Radiogiornale Periodico telematico indipendente, edito da Paolo Mattioli I0PMW |
TEMPORIZZATORE A VALVOLE
Temporizzatore in circuito a
multivibratoire con tubo e. 6SNT GT
Data: mercoledì 13 novembre 2002 15.24
200 v.c.c.........R1.........(2P) (5P)..............200 v.c.c.
A..(5P).............C1.........(1G)
(4G).....C2........A..(2P).
I...R3....massa....
massa..............R2.........(3K) (6K)......RL... massa....
massa.............................(7F 8F)...........6,3v.c.a.
LEGGENDA la cifra e la lettera fra parentesi indicano
rispettivamente il n. del piedino dello zoccolo del tubo e.dove si deve
effettuare la connessione, la lettera indica l'elettrodo di appartenenza del
tubo e.R1=resistenza di placca valore 100 KOhm (5P) connettere direttamente
alla tensione anodica 200 v
C1=connettere da (1G) a (5P) valore 100 Kpf 300 v.l.
C2=connettere da (4G) a (2P) valore 250 Kpf 300 v.l.
R3=potenziometro connettere da (G4) a massa valore
1M Ohm centrale potenziometro connetterlo a massa.
R2=resistenza di catodo connessa da (K3) a massa valore 2 K Ohm.
RL= rele 12 v.c.c. resistenza ommica 200-300 Ohm
connesso da (K6) a massa
(F7 filamento del tubo e. connettere a massa
F8) filamento del tubo connettere a 6,3 v.c.a.
Questo circuito a multivibratore funziona in virtu' della carica e della
scarica del condensatore C2 che porta a condurre e non condurre la corrente
anodica della seconda sezione del doppio triodo 6SN7 GT.
Per variare il tempo di attrazione dell'ancoretta del rele' agire sul
potenziometro R3.
Visto i pochi componenti occorenti per realizzare questo temporizzatore c'e' da meravigliarsi che la moderna tecnologia per realizzare lo stesso temprizzatore fa uso di un circuito integrato il 955 che ha al suo interno piu' di 30 transistor e numerose resistenze facendo uso inoltre di molti altri componenti esterni quando lo stesso viene realizzato.
Senza dubbio la moderna tecnologia difetta di semplicita' circuitale.
Caro Paolo ti invio l'articolo inerente il temporizzatore
realizzato in circuito a multivibratore
con il doppio triodo 6SN7 GT.
Cordiali saluti a tutti i lettori del Radiogiornale
Da IK8JZK Ruggero Napoli su
3383107282@tim.it
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Da: "Umberto Molteni" <umberto.molteni@virgilio.it>
:
Storia di Ampère
ANDRÉ-MARIE AMPÈRE *
La Vita dolorosa di un uomo dal grande cuore
André-Marie Ampère è nato
a Lione il 20 gennaio 1775 in una casa nel lungo Saint-Antoine nella
parrocchia di Saint Nizier. Suo padre, Jean-Jacques, negoziante e poi giudice
di pace e ufficiale di
polizia del cantone della Halle aux Blés, aveva contratto matrimonio, nel 1771
con Jeanne Desutières-
Sarcey. Alla vigilia del loro matrimonio, aveva acquistato a
Poleymieux-au-Mont d'Or, ad una ventina di
chilometri a nord di Lione, un podere che comprendeva una casa padronale e una
fattoria attigua, dove
il piccolo André trascorse la sua infanzia e adolescenza fino al 1787 (1).
Suo padre, fervente
discepolo di Jean-Jacques Rousseau, si ispirò all'Émile per istruire senza
costringimento suo figlio, che mai andò a scuola (2). Egli gli insegnò il
latino. Dall'età di tredici anni, il
giovane Ampère si appassionò alle matematiche e compose un trattato sulle
sezioni coniche (3)
seguendo la sua sola ispirazione. L'abate Daburon, amico di suo padre, colpito
da questa precocità gli
impartì delle nozioni di calcoli differenziale e integrale.
