LA QUOTA
ASSOCIATIVA,
EDIRADIO E IL DIRITTO DI SAPERE
Nuove proteste e botta e risposta tra Mario IW2NFY e
Mario Ambrosi I2MQP
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Redazione Radio Rivista
Redazione Radio Kit Elettronica
Redazione Radiogiornale
p.c.:
Luigi Belvederi I4AWX
A seguito di una recente email circolata fra noi
OM (almeno fra alcuni di noi) a firma di Luigi Belvederi I4AWX, e da alcuni
di noi inviata ad alcune figure rappresentative dell'ARI, ed a seguito della
risposta ricevuta in maniera non ufficiale, anche se non direttamente dal
Presidente I1BYH, vorrei precisare a titolo personale, quanto segue:
1. Conosco Luigi I4AWX da parecchi anni, ne
apprezzo lo spirito radioamatoriale e la passione, ed ho avuto modo di
verificarne la serietà come persona: per questo ho aderito al suo sollecito.
Se qualche notizia fornita da Belvederi fosse inesatta (non ho gli strumenti
necessari a verificarlo, ma dubito che un serio professionista come
Blevederi si azzardi a "sparare" se non è più che sicuro di ciò che dice e
di cio che sa…), e se questo ha portato da parte mia a sostenere tesi errate
chiedo scusa per l'equivoco.
2. Sono socio dell'ARI dal 1974 o '75, non ricordo con precisione, da quel
periodo, allora studente, ho pagato ogni volta sempre di più per il rinnovo
della mia quota associativa, e mai di meno.
3. Ho partecipato alla fondazione di alcune
associazioni minori quali il QRP Club ARI ed oggi ho il compito di
segretario-numeratore" nell'attuale QRP Club: in questi ambiti si è riusciti
a fare fronte almeno parzialmente agli aumenti dei costi, con soluzioni
anche piuttosto all'avanguardia (ad es.: pubblicazione elettronica del
Notiziario), ma mai particolarmente strane o inusitate, riuscendo
addirittura ad abbassare dei costi, o quantomeno a contenerli in modo
significativo. E' piuttosto singolare che fior fiore di "dirigenti" non
riesca a pensare a soluzioni concrete e fattibili, ed altresì è molto
singolare che nel nostro Sodalizio non ci siano le risorse per svolgere
certi compiti a costi poco gravosi, oppure può venire da pensare che certe
soluzioni vengano affatto cercate?
4. In seno a questi gruppi, piccoli forse come il QRP Club, ma formati da
persone sinceramente appassionate di radio, si cerca di dare spazio ad
iniziative innovative che stimolino l'interesse di molti, che incrementino
le adesioni, che servano alla "crescita" tecnica del gruppo stesso.; mi ha
sempre meravigliato il fatto che in seno alla nostra Associazione nessuno si
sia mai preso la briga di "copiare" quel che altri di buono riescono a fare.
Ma forse sono io che non conosco tanti retroscena?
Non so, sinceramente non so cosa pensare, ma io non faccio il politico.
5. Sempre nei gruppi piccoli di cui sopra, i "dirigenti" sono sempre stati
persone che non hanno mai mostrato alcun atteggiamento "manageriale-politico";
quando qualcuno è stato stanco degli incarichi, ovvero oberato di impegni di
altra natura, ha sempre subito lasciato spazio ad altri, senza traumi e
gravi conseguenze.
6. Su Radio Rivista in questi ultimi anni ho letto sempre più spesso di
polemiche, litigi, diatribe varie, che nulla hanno a che fare con lo spirito
radiantistico che ancora oggi dopo oltre 30 anni di hobby mi anima, ma non
ho mai letto di inviti ad occuparci della radio e non della "politica"; non
ho mai o quasi letto di iniziative tese alla valorizzazione ed
incentivazione delle nostre conoscenze tecniche, queste iniziative, almeno
quelle più valide le ho sempre viste nascere in seno a gruppi minori ovvero
le ho viste nascere ad opera di pochi singoli (leggi I5TDJ, I2GVH,IV3NWV).
7. In passato proposi all'ARI di formare un gruppo di OM che facessero dei
test tecnici sulle apparecchiature, degli articoli tecnici di divulgazione,
ecc., qualcosa di simile a quanto fatto dall'ARRL, anche se con le debite
proporzioni: mi fu risposto che non era il caso, che il tutto sarebbe
costato troppo, ecc: questo si poteva fare in modo molto semplice creando
gruppi di lavoro a distanza, usando laboratori di singoli, collegati via
internet, usando nuove tecnologie, ecc.: è tutto svanito nel nulla, e
dispiace constatarlo.
8. Col passare degli anni vedo cambiare le persone che gestiscono
l'Associazione, ma i problemi mi pare rimangano gli stessi di vent'anni fa.
Solo agli inizi della mia "carriera" vedevo gli editoriali di I4NE, ovvero
gli articoli di I4SN, che anche essendo nel C.D. dell'ARI scrivevano di
tecnica, oggi e da un bel po', vedo solo litigi ed azioni legali!..
Queste considerazioni vengono da una persona che
non intende assolutamente partecipare a polemiche varie, da uno che però
vede sempre crescere la cifra che gli viene richiesta, che vede peggiorare
situazioni e che non vede e non percepisce azioni concrete ed energiche di
rimedio, che vede, però, all'esterno dell'ARI, seppure in gruppi più
piccoli, gente che prova a fare qualcosa di nuovo e mi pare lo faccia
piuttosto concretamente.
Probabilmente mi si risponderà che è facile in gruppi limitati, fra pochi
amici, ecc. fare cose concrete, e questo è vero, ma è anche vero che la mia
esperienza di attività imprenditoriali mi porta a vedere sempre le soluzioni
ed apprezzare i tentativi e stigmatizzare le chiacchiere inutili, e,
scusate, di queste ne sento tante.
Non so se l'amico Luigi Belvederi ha detto o
scritto delle inesattezze, non ho modo di controllare, ma lo conosco per una
persona che agisce, non ho modo di conoscere i membri del CD dell'ARI, ma
dalla mia "periferia" l'aumento della quota l'ho visto e concretamente.
Credo che un serio professionista uso a dover rendere conto di ciò che dice
o scrive e che non è una ragazzetto di primo pelo, non si può permettere di
mandare in giro cose di cui potrebbe dover rendere conto, senza avere
qualcosa in mano
che non siano solo opinioni. Credo anche che chi vuole rispondere potrebbe
farlo di persona e non scrivendo su una pubblica locandina come la Rivista
associativa su cui sarebbe bene invece incentivare la crescita tecnica ed il
nostro hobby. Nel 1973, quando comprai il primo numero di R, allora dal
giornalai, perché ancora non ero associato, vidi solo tecnica, oggi leggo
tante parole che di tecnico poco hanno.
Voglio dire che l'ARI a mio vedere è
l'associazione dei Radioamatori, e mi piacerebbe fosse gestita per questo,
per interessi tecnici, che Radio Rivista avesse contenuti tecnici o
finalizzati all'attività amatoriale, che fosse dato spazio ad iniziative
anche piccole realmente di "crescita" e non solo politiche o di
rappresentanza. Purtroppo vedo spesso queste, ma poco spazio vedo dato alle
altre. Mi piacerebbe che l'ARI facesse un referendum per sapere il mio
gradimento o la mia opinione sulle sue azioni, che magari Radio Rivista si
potesse scaricare da Web, con conseguente abbassamento di costi, mi
piacerebbe poter vedere le misure e prove reali (e non di locandina!) su
apparecchiature che io possa valutare di acquistare.
Ultimamente gli articoli realmente di valore tecnico sono pochi e diciamo
grazie all'amico Giancarlo I7SWX! Mi verrà risposto che i soci mandano poco
materiale: a questo proposito, ad esempio, posso dire che il sottoscritto
una volta mandò uno scritto riguardante il concetto di "IP2" ed a questo
articolo tecnico fu data una valutazione economica che bastava a pagare un
pacchetto di floppy-disk…..da questo ne nacque la mia decisione di non
inviare più articoli ad RR, perché io non voglio essere pagato, altrimenti
non invierei articoli al Bollettino del Club QRP, ma non voglio neanche
essere preso in giro!
Forse questo fatto crea problemi anche ad altri soci, forse si dovrebbe
cercare di incentivare in altri modi la partecipazione ai contenuti tecnici,
esistono premi, concorsi, ecc……. E comunque chi è eletto per amministrare
un'Associazione questo credo debba pensare a fare, questo credo sia il suo
primo fine, e la sua "missione", o mi sto sbagliando?
Vorrei specificare che sono orgoglioso di
appartenere all'ARI da oltre 25 anni, mi piacerebbe che l'ARI, avesse una
struttura come quella dell'ARRL, ne sarei fiero, ma purtroppo per vari
motivi siamo italiani……; quello che scrivo lo penso e lo scrivo con grande
rammarico; vedo troppo badare alle piccolezze, alle pochezze, inalberarsi
per le offese subite, ma non vedo passione per una attività bellissima!
Per quanto mi riguarda continuerò ad occuparmi della tecnica, ringrazio il
presidente dell'ARI, per i chiarimenti che credo fossero dovuti in anticipo
per ciò che riguarda l'aumento della quota associativa, e non a posteriori.
Un gestore di denaro altrui, seppure incaricato dagli altri, deve
preoccuparsi dei suoi "clienti", così come fanno i bravi gestori di altro
tipo di denaro! Certe richieste è ovvio che arrivino, e invece di
offendersi, ci si dovrebbe preoccupare in anticipo di evitare certe
situazioni, specie se ci si offre di ricoprire certi ruoli, altrimenti, si
fa altro, probabilmente anche in modo ottimo.Invece di risentirsi perché
diciannove persone hanno chiesto conto dell'uso anche delle proprie quote
associative, mi sarei aspettato una spiegazione semplice, dei fatti
dimostrati, o meglio, un editoriale in cui (come un tempo altri fecero)
veniva spiegato perché la quota aumentava, ma questo nello stesso numero
della Rivista dove veniva messo il bollettino di cc in cui la quota
risultava aumentata!
Io per quanto mi riguarda pagherò la quota anche aumentata, ma se per
qualche motivo capirò che c'è qualcosa di non molto chiaro, mio malgrado,
sarò uno di quelli che esce dall'Associazione a cui avevo aderito con così
tanto entusiasmo, quando giovane SWL in procinto di sostenere gli esami, ero
fiero finalmente di aderirvi. Io sono un tecnico e non mi darò da fare per
iniziative politiche né legali, quelle le lascio ad altri, , ma certo non
sono cieco, e se vedrò cose che non mi piacciono, così come altri, i soldi
della quota, li userò per comprare qualche componente in più!.
