saltuariamente perche' impegnati in altri lavori,
di
un fabbro, un falegname e un colono analfabeta ma prezioso perche' onesto e
fedelissimo: Antonio Marchi.
La radio nacque a villa Griffone di Pontecchio nell'agosto
del lontano 1895:
quando Marconi fece la basilare scoperta scientifica che delle onde
elettromagnetiche di determinata lunghezza e polarizzazione del campo
elettrico
avrebbero potuto propagarsi a distanze insospettate.
Quando Marconi comprese che per sviluppare la sua scoperta
scientifica
sarebbero occorse grandi risorse finanziarie, la radio era pertanto gia' nata,
ma si sarebbe sicuramente fermata a quel primo stadio del suo sviluppo: uno
stadio, inutile dirlo, che non avrebbe convinto nessuno circa la sua utilita'
pratica e le sue possibilita' future.
Non si puo' pertanto continuare a rimproverare a Marconi di
aver compreso
che una invenzione come la sua, per essere sviluppata e messa al servizio
dell'umanita', doveva trovare subito una applicazione industriale.
Il danaro era necessario allora come e' necessario oggi a
quelle riviste che
si sostengono con i contributi dello Stato e che per questo sono molto attente
a
non infrangere le direttive impartite da chi offre le sovvenzioni.
Coloro che invece si accorgono che certe opinioni
potrebbero essere
migliorate a tutto vantaggio della conoscenza della verita' non sembrano
essere
graditi, perche' costringono a rivedere e forse a dover modificare delle
opinioni che si ritengono consolidate unicamente perche' sono state espresse
da
fonti considerate ufficiali per la loro autorevolezza.
La storia sembra pertanto non aver insegnato nulla, infatti anche se le
ipotesi sulle radio e' comunicazioni espresse da Augusto Righi
nel lontano 1897
si dimostrarono errate, mentre quelle di Marconi si dimostrarono
scientificamente esatte, non importa; non importa neppure se il premio Nobel
per
la Fisica lo ricevette Marconi e non Righi: si continua ufficialmente a
credere
a quello che affermo' Righi e basta.
Evidentemente qualcosa sotto questo aspetto non ha
funzionato e non funziona
ancora: crediamo pertanto che sia ragionevole cercarne la ragione e questa e'
solamente possibile mediante un dialogo aperto: se si ha veramente
l'intenzione
di invertire una tendenza che non fa certo onore ai compatrioti di Marconi.
Lo scopo della scienza dovrebbe essere la scoperta della
verita': gli fa
pertanto un brutto servizio chi tenta di occultarla o peggio ancora chi tenta
di
mistificarla per ragioni di prestigio nazionalistico.
Bibliografia essenziale:
- PROCEEDING OF THE IRE, 50 (1962), pp.2036 - 2047.
- BIBLIOGRAFIA MARCONIANA DEL CNR, Giunti-Barbera 1974.
- LA TELEGRAFIA SENZA FILO, Zanichelli - 1903.
Articolo tratto da: Elettronica Flash, Novembre 1998, pagina 55.
Per contattarci scrivete a
marconi@lycosmail.com Grazie.
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LO STRAVOLGIMENTO
DELLA VERITA' STORICA
Bologna, 26 giugno 2000
Le accuse di uno studioso bolognese
Sento il dovere di manifestare il penoso stupore e
l'indignazione provata nel leggere sull'ultima edizione del Dizionario
Enciclopedico 2000, edito dalla Casa Editrice Zanichelli, le note sul profilo
scientifico dell'opera di Guglielmo Marconi.
Il tombale epitaffio con cui viene affossata la gloria di Marconi e' di una
inconsapevolezza inaudita.
Di Lui viene sbrigativamente fornita una immagine avvilente, che sminuisce la
Sua grande statura di scienziato e persino la Sua figura morale, presentandolo
come un opportunista che ha fatto propri gli strumenti "messi a punto" da
altri
(Popov e Branly). Ma allora nel 1909, i giudici di Stoccolma, nel conferire
il premio
Nobel per la Fisica a Marconi, che abbiano voluto forse premiare le sue doti
di
assemblatore, di scippatore sfrontato, lesto piu' di mano che di mente?.
Non e' questa la sede per compiere il necessario esame storico critico
dell'opera di Marconi (che e' stata ricca e feconda per tutto il corso della
sua
vita) ma , da quello che si e' costretti a leggere, pare che ce ne sia davvero
bisogno.
Quella di Popov inventore della radio e' una fola che, in auge nella Russia
staliniana , ha avuto vasta eco sulla stampa italiana di stretta osservanza e
ortodossia sovietica. Ma anche dopo la caduta del Muro, l'Universita' di
Leningrado
(pardon di San Pietroburgo) continua a celebrarlo come un eroe Nazionale.
Bologna invece, per bocca della Zanichelli, sembra disposta a svendere il
proprio eroe (autentico).
Gli inglesi non sono mai stati molto indulgenti con gli italiani, accusati, a
torto o a ragione, di essere spesso piu' furbi che geniali ma, se si puo'
concedere credito alla Enciclopedia Britannica, Popov, pur essendo uno
studioso
e un ricercatore di tutto rispetto, non era riuscito suo
malgrado a scoprire la strategia
vincente.
Fu infatti il folgorante e rapido successo ottenuto da Marconi (dopo il
brevetto
del 2 giugno 1896) ad indurre negli anni successivi Popov ai suoi primi
veri e
propri tentativi di telegrafia senza fili, sfruttando naturalmente come
dovettero fare gli altri, le scoperte scientifiche e gli apparecchi messi a
punto da
Marconi in quel sistema ingegneristico , chiamato appunto MARCONI'S WIRELESS
o SISTEMA MARCONI.
Non pochi sanno che l'Enciclopedia Treccani alla voce Marconi, informa che
la priorita' delle Sue scoperte e' provata : "dall'unanime ed esplicito
riconoscimento di quelli che sono spesso citati come Suoi precursori: Sir
Oliver
Lodge e Sir William Preece in Inghilterra, Adolph Slaby in
Germania, Edouard
Branly in Francia e Aleksandr Popov in Russia".
Ma i pregiudizi sono duri a morire. Tutti gli scienziati fanno tesoro dei
contributi di coloro che li hanno preceduti. L'orgoglioso Newton diceva di se'
"sono salito sulle spalle di giganti". Anche altri uomini illustri, parlando
di
se', hanno usato con modestia l'antico motto "siamo nani sulle spalle di
giganti".