Dotato di una
straordinaria memoria, Ampère studiò in ordine alfabetico la Grande
Enciclopedia di
Diderot e d'Alembert, di cui si ricordava ancora interi capitoli anche in età
avanzata. Era un vorace
divoratore di libri (4).
Nel 1793, la famiglia
Ampère venne impietosamente colpita dalla tragica morte del capofamiglia. La
città di Lione accusata di federalismo, fu assediata dalle truppe della
"Convention nationale", presa e
condannata a perdere il suo nome per diventare "Ville affranchie". Come tanti
altri suoi cittadini, Jean-
Jacques Ampère che aveva continuato a esercitare le sue funzioni durante
l'assedio, fu condannato
alla pena capitale e giustiziato il 25 novembre dello stesso anno (5).
Due giorni prima della sua
esecuzione, aveva potuto scrivere a sua moglie un'ammirevole lettera dalla
quale è stata rilevata la seguente frase: "Quanto a mio figlio, non v'è nulla
che io non possa attendere
da lui" (6).
Dopo un anno di
prostrazione in cui la sua intelligenza sembrava svanire, il diciannovenne
Ampère
compose degli epici poemi e delle tragedie (7).
Egli incontrò una giovane
fanciulla "dai capelli d'oro e dagli occhi azzurri" , Julie Carron, che
abitava
Saint-Germain, vicino a Poleymieux che divenne sua consorte il 6 agosto 1799.
Un anno dopo nasceva
il loro figlio Jean-Jacques-Antoine che doveva lasciare un celebre nome nel
campo della letteratura e
della storia.
Nel 1802, Ampère che aveva
iniziato a guadagnare la sua vita, a Lione, impartendo lezioni di
matematica, di fisica e di chimica, ottiene una cattedra di professore alla
École Centrale di Bourg-en-
Bresse (8).
Pubblica allora la sua
prima importante Memoria "Considérations sur la théorie mathématique du jeu",
che dimostrava, così egli diceva, che la passione al gioco conduce, coloro che
vi si abbandonano, ad
una inevitabile rovina (9).
Si incomincia ora a
notarlo nelle sfere di illustri scienziati e gli si offre una cattedra di
professore al
nuovo Liceo di Lione (10).
Ritornato nella sua città
natale, nel 1803, Ampère è nuovamente crudelmente colpito dal fato con la
morte della sua giovane sposa, minata da una lunga malattia. Sconvolto da
questa nuova tragedia,
lascia la regione lionnese per Parigi e diventa ripetitore alla École
Polytechnique. A trenta e tre anni, è
nominato Ispettore Generale dell'Università (11).
Nel 1809, insegna
l'Analisi Matematica nella suddetta scuola politecnica. Nel 1814, entra
nell'Accademia delle Scienze nella sezione di Geometria.
Un secondo sfortunato
sposalizio, seguito quasi subito da una separazione, gli da una bambina,
Albine.
La vita sentimentale di Ampère termina con il sogno di una terza unione con
una giovane ragazza che
egli chiamava "La constante amitié", secondo una celebre incisione, "sogno
senza domani". Da allora
Ampère si consacra totalmente alla Scienza.
Ecco cosa disse il
filosofo spiritualista francese, Paul Janet: "Ampère, fu un uomo semplice, con
i suoi
amori, ed i suoi dolori, le sue alternanze di dubbi religiosi e di profonda
fede (12), il suo ardore nel
lavoro ed i suoi scoraggiamenti, e in primo luogo la sua appassionata ricerca
del vero che si riassume
nel disperato grido indirizzato al suo amico Bredin: Io non trovo che delle
verità, insegnami la Verità".
È membro della Légion d'Honneur,
membro di numerose società scientifiche (13) il grande Ampère,
logorato dal lavoro, termina, a 61 anni, la sua vita terrena a Marsiglia il 10
giugno 1836 durante
un'ispezione universitaria.