Credo che chi gestisce l'ARI si debba porre certi
interrogativi e credo che in fretta debba darvi una risposta concreta,
perché potrà anche avere tutte le ragioni del mondo, ma perdere il sostegno
della base, alla lunga porta a conseguenze negative. Luigi I4AWX mi sembra
sia una persona che tutto possa volere, ma non certo il "potere"; mi sembra
una persona che abbia una grande passione per il nostro hobby, ed allora
forse se da gente in gamba (non parlo del sottoscritto!) vengono delle
richieste o emergono delle perplessità, bisognerebbe chiedersene il perché e
non solo badare a ribattere e chiudere la faccenda avendo la possibilità di
dire l'ultima. Non è questa la questione fondamentale, almeno a mio parere.Ma
l'Associazione dovrebbe occuparsi della nostra passione, sempre a mio
parere, ed invece...?
Per quanto riguarda me a faccenda risulta chiusa, grazie dell'attenzione,
grazie della pazienza nel sopportare uno sfogo, sperando sia di aiuto
all'Associazione, non ai singoli, perché quello è il mio fine.
Alessandro Santucci
Roma 24 novembre 2003
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Da: "m.paolicelli" IW2NFY
Caro Paolo, ti invio la risposta
ricevuta via e-mail da Radio Rivista, dopo avergli spedito via posta
elettronica quella lunga lista di perchè suggerita giustamente da I4AWX
riguardo all' aumento della quota sociale senza nessun preavviso e nessuna
giustificazione.La risposta mi è stata data dal direttore I2MQP, il quale
non si smentisce nell' arte di glissare.Ti allego anche la mia replica.
Sarebbe bello se tutti la potessero leggere per farsene un opinione. Ciao
grazie per la pazienza e 73 de IW2NFY Mario.
LA LETTERA DI IW2NFY
Spettabili Amministratori:
Sono un radioamatore iscritto all'ARI ed essendo stato richiesto di
pagare per il 2004 una quota associativa di 72 Euro, visto e considerato
che la pubblicazione di RR è la maggior voce di spesa nel bilancio
dell'ARI, Vi chiedo:
1. Perchè l'ARI paga a EDIRADIO oltre cento mila Euro in più all'anno
per pubblicare RR di quanto non pagherebbe rivolgendosi ad altro Editore?
2. Perchè in scelte tanto onerose per tutti gli iscritti i Signori
Ortona ed Ambrosi operano in conflitto di interessi, essendo al tempo
stesso Amministratori sia dell'Associazione che di Ediradio?
3.Perchè l'ARI (che è un Ente Morale e non una holding) non liquida
EDIRADIO realizzando così un cospicuo risparmio?
Siccome pago, ho diritto ad ottenere una risposta immediata, vera,
chiara ed esauriente, perchè ho il diritto di sapere come vengono
impiegati e dove vanno i miei soldi.
Distinti saluti.
LA RISPOSTA DI I2MQP
----- Original Message -----
From: Radio Rivista
To: m.paolicelli
Sent: Thursday, November 13, 2003 2:30 PM
Subject: Re: Perchè.......?
Caro Mario,
anzitutto permettimi di dire che "siccome pago ho diritto" è un brutto
modo di presentarsi e io personalmente non mi sento obbligato a dare una
risposta perchè paghi ma solamente se lo chiedi in maniera civile.
Fatta questa premessa devo dirti che il sotoscritto è il Direttore
Responsabile della rivista.
Non sono io a fare la politica associativa o economica
dell'Associazione e della Ediradio.
Pur essendo parte del Consiglio Direttivo, le risposte a certe domande
devono essere date da coloro che rappresentano l'Associazione e/o l'Ediradio.
Nello specifico questi argomenti sono stati dibattuti più volte in
Assemblea Generale e il Direttore si comporta in funzione delle
decisioni prese. Se desideri delle risposte rivolgi le tue domande al
Presidente dell'ARI o Ediradio e al Segretario Generale.
Mario, I2MQP
LA REPLICA DI IW2NFY
Da: "m.paolicelli" IW2NFY
A: "Radio Rivista" <radiorivista@ari.it>
Oggetto: Re: Perchè.......?
Data: giovedì 13 novembre 2003 21.23
Re: Perchè.......?Innanzi tutto, vi voglio
ringraziare per la risposta celere che avete formulato e che sinceramente
non pensavo di riceverla, comunque, chiedo scusa per l'irruenza del
messaggio, ma ci sono molti soci che come me si domandano queste ed altre
importanti cose.Personalmente, disapprovo anche la disputa verbale che sta
continuando ormai da mesi tra il nostro presidente (il quale dovrebbe
rappresentarci in maniera degna della carica che riveste) e tutti gli altri
che non la pensano come lui, compreso un ministro del nostro governo . Mi
apettavo da persone mature molta saggezza in più. Mi permetto di suggerirvi
di fare meno politica e di più i radioamatori. Detto ciò, pagare 72 euro
(circa 140.000 lire) per l'abbonamento di una rivista con tanta pubblicità
(inizia con 10 facciate o più prima del sommario, e poi, non tutti
usufruiscono del servizio bureau inoltre spero che "fatti di cui si parla"
non abbia le stesse puntate di una telenovela) e sempre meno pagine ed
articoli riguardanti la nostra attività, francamente mi sembra tanto,
soprattutto per chi ancora non lavora o per chi percepisce la sola pensione
sociale.Questo mio sfogo spero che possa non essere considerato solo una
critica al vostro operato ma servire da sprone ad andare avanti con
coscienza e nel migliore dei modi per il bene della nostra associazione
.Dopo tutto ciò vi auguro buon lavoro e tu caro omonimo non offenderti se
chiedo di aver diritto ad alcune risposte ma sono un Socio proprio come te e
spero con gli stessi diritti (o forse mi sbaglio? ). Da buon radioamatore
best 73 by IW2NFY Mario.
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Da: "IZ5FCY - Roberto
Richiesta di chiarimenti
Agli Amministratori A.R.I.
e p.c., in Ccn,
alla Sezione ARI di Pontedera,
a RadioRivista, con preghiera di pubblicazione,
a RadioGiornale, con preghiera di pubblicazione,
a tutti i Newsgroup Radioamatoriali,
a tutti i conoscenti ed amici Radioamatori.
Spettabili Amministratori,
sono un radioamatore regolarmente iscritto all'ARI ed avendo ricevuto la
richiesta di pagare per il 2004 una quota associativa di 72 Euro, visto e
considerato che la pubblicazione di RR è la maggior voce di spesa nel bilancio
dell'ARI, vengo a chiederVi:
1. Perchè l'ARI paga a EDIRADIO oltre cento mila Euro in più all'anno per
pubblicare RR di quanto non pagherebbe rivolgendosi ad altro Editore?
2. Perchè l'ARI (che è un Ente Morale e non una holding) non liquida EDIRADIO
realizzando così un cospicuo risparmio, azzerando di fatto l' aumento
richiesto ed anzi, riducendo la Quota Sociale della medesima entità?
3. Perchè l’A.R.I. non difende la Sua immagine e mette termine alle
"fughe" verso altre Associazioni recuperando autorità, autorevolezza e
credibilità ?
Plaudo in anticipo ad una profonda e radicale azione sanatrice che riesca ad
eliminare drasticamente e senza mezze misure, il palese conflitto di interessi
nel quale alcuni Amministratori operano con disinvoltura, cavalcando
contemporaneamente, in qualità di Amministratori, il cavalli A.R.I. ed
Ediradio. In altri termini, costoro sono i Clienti di sé stessi.
E' forse per questo che non si liquida Ediradio? Si vengono ad intaccare
cospicui interessi personali ? Dobbiamo essere noi a pagarli?
In tempi di evidente recessione economica e per le richieste onerose rivolte
agli iscritti, il ripristino della cristallina trasparenza e della saggezza
gestionale, mi sembrerebbe il minimo che l' Associazione potesse fare verso
tutti gli Associati.
Poiché sono un socio pagante e poiché in unione a RR di Novembre mi è stato
richiesto il pagamento della quota sociale maggiorata rispetto all' esercizio
2003, prima che ne scadano i termini, ho la necessità di una Vostra urgente
risposta a quanto sopra.
Questa mia richiesta, ritengo faccia parte del mio sacrosanto diritto di Socio
e sono altresì dell' avviso che il Vostro dovere sia quello di darmi una
risposta immediata, veritiera, chiara, inconfutabile, esauriente e
scrupolosamente circostanziata su quanto sopra.
Un riconoscente ringraziamento gli Amministratori A.R.I. che in chiusura all'
annuncio dell' aumento, hanno affermato preventivamente "di ritenere ogni
commento superfluo"; una altezzosa dichiarazione, sprezzante e negante la
capacità e la possibilità di opinare del singolo Socio, dimenticando che l'
A.R.I. sono i Soci e non gli Amministratori (ovvero sé stessi ), che ricoprono
le loro cariche per democratica elezione e non per diritti di casta e censo.
Io non ritengo assolutamente superflui i miei commenti, io non ritengo
superfluo il mio pensiero, io non ritengo superflua la mia capacità analitica.
In contrapposizione invece, ravviso nel Bilancio A.R.I. alcune voci non solo
superflue ma addirittura onerosamente dannose ed inspiegabilmente presenti, di
cui la maggiore è quella riguardante Ediradio, che mi spinge a dichiararVi
con ferrea fermezza, che non intendendo ignorare e/o tralasciare temi
importanti, tra i quali:
a) come, quanto e quando vengono impiegati i miei soldi.
b) come e da chi vengo rappresentato.
In attesa, vengo a ringraziarVi in anticipo per la sollecita risposta.
Distinti saluti.
Roberto Maccani IZ5FCY
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Da: "Bourbon Ezio"
Alla faccia dell'inflazione "sorvolando
sul resto"
anno 1999 Euro 56,810
anno 2000 Euro 58,876 + 3,63%
anno 2001 Euro 60,941 + 3,51%
anno 2002 Euro 64,040 + 5,08%
anno 2003 Euro 68,000 + 6,18%
anno 2004 Euro 72,000 + 5,88%
E' una situazione moralmente inaccettabile per il mio modo di vivere la realtà
economica di questi tempi e di questo Paese, non mi sento nè informato sui
fatti, nè tutelato come iscritto ARI (Ente morale).