Ma nell'Enciclopedia Zanichelli, Marconi non ha le dimensioni del nano ma
della
pulce; della pulce che succhia il sangue dei giganti: Ed i giganti, si badi
bene, non sono Maxwell e Hertz, ma Popov e Branly,
Tutto cio' suona davvero come una beffa, perche' se non ci
fosse stata l'opera
di Marconi, il ricordo di molti altri scienziati sarebbe caduto nell'oblio da
tempo.
Nell'anno duemila , in cui si propone, a livello mondiale, Bologna come citta'
della cultura, una istituzione bolognese di solide tradizioni culturali
(l'Editrice Zanichelli) mette alla gogna l'unico nostro concittadino di questo
secolo, che goda giustamente di fama ubiquitaria. Anche a voler considerare
un
solo aspetto della sua opera, quanti hanno avuto salva la vita grazie ai
segnali di soccorso lanciati dai marconisti, sui mari di tutto il mondo?.
Lo stravolgimento della verita' sull'Opera di Marconi non e' solo
disinformazione e travisamento ma un autentico sfregio all'uomo che incarna
a buon diritto uno dei simboli luminosi del nostro tempo, un
uomo che ha
aperto genialmente la strada ad una delle piu' grandi
rivoluzioni scientifiche
(e culturali) del secolo.
Marconi ha trovato ascolto e gloria in terra straniera e Bologna non sembra
avere debiti di gratitudine Quando si potra' sperare dalle nostre Istituzioni
una
doverosa inversione di tendenza?.
Lodovico Gualandi I4CDH
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CONFERENZE DI GUGLIELMO MARCONI
Il Coesore o Coherer e l'antenna
Coherer: Tipo di coesore Marconi 1894
Coherer rinvenuto nel 1919 in un mucchio di rottami presso la Villa Griffone a
Pontecchio. poiche' in quel luogo Marconi negli anni successivi non ebbe piu'
occasione di fare soste prolungate, questo coherer deve essere stato da lui
costruito, e verosimilmente scartato, prima della sua partenza per
l'Inghilterra, all'inizio del 1896. Esso e' del tutto simile ad un secondo
esemplare che e' esposto in un museo di Stoccolma con l'indicazione (Coherer
di
Marconi del 1896) e che e' stato effettivamente usato. Il piccolo rivelatore,
che una delle due figure riproduce ingrandito, ha reofori saldati sul vetro e
all'interno elettrodi d'argento con una piccola quantita' di limatura, che non
presentano rivelanti ossidazioni. Il coherer, della lunghezza di un paio di
centimetri, e' montato su di un frammento di tubo di vetro di notevole
spessore
che funge da supporto, rigido e isolante.
Dalla Conferenza pronuziata da Guglielmo Marconi il 2 marzo
1899 a Londra in una
riunione della Institution of the Electrical Engineers.
"La "telegrafia senza fili" o telegrafia attraverso lo spazio
senza fili di
connessione e' argomento che ha suscitato molta attenzione fin da quando
furono
resi noti i risultati delle prime esperienze da me effettuate in questo paese.
Non mi propongo questa sera di esporre le mie idee o di discutere la teoria
del
sistema sulla cui base ho fatto tante prove, e grazie al quale io ho
realizzato
vari impianti. Vorrei invece sottoporvi notizie precise intorno a quanto e'
stato fatto da me e dai miei collaboratori in questi ultimi dodici mesi,
nonche'
alcuni dati sicuri relativi ai meszzi da me impiegati per ottenere tali
risultati. Molto si e' scritto su questo argomento, con maggiore o minore
esattezza, e non credo che alcuno dei presenti sia completamente all'oscuro
delle caratteristiche generali del sistema.
Prima di addentrarmi nella mia esposizione desidero dichiarare che ogni
successo
da me conseguito nella pratica applicazione della telegrafia senza fili e'
dovuto in molta parte alla preziosa collaborazione dei miei assistenti.
Credo, innanzi tutto, opportuno descrivere brevemente gli apparecchi.
Trasmettitore - Se vogliamo superare grandi distanze e se non e' necessario
che
i segnali siano trasmessi in un sola direzione definita, io utilizzo per la
trasmissione un dispositivo, illustrato dalla figura 1, nel quale due piccole
sfere, connesse agli estremi del secondario di una bobina di induzione, sono
collegate rispettivamente l'una alla terra e l'altra ad un conduttore
verticale
W, che chiamero' aereo.
Se invece e'necessario dirigere il fascio dei raggi in una data direzione io
preferisco far uso di un dispositivo simile all'oscillatore di Righi, posto
lungo la linea focale di un adatto rflettore parabolico cilindrico f.
Il trasmettitore funziona nel seguente modo: quando si preme il tasto b, la
corrente della batteria aziona il rocchetto c, che carica le sfere
dell'oscillatore di Righi o il conduttore verticale W, che si scarica a sua
volta attraverso lo spinterometro.
La scarica e' oscillante, e il sistema delle sfere e il
conduttore isolato si
comportano come un radiatore di onde elettriche. Come e' facile comprendere,
abbassando il tasto per intervalli brevi o lunghi, si possono emettere brevi o
lunghe successioni di onde, che, influenzano il ricevitore, producono in esso,
secondo la loro durata, degli effetti brevi o lunghi, permettendo in questo
modo
la riproduzione dei segnali Morse o altri segnali emessi dalla stazione
trasmittente.
Ricevitore - Uno degli elementi principali del mio ricevitore
e' il tubo
sensibile o coesore, scoperto, credo di aver ragione nell'asserirlo dal prof.
Calzecchi-Onesti di Fermo, perfezionato da Branly e modificato da Lodge e da
altri. L'unico tipo di coesore, che io ho potuto trovare sicuro ed efficiente
per le trasmissioni a grande distanza, e' quello progettato da me e illustrato
nella figura 1. Esso consiste in un piccolo tubo di vetro, lungo 4 centimetri,
nel quale vengono introdotti e fissati due poli metallici j1 e j2. Questi poli
sono separati l'uno dall'altro da un piccolo spazio, parzialmente riempito da
una miscela di limatura di nickel e di argento. Questo coesore e' inserito in
un
circuito di cui fan parte una pila ed un rele' telegrafico sensibile, inserito
a
sua volta in un altro circuito di cui fan parte un vibratore o "decoesore" p
ed
un apparato registratore h.