Venne inumato quasi
nell'indifferenza. È nel 1869, che degli amici di suo figlio, trasportarono i
suoi resti
a Parigi, per lasciare riposare in un'unica tomba, nel cimitero di Montmartre,
André-Marie Ampère e suo
figlio Jean-Jacques deceduto nel 1864 senza lasciare alcuna discendenza.
Nel 1927, il vecchio
podere fu messo in vendita e nel 1928, due generosi fratelli Americani,
Hernand e
Sosthenes Behn lo acquistarono e ne fecero dono alla Société Française des
Électriciens (14). Nel
1930 fu fondato la Société des Amis d'André-Marie Ampère, incaricata di
restaurare e realizzare il
museo, inaugurato il 1° luglio 1931.
L'Opera di André-Marie Ampère
L'Opera di Ampère è
importante in numerose discipline. In chimica, ebbe viste profonde sulla
costituzione atomica della materia. Nel 1809, Gay-Lussac aveva osservato che
le sostanze gassose si
combinano con dei valori sempre semplici dei loro rapporti di volume. Ampère
ne dedusse che il
numero delle molecole in un eguale volume di gas era costante, per qualsiasi
tipo di gas (1814).
Analoghe considerazioni erano già state formulate nel 1811 dallo scienziato
italiano Amedeo Avogadro.
È la Legge Avogadro-Ampère (15).
Si deve ugualmente ad Ampère, nel 1809, l'ipotesi
dell'esistenza del fluoro. Colpito dalle analogie tra
l'acido cloridrico e l'acido fluoridrico, concluse all'esistenza di un
elemento che lo chiama «Phtore»(16).
Ampère, lascerà tuttavia a
Humphry Davy, convinto dell'esattezza dei suoi punti di vista dopo tre anni di
corrispondenza, la gloria di enunciare, nel 1813, la scoperta di questo nuovo
elemento. Una nota
autobiografica di Ampère, nella quale parla di lui stesso in terza persona,
stabilisce frattanto l'anteriorità
di questa scoperta (17).
Ma sarà l'elettrodinamica
che conferirà al grande scienziato gli onori incontestabili e la gloria,
condivisi
solamente con Lord Kelvin, di dare il suo nome ad una delle sette unità
fondamentali, l'unità di misura
della corrente elettrica, Ampère, abbreviato A (18).
Il fisico danese Oersted
pubblica il 21 luglio 1820 la sua osservazione sulla deviazione di un ago
magnetizzato posto vicino ad un filo conduttore collegato ai morsetti di una
pila. Questo opuscolo di
quattro pagine scritto in latino si divulga, in poche settimane, in tutta
Europa e l'esperienza descritta è
ripetuta dovunque dove si dispone di una pila.
Il giorno 4 e 11
settembre, Arago presenta le Memorie di Oersted all'Accademia delle Scienze.
Ad
Ampère, che assisteva alle sedute, si produce allora una delle sue folgoranti
intuizioni di cui è abituale.
Intraprende numerosi esperimenti nei quali, con la sua elevata cultura in
matematica, gli permette di
fondare la teoria dell'elettrodinamica.
Egli distingue la
«tensione elettrica» che si manifesta tra due corpi carichi di elettricità,
separati da corpi
isolanti, e la «corrente elettrica» che scorre all'interno di un circuito
chiuso composto da corpi
conduttori.
Egli afferma che i
fenomeni magnetici non hanno una origine diversa da quelli dei fenomeni
elettrici, e
che il magnetismo è prodotto da piccole correnti elettriche circolanti attorno
alle particelle della materia.
Egli dimostra con numerose
esperienze questa identità tra il magnetismo e l'elettricità, e riproduce in
modo particolare gli effetti di un magnete, con delle «eliche galvaniche» o
«solenoidi» [Volgarmente
dette bobine].