Io posso vivere benissimo senza l'ARI (esperienza personale in tanti anni
precedente alla reiscrizione).
Può la stessa cosa l'ARI?
AUGURI !.
73 51 de i1 ZHY
Ezio Bourbon
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Dal Genzano Bulletin
Decisioni del direttivo della Sezione ARI di Genzano
QUOTE 2004 (1~HJN)
Abbiamo diverse volte criticato, anche severamente, l'atteggiamento del CD
Nazionale che regolarmente e ricorrentemente aumenta le Quote Sociali.
I gestori della nostra Associazione si giustificano col fallo che i costi
aumentano ogni anno e ridicolizzando le proteste dei Soci che ~ si lamentano
di 4 Euro in più quando ne spendono migliaia per un apparato nuovo... Se è
vero che questo è il loro pensiero allora significa che non hanno capacità di
analisi e di comprensione degli umori del corpo Sociale o, peggio ancora, ne
disdegnano completamente le espressioni come del resto èavvenuto regolarmente
in ben 3 Convegni nazionali '~diamo voce alle Sezioni.
La protesta, a volte anche vibrante, non nasce certo dall'entità dell'aumento
ma del ricorso sistematico ed abituale a tale pratica senza che vi sia alcun
segno, d'altra pane, di pianificazione o individuazione di azioni per il
contenimento delle spese.
La situazione rischia di alimentare pesantemente il numero di Soci che
abbandona l'Associazione. Abbiamo percepito questo rischio, presente nella
nostra realtà, ed il CD di Sezione ha deliberato quanto segue inviando copia
della delibera al CD Nazionale:
Il CD della Sezione ARI di Genzano nella riunione del 16/11/2003 ha deliberato
all 'unanimità quanto segue:
1) Stigmatizza e condanna la politica dell 'aumento ricorrente della
quota. Sociale perseguita dal CD Nazionale.
2) Auspica che il CDN definisca e pubblicizzi dei piani di contenimento delle
spese di gestione dell Associazione
3) Per contenere il pericolo di emorragie di Soci irritati dai continui
ricorrenti aumenti delle Quote Sociali decide di assorbire l'aumento delle
Quote 2004 deciso dal CDN rinunciando a 4 Euro del ristorno alla Sezione. Ai
Soci sarà richiesta una Quota di 68,00 Euro come nel 2003.
Il Presidente J()HJN Il
Segretario JWODGL
La quota ridotta potrà essere applicata solo in caso di pagamento in Sezione.
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a proposito di Fatti di cui "NON" si
parla
Il Presidente di una nota associazione nazionale di Radioamatori, attraverso
una rubrica del sito internet dell' associazione medesima, ha ritenuto di
controbattere le osservazioni, apparse anche sul Radiogiornale nr. 96,
avanzate da un socio della stessa, l'Avv. Luigi Belvederi I4AWX, in merito a
problemi di bilancio della Società Editoriale controllata sempre dalla stessa
Associazione.
Non posso fare il nome dell' associazione ne tanto meno del Consiglio
Direttivo della medesima in quanto il Presidente in questione, con
raccomandata, mi ha diffidato dal citare sia l'una che gli altri. (A margine
ricordo che anche il sottoscritto, con lettera raccomandata, aveva diffidato
sia l' associazione che la società controllata a non citare il proprio nome
ma, ahimé, la mia diffida e? andata disattesa tant'é che mi sono trovato
citato con nome e cognome sulla rivista edita dalla Società controllata
dall'associazione..
Come molti sanno i bilanci, una volta depositati, sono pubblici come
pubblica é la relazione che li accompagna. Quindi chiunque, con una semplice
richiesta, anche senza far parte ne dell' associazione ne della società
controllata, può richiederne copia pagando i relativi diritti di segreteria.
Come, parimenti, può essere chiesta copia della Visura Camerale dalla quale
dedurre il tipo di società, la composizione del consiglio di amministrazione,
l'attività svolta, nonché il nome del legale rappresentante ( amministratore
delegato o presidente del consiglio di amministrazione che dir si voglia).
Questa complicata premessa mi é necessaria per chiarire che potrei
tranquillamente citare la S.r.l. (controllata dall' associazione) senza
incorrere in alcuna violazione di Legge.
Tuttavia, siccome il mio é un discorso prettamente di natura economica e
fiscale, mi limiterò semplicemente a dare alcune informazioni di carattere
generale.
Senza entrare in aspetti tecnici diciamo subito che l'attuale normativa
permette ad una associazione, anche se dichiarata ente morale e anche se onlus
(ciò senza scopo di lucro) di possedere una Società a responsabilità Limitata
(S.r.L.). Questo a condizione che l'attività della Società controllata non
produca utili direttamente riconducibili all' associazione controllante e a
condizione che i due bilanci vengano tenuti rigorosamente distinti.
Dubito fortemente che questa opportunità fosse già in vigore nel 1986 (data di
nascita della società) per il fatto che le norme sulle onlus o equiparate sono
più recenti. Mi impegno ad approfondire l'argomento in un prossimo scritto.
Tornando al caso specifico abbiamo quindi una società che agisce in campo
editoriale e produce una rivista che viene pagata dall'associazione. Questo
"costo" viene identificato nella voce di bilancio dei "costi industriali" che
vanno dal confezionamento della rivista alla sua distribuzione ivi incluse le
materie prime ed esclusi gli introiti pubblicitari.
Questo significa che se la società produce una servizio per l'associazione,
quest'ultima deve corrispondere l'esatto costo del servizio fornito. Ne un
euro di più nè un euro di meno. Se così non fosse occorrerebbe che la Società
giustificasse in bilancio il maggior costo o il minor introito.
Se l'associazione versa alla società una somma MAGGIORE di quella richiesta
per i "costi industriali" significa che l' ssociazione stà pagando qualche
altro servizio e, in questo caso, anche questo altro servizio deve comunque
essere improduttivo (cioé non produrre reddito o utile). Ad esempio
l?associazione può pagare alla società le spese per gli articoli inseriti
nella rivista ma non può pagare le spese relative alla raccolta pubblicitaria
perché quest'ultima produce un reddito o un utile. E questo utile non può
andare a chi ha pagato il servizio perché, si ripete, l'associazione non ha
scopo di lucro.
Se l'associazione versa alla società una somma MINORE di quella richiesta per
i "costi industriali" significa che la società deve provvedere a coprire la
differenza imputandola a sopravvenienze passive o a mancati pagamenti del
cliente (cioé l'associazione) e quindi registrerà un passivo. Un'altra
questione da chiarire é l'imputazione delle singole quote. La quota relativa
al pagamento della rivista viene imputata ai singoli soci dell'associazione
come "abbonamento". Ebbene questa quota dovrebbe essere distinta, o comunque
distinguibile, da quella dovuta come rimborso delle spese per l?associazione.
Perché un abbonamento non può essere obbligatorio.
Qualsiasi socio può chiedere quindi la distinzione della quota di abbonamento
da quella di contributo spese per l'associazione e versare solamente quest'ultima
senza per questo violare nessuna norma.
Ne possono esistere norme statutarie che impongano ai soci il pagamento o la
sottoscrizione di un abbonamento relativo ad una società. Perché sarebbero
nulle.
Infine due parole sulla responsabilità amministrativa. Vero che nelle S.r.L.
la responsabilità é limitata al capitale versato ma poiché la società é
controllata da una associazione é anche vero che in caso di contenzioso o
esposizione debitoria, i creditori possono rivalersi sulla "proprietà" e
quindi sul capitale dell'associazione che, a sua volta é formato dalle quote
versate dai soci.
73 de iz3cnm sergio
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ORTONA nei "Fatti di cui si
parla 22"
"Quelli che hanno scritto per
protestare contro gli aumenti"
"NON HANNO CAPITO NIENTE"
"Le Sezioni possono rinunciare alla
loro quota
per non far pagare gli aumenti ai
propri soci"
NDR: Ovviamente
in questo modo le sezioni avranno meno risorse per iniziative a favore dei
soci, riducendo la loro attività.
In una lunga disquisizione nel Fatti di cui si
parla 22, I1BYH Presidente dell'ARI, risponde a quanti gli hanno scritto per
protestare contro gli aumenti della quota associativa. Data la lughezza del
testo, riportiamo alcuni stralci significativi della notizia, dato che ce ne
eravamo occupati nel numero 96 del Radiogiornale e per talune "interessanti"
affermazioni e informazioni contenute nella risposta stessa, molto più
irruenta, per la vertità, di quella di I2MQP, che riportiamo a parte.Dalla
pubblicazione apprendiamo che coloro che hanno inviato all'ARI la protesta, lo
hanno fatto probabilmente senza capirne il significato (Sic!) e che una
Sezione del Lazio, da prendere da esempio, ha rinunciato alla sua quota di
ristorno per non far pesare sui Soci gli aumenti. Insomma l'esempio in parole
povere è il seguente: gli aumenti, che vengono confermati, non peseranno sui
soci se le Sezioni ridurranno la loro attività, rinunciando ad una parte delle
quote di loro pertinenza!!! Un bel precedente, non c'é che dire!
omissis
Un nostro socio, )I4AWX) che attualmente ricopre la carica di
presidente di una nostra Sezione, dopo anni di silente e tranquilla
appartenenza al Sodalizio, ha improvvisamente dissotterrato l'ascia di guerra,
manifestando forti segnali di contestazione, in particolare nei confronti di
chi vi scrive, oltre che contro qualche altro Consigliere, rei di eccessiva
permanenza ai vertici del Sodalizio.
omissis
Inoltre, considerando che per dare maggior peso al suo dire,
l'autore, difensore per vocazione degli altrui diritti, ha invitato i soci ad
effettuare una operazione di "copia e incolla" di un testo da lui già
predisposto, si rende necessario rispondere per evidenziare quanto
siano futili i quesiti posti.
omissis
Per la cronaca sono circa diciannove quei soci che hanno copiato e
incollato quel testo, probabilmente senza neppure capirne il significato,
fidandosi però di qualcuno che è talmente bene informato sulle malefatte dei
"reggenti", da sbagliarne perfino gli incarichi che agli stessi risultano
assegnati.
omissis
Comunque, allo scopo di informare circa una pregevole iniziativa che
potrebbe servire anche da esempio per chi ha sollevato il problema, oltre che
per quelle Sezioni che, grazie anche alla capacità dei propri amministratori,
hanno la fortuna di avere una buona gestione economica, una Sezione del Lazio
ha deciso di rinunciare alla quota di ristorno, per cui i soci che ne fanno
parte pagheranno per quest'anno solamente 54 Euro.