In condizioni normali la resistenza della limatura nel tubo j e
infinita, o, in
ogni caso molto grande, ma se detta limatura viene sottoposta all'azione di
onde
elettriche o impulsi, si produce in essa istantantaneamente un fenomeno di
coesione e la resistenza si abbassa a 100-500 ohm. Cio' permette alla corrente
della pila g di azionare il rele' n.
Un estremo del tubo e' conesso alla terra, l'altro ad un
conduttore verticale
simile a quello del trasmettitore.Se si adoperano invece i riflettori, una
corta
striscia di rame e connessa a ciascun etremo. La lunghezza di queste striscie
deve essere determinata con esattezza giacche' buoni risultati non possono
essere ottenuti se le loro dimensioni non sono tali da produrre l'esatta
sintonia o accordo con le oscillazioni trasmesse.
Tutti di dispositivi elettro-magnetici del ricevitore hanno in
parallelo
resistenze anti-induttive in modo che non vi siano scintille sui contatti e
brusche perturbazioni o impulsi prodotti dalla corrente della batteria locale
prossimita' del coesore.
Ho constatato che se mancano tali resistenze, si hanno
disturbi, che impediscono
al coesore di riacquistare la sua sensibilita' dopo la ricezione delle
oscillazioni elettriche.
Tale inconveniente non si produce se si utilizzano tali
resistenze, ed
attribuisco, in molta parte, all'azione di esse, i successi conseguiti con
questo sistema.
Tra il coesore ed il rele' sono inserite piccole induttanze di
blocco K e K'.
Esse obbligano la corrente oscillante, dovuta alle onde elettriche, a
traversare
il coherer anziche' consumare la propria energia nel traversare il circuito
dell'avvolgimento del rele' che e' chiuso per la corrente alternativa.
Le osscillazioni indotte dalla radiazione provveniente dall'oscillatore sulle
striscie k k o sul conduttore aereo W, che si comporta come un risonatore,
agiscono sul tubo sensibile. Tale azione consiste, come ho detto
nell'aumentare
considerevolmente la conduttivita' del tubo; cosi' il circuito viene ad essere
chiuso e la corrente della pila fa funzionare il rele'.
A sua volta il rele' fa passare la corrente di un'altra batteria r piu' grande
attraverso il martelletto o interruttore r e attraverso gli elettromagneti
dell'apparecchio registratore h.
Il martelletto o vibratore e' disposto in modo da battere sul
tubo e scuotere la
limatura in esso contenuta. Se, nell'istante in cui han luogo queste varie
operazioni, le oscillazioni elettriche sul risonatore sono cessate, l'uto o la
scossa data al tubo dal martelletto o riportera' la limatura al suo stato
normale di alta resistenza, e l'apparecchio registratore segnera' un punto
sulla
striscia; ma se le oscillazioni continuano a brevi intervalli, la
conduttivita'
acquisita dal tubo j verra' interrotta solo per un istante dalla percussione
del
vibratore e immediatamente ristabilita dalle onde elettriche; quindi
l'apparecchio telegrafico funzionera' nuovamente e cosi' di seguito fin quando
dureranno le oscillazioni emesse dal radiatore.
Il risultato pratico e' che il ricevitore funziona fin che vien abbassato il
tasto nella stazione trasmittente. Per ogni segnale anche breve, le armature
del
rele' e il martelletto entrano in rapide vibrazioni dipendenti l'una
dall'altra.
Infatti e' il rele' che, entrando in funzione, fa funzionare il martelletto,
ma
questo con la sua azione interrope il rele'.
L'armatura del registratore Morse e' pittosto pesante ed ha una inerzia
relativamente considerevole; essa non puo' quindi seguire le rapidissime
vibrazioni della linguetta del rele', ma rimane in basso per tutto il tempo in
cui dura la rapida azione intermittente della corrente ne ricevitore. In
questo
modo l'armatura dello stilo scrivente riproduce esattamente i movimenti del
tasto del trasmettitore, linea per linea, punto per punto.
Si e' affermato che i coesori son di incerto e instabile funzionamento, ma io
debbo confessare che non ho mai constatato cio' nelle mie esperienze. Se il
coesore e' ben costruito ed utilizzato in un adatto ricevitore, esso funziona
in
modo altrettanto sicuro e regolare quanto un qualsiasi altro dispositivo
elettrico, come un elettro-magnete o una lampada ad incadescenza.
Io possiedo coesori costruiti tre anni or sono che funzionano oggi altrettanto
bene, se non meglio di quanto funzionassero allora. Ho anche dei tubi che
funzionano da mesi in istallazioni molto importanti senza dar mai luogo ad
alcun
inconveniente. Nella stazione eretta dalla mia societa' al faro di South
Foreland che, come fose sapete, lavora in collegamento col battello-faro di
East
Goodwin, il coesore fu montato nel ricevitore nel dicembre dall'anno scorso,
quando incominciammo il lavoro, ed ha sempre continuato a funzionare nel modo
piu' soddisfacente.
Richiamo la vostra attenzione sullo scopo e sulla funzione del
conduttore
verticale W. E' grazie alla sua aggiunta al complesso dei dispositivi, che ci
e'
stato possibile di trasmettere telegrammi a grandi distanze, finora, credo di
poter asserire, mai raggiunte con tutti gli altre metodi di trasmissione
telegrafica attraverso lo spazio. Il modo col quale pervenni a determinare la
grade importanza dell'aggiunta del conduttore W e della connessione di terra E
agli apparecchi, fu il seguente:
(traggo queste informazioni dalla copia di una lettera che scrissi al sig.
Preece ne novembre 1896).
Quando nel 1895 effettuavo in Italia una serie di esperimenti,
utilizzavo un
oscillatore con un polo messo a terra a l'altro connesso ad una capacita'
isolata, mentre il ricevitore era anch'esso messo a terra e connesso ad una
capacita' simile. Le capacita' erano costituite da cubi di ferro stagnato di
trenta centimetri di lato, ed io constatai che quando esse erano poste alla
sommita' di una pertica di 2 metri di altezza, mi era possibile trasmettere i
segnali ad una distanza di 30 metri. Con le capacita' poste al sommo di
pertiche
di 4 metri di altezza potevo ricevere i segnali a 20 metri dal trasmettitore e
con gli stessi cubi posti a 8 metri dal suolo, pur mantenendo immutato il
resto,
arrivano facilmente a distanze dell'ordime di 400 metri. Utilizzando cubi piu'
grandi, di cm. 100 di lato, fissati ad un'altezza di 8 metri, si potevano
ricevere chiari segnali in un raggio di 2400 metri, corrispondenti a circa un
miglio e mezzo. Questi risultati sembrano indicare che un dispositivo
trasmittente ed uno ricevente realizzati secondo lo schema della figura 1, e
cioe' un radiatore di tipo hertziano con polo messo a terra e l'altro
collegato
ad un conduttore verticale o quasi, oppure ad una superfice capacitiva posta
ad
una certa altezza, ed un risonatore costituito da un adatto ricevitore con i
terminali connessi anch'essi l'uno a terra e l'altro ad un conduttore
verticale
isolato, costituiscono un sistema di trasmissione e di ricezione capace di
funzionare a distanze superiori a quelle cui si giunse adoperando i normali
radiatori e risonatori hertziani."...