Egli scopre anche, con
Arago, l'elettro-magnetizzazione dell'acciaio (magnete permanente) e del ferro
dolce (magnete temporaneo o elettromagnete).
Egli dimostra infine che due circuiti elettrici possono reagire uno sull'altro senza l'intervento di magneti.
Enuncia le leggi di attrazione e di repulsione di queste correnti.
Tutto è risolto e detto in
pochi giorni. Le sue Memorie presentate all'Accademia delle Scienze danno
un'analisi matematica completa di questi fenomeni «unicamente dedotti
dall'esperienza.
Note
È curioso e interessante
constatare quante analogie nella vita e nell'opera di questi due grandi
scienziati, Alessandro Volta e André-Marie Ampère. Eccole:
(1) L'infanzia e
l'adolescenza di entrambi trascorse nella quiete della campagna ed a contatto
della
natura. Volta, disceso da Brunate, vive quasi sempre in campagna, ora a
Gravedona, presso gli zii
Stampa ed ora a Campora nella casa paterna.
(2) Alessandro Volta
riceve i primi insegnamenti in casa. Lo stesso padre dedica qualche ora della
giornata per avviarlo a leggere ed a scrivere. A differenza di Ampère, egli
frequentò gli studi umanistici,
retorici e filosofici, nelle patrie scuole di Retorica e poi presso i Gesuiti,
ma fu autodidatta, come l'illustre
Fisico francese. Terminati i corsi di filosofia continua la propria istruzione
da solo. Senza aver compiuto
studi universitari si erudisce nelle dottrine linguistiche, fisiche e di
scienze naturali diventando uomo di
profonda cultura.
(3) A soli dodici anni, il
giovanissimo Alessandro, scrive un fascicolo degno di nota su argomenti dei
fenomeni naturali ed a tredici anni impara da solo la lingua francese.
(4) Volta è avido di
erudizione; legge con avidità qualsiasi libro ritenuto interessante gli capiti
fra le
mani, imitando in ciò il suo grande compatriota Plinio il Vecchio.
(5) Ancora fanciullo perde
il padre e immane è il suo dolore. Egli, che possiede un animo
sensibilissimo, ne ha tale strazio da destare pietà nei parenti.
(6) Pure Filippo Maria
Volta ebbe a dire una celebre e profetica frase: "Io avevo in casa un diamante
e
non me n'era avveduto" .
(7) A diciassette anni,
Volta scrive molto, compone poesie in italiano, latino e francese. Le liriche
voltiane sono raccolte nell'ultimo volume dell'«Opera Omnia».
(8) A ventinove anni, Volta, viene nominato Reggente delle Regie Scuole di Como (1774).
(9) Nel 1769, all'età di
24 anni, scrive la Memoria "De vi attractiva ignis electrici ac phænomenis
inde
pendentibus" , diretta al Padre Giovanni Battista Beccaria, dell'Università di
Torino.
(10) Nel 1776 ha la cattedra di lettore di Fisica nel Regio Ginnasio di Como.
(11) Nel 1778, a trenta e
tre anni Volta è deputato all'insegnamento della Fisica Sperimentale
all'Università di Pavia. Nel 1785 è eletto Rettore.
(12) La Fede, per Volta,
non è mai un vago sentimento religioso, indefinito e spontaneo, ma profonda
credenza che trae origine dalla famiglia. Ha una immensa venerazione per Dio.
(13) Anche il grande
Comasco fu membro della Legion d'Onore e membro di numerose Accademie
europee.
(14) Le date e l'origine,
curiosamente quasi coincidono. La munificenza dell'industriale cotoniero
Francesco Somaini, permise di realizzare il Tempio Voltiano, poi da lui donato
alla città di Como,
inaugurato il 15 luglio 1928.
(15) Tra il 1783 e 1792
Volta esamina la dilatazione dell'aria e dei gas e nel 1793, nella sua Memoria
su
questi studi enuncia la Legge sulla dilatazione uniforme dell'aria
atmosferica, prevenendo di ben nove
anni il francese Gay-Lussac.