Alessio Ortona, I1BYH
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5 -
I DIECI PADRI DELLA SCIENZA ELETTRICA
Umberto Ferdinando Molteni i2ms
3 - Benjamin Franklin (1706 - 1790)
Molti studiosi, un po' dappertutto in quel tempo, si interessavano
all'elettricità atmosferica. Cos'è il lampo? Come nasce la folgore? Come mai
si forma il tuono? Perché quello strano odore dei temporali? C'era, pensavano,
una sorgente, un fluido elettrico considerevole durante i temporali. Il grande
studioso, di questi fenomeni fu Benjamin Franklin. Fu uno tra i grandi uomini
che l'umanità e la scienza possano ricordare.
Nato a Boston da genitori inglesi emigrati negli Stati Uniti. Suo padre
fabbricava candele e sapone. Il giovane Benjamin, spendeva tutti i suoi magri
risparmi in libri, tanto che il padre diceva che sarebbe diventato un
tipografo. Cominciò la sua carriera, da povero ragazzo, come apprendista in
una fabbrica di candele, poi operaio stampatore. A scuola c'era potuto andare
ben poco; ma aveva una stupenda intelligenza e una grande tenacità di
propositi.
Si recò a Londra a perfezionarsi nella sua arte di stampatore, poi si mise a
lavorare a Filadelfia, diventando direttore di un giornale economico. Pubblica
il celebre Almanacco del Pupazzetto Richard che ha grande successo per ben
venticinque anni. È uno dei promotori dell'Accademia di Filadelfia
diventandone il presidente.
Progressivamente si introduce nella politica e milita a favore dei diritti dei
coloni americani. Per ben sedici anni, rappresenta a Londra la causa delle
colonie inglesi dell'America del Nord che volevano l'indipendenza. Franklin
spese ogni suo potere ed ogni influenza per impedire che la guerra si
dichiarasse. Riusciti inutili i suoi sforzi per un accomodamento, rientrò in
patria, dove trovò la guerra già scoppiata. Allora divenne uno fra i
consiglieri più importanti ed ascoltati del Governo che aiutò l'America nella
guerra d'indipendenza. In Filadelfia fu firmata la Dichiarazione
d'Indipendenza che porta il suo nome. Fu mandato Ambasciatore a Parigi a
rappresentare la giovane repubblica americana. Il 10 febbraio 1782, Alessandro
Volta, durante un pranzo a Parigi con numerosi famosi scienziati francesi,
incontra anche Franklin. Infine, fa parte della Convenzione che elabora la
Costituzione degli Stati Uniti. L'ultima parte importante della sua vita
pubblica fu l'azione spiegata perché venisse abolito il traffico degli schiavi
nel suo paese. Fu una delle più nobili figure dell'America e grande uomo di
Stato.
Si narra che, un giorno passeggiando a Parigi lungo la Senna, incontrò un
amico. Subito si fermò e gli tese la mano destra. Ma aveva appena fatto quel
gesto, che parve pentirsene: ritirò prontamente la destra e gli tese invece la
sinistra.. L'amico non poté celare un certo stupore; egli strinse la mano di
Franklin senza chiedere spiegazioni; ma questi gli mostrò un piccolo punto
rosso sull'indice della sua destra e disse: "È una cocciniglia venuta a
posarsi sulla mia mano. Mi sarebbe rincresciuto che l'aveste schiacciata !"
Come si rivela anche nelle piccole cose la gentilezza dell'animo !
Ecco dunque Franklin. Dov'è l'elettricità nella sua vita? Editore, uomo
politico, militante a favore dei coloni, membro della Convenzione degli Stati
Uniti, tutto questo sembra lontano da una carriera scientifica. Di fatto, è
verso il 1746 che Benjamin Franklin quarantenne, si ritira dall'editoria a
fortuna fatta, e, prima di partire per Londra si interessa in modo
perseverante ai misteriosi fenomeni dell'elettricità.
Fonda a Filadelfia, con qualche amico, una piccola società, dove si studia la
filosofia e la fisica. Si appassionano alle più divertenti e curiose
esperienze con l'elettricità: ad esempio, il carillon elettrico, il ragno di
Franklin, gioco fatto con un ragno artificiale sospeso a capo di un filo le
cui zampette si agitano quando si avvicinano ad una bottiglia di Leida; come
pure la "corona elettrizzata" che scocca delle scariche ai temerari che la
toccano.
Nel 1750 formula una teoria sull'elettricità considerata come un fluido
imponderabile presente in tutti i corpi. Fu poi Franklin che dette alle
elettricità vitrea e resinosa i nomi di elettricità positiva e negativa che
sono ancora in uso. L'eccesso o il difetto di fluido rende il corpo
elettrizzato positivamente oppure negativamente e la tendenza a ritornare in
una condizione di equilibrio dà origine alla scarica elettrica e alle forze di
attrazione e repulsione.
Scoprì il cosiddetto potere delle punte. Circa questo potere, che viene
sfruttato nel parafulmine, mi limito a dire come esso dipende dal fatto che la
carica elettrica (la quale non si trova mai nell'interno di un conduttore, ma
solo alla superficie), non si distribuisce in modo uniforme sulla superficie
stessa, a meno che il conduttore non sia sferico: essa si porta specialmente
negli spigoli e sulle punte. Di qui poi, per la nota repulsione fra cariche
elettriche di ugual nome, sfugge nell'aria, provocando un soffio o "vento
elettrico" che può piegare anche la fiamma di una candela, o far girare il
curioso "arganello elettrico". Questo vento, però, non è costituito dalle
cariche elettriche pure, bensì dalle molecole d'aria a cui esse si attaccano,
e che, insieme ad esse, sono poi respinte dalla punta carica di elettricità.
Avanzò la legge della conservazione della carica elettrica per spiegare le
proprietà della bottiglia di Leida. Indipendentemente dai lavori degli
scienziati europei, scoprì che l'effetto della bottiglia di Leida non dipende
dalla quantità di liquido, ma dall'ampiezza delle armature. Egli risolse per
primo il problema di quale fosse la funzione del vetro nella bottiglia di
Leida o nel quadro di Franklin, vero prototipo del condensatore ad armature
piane, e delle armature che sono a contatto con esso. Purtroppo i tempi non
erano ancora maturi per condurre una analisi rigorosa e quantitativa del
condensatore, poiché i concetti di differenza di potenziale e di capacità non
esistevano. Nel 1780, gli studi di Alessandro Volta sul condensatore lo
portarono ad enunciare la relazione, tra la differenza di potenziale ai capi
del condensatore, la quantità di carica e la capacità del condensatore stesso,
che ancora oggi troviamo su tutti i libri di fisica.
Riflette sulla similitudine tra le scintille delle macchine elettrostatiche e
la folgore. Formula, nel 1750, l'ipotesi della natura elettrica della folgore.
Comunica a Peter Collinson della Royal Society le sue osservazioni e teorie
sulle folgori, che sono fondamentalmente, queste scariche elettriche, prodotte
dall'evaporazione del mare e della terra. Deduce che nelle nubi con differente
cariche elettriche avvicinandosi l'un l'altra provocano i lampi e le folgori.
Perciò, conclude Franklin, le azioni di una macchina elettrostatica e quelle
delle folgori sono similari.
Egli enumera queste similitudini in questo modo: 1 - La luce ed il suono
prodotto sono simili ad entrambi i fenomeni e sono praticamente istantanei. 2
- Le scintille e le folgori sono in grado di infiammare le materie
combustibili. 3 - Assumono entrambe forme analoghe. 4 - Entrambe sono in grado
di uccidere creature viventi. (Franklin uccise una gallina con una scarica
elettrica prodotta da una batteria di giare di Leida). 5 - Entrambe provocano
danni meccanici e producono un odore simile a zolfo bruciato. (Questo condusse
alla scoperta dell'ozono). 6 - La folgore e l'elettricità seguono lo stesso
conduttore ed entrambe prediligono spigoli e punte. 7 - Entrambe sono in grado
di distruggere il magnetismo e persino di invertire le polarità di un magnete.
(Nel medioevo, talvolta, la caduta di un fulmine su di una nave poteva
alterare o completamente smagnetizzare l'ago magnetico della bussola di bordo:
in altre circostanze, la saetta produceva una permanente deviazione dell'ago
magnetico. 8 - Entrambe sono capaci di fondere metalli.
Esegue il 10 maggio 1752, la famosissima esperienza. Servendosi di un aquilone
di seta, sulla cui cima vi pone una punta sottile di ferro, lega una funicella
di canapa all'aquilone e tra la sua mano e la funicella attacca un nastro di
seta. Nel punto della loro unione vi attacca una chiave di ferro. Un giorno
quando un temporale imperversa sulla sua casa, manda in alto l'aquilone, e sta
sotto il portico assieme al figlioletto a vedere che cosa succede. Il primo
fulmine scocca senza che nulla accada; Franklin vede tuttavia che alcuni
pezzetti di spago pendenti dalla funicella si irrigidiscono ed accostandovi un
dito ne vengono attratti. Egli pone allora il dito sulla chiave:
immediatamente sente un urto e vede una scintilla. Quando cade la pioggia, e
l'elettricità corre così abbondante attraverso la fune di canapa bagnata che
Franklin può caricare, per mezzo della chiave, la sua bottiglia di Leida,
raccogliendo così le cariche elettriche atmosferiche. In realtà arrischiava,
senza saperlo, la sua vita. Fortunatamente per lui e suo figlio, la tensione
atmosferica era assai debole. Questo esperimento lo porta, nel 1953,
all'invenzione del parafulmine.
Nel 1778, il canonico Giulio Cesare Gattoni, amico di Alessandro Volta, alzò
un parafulmine sul tetto della sua casa di Como, il primo della città. Ecco
un'idea dell'illustre fisico comasco assai curiosa: dopo aver ottenuto lo
sparo della sua pistola con la semplice elettricità che si manifesta
nell'atmosfera durante i temporali, pensa di installare la sua pistola su di
una lunga pertica o su di un aquilone in modo da avvisare, i contadini, con lo
sparo dell'arrivo di un temporale.