Fra i due elettrodi d'argento che formano un piccolo
interspazio a V, c'e' una minutissima quantita' di polvere metallica. Marconi
nel
1894 -ossia agli inizi- osservo' come riducendo al minimo la quantita' di
finissima
polvere metallica, la sensibilita' del rivelatore diventava maggiore.
Il tubetto di vetro e' saldato, per ottenere un leggero vuoto; il suo diametro
e' 5 mm.
Conferenza tenuta alla Reale Accademia Svedese delle Scienze,
Stoccolma, 11
dicembre 1909, in occasione del conferimento a lui ed a Braun del Premio
Nobel.
"Le scoperte relative alla propagazione delle onde elettriche a
grande distanza
e le applicazioni della telegrafia attraverso lo spazio, che mi hanno
procurato
l'alto onore di dividere il Premio Nobel per la Fisica, sono in gran parte la
conseguenza le une delle altre.
L'utilizzazione delle onde elettriche per le comunicazioni
telegrafiche senza
filo fra regioni della Terra fra loro distanti, e le esperienze, che ho avuto
la
fortuna di poter svolgere su scala piu' vasta di quanto non sia ottenibile
negli
ordinari laboratori, hanno reso possibile di studiare fenomeni e di constatare
risultati spesso nuovi e inattesi.
Ritengo che molti fenomeni, che si presentano nella
trasmissione di onde
elettriche su grandi distanze, non abbiano ancora avuto una spiegazione
soddisfacente. e io mi propongo di esporvi in questa mia conferenza alcune
osservazioni, che sembrano meritare l'attenzione degli studiosi di fisica.
Nel tracciare brevemente la storia del mio contributo alla realizzazione della
radiotelegrafia, debbo dire che non ho mai studiato in modo regolare la Fisica
e
l'Elettrotecnica, per quanto fin da ragazzo abbia nutrito il piu' vivo
interesse
per questi argomenti.
Ho, tuttavia, seguito un corso di conferenze sulla Fisica
tenuto dal compianto
prof. Rosa a Livorno e posso asserire di essermi tenuto diligentemente al
corrente di tutte le pubblicazioni di quel tempo relative ad argomenti
scientifici comprendenti lavori di Hertz, Branly, e Righi.
Nella mia casa presso Bologna, in Italia, io intrapresi fin dal 1895 delle
prove
e delle esperienze volte a stabilire se fosse possibile trasmettere a
distanza,
per mezzo delle onde hertziane, segnali telegrafici e segni convezionali senza
ricorrere alla connessione per filo. Dopo alcune esperienze preliminari con le
onde hertziane io mi convinsi rapidamente che, se fosse stato possibile
trasmettere e ricevere in modo sicuro e a distanze cosiderevoli queste onde ad
altre simili, si sarebbe realizzato un nuovo sistemma di comunicazioni dotato
di
grandissimi vantaggi di fronte ai metodi a lampi di luce ed ottici, la cui
pratica utilizzazione e' tanto subordinata alle favorevoli condizioni
atmosferiche.
Nelle mie prime prove ho adoperato un comune oscillatore di
Hertz e, come
rivelatore, un coesore di Branly; ma presto mi sono reso conto che il coesore
di
Blanly era troppo poco stabile e sicuro per una utilizzazione veramente
pratica.
Dopo alcune esperienze scopersi che un coesore, costruito secondo loschema
rappresentato nella figura 1 e consistente in una limatura di nickel e argento
posta fra due tappi d'argento in un tubo, era notevolmente sensibile e sicuro.
Questo perfezionamento e il fatto di aver inserito il coherer in un circuito
accordato con la lunghezza d'onda trasmessa, mi permisero di aumentare
gradualmente a circa un miglio di distanza alla quale potevo azionare il
ricevitore.
Un altro espediente, oggi assai conosciuto, al quale ricorsi,
consistette
nell'inserire il coesore in un circuito con una cella voltaica e con un
sensibile rele' telegrafico azionante un altro circuito che faceva funzionare
un
martelletto o vibratore. Con un tasto Morse inserito in uuno dei circuiti
dell'oscillatore o trasmettitore era possibile emettere successivi brevi o
lunghe di onde elettriche, che azionavano il ricevitore a distanza e
permettevano di riprodurre esattamente i segnali telegrafici trasmessi
attraverso lo spazio dall'oscillatore.
Con tale apparecchio io potei telegrafare ad una distanza di
circa mezzo miglio.
Alcuni perfezionamenti vennero ottenuti utlizzando riflettori sia per il
trasmettitore sia per i ricevitori. Come trasmettitore feci uso allora
dell'oscillatore di Righi.
Dette modifiche permisero di inviare segnali in una direzione definita, ma si
dimostrarono prive di effetto se grandi ostacoli o colline si trovavano per
caso
interposte tra trasmettitore e ricevitore.
Nell'agosto 1895 scopersi un nuovo dispositivo che non soltanto aumento'
notevolmente la distanza alla quale potevo comunicare, ma sembro' anche
rendere
la trasmissione indipendente dagli effetti degli ostacoli interposti.
Nel nuovo circuito, uno dei terminali dell'oscillatore di Hertz
o produttore di
scintille era connesso a terra e l'altro a un conduttore o ad una superfice
capacitiva posta ad una certa altezza al disopra del terreno; anche al
ricevitore uno dei terminali del coesore era connesso alla terra e l'altro ad
un
conduttore elevato.
Cominciai poi a studiare la reazione fra la distanza alla quale
il trasmettitore
poteva azionare il ricevitore e l'altezza della superfice capacitiva al
disopra
del terreno; potei presto stabilire in modo certo che tanto piu' alte erano
queste superfici o i conduttori, tanto piu' grande era la distanza massima
alla
quale potevo telegrafare.