(16) Tra il 1793 e 1795
egli studia la dilatazione e l'elasticità dei vapori. Nel 1795 enuncia le tre
Leggi
sulla tensione dei vapori prevenendo di ben sei anni l'inglese John Dalton che
la enuncia nel 1801 e
che porta il suo nome. Giusto sarebbe che sia chiamata legge di Volta-Dalton.
(17) Si può dire che la
scoperta della composizione dell'acqua fu fatta da Volta ma non poté per
ristrettezze materiali scoprire che ciò che si formava era acqua. Ecco quanto
scrive Volta nella lettera
inviata a Martin Van Marum il 26 novembre 1798.
"Prima del 1781,
utilizzando l'eudiometro di mia invenzione, per misurare l'ossigeno
nell'atmosfera, ho
trovato che tutto l'idrogeno sparisce e distrugge un volume di ossigeno che è
circa la metà del suo, che
i due gas si riducono a semplice vapore d'acqua e che inoltre non si produce
da tale combustione né
anidride carbonica né altro acido". Con l'eudiometro aveva notato "un alito
rugiadoso.copre l'interne pria
asciutte pareti del vaso in cui si accende l'aria".
Purtroppo, ahilui, non
l'aveva fatta sapere. E così, il 15 gennaio 1781, il celebre scienziato
inglese
Henry Cavendish, lo enunciava alla Royal Society di Londra.
(18) Per l'importanza
dell'Opera di Volta, nel 1881 a Parigi, durante il primo Congresso
Internazionale
degli elettrotecnici, si attribuisce il nome di Volt, abbreviato V, all'unità
di misura della tensione elettrica.
Umberto Ferdinando Molteni i2ms
Estratto e traduzione dalla "Guide - Visite de la Maison
d'Ampère Musée de l'Électricité"
http://musee-
ampere.univ-lyon1.fr/
www.corrierecomo.it Città Virtuale -
Cultura tradizionale comasca - Itinerari Voltiani - Ricorrenze
Voltiane - Volta'slife and works.
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Da: "enrico baldacci" <i5wbe@libero.it>
ARI Lucca
Contest VHF/UHF/SHF
"Vecchiacchi
Memorial Day"
Il presente per ricordarvi che nei giorni 7/8 Dicembre 2002 si terrà il
Contest in oggetto.
Sarà attiva la stazione commemorativa I5VMD - Vecchiacchi Memorial Day.
Regolamento su Radio Rivista.
Con i migliori 73.
ARI sez. Lucca "F.lli Vecchiacchi" - IK5AMB Iacopo Lencioni
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2 nuovi prodotti Socket
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elimina la necessita' di utilizzare scomodi cavi. La versione
Compact Flash supporta i palmari dotati di sistema operativo Pocket PC e
PocketPC 2002 (es. Compaq iPAQ, Hp Jornada 56x, etc), mentre quella Pcmcia e'
adatta anche per Notebook con i sistemi operativi (Windows 98SE, Me, 2000 e XP).
:: Wireless LAN Card
La scheda Socket Wireless e' una CompactFlash di Tipo I per Pocket PC basati
su Windows CE/PocketPC/PocketPC2002 che utilizza come standard di
comunicazione il Wi-Fi 802.11b, protocollo per tecnologia wireless. Questa
scheda, e' stata progettata per connettere sistemi certificati Wi-Fi 802.11b
per Wireless LAN e permettere di navigare in Internet, ricevere ed inviare
e-mail, accedere ad un server.