Benjamin Franklin non solo usava le macchine elettrostatiche a strofinio per i
suoi esperimenti, ma curava persino le indisposizioni della gente con scariche
elettriche. Secondo la sua opinione, gli effetti benevoli dell'elettroterapia
erano dovuti nella fede del paziente nell'efficacia della cura più che a dei
poteri veramente curativi dell'elettricità. "L'immaginazione fa tutto, ed il
magnetismo nulla". Era però abbastanza onesto da dichiarare di non aver mai
saputo se quelli che miglioravano lo dovevano alla cura oppure alla camminata
fatta nel recarsi al suo laboratorio e nel ritorno a casa loro. Tuttavia,
l'elettrochoc è ben conosciuto oggi e la sua azione è sovente benefica.
Franklin è molto ammirato: riflettendo sul fluido elettrico, ha concepito
l'elettricità come una materia composta da particole infinitamente piccole che
può passare attraverso la sostanza dei corpi. Egli ha effettivamente
considerato la struttura granulare dell'elettricità. Possiamo dire che ha
immaginato, con due secoli in anticipo, la scoperta dell'elettrone e la teoria
elettronica della materia.
Altre sue note invenzioni furono le lenti bifocali e la stufa o caminetto noto
sotto il suo nome.
Umberto Ferdinando Molteni i2ms
Prossima puntata: 4 - Alessandro Volta
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6 -
Da: "Adriano Migliari" <ik2cbd
Manuale Italiano
Winpack v 6.80
Carissimo
nella prossima edizione del Radiogiornale, se lo ritieni opportuno
puoi inserire quanto segue??
Grazie Adriano Ik2cbd
Vi informo che sul sito (
www.qsl.net/ik2cbd)
ho caricato l'ultima versione del Manuale Italiano Winpack v 6.80 (file
wp-doc-i.zip in formato PDF, datato 18/11/2003) che puo' essere usato come
"HELP on-line".
VISTA LA STABILITA' DEL PROGRAMMA WINPACK, NON PREVEDO ULTERIORI
AGGIORNAMENTI A QUESTA EDIZIONE DEL MANUALE.
Il manuale fornisce dettagliate informazioni per Winpack V6.80 ed i seguenti
dispositivi STANDARD, quali:
- VIEWERS: visore per messaggi e\o file
- SPK Viewer
- UIV Viewer
- SELEDIT: autoselezione dei Bulletin e auto connessione tempificata BBS
- THEMES: autoselezione dei Bulletin per "tematiche"
- Starts Alarms
- LOCator
In aggiunta fornisce dettagliate informazioni/istruzioni per i seguenti
dispositivi/server OPZIONALI:
- BUTTONS, 24 pulsanti addizionali
- IK2CBD Utilities:
- facile accesso a l mio manuale on-line,
- accesso a RADAMATO, al callbook RAC,
- alle dir \7Decode, alla dir \Download, a "7PlusLog" file
- al programma HamHelp, ed altro.
- FORCE: gestione spedizione messaggi
- YAPPTIME, YAPP automatico
- WinpEXP, multioption program
- CW Viewer: "CW" in Packet!
- CNV2HTML converte i messaggi in formato HTML
- JANITOR suite, server utilissimo
REQFIL32
WIN7PP, 7plus file mailing
- WINPMAIL: analisi della posta
- WINPCAPT: analisi dei file catturati
- WINP7: manutenzione delle dir relative alla posta... molto utile
- SHRINK: per cancellare la posta piu' vecchia di X giorni..
- WINPFILT: filtra, monitorizza testi, etc
- WINPLOG: analisi delle connessioni
- altri programmi e server....
Adriano Migliari IK2CBD
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7 -
DUE FRANCOBOLLI VINCONO
IL CONCORSO PER 5O ANNI DELLA TV
Due vincitori, anziche' uno come previsto, per il concorso indetto dal
Ministero delle Comunicazioni e dalla Rai per la realizzazione del bozzetto
del francobollo celebrativo dei 50 anni di tv in Italia. "Sono arrivati piu'
di duemila opere - ha spiegato il ministro delle
Comunicazioni Maurizio Gasparri, che con la presidente della Rai Lucia
Annunziata e il presidente delle Poste Italiane Enzo Cardi ha premiato i
vincitori - e considerando la qualita' delle proposte si e' deciso di
assegnare un premio ex aequo".
Ad aggiudicarsi dividersi il premio di 5 mila euro sono stati Stefano Maffeis,
art director di 35 anni di Bergamo e Federico Ricciardi, architetto
quarantenne di Santa Maria Capua Vetere. Il primo ha proposto un disegno
ispirato al vecchio monoscopio Rai, dominato dal numero 50, con una grossa
farfalla bianca al centro che e' l' attuale simbolo dell'azienda. Il secondo
bozzetto utilizza la suggestione del bianco e nero e del colore con quattro
farfalle, nera, gialla, arancio e rossa e lo sfondo meta' bianco e nero e
meta' a colori, a rappresentare i due grandi momenti della storia della tv.La
RAI ha voluto anche segnalare due situazioni particolarmente meritevoli di
menzione, premiandole con l'assegnazione di un personal computer. La prima e'
quella della scuola elementare paritaria "Margherita di Canossa" di Schio
(Vicenza), la seconda e' quella del C.E.O.D. Alice di Padova, un centro
riabilitativo per ragazzi disabili psicofisici gravi. "La quantita' di
bozzetti arrivati - ha detto Lucia Annunziata - e' anche il segno che la Rai
rimane l'Azienda che raccoglie piu' affetto. E, in momenti arroventati dalla
concorrenza e' importante sapere che siamo circondati di affetto".
"E' stato interessante vedere ha sottolineato la presidente della Rai - i
lavori che ci hanno mandato le persone. Il cavallo di Viale Mazzini era una
costante su quasi tutti i bozzetti. Molti,invece, hanno usato il tricolore ,
segno che c'e' una grande identificazione fra la Rai e il Paese. Molti altri
invece ricordavano il simbolo di Carosello con cui e' cresciuta la mia
generazione".
"Abbiamo deciso di fare un bando - ha detto il Ministro Gasparri - perche'
sapevamo bene che le proposte sarebbero state tantissime e che quindi ci
sarebbe stato difficile scegliere. Alla fine ci siamo lasciati guidare
dall'impatto visivo immediato ed abbiamo dato un premio ex equo".
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8 -
Patti:
PREMIO JOPPOLO
con la presenza della figlia Elettra ed
il nipote del grande Guglielmo Marconi
Il Ministero delle Comunicazioni, in occasione del premio
letterario, ha concesso un particolare nominativo della stazione trasmittente
intitolato a Marconi.
Si sta svolgendo a Patti la quattordicesima edizione del Premio Nazionale
"Beniamino Joppolo". La manifestazione è organizzata dalla locale Associazione
Teatro-Cultura "Beniamino Joppolo" presieduta dal Dott. Luigi Ruggeri con il
concorso dell'Assemblea Regionale Siciliana e con il patrocinio del Comune di
Patti, del Ministero dei Beni Culturali, della Provincia Regionale di Messina,
dell'A.A.P.I.T. di Messina, dell'Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di
Patti, della Fondazione "Bonino-Pulejo" e dei Comuni di Capo d'Orlando, Cefalù,
Falcone, Ficarra, Gioiosa Marea, Milazzo, Montagnareale, Naso, San Piero Patti
ed Ucria.
Il 15 Novembre, nella sala comunale di Piazza Mario Sciacca, si è trattato il
tema "L'uomo e le stelle: riflessioni sull'assoluto". Moderati dalla
giornalista Tindara Caccetta, hanno partecipato Giampiero Mughini, scrittore e
commentatore televisivo, Giorgio Montefoschi, scrittore e vincitore del Premio
Strega con "La casa del padre" ed Elettra Marconi figlia del grandissimo
illustre scienziato ed il figlio di lei Guglielmo Giovanelli Marconi. Domenica
16, invece, si è dibattuto su "La figura del padre nella poesia contemporanea"
con la partecipazione di Luciano Luisi noto commentatore televisivo.
In occasione della visita del nipote di Guglielmo Marconi, è stata molto
apprezzata la presenza del CISAR (Centro Italiano di Sperimentazione ad
Attività Radiantistiche), fondato a Roma nel 1981, con i rappresentanti della
sezione "Leonardo Scadurra" di Messina, presidente Francesco Parasporo IW9EKL
e segretario Calogero Barone (IT9EJE).
E proprio per fare onore a Marconi, è stata montata in brevissimo tempo una
stazione ricetrasmittente con antenne autocostruite (come si faceva un tempo)
ed è stato fatto un collegamento in radiotelegrafia (CW) con la stazione
DL3KAS da Erftstadt in Germania. Grande momento emozionante è stato quando
alle 17:00 la figlia Elettra ha mandato un messaggio in VHF (quindi con
una portata più ridotta) in diretta a tutti i radioamatori all'ascolto in quel
momento. Il segnale è stato ricevuto fino a Locorotondo (Bari) dalla stazione
IZ7DTG. I collegamenti sono stati fatti dalla stazione trasmittente II9GM (che
sta per Italia, regione Sicilia, Guglielmo Marconi) un nominativo concesso
appositamente dal Ministero per le Telecomunicazioni proprio in occasione del
Premio Joppolo.
Nei prossimi giorni, il messaggio vocale della signora Elettra, pieno di tanti
apprezzamenti per i radioamatori e di ricordi del padre (che veniva spesso in
Sicilia con il suo yacth-laboratorio "elettra") verrà diffuso anche su
internet al sito
www.cisarmessina.it.
I radioamatori, che esclusivamente per passione, sperimentano ogni giorno le
frontiere della radio, sono stati sempre visti di buon occhio ma sono stati
particolarmente apprezzati anche in occasione dell'emergenza in Molise, del
black out nazionale e dell'emergenza Stromboli, che ci riguarda da vicino. E
proprio in questa ultima occasione da Febbraio a Giugno 2003, con specifica
autorizzazione del Ministero, i radioamatori hanno attivato propri sistemi di
comunicazione collettivi rendendoli disponibili ad attività di protezione
civile, anche al di fuori delle frequenze autorizzate a testimoniare il grande
impegno nel momenti di difficoltà.
Nell'appuntamento del 23 Novembre del Premio Joppolo, sempre nella sede di
Piazza Mario Sciacca a Patti, alle ore 17:00, verrà ricordato Agelo Musco,
stella del teatro siciliano con la partecipazione di Roberto Carnevale,
Gilberto Idonea mentre nel secondo appuntamento del 30 Novembre, nella stessa
sede, verrà trattato il tema "Solidarietà e pace all'insegna di Madre Teresa
di Calcutta, omaggio alla stella dei poveri" con la partecipazione di Agi
Bojaxhiu, nipote ed unica parente diretta di Madre Teresa.