Constatai cosi' che, usando come conduttori elevati o superfici
capacitive dei
cubi di latta di circa cm 30 di lato, posti su pali alti 2 metri, potevo
ricevere i segnali a circa 30 metri di distanza, Se ponevo invece i cubi a 4
metri di altezza ricevevo a circa 100 metri, se li ponevo a 8 metri ricevevo a
400 metri.
Con cubi piu' grandi di cm 100 di lato posti al un'altezza di 8
metri, si
poterono trasmettere segnali a 2400 metri in tutte le direzioni.
Questi esperimenti furono continuati in Inghilterra, dove, nel
settembre 1896,
si copri' una distanza di miglia 1 e 3/4 nel corso delle esperienze effettuate
a
Salisbury per conto del Governo britannico. Nel marzo 1897 la portata della
comunicazione fu aumentata a 4 miglia, e nel maggio dello stesso anno a 9.
Alcuni messaggi registrati su strisce, trasmessi nel corso di queste
esperienze
e firmati dai funzionari del Governo britannico, che vi assistevano, sono qui
esposti.
Per tutte queste prove veniva utilizzata energia elettrica di
piccola potenza:
la
corrente ad alta tensione era infatti prodotta da un ordinario rocchetto di
Ruhmkorff. I risultati ottenuti suscitarono il piu' vivo interessamento del
pubblico, giudicandosi che le potate ottenute erano gia' degne di nota.
Come ho gia' spiegato, la caratteristica principale del mio
sistema era quella
dell'uso di superfici capacitive elevate o antenne collegate ad uno dei
terminali degli oscillatori di alta frequenza e dei ricevitori, essendo
l'altro
terminale collegato alla tera.
Il valore pratico di questa innovazione non fu compreso per un
considerevole
periodo di tempo da numerosi fisici e i risultati da me ottenuti vennero
erroneamente attribuiti all'accuratezza nei dettagli di costruzione del
ricevitore e all'impiego di considerevoli quantita' di energia.
Altri non trascurarono il fatto che un cambiamento radicale era stato
introdotto
portando queste capacita' alte dal suolo e la terra a far parte degli
oscillatori ad alta frequenza e dei ricevitori."...
Descrizione dell'antenna fatta dallo stesso Marconi nella
conferenza Nobel
tenuta alla Reale Accademia Svedese delle Scienze, Stoccolma, 11 dicembre
1909.
Ricostruzione dell'antenna usata da Marconi nel famoso esperimento del 1895,
allorche' il segnale radiotelegrafico lanciato da Villa Griffone supero' la
collina dei Celestini
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IL BREVETTO 7777
Dedicato a coloro che non conoscono
la vera storia di una conquista
scientifica
fondamentale per lo sviluppo delle
radiocomunicazioni.
Articolo di Lodovico Gualandi, RAI Senior
Anche questo brevetto di Marconi, per l'esattezza l'ottavo, fu fortemente
contestato, cosi' come avvenne per il primo, rilasciato il 12 giugno 1896. Un
documento storico americano rivela infatti che nel 1943 era ancora oggetto di
un
lunga vertenza giudiziaria.
Eppure questo brevetto, contro le previsioni negative espresse
persino dagli
ingegneri della Regia Marina Italiana (rapporto del Comandante Simion e del
prof. Pasqualini, in data 27 luglio 1900), permise la risoluzione del problema
delle interferenze fra piu' stazioni, di inviare e ricevere contemporaneamente
due messaggi con la medesima antenna, e di radiocomunicare a migliaia di
chilometri di distanza.
Non ci sembra poco poter affermare che le caratteristiche
tecniche di questo
brevetto rappresentano tuttora la parte fondamentale e inscindibile di
qualsiasi
impianto ricetrasmittente. In altre parole, se oggi non venissero ancora
rigorosamente rispettati gli accorgimenti tecnici additati da Marconi nel
brevetto 7777 del lontano 1900, non si potrebbero neppure garantire i vantaggi
offerti dalla moderna radiotelefonia cellulare.
Con la basilare realizzazione dell'accordo simultaneo fra i
circuiti oscillatori
chiusi e quelli aperti, due in trasmissione e due in ricezione, Marconi
riusci'
infatti ad inviare la massima energia all'antenna trasmittente e captare a
grande distanza l'energia necessaria per radiocomunicare. Solo questa
soluzione
ingegneristica avrebbe permesso le radiocomunicazioni a distanze superiori ai
300 chilometri, distanze che nel 1900 Marconi era gia' riuscito a raggiungere
nonostante eminenti scienziati sostenessero fosse assolutamente impossibile.
Paradossalmente, dopo i clamorosi risultati ottenuti da
Marconi, il brevetto dei
quattro sette divenne comunque piu' noto per le lunghe diatribe che ne
derivarono, piuttosto che per le sue impareggiabili prestazioni ai fini del
rapido sviluppo delle radiocomunicazioni, e per i nuovi orizzonti che si
aprivano anche nel campo della ricerca scientifica pura.
Conoscere quindi le ragioni per cui la sua originalita' e
rilevanza scientifica
vennero osteggiate cosi' a lungo, dovrebbe rappresentare per gli storici una
interessante materia di studio.
Le vertenze giudiziarie su questo originale trovato ebbero
comunque il loro
epilogo con una sentenza definitiva pronunciata nel 1943, a sei anni dalla
morte
di Marconi, dalla Corte Suprema di Giustizia degli Stati Uniti, nonostante il
periodo storico non fosse certo favorevole per difendere l'opera di uno
scienziato italiano.
La Corte Suprema di Giustizia degli Stati Uniti si dimostro'
comunque
imparziale, giudicando infondate sia le contestazioni sul valore del primo
brevetto
Marconi del 1896, che le rivendicazioni presentate dai presunti
precursori del brevetto
7777.
Oggi dovrebbe quindi essere piu' facile com prendere quanto sia improbabile
che,
nell'ambito delle nostre universita', Marconi venga ignorato a causa di una
sua
non meglio specificata "compromissione col passato regime fascista", anche
perche' incomprensioni e ostilita' risalgono a molto tempo prima, ossia fino
dal
lontano 1896.
La vertenza giudiziaria americana ne rivela le cause che
crediamo tuttora
sconosciute a molti I primi otto brevetti di Marconi
Come si e' detto, il brevetto 7777 era stato preceduto da altri sette
brevetti,
tutti richiesti da Marconi e mirati al perfezionamento del suo sistema. Questi
brevetti costituirono le basi fondamentali per lo sviluppo immediato della
radiotelegrafia, con le conseguenti scoperte scientifiche che ne derivarono,
anche in altri campi.