In una configurazione ad-hoc e' possibile comunicare direttamente con altri
utenti Wi-Fi 802.11b, ovvero con utenti muniti di altri sistemi wireless che
utilizzano il protocollo menzionato. Questo tipo di applicazione puo' avere
impiego in aziende che intendono utilizzare LAN di tipo wireless, in luoghi
pubblici che intendono offrire ai propri clienti la possibilita' di accedere
ad Internet via wireless, fornendo un servizio di supporto a questo tipo di
utente basato su una infrastruttura costituita da LAN Access Point che, dove
installato, permettera' di rendere accessibile il servizio sfruttando i piu'
comuni protocolli RF globali, ovunque ci si trovi.
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Da: "Andrea" <ik4vfb@yahoo.it>
Salve a tutti,
vi segnalo che sul sito www.arifidenza.it cliccando su RADAMATO potete trovare tutti gli aggiornamenti, compreso quello di novembre 2002 e i programmi, (Dos e Windows) del Callbook OM Italia di I0SSH Graziano Sartori.
Ciao da Andrea IK4VFB
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Da: "Gianni221" <gianni221@inwind.it>
LA RADIO ASCOLTA CHI ASCOLTA
LA RADIO
SI RITORNA NEI BANCHI DI
SCUOLA!!!
Dopo il successo avutosi nell'anno scolastico scorso, il GRUPPO RADIO
SIERRATANGO INTERNAZIONALE, riprende la sua campagna di sensibilizzazione nelle
scuole, dal titolo: "LA RADIO ASCOLTA CHI ASCOLTA LA RADIO".
Quest'anno il tour prevede la sosta in 3 scuole medie del comune di Quarto NA:
Carlo Emilio Gadda, Mario Napoli, e il ritorno alla scuola media statale: Piero
Gobetti, ove già l'anno scorso si sono tenuti vari incontri con alcune classi
dell'istituto.
In questa scuola, il successo è stato grande! al punto che il preside: Prof.
Carmine Amelio, con insistenza, si è accaparrato anche in questo anno scolastico
in corso, la presenza dei radioamatori, e radio-operatori, che stanno
realizzando il progetto.
Il preside Prof. Amelio, con il collegio dei docenti, per dimostrare l'alto
livello di gradimento del progetto, nell'annuario 2001-2002 in copertina, hanno
inserito una foto, che ritrae appunto gli operatori durante un'incontro con i
ragazzi.
Quindi, questi sono i risultati che gli operatori che stanno realizzando questa
campagna di sensibilizzazione si aspettavano, ma nonostante tutto, sono in
difficoltà, a causa degli impegni, che aumentano, ma a fronte di ciò non
aumentano gli operatori in campo, disposti a dare una mano.
Il progetto, anche quest'anno sarà sviluppato analogamente a quello dell'anno
scorso: si terranno 3 incontri con ogni classe, nei quali saranno trattati con i
ragazzi 3 argomenti, che riguardano il mondo radio:
1; la storia della radio, dalla invenzione marconiana, ai giorni nostri, la
storia dei radioamatori, la storia delle emittenti principali tra cui la RAI, la
storia dei C.B., e la storia del radioascolto.
2; aspetti tecnici che caratterizzano la radio-trasmissione: generazione di onde
elettromagnetiche, tipi di propagazione, frequenze e lunghezze d'onde, elementi
che servono per trasmettere e per ricevere.
3; la radio nel sociale: cosa è un'emittente, classificazione, utiliti, la
ricetrasmissione, modi vari per trasmettere: rtty, pachet, sstv, morse, e fonia,
cosa sono i C.B., e i radioamatori, cosa è il radioascolto, come ascoltare
correttamente la radio.
A queste trattazioni puramente teoriche, corrisponde anche una parte pratica,
ove gli operatori dimostreranno ai ragazzi, l'uso di apparecchiature, portando
in classe apparati ricetrasmittenti, o riceventi.
Durante gli incontri, che si terranno solamente al sabato in orario scolastico,
dalle varie scuole ove si terrà il progetto, i radioamatori, effettueranno come
l'anno scorso, alcuni collegamenti prevalentemente in 40 metri, con altri OM,
che si presteranno affinché i ragazzi possano rendersi conto della cosa.