Carmelo Caccetta
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9 -
Da: "Ruggero BILLERI
Per combatterli, imparate a conoscerli
I
VIRUS DEL COMPUTER
di Ruggero Billeri
(seconda parte)
Bibliografia da internet e da Jackson libri
VIRUS DI MACRO
I virus di Macro sono una categoria molto particolare di virus. In realta' non
si potrebbero neppure chiamare virus di Macro, ma macro dal comportamento
virale.
Una Macro e' la registrazione di una serie di operazioni, pensata per sveltire
operazioni ripetitive premendo una combinazione di tasti o un pulsante.
Ad esempio se in un elaboratore di testi o in un foglio elettronico occorre
effettuare ripetutamente le operazioni A,B,C,e D, e' possibile definire una
macro (abbreviazione di macroistruzione) che provveda ad eseguirle
automaticamente ogni volta che l'utente preme la combinazione di tasti che
egli stesso ha definito.
I linguaggi di programmazione delle macro sono oggi molto potenti e consentono
di ottenere effetti sorprendenti, tuttavia fanno correre qualche rischio
poiche' le macro definite per un documento sono registrate all'interno del
documento stesso (o del modello di documento), e' facile anche per un
programmatore di scarsa esperienza creare macro che svolgano compiti
distruttivi, come la cancellazione dei file o la loro modifica.
E' addirittura possibile costruire macro che entrino in azione appena aperto
il documento, in modo che non ci sia scampo.
Alla pari dei virus, queste macro dal comportamento virale possono essere in
grado di riprodursi, diffondendosi da un documento all'altro.
Un'aspetto ancora peggiore consiste nel fatto che queste macro funzionano
spesso indipendentemente dalla piattaforma: Un docuumento di Word per
Macintosh, ad esempio, puo' essere letto con Word per Windows e viceversa. In
questi casi, la macro ha buona possibilita' di mantenere in'alterate le sue
funzioni distruttive e procurare seri danni anche su piattaforma per le quali
non era prevista.
Un'ulteriore trappola e' il fatto che, pur essendo a tutti gli effetti un
pezzo di codice eseguibile, la macro e' contenuta in un file di dati, non in
un file eseguibile. I virus, come si e' visto, risiedono invece nei file
eseguibili e per questo, molto spesso i programmi antivirus consentono
all'utente di effettuare il controllo solo su questi tipi di file, dando per
scontato che i file di dati pssano essere controllati solo se viene
rintracciato un virus negli eseguibili. Tale presupposto non tiene pero' in
conto l'esistenza dei virus di macro, che si propagano esclusivamente
attraverso i file di dati.
Per questo e' fondamentale che la ricerca dei virus avvenga su tutti i tipi di
file, non solo sugli eseguibili.
BOMBE ANSI
Le bombe ANSI hanno qualcosa in comune con i virus di macro, se non altro per
il fatto di essere contenute nei file di testo e non in file eseguibili.
A differenza dei virus di macro, le bombe ANSI non utilzzano l'evoluto
linguaggio di programmazione dei moderni pacchetti software, ma si basano su
semplici comandi del DOS.
Una bomba ANSI puo' essere scritta con un semplice editor di testi e permette
di sfruttare una funzione poco conosciuta del driver ANSI.SYS per provocare
danni anche ingenti: Il driver ANSI.SYS permette infatti di riprogrammare la
tastiera e assegnare a ogni tasto una funzione diversa da quella originale,
compresa la formattazione dei dischi rigidi, l'eliminazione di file, la
visualizzazione di messaggi piu' o meno consolanti o la ridefinizione dei
tasti.
A dispetto della loro onnipotenza le bombe ANSI hanno forti limiti elencati di
seguito:
1) Innanzi tutto, occorre che il driver di periferica ANSI.SYS sia stato
caricato in memoria.
2) Le bombe ANSI non hanno effetto se il file di testo che le contiene non
utilizza il driver ANSI.SYS, come Edit del DOS o qualsiasi programma in
ambiente Windows;
3) Il testo con caratteri ANSI deve essere letto, quindi occorre invogliare
l'utente a leggere il messaggio. Oltre alle trovate piu' o meno fantasiose, un
sistema che non provoca sospetti e' inserire il messaggio come commento di un
file compresso: In questo modo, il messaggio viene visualizzato (e la bomba
attivata) in modo del tutto automatico quando il file viene decompattato.
Per evitare il rischio che una bomba ANSI esploda all'nterno del computer,
basta un'operazione semplicissima : Rimuovere dal file CONFIG.SYS la riga
DEVICE=C:\DOS\ANSI.SYS (o farla precedere dall'istruzione REM). Ovviamente
questo driver di periferica non sara' piu disponibile, ma chi lavora
abitualmente in Windows ne puo' fare tranquillamente a meno.
Se occorre mantenere il drive ANSI.SYS, bisogna fare molta attenzione,
soprattutto se viene caricato con l'opzione /X: in questo caso la bomba ANSI
acquisterebbe il totale controllo della tastiera, con effetti catastrofici se
l'ideatore del virus avesse inserito un comando di formattazione.
Se si riscontrassero anomalie o funzionamenti strani associati alla pressione
dei tasti, occorre avere la prontezza di spirito di non premere assolutamente
altri tasti e spegnere invece il computer. Ci si guardi bene dalla tentazione
di riavviarlo premendo CTRL+ALT+CANC, poiche' la bomba ANSI potrebbe non
aspettare che quello per dare via alla sua opera distruttiva. Occorre poi
riavviare il computer per mezzo di un disco di sistema sicuramente non infetto
e controllare che i file
AUTOEXE.BAT e CONFIG.SYS non contengano la bomba; a questo punto sI puo'
procedere alla ricerca e alla eliminazione del file con la bomba ANSI (senza
utilizzare un programma che faccia uso del driver ANSI.SYS).
A rigor di logica, le bombe ANSI non potrebbero essere classificate come
virus, in quanto la capacita' riprodduttiva non e' tra le loro caratteristiche
fondamentali. Ma come al solito, cio' che e' semplice e ben definito in teoria
non lo e' altrettanto in pratica: Non e possibile ipotizzare una bomba ANSI in
grado di contaminare altri file di testo o addirittura crearne di nuovi
quindi sembra opportuno includere le bombe ANSI tra i virus.
DIFESE DEI VIRUS (ANCHE I CRIMINALI HANNO DIRITTO DI ESISTERE)
Nonostante la maggior parte degli attacchi virali abbia come scopo recare
danno al sistema informatico, e notostante i creatori di virus siano quindi
colpevoli per lo meno di tentato danno contro il patrimonio, e' difficile non
riconoscere la genialita' che a volte si cela sotto un'algoritmo virale
particolarmente ben costruito e innovativo.
L'eleganza di alcuni virus sicuramente testimonia che i loro creatori sono
persone di un'indubbia solida preparazione di base, di intelligenza viva e
forte capacita' di applicazione; e' proprio un peccato che tali qualita'
debbono essere messe in luce in un modo distruttivo e che ne sottolinea anche
la fragilita' caratteriale.
Non e' tuttavia compito di questo articolo ne intento dell'autore azzardare
analisi psicologiche dei creatori di virus o lanciarsi in prediche
estemporanee; e viceversa
un fatto oggettivo che alcuni virus (in realta' molto pochi, essendo la
maggioranza una variante di altri virus) sono ottimi esempi di strategia e di
raffinatezza. Uno degli aspetti dove la strategia e la raffinatezza si
rivelano in tutta la loro dimensione e' il tentativo dei virus di nascondere
la propria presenza, in modo da non essere rivelati neppure dagli antivirus,
per diffondere maggiormente il contagio e provocare cosi' piu' danni
possibile.
Come per la corsa agli armamenti, si tratta ormai di una gara tra tecnologie
di offesa e di difesa, che vengono entrambe utilizzate sia dai virus sia dagli
antivirus; i virus utilizzano le tecniche di offesa per penetrare nel sistema
e procurare danno e quelle di difesa per evitare di essere individuati ed
estirpati; gli antivirus utilizzano le tecniche di difesa per evitare che i
virus penetrino nel sistema e quelle di offesa per individuare i virus e
rimuoverli dal sistema.
Il virus riesce nell'inganno grazie a un sistema che gli permette di
intercettare dei vettori di interrupt tramite i quali il sistma accede alle
informazioni che riguardano i file. In un sistema non infetto, la normale
procedura
venga indirizzata alla tabella degli interrupt e che tutto prosegua in modo
lineare. Viceversa se un virus di tipo
stealth ha preso il controllo del sistema, la richiesta di interrupt viene
intercettata e dirottata praticamente, non viene piu' indirizzata alla tabella
degli interrupt, ma ad altri dati (costruiti dal virus); in questo modo e'
possibile far credere di tutto al sistema.
La tecnica STEALTH interviene nel cuore del sistema, andando a modificare
proprio le funzioni che dovrebbero permettere di controllare l'ntegrita' dei
file.
CRITTOGRAFIA, MUTAZIONE E POLIFORMISMO
Nella parte dedicato alla lotta contro i virus sono descritte in modo
particolareggiato le tecniche piu' diffuse per l'individuazione e la rimozione
dei virus; in questa sede e' oppotuno accennare alla tecnica principale
poiche' proprio per combattere tale tecnica i creatori di virus hanno
sviliuppato contromisure particolarmente sofisticate.
La tecnica piu diffusa per l'individuazione e la rimozione dei virus consiste
nell'esaminare unita' a disco e memoria RAM alla ricerca di sequenze di byte
che appartengono sicuramente a un virus: Se si trovano queste sequenze, vuol
dire che il sistema e' infetto dai virus cui corrispondono le sequenze
rinvenute.
Per utilizzare un'analogia da polizia scientifica, si esamina l'ambiente alla
ricerca di un filamento di DNA che possa portare all'identificzione del
colpevole
Il mondo informatico si riferisce a tali sequenze di byte con nomi diversi:
Segnature,firme impronte eccetera. La terminologia che sembra piu' corretta e'
la seguente:
a)Si indica con il temine segnatura (o firma) la sequenza di byte che il virus
registra nel file infettato per comprovare l'avvenuta infezione (in modo da
evitare di perdere tempo infettandolo altre volte.
b) Si indica con il termine stringa di riconoscimento (o impronta) ogni
sequenza di byte che identifica univocamente un virus e che puo' quindi essere
utilizzata
dagli antivirus per accertare la presenza di virus nel sistema.