Solo una attenta analisi puo' permettere la comprensione del
motivo per cui
nessun altro riusciva a quei tempi ad ottenere quello che, nel campo della
radiotelegrafia, sembrava ottenere solo Marconi.
Molte delle contestazioni che sono tuttora rivolte a Marconi
sono infatti
principalmente dovute al fatto che non e' mai esistita una biografia
scientifica
sulla sua opera e crediamo di poter affermare di essere forse gli unici ad
aver
esaminato i suoi primi brevetti sotto il profilo tecnico, fatto che ci ha
permesso di scoprire le peculiarita' che li differenziano da quelli dei suoi
presunti precursori, concorrenti e rivali.
Nonostante l'inevitabile sviluppo tecnologico degli impianti
ricetrasmittenti
moderni si puo' ancora osservare che del Sistema Marconi sono rimaste
insostituibili le sue antenne, il brevetto dei quattro sette e
l'inconfondibile
metodologia sperimentale nello scegliere luoghi e lunghezze d'onda adatti ad
assicurare i collegamenti radio, anche nelle condizioni piu' gravose e
difficili.
Perche' Marconi riusci' dove altri fallirono?
I ricercatori che avevano tentato l'accoppia mento dei circuiti
oscillatori
chiusi con conduttori aerei anche di notevole altezza, avevano fallito lo
scopo
perche' non erano riusciti a risolvere il problema della sintonizzazione ,un
problema che nel primo Sistema Marconi non si presentava poiche' l'antenna
marconiana, come era stata descritta nel primo brevetto, veniva eccitata di
rettamente alla sua base dalla scintilla provocata dall'alta tensione fornita
da
un trasformatore. Non esisteva pertanto alcun circuito di accoppiamento
interposto fra il rocchetto di Rumhkorff e l'antenna verticale in quarto
d'onda.
Come abbiamo avuto piu' volte modo di sottolineare nei nostri
precedenti
articoli, facendo scoccare la scintilla fra la sua base e la terra, l'antenna
marconiana si trasformava automaticamente in quella nuova e potente sorgente
elettromagnetica che, come affermo' Marconi stesso nel discorso pronunciato in
occasione del conferimento del Nobel, agli studiosi occorse un notevole
periodo
di tempo per comprenderlo.
Bisogna infatti osservare che, nel primo Sistema Marconi, per
ottenere il
massimo rendimento, egli manteneva rigorosamente uguali le dimensioni fisiche
e
geometriche dei conduttori della stazione trasmittente e ricevente.
Mantenere un efficace rendimento di radiazione e ricezione
divenne un problema
di difficile soluzione allorquando nel tentativo di ridurre lo smorzamento
eccessivo dei treni d'onda e aumentare la selettivita', Marconi accoppio'
induttivamente la sue antenne a circuiti oscillatori chiusi.
I concorrenti di Marconi collegavano gli avvolgimenti
oscillatori primari e
secondari come si faceva in campo elettrico industriale con correnti alternate
di bassa frequenza, per indurre una tensione da un circuito ad un altro. In
questo caso infatti, per ottenere le tensioni e le correnti desiderate era
sufficiente accoppiarli strettamente sfruttando i rapporti di trasformazione.
Per le radiofrequenze pero' entravano in gioco nuovi fattori ovviamente ancora
sconosciuti e, per ottenere i necessari rendimenti di radiazione, si dovevano
risolvere problemi non ancora contemplati in nessuna teoria e che nessuna
teoria
avrebbe potuto comunque prevedere prima delle prove sperimentali.
Il segreto del successo di Marconi si deve percio' ascrivere
anche alla
soluzione di questi problemi, che non erano soltanto tecnici ma
specificatamente
scientifici.
Non possiamo pertanto credere alla folta schiera di sostenitori della assoluta
inutilita' di sapere da chi e come e' stata inventata la radio "tant'e' che
ormai un bene che appartiene all'umanita' intera". Se cosi' fosse, si
potrebbe altres
sostenere anche che le Facolta' universitarie di Storia della Scienza non
avrebbero alcuna ragione di esistere.
La Sentenza della Corte Suprema di Giustizia degli Stati Uniti d'America,
discussa nell'aprile del 1942 e conclusasi nel giugno del 1943 come si puo'
evincere
dalla copia originale della sentenza pronunciata in America
nel 1943, risulta che la paternita' del brevetto dei quattro sette veniva
impugnata da ricercatori che sostenevano di aver preceduto Marconi nella
soluzione di quel problema ingegneristico. A processo concluso, venne invece
ribadito unanimamente da tre Giudici della Corte che Marconi fu il primo a
realizzare le radiocomunicazioni e nei successivi brevetti di perfezionamento
della sua invenzione ebbe ragione e vinse sempre ALLA PROVA DEI RISULTATI.
Venne confermato altresi' che il brevetto americano del sistema
sintonico di
Marconi, non venne rilasciato facilmente, infatti, richiesto nel novembre del
1900, venne concesso solo il 28 giugno del 1904, dopo diversi dinieghi
dell'ufficio brevetti e una lunga lotta legale. Questo fatto e la disamina di
altri documenti storici fecero comprendere ai giudici americani che le rivalse
dei concorrenti sui trovati di Marconi erano infondate e che Marconi aveva
scoperto quello che tanti altri cercavano ma non avevano trovato. Venne
altres
chiarito che il brevetto del fisico inglese Oliver Lodge sui circuiti
sintonici
chiusi non contemplava assolutamente la sintonizzazione di un circuito aperto,
quindi non poteva essere di nessuna validita' pratica ai fini di una
radiocomunicazione, mentre, il brevetto di Nicola Tesla non riguardava le onde
hertziane.
Tesla pensava infatti di superare grandi distanze usando
tensioni enormi, da 20
a 30 milioni di volt, e conduttori aerei lunghi oltre 12 chilometri, poiche'
il
suo scopo era la trasmissione dell'energia elettrica motrice e solo
accidentalmente accennava alla possibilita' di trasmettere anche messaggi
(affermazione del Giudice Rutledge).
I Giudici, esaminata la documentazione tecnica e storica,
furono anche
unanimemente concordi nel ritenere che nel 1896 la telegrafia senza fili
costituiva a quei tempi il culmine delle ricerche scientifiche e il fatto che
eminenti scienziati vi si cimentarono e fallirono, significava che chi vi
riusc
doveva essere un genio.