Per tutti coloro che si lasceranno collegare o che ascolteranno i QSO, e che lo
desidereranno, inviando una QSL, o un rapporto d'ascolto via BURO', al manager:
I Z 8 A M Y Gennaro, sarà inviata una QSL di conferma per l'occasione.
Quindi collaborate in tanti come l'altro anno.
Si partirà con la mattinata di sabato 30 novembre prossimo, dalla scuola media
statale: Carlo Emilio Gadda, e poi negli altri sabati, con una pausa durante il
periodo natalizio.
Cercheremo di informare tutti i lettori, di volta in volta, che il progetto si
svilupperà anche in quest'anno.
E' gradita, è inutile dirlo, ogni sorta di collaborazione.
Chi si trova in zona Napoli, e vuole collaborare può scrivere a:
gianni221@inwind.it
per segnalare la propria adesione.
Un saluto a tutti i
lettori del RADIOGIORNALE da:
I Z 8 E L M. Giovanni Urso
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Il campanaro
Quando uno afferma ufficialmente, farfugliando come al solito con forte spirito polemico, -dove é maestro- e arrampicandosi sugli specchi, nel "Il suono della nostra campana", presente sul sito ARI, per rispondere al nostro articolo pubblicato sul numero 69 del Radiogiornale, come scusante alla sua mancata iniziativa per l'allargamento dei 50 MHz a 52 MHz, (per cui non rispose ad una espressa richiesta in proposito, fatta dal Ministero delle Comunicazioni), che nonostante il suo silenzio comunque la cosa non era pregiudicata perché il suo predecessore Rosario Vollero, (ben 20 anni or sono!), aveva fatto tale richiesta, conferma semplicemente due cose: la sua incapacità a portare avanti puntualmente un impegno importante nell'interesse dei radioamatori e la serietà del Radiogiornale nella pubblicazione di notizie sempre suffragate da documenti e prove a conferma della loro veridicità. Tra l'altro, se il Ministero delle Comunicazioni ha chiesto ufficialmente all'ARI quali erano le richieste in merito ai 50 MHz, vuol dire, senza ombra di dubbio. che al Ministero stesso ignoravano le richieste fatte nel 1982 da Rosario Vollero, o altre successive, altrimenti avrebbero semplicemrntr richiesto una loro conferma!
CONSIDERAZIONE: negli ultimi 20 anni sono
cambiati diversi Governi, diversi Ministri delle Poste e oggi delle
Telecomunicazioni, tutti i funzionari del Ministero di cui parliamo e lo stesso
Dicastero é stato diviso in due e il nostro personaggio ha il coraggio di
affermare che ancora qualcuno si dovrebbe ricordare di ciò che chiese Rosario
Vollero verso la fine del secolo scorso, cioé nel 1982?
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Da: <iz1eshbeppe@tiscali.it>
SILENT KEY
Gentilissimo Paolo , ti prego di voler pubblicare questa notizia
:
Volevo informare gli amici e i conoscenti ,
che inaspettatamente il 12 Novembre è mancato
l'amico Hans IK1TAP ma anche
V51ZZ , molti radioamatori lo
ricorderanno sempre
con simpatia per i collegamenti avuti con Lui dalla NAMIBIA .
Volevo aggiungere che personalmente ho perso un caro Amico.........Ciao
HANS ! ! !
Beppe IZ1ESH <iz1eshbeppe@tiscali.it>
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Sempre disponibile con tutti, soprattutto con i giovani, prodigo di consigli per l'attività DX. ci ha lasciti I8KDB
Ciao Giampaolo
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Oltre che radioamatore con grande esperienza, nonostante la sua giovane età, l'amico I0IEX Roberto Cecchini. aveva anche la passione dell'aeronautica e il 24 novembre, durante un volo, per cause non ancora accertate, é precipitato alla periferia della Capitale, perdendo la vita.
Ciao caro Roberto
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