Quasi sempre le due definizioni coincidono, ma occorre osservare che i
migliori antivirus hanno la possibilita' di effettuare la scansione del
sistema utilizzando per la ricerca piu' di una stringa di riconoscimento per
ogni virus. In pratica ogni virus viene identificato grazie alla
corrispondenza di due sequenze di byte distinte; una e' probabilmente la
segnatura la segnatura del virus, l'altra una sequenza che gli ideatori
dell'antivirus hanno riconosciuto come caratteristica peculiare di quel
determinato virus.
In altre parole, le segnature sono stringhe di riconoscimento, ma non tutte le
stringhe di riconoscimento sono segnature
Questa tecnica di ricerca per l'individuazione dei virus e' la piu' diffusa,
ma porta con se' alcuni svantaggi:
a) Per ogni virus esistente deve essere identificata almeno una stringa di
riconoscimento,altrmenti il virus non viene individuato.
b) Per quanto l'elenco delle stringhe possa essere aggiornato, esiste sempre
la possibilita' (tuttaltro che remota) di essere infettati da un virus appena
creato o sconosciuto.
c) E' possibile (anche se rarissimo) che la stringa di riconoscimento
utilizzata per l'individuazione di un virus corrisponda a una porzione di file
del tutto sano, generando cosi' un falso allarme.
Queste debolezze della scansione delle stringhe di ricoonoscimento
costituiscono le armi utilizzate da alcuni virus per rendersi invisibili e
sfuggire all'individuazione.
I virus definiti autocriptici, polimorfi o mutanti utilizzano tecniche
sofisticate che consentono di modificare il proprio codice virale, in modo che
l'aspetto del virus non sia mai identico e che ogni file che viene infettato
sia presente un virus formalmente diverso (anche se con le medesime funzioni)
Il sistema piu' utilizzato dai virus per effettuare queste mutazioni e
assumere nuove sembianze e' la crittografia.
Come per ogni messaggio da codificare, occorre il testo del messaggio (il
corpo del virus), l'algoritmo di cifratura
(memorizzato dal virus in un'apposita routine, generalmente all'inizio del
corpo del virus) e un codice segreto.
Ogni computer mette a disposizione un generatore pseudocasuale di codici
segreti quasi perfetti: Si tratta dell'ora di sistema, che puo' essere
utilizzata come chiave per cifrare o decifrare il virus. Poiche' l'ora di
sistema varia continuamente, e' quasi impossibile che due succesive operazioni
di cifratura del virus diano come risultato due file identici: Ecco quindi che
il virus si presenta sempre in forma diversa e sfugge al controllo.
Per poter effettuare la propria azione dannosa, il virus deve pero' essere
decifrato: Per ottenere questo risultato, il prmo segmento del virus non viene
sottoposto alla cifratura; questo segmento contiene la routine di
decifrazione, che puo' quindi riportare il virus allo stato normale. La
sequeza non cifrata puo' essere utilizzata dagli antivirus come stirnga di
riconoscimento, ma i creatori di virus la realizzano talmente corta da rendere
altamente probabile la presenza di tale sequenza anche nel corpo di
applicazioni non infette, annullando cosi' la credibilita' delle segnalazioni.
SCHEMA DI MUTAZIONE DEL VIRUS
Lo scrivente ha qui con se n. 4 stringhe alfanumeriche composte cisacuna da 28
lettere fra lettere e numeri
a gruppi di due ognuna, che per ovvie ragioni non vuole scrivere sul proprio
PC.Basti sapere che la mutazione
di ogni stringa avviene per quattro volte consecutive
e che la variazione dei codici non avviene sulle prime cinque
coppie di lettere alfanumeriche di ognuna delle stringhe, ma si ha la
variazione dei codici alfa numerci solamente dopo la quinta coppia di lettere
alfanumeriche di ogni stringa.
Un grande aiuto alla diffusione della crittografia come strumento per rendere
non individuabili i virus venne da un Bulgaro, conosciuto con lo pseudonimo di
DARK AVENGER, che mise a disposizione di tutti (su BBS) un metodo per la
crittografia dei virus.
NOTA: DARK AVENGER e' il padre di numerosi virus che hanno infettato mezzo
mondo. Non si sa' se si tratti di una singola persona o di un gruppo.
Il motore che permette di rendere mutante qualsiasi virus tramite crittografia
fu chiamato MtE (Mutation Engine) o DAME (Dark Avenger Mutation Engine) e si
rivelo' decisamente sofisticato: L'algoritmo di cui e' dotato e' talmente
complesso che due mutazioni successive possono avere in comune anche un solo
byte, oltretutto posto in posizione diversa del corpo del file. Infatti l'MtE
non provvede solo a cifrare il virus, ma inserisce anche byte casuali, tanto
per confondere ulteriormente le idee.
Per individuare la presenza di tali virus, occorre procedere a un'analisi
basata non sulle stringhe di riconoscimento, ma sugli algoritmi. In altre
parole, il software antivirus deve essere in grado di decifrare il file
cifrato (e quindi deve essere dotato di un'algoritmo in grado di compiere tale
operazione), quindi solo a questo punto puo' iniziare a effettuare la consueta
ricerca per segnature.
Vi e' anche un'altra categoria di virus che muta il codice:
I virus ricombinati, che effettuano un vero e proprio scambio di codice, in
modo da creare virus sempre nuovi. In realta' si tratta di tentativi alla
cieca, che non sortiscono praticamente alcun effetto seriamente dannoso: Nel
migliore dei casi il nuovo virus non funziona (pero', ovviamente, e' in grado
di inchiodare il sistema e quindi fa perdere tempo).
Nella parte dedicata all'approfondimento sono riportate
informazioni piu' dettagliate riguardo alle tecniche utilizzate dai virus per
sfuggire all'individuazione. Quanto descritto fino ad ora e' tuttavia
sufficiente per farsi una idea sufficientemente chiara delle modalita'
operative dei piu' recenti virus.
RETROVIRUS: GLI ANTI-VIRUS
Vi e' una categoria di virus la cui caratteristica principale non e' di
cercare di nascondere la propria presenza, ma che vengono qui' riportati
perche' utilizzano la migliore difesa: L'attacco. Tali virus mirano infatti a
danneggiare esclusivamente gli antivirus, potando quindi la guerra in corso a
un nuovo e piu' elevato livello. Le tecniche di funzionamento di questi virus
chiamati retrovirus, sono del tutto analoghe a quelle dei virus normali, ma
sono mirate a rendere inaffidabili i pacchetti destinati a controllare l'integrita'
del sistema. Per provocare il massimo dei danni, alcuni retrovirus non
determinano la completa distruzione dell'antivirus (operazione molto evidente
che metterebbe subito in allarme l'utente), ma renderlo inaffidabile e facendo
in modo che i risultati delle sue scansioni siano del tutto inattendibili.
I danni che possono essere provocati sono quindi molto maggiori se un
antivirus sembra funzionare regolarmente e segnala che non vi e' alcuna
infezione in corso.
VIRUS BIOLOGICI E VIRUS INFORMATICI
Le analogie tra i virus dei computer e virus biologici sono molte come si puo'
osservare nella elencazione
le sigle A1, A2, A3, A4, A5, A6, indicheranno il virus biolgico le sigle
B1,B2, B3, B4, B5, B6, indicheranno
i corrispettivi virus informatici
A1) il virus attacca determinate cellule
B1) il virus attacca determinati file (.COM) (.EXE) eccet.
A2) il virus modifica le informazioni genetiche della cellula in modo da
modificarne le funzioni.
B2) il virus modifica il codice dei file, per fargli compiere
compiere operazioni originariamente non previste
A3) il virus si riproduce all'interno dell'oganismo che lo ospita e infetta
altre cellule.
B3) il virus si ripoduce all'interno del sistema che lo ospita e infetta altri
file.
A4) un'organismo infetto puo non mostrare per lungo tempo alcun sintomo di
malattia.
B4) un sistema infetto puo' non mostrare per lungo tempo alcun funzionamento
anomalo.
A5) non tutte le cellule che entrano in contatto con il virus divengano
infette.
B5) non tutti i file che entrano in contatto con il virus divengono infetti.
A6) il virus puo' essere soggetto a mutazioni e quindi non essere piu'
suscettibile alle terapie precedenti.
B6) il virus puo' essere soggetto a mutazioni e quindi non essere piu'
suscettibile alle terapie precedenti.
Ovviamente i virus informatici non sono veri virus: Si tratta di porzioni di
codice il cui comportamento e' molto simile a quello dei virus biologici.
CICLO VITALE DI UN VIRUS
In elenco il ciclo vitale di un virus.
a) creazione del virus
b) incubazione
c) gestazione
d) attivazione
e) propagazione
f) assimilazzione
g) estirpazione
FASI DEL CICLO VITALE
Creazione: E' la fase in cui uno sviluppatore di software progetta e programma
il virus. Il procedimento di creazione e' oggi alla portata di molte persone,
anche senza molte competenze, grazie alla sciagurata diffusione di pacchetti
software (come il virus Creation Lab) che permettono anche all'utente
inesperto di creare virus pericolosissimi.
Incubazione: In questa fase il virus non compie nessuna attivita' se non
controllare che si verifichino le condizioni per attivarsi.
Gestazione: Fase simile all'incubazione, si differenzia da quest'ultima
perche' nella gestazione il virus inizia la fase di propagazione, anche se non
mette in atto alcuna forma di danneggiamento del sistema.
Attivazione: E' la fase cruciale del ciclo vitale del virus; l'elemento
catalizzatore e' stato individuato (cioe' il virus
ha riconosciuto come verificate tutte le condizioni per la sua attivazione) e
puo' iniziare l'azione dannosa. Il fatto che il virus inizi a funzionare sul
serio vuol dire che la sua presenza divenga immediatamente avvertibile
dall'utente I virus meglio congegnati sono proprio quelli che riescano a farsi
scoprire il piu' tardi possibile.