La Corte Suprema concluse che il giudizio di coloro che, molto tempo dopo,
misconoscevano le invenzioni e le scoperte di Marconi, cercando di rovesciare
il
verdetto della storia, si assumevano una duplice responsabilita' in quanto
l'affermazione che si faceva nel 1943, che tutto cio' che fece Marconi non
provoco' un progresso scientifico, in quanto tale progresso era stato
previsto,
non poteva che essere frutto di una fallace visione retrospettiva.
A 47 anni di distanza dall invenzione di Marconi, il
consapevole verdetto
pronunciato dalla Corte Suprema di Giustizia degli Stati Uniti d'America
avrebbe
potuto fugare, una volta per sempre, ogni dubbio sulla originalita' e
rilevanza
scientifica delle fondamentali invenzioni e scoperte di Guglielmo Marconi, ma
da
quello che si legge tuttora nei testi italiani pubblicati negli ultimi
cinquant'anni, questo atto di giustizia nei confronti della sua opera e'
sempre
stato disatteso, ed e' proprio questo l'unico punto di tutta questa
ingarbuliata
faccenda che proprio non riusciamo a capire Infatti, come si e' detto
all'inizio
di questa disamina, quella importante sentenza ebbe luogo in un
periodo storico
non certo favorevole per la nostra nazione: chi la governava
aveva dichiarato guerra
ad Inghilterra e America e considerava Marconi un "anglofilo".
Certamente possiamo comprendere i motivi per cui Marconi
sentisse l'Inghilterra
come sua seconda patria, ma era altresi' evidente il suo desiderio di
avvicinare
l'Italia ai paesi di lingua anglosassone, sentimento che certo mal si
accordava
con la politica e le direttive del Governo di quei tempi.
Nel lontano 1909, dopo tredici anni di lotta contro ostilita'
nazionalistiche,
commerciali e scientifiche, a Marconi venne conferito il Nobel per la fisica
eppure, nonostante questa definitiva consacrazione del valore della sua opera
universale, le contestazioni non cessarono. Per offuscare la sua gloria si e'
sempre tentato di sminuire il suo contributo accusandolo di essere
interessato,
piu' che alla scienza, alle applicazioni commerciali della radio.
Eppure Marconi, grazie alle sue invenzioni e scoperte frutto di
un impegno
totale ed assoluto, durato praticamente tutta la vita, contribui' al progresso
delle radiocomunicazioni dischiudendo cosi' nuovi orizzonti anche in altri
versanti della conoscenza. Coloro che considerano vani, o peggio, inutili i
tentativi di ristabilire la verita' storica si assumono anch'essi quella
duplice
responsabilita' cosi' ben espressa nella sentenza emessa nel 1943 dalla Corte
Suprema di Giustizia degli Stati Uniti d'America quando affermo' che:
"sostenere
che tutto cio' che Marconi fece non provoco' un progresso scientifico, in
quanto
tale progresso era stato previsto, non puo' che essere frutto di una fallace
visione retrospettiva".
Bibliografia consultata:
Marconi: realta' scientifica e verita' storica - L. Gualandi - La rivista
Elettronica di Pietroburgo - S.Pietroburgo, 1/1999, pagg. 83-97
Scritti di Guglielmo Marconi - Roma - Regia Accademia d'Italia - 1941.
Bibliografia Marconiana del CNR - Giunti -1974
Spunti Marconiani - Luigi Sacco - Istituto Storico e di Cultura dell'Arma
del
Genio-Roma 1960
Articolo tratto da "Elettronica Flash" n 196 - luglio/agosto 2000, pag.69
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PAGAMENTO ANNUALE
TASSA DI RADIOAMATORE
Ad oggi non ci sono cambiamenti circa il pagamento annuale
della
tassa per la licenza di Radioamatore, sia come modalita' di
pagamento, che come entita'. Anche quest'anno sull'argomento
girano le piu' strampalate favole metropolitane, che spesso
mettono nei guai il prossimo e finiscono per fare solo
disinformazione, mi riferisco ad esempio alla "teoria" che la
tassa in questione si potrebbe pagare in anticipo circa la data 1
- 31 gennaio 2002, niente di piu' sbagliato perche' non si tiene
minimamente conto di un elemento molto importante in vigore gia'
da alcuni: in virt- della riforma della finanza pubblica, gli
introiti dei ministeri, (prima versavamo la tassa al Ministero
delle Poste), sono passati direttamente allo Stato e infatti oggi
noi versiamo sul Conto Corrente della Tesoreria della Banca
d'Italia.
Lo Stato ha le sue regole e la pi- importante di esse ' che non si
pu pagare in anticipo, altrimenti quelle somme andrebbero ad
essere imputate al Bilancio dello Stato dell'anno precedente, il
che sarebbe un gravissimo errore ragionieristico, che falserebbe
il bilancio stesso. In pratica il versamento anticipato non
avrebbe nessun valore e non so nemmeno se sia possibile,
richiedere la restituzione delle somme versate, ma per poche lire
il gioco non vale la candela. Quindi tutte le leggi che si
invocano fanno riferimento al periodo in cui era il Ministero a
introitare i contributi di cui trattasi. Pagando in anticipo e
come se non avessimo pagato e quindi non possiamo trasmettere!
A tutto cio' bisogna aggiungere che ci troviamo in una fase
transitoria, relativamente all'entita' della somma da pagare.
Avrete letto che il Ministero delle Comunicazioni aveva
predisposto un Decreto che elevava il canone annuo a 70.000 lire,
Decreto poi ritirato per le migliaia di FAX e di E-mail di
protesta.
Ora pare ci si stia orientando su un canone di circa 10 Euro "per
le spese di gestione burocratica dei radioamatori da parte del
Ministero", quindi non piu' tassa di esercizio perche' siamo
passati dal regime dalla "concessione" a quello
dell'"autorizzazione", ma se il nuovo Decreto economico non esce
prima della fine dell'anno, anche per il 2002 pagheremo la stessa
somma di quest'anno.
Quindi e' obbligatorio comunque pagare dal 1 al 31 Gennaio 2002 il
nostro canone di esercizio, ma direi che mai come quest'anno cio' e'
saggio per evitare magari di dover versare l'eventuale differenza.
Quindi, se il Decreto non fa in tempo ad entrare in funzione il 1
gennaio 2002, dovremo pagare la somma dello scorso anno e
probabilmente la nuova tassa di 10 Euro entrerebbe in vigore dal
2003.
Quindi, niente fretta, aspettare che Gennaio sia quasi finito e in
mancanza di ulteriori informazioni che sarebbero tempestivamente
comunicate, pagare la stessa somma dell'anno scorso, con le
medesime modalit..