Propagazione: Fase del ciclo vitale in cui il virus propaga
l'infezione riproducendosi e infettando altri file del sistema sia altri
sistemi (tramite scambio di dischi, connessioni via modem o collegamenti in
rete). La propagazione puo' essere successiva all'attivazione o anche
precedente (fase di gestazione, in cui il virus informatico si preoccupa
esclusivamente di "crescere")
Assimilazione: In questa fase il virus viene riconosciuto come tale e ne viene
indicata anche la stringa di riconoscimento (o altro metodo che ne permetta
comunque l'identificazione certa)
Estirpazione: E' l'ultima fase del ciclo vitale del virus (o almeno cosi' si
spera): Dopo l'assimilazione, viene approntato lo strumento per estirpare (cioe'
eliminare) il virus dal sistema. E' possibile che gli antivirus riescano ad
estirpare completamente e definitivamente dalla faccia della terra almeno i
virus piu' vecchi, cosi' come e' successo con alcuni virus biologici; ma, al
pari dei virus biologici, l'estirpazione non e' mai sicura al 100% e il virus
potrebbe riapparire da qualche parte.
Come si puo' notare, le somiglianze ta virus informatici e virus biologici
sono davvero notevoli.
ORIGINI DEI VIRUS
La curiosita' e' legittima: Da dove arrivano tutti questi virus? Chi li crea e
perche'? Purtroppo cio' che non si conosce e' molto di piu' di cio' che si sa':
Molte domande rimangno senza risposta e i dubbi non saranno fugati in tempi
brevi. A ogni modo, e' possibile delineare un quadro generale del fenomeno
partendo dai motivi che potrebbero spingere una persona a creare un virus
informatico.
INCOSCIENZA
A volte e' successo: Un viurs creato per divertire gli amici o per fare una
dimostrazione all'universita' riesce (grazie all'incoscienza e all'incuria di
chi lo maneggia ) a diffondersi al di fuori del perimetro di sicurezza,
provocando guai non voluti. In genere, i virus che vengono creati per
dimostrazioni in convegni o universita' manifestano subito la loro presenza e
non sono molto dannosi (di solito si limitano a far comparire
una scritta che dice, piu' o meno "Io sono qui"),ma si tratta in definitiva di
altri virus in circolazione, che oltretutto possono essere modificati e resi
molto piu' pericolosi.
VENDETTA
Alcuni indizi e alcune voci fanno seriamente pensare che un certo numero di
virus tra quelli in circolazione sia stato creato da dipendenti che avevano
motivi di rancore verso l'azienda.
A un esame un po'piu' approfondito, balza subito all'occhio che un virus non
e' certo il sistema migliore per colpire un'azienda, poiche' e' molto facile
che l'infezione si propaghi al di fuori dell'azienda stessa. Gli strumenti
migliori per mettere in crisi una struttura aziendale sono i cavalli di Troia,
i vermi o addirittura l'inserimento di speciali routine (dai compiti piu'
fantasiosi) del software gestionale utilizzato.
Cio' non toglie che alcune persone possano tranquillamente ignorare il
pericolo che l'infezione si propaghi e utilizzare quindi il virus per colpire
l'oggetto della propria vendetta. Tale modo di agire acquista maggior senso se
questi ha un'immagine pubblica da mantenere si pensi a una BBS, a una banca, a
una qualsiasi struttura commerciale che effettui servizi informatici e
telematici. In questi casi il danno per l'azienda e' cresciuto dalle
ripercussioni a livello d'immagine.
MANIA DI PROTAGONISMO
Sembra che sia la causa piu' comune della creazione di virus. Questa mania di
protagonismo e' spesso ammantata da vari ideali: Lotta alla concentrazione del
potere, anarchia piu' o meno spinta, rivoluzione informatica eccetera. Resta
il fatto che ci sono veri e propri gruppi dediti alla costruzione e alla
diffusione dei virus e che hanno individuato negli autori di software
antivirus i loro nemici naturali.
LOTTA POLITICA
Tra le ipotesi che sono state fatte, vi e' anche quella che vede la creazione
dei virus come strumento usato dai paesi del blocco comunista per
destabilizzare l'occidente. Sebbene la Bulgaria sia effettivamente un luogo
particolarmente attivo per la produzione di virus, non pare che la caduta del
comunismo abbia modificato sostanzialmente il ritmo di creazione dei virus.
La matrice strettamente politica dei virus non e' quindi da escludere a
priori, ma sembra tuttavia poco consistente, anche perche', alla lunga nessuno
potrebbe impedire che il contagio si diffonda ovunque.
SCORAGGIARE L'USO DI SOFTWARE COPIATO
E' una teoria come un'altra, che pero' ha tenuto banco solo all'inizio della
diffusione dei virus: Poiche' i virus erano diffusi soprattutto grazie agli
scambi di dischetti con software copiato (erano i tempi in cui i personal
computer spesso non disponevano di disco rigido, figurarsi del modem), si
ipotizzo' che i virus fossero nient'altro che il "gastigo divino" che le case
produttrici di software infliggevano ai peccatori scopiazzanti.
A parte il fatto che contro una copia pirata pote' di piu' una legislazione
seria e una politica dei prezzi meno vampiresca, oggi tale teoria e' quasi del
tutto abbandonata, anche perche' piu' di una volta sono stati trovati virus
nei dischetti originali, appena usciti dalla produzione.
VENDITA DI ANTIVIRUS
Ciclicamente questa teoria si riaffaccia: Effettivamente non c'e' nulla di
meglio, per una azienda produttrice di antivirus, che garantirsi la creazione
di nuovi mercati; tuttavia, siamo poco propensi a credere che una qualsiasi
societa', soprattutto se gode di mondiale, possa correre il rischio di
perdere definitivamente faccia e clienti se solo saltasse fuori un peccatuccio
del genere.
QUESTIONE IRRISOLTA
La domanda quindi sembra non avere risposta o, meglio
sembra non avere una risposta unica. Probabilmente i motivi che spingono
alcune persone a creare un virus sono diversi, quindi tutte le ipotesi sopra
presentate potrebbero corrispondere a una parte di verita'
Il fatto che non esista una strategia comune per la creazione dei virus
informatici determina l'impossibilita' di arrestare questo fenomeno: Troppe
persone possono essere motivate a creare nuovi virus ne hanno la capacita' e
le tecniche.
I virus dei computer (fine seconda parte)
Da IK8JZK Ruggero Napoli
Cordiali saluti ai lettori del Radiogiornale.
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10 -
Codice di Autoregolamentazione
Per prevenire gli usi illeciti di
Internet. Prevista anche un' "Autority" di controllo
E' stato approvato il Codice di Autoregolamentazione italiano di Internet. Il
Governo ha preso questa decisione di fronte anche alla crescita del fenomeno
della navigazione dei minori. Nel terzo trimestre 2003 sono stati oltre 1,7
milioni i minori che in Italia hanno usato la Rete. Di questi 548 mila erano
sotto i 12 anni, il 3% in più rispetto al terzo trimestre 2002.
E' anche in aumento il tempo che i giovani trascorrono on-line: mediamente i
ragazzi tra i 12 ed i 18 anni trascorrono ora in Rete 11 ore e mezzo, secondo
i dati raccolti da Nielsen//NetRatings. Si tratta di una tendenza generale
europea: nell'Europa Occidentale quest'estate erano 13 milioni i minori che
navigavano nel Web, con un incremento di ben il 27%. E di essi quattro milioni
erano di età inferiore ai 12 anni. E' in questo contesto appunto che si
innesta il Codice di Autoregolamentazione, approvato recentemente dal Governo
e presentato dai ministri Stanca e Gasparri. Obiettivo del codice è la
prevenzione degli usi illeciti delle tecnologie informatiche attraverso la
regolamentazione comune proposta dall'esecutivo e adottata volontariamente
dalle aziende. E' prevista anche la nascita di un'Autorità pubblica di
controllo che vigili sul rispetto delle stesse regole. Secondo Stanca è
auspicabile l'omogeneità dei comportamenti di tutti gli Stati e delle
organizzazioni in questo contesto.
"Per contrastare i contenuti illegali e dannosi del Web la legislazione non
può essere la sola risposta: occorrono provvedimenti e iniziative articolate,
come il Codice di Autoregolamentazione, che tra l'altro impegna chi vi
aderisce a specifiche regole e comportamenti nell'offerta di servizi e rende
riconoscibile chi ha aderito al codice con il marchio
Internet@minori, ha affermato Stanca.
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11 -
Alla ricerca dell'italiano perduto
La lingua italiana è sempre più contaminata dall'inglese tanto che secondo l'International
Herald Tribune dovremmo iniziare a chiamarla italiese. E' l'ennesimo canto del
cigno dell'idioma tanto caro a Dante. Secondo il dizionario De Mauro in
effetti abbiamo adottato 4.320 termini inglesi, ma lo stesso fenomeno sembra
interessare anche l'inglese, questa volta a favore di italiano e spagnolo.
Una volta sfoderare anglicismi era vezzo da intellettuali, oggi tutti dicono
trend, look, target dimenticando che esiste già un vocabolo italiano -
rispettivamente: linea di tendenza, aspetto e obiettivo. Monica Barni -
ricercatrice di semiotica all'Università per stranieri di Siena precisa:
"L'ingresso di parole straniere è un fenomeno comune a tutte le lingue, è una
delle possibilità di incremento del lessico. La percentuale di esotismi
presente in altre lingue non è inferiore a quelli che contaminano l'italiano".
E soprattutto consola sapere che vale anche il contrario: "Se si va a vedere
il dizionario inglese Webster nell'appendice dedicata alle parole straniere al
primo posto insieme agli ispanismi troviamo le parole rubate all'italiano".
L'immancabile pasta, spaghetti, pizza o cappuccino che, più o meno pronunciati
all'anglofona, vengono comunemente ordinati in ogni bar o ristorante in Italia
e all'estero. Ma oltre all'ammirazione per la nostra cucina, tra i termini
italiani indicati dal Webster ve ne sono molti legati a settori produttivi
quali la moda.
Abbastanza per pareggiare e parlare di engliano? Forse, ma vale la pena citare
un aneddoto raccontato dallo scrittore modenese Paolo Monelli: "Ricordo
sommessamente che in italiano chi uccide su commissione si chiama sicario",
scrisse al Corriere della Sera protestando contro il ridondante uso della
parola killer. Il quotidiano accettò l'invito e il giorno dopo usò sicario
anche nei titoli, ma tra virgolette. Come qualcosa di sconosciuto.
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12 -
Coraggio giovani di buone
speranze!
Aiutiamo un missionario
che deve solo
installare un dipolo
Carissimo Paolo. Data la grande diffusione ed il successo che riscuote
Radiogiornale sono sicuro che con questa inserzione potremmo dare una mano ad
un amico missionario della Consolata a mettere su un dipolo che lui già
possiede. Trattasi di Padre