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RADAMATO
Nel numero scorso abbiamo pubblicato la notizia che il
nuovo PBBS di appoggio di I0SSH Graziano Sartori, autore
del noto Callbook dei Radioamatori Italiani, RADAMATO e'
I0TVL di Roma, ma siamo incorsi in un errore specificando
il SSID -8 che, come e'noto a tutti, non deve essere messo
nell'indirizzo.
Pertanto chi vuole inviare aggiornamenti
o richiedere
notizie e informazioni via Packet a Graziano I0SSH
deve inviare messaggio cosi' indirizzato: I0SSH @ I0TVL
Chi vuole invece inviare allo stesso Graziano una E-mail
deve indirizzarla a:
i0ssh.graziano@tiscalinet.it
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Riceviamo
da Ovidio Scarpa i1scl
SSTV E PSK31 IN 144 MHz
INFORMO CHE OLTRE L'ATTIVITA' PSK31 CHE VIENE
SVOLTA SULLA
FREQUENZA DI 144.680 USB, IL SOTTOSCRITTO ED ALTRI AMICI DELLA LIGURIA,
HANNO INIZIATO AD EFFETTUARE ATTIVITA' IN SSTV A 144.700 USB UTILIZZANDO
IL COMPUTER E LA SUA SCHEDA MUSICALE CON L'APPOSITO PROGRAMMA.
SI PRELEVA SEMPRE IL SEGNALE DALL'ALTOPARLANTE DEL RICEVITORE PER RICEVERE
LE IMMAGINI, SI TRASMETTE INVIANDO IL SEGNALE DELLA SCHEDA MUSICALE,
ALL'INGRESSO MICROFONICO DEL TRASMETTITORE.
SE HAI GIA' PRONTO TUTTO CIO' PER L'ATTIVITA' IN PSK31,NON DEVI FARE ALTRO
CHE SINTONIZZARTI A 144.700 USB...PROVA A INVIARE IL TUO CQ, SE QUALCUNO
E' IN VISIONE, TI RISPONDERA'.
LA QUALITA' DELLE IMMAGINI E' BUONA.
CI E' VENUTO IN MENTE DI FARE CIO' IN QUANTO IL TRAFFICO IN PSK31 STENTA A
"DECOLLARE" E ALLORA PER SCACCIARE L'AMAREZZA CHE VIENE DOPO AVER INVIATO
INUTILMENTE VARIE CHIAMATE IN PSK31 IN VHF, CI SPOSTIAMO IN BANDA SSTV E
INIZIAMO FARE QSO IN SSTV . IL RICEVERE BELLE IMMAGINI A COLORI, CI FA
PIACERE E INVITA ALTRI COLLEGHI A "BUTTARSI" NEL MONDO DELL'SSTV.
IL TRAFFICO IN SSTV LO EFFETTUIAMO ALLE 19.30 E 21.30 OVVERO DOPO AVER
EFFETTUATO LE SOLITE CHIAMATE ED EVENTUALE QSO IN PSK31.
SPERO CHE I COLLEGHI OM CHE HANNO ADERITO ALL'INIZIATIVA DI
EFFETTUARE
ATTIVITA' IN PSK31, PROVINO A METTERSI IN VISIONE IN SSTV A 144.700 E A
LORO VOLTA LANCIARE IL LORO CQ.
TI RICORDO I NOMINATIVI DI COLORO CHE POTREBBERO TRASMETTERE IN SSTV:
I1SCL DA SANREMO - I1PIK IZ1CLA IK1JGU DA LA SPEZIA - IC8CQF DA CAPRI
IZ1AVA DA VENTIMIGLIA - IK2DUV DA BUSTO A. - IW2FUS LUIGI DA MILANO
IK2CBD DA MERATE (LC) - I6AAD DA CAMERINO (MC) - F5NHJ DA CAP
MARTIN (COSTA AZZURRA) - IK2BXE DA ROBBIATE (LC) - IK0SHI DA TERNI -
IW1CCH E IW1DJS DA TORINO - IW4DCW E IZ4BFA DA MODENA - IW1QNQ DA GENOVA -
IK1RGR DA TORINO - IK2GRB DA MILANO - I1YHU E IW1RDZ DA SANREMO - IZ6BTN
DA OSTRA VETERE (AN) - IW1PNJ DA SANREMO - IW5AMB DA PISA - IK0IXO DA ROMA
I4OBD E I4CAM DA BOLOGNA - I5MSH IK5NAX IW5AUD DA FIRENZE - F8AVE DA NIZZA
IS0JXO DA SASSARI - IK2ISY DA VARESE - IN3KLQ DA TRENTO - I4MGI DA BOLOGNA
IS0DVM DA ALGHERO -F5LKW E F6DHI DA MARSIGLIA IK1EFM I1UGI I1CIB DA GENOVA
I5YDI DA CARRARA - I5RAD DA FIRENZE - I0QM DA ROMA - IW1QJN DA GENOVA -
IK2SAI DA MILANO - F5VHM DA ROQUEBRUNE CAP MARTIN -
GLI ORARI CONSIGLIATI PER L'ATTIVITA' SONO ALLE 19 E ALLE 21
ORA LOCALE,
OVVIAMENTE NULLA VIETA DI ATTIVARSI ANCHE IN ALTRI ORARI DELLA GIORNATA.
SE C'E' QUALCUNO CHE FA ATTIVITA' E CHE NON SI TROVA
SCRITTO NELLA
SOPRASCRITTA LISTA, ME LO COMUNICHI COSI VERRA' INSERITO.
SIAMO TUTTI INVITATI A FAR FUNZIONARE IL ROTORE DELL'ANTENNA
PER LA RICERCA
DELLA STAZIONE DA COLLEGARE E DI FARE ATTIVITA'.
FORZA AMICI ! SPENDIAMO UN PO' DEL NOSTRO TEMPO HOBBISTICO A
FAR CHIAMATE
IN PSK31 E IN SSTV.
SE TI E' POSSIBILE,E' GRADITA LA TUA PARTECIPAZIONE E
DIFFUSIONE DI QUESTO
MESSAGGIO AD ALTRI AMICI OM. GRAZIE !
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SILENT KEY I2TQ
A NOME DELLA SEZIONE ARI GALLARATE PORGO LE PIU' SENTITE
CONDOGLIANZE PER
LA MORTE IMPROVVISA DI SABINO.
I 2TQ NON E' PIU' TRA NOI, INFORMO QUINDI COLORO CHE LO CONOSCEVANO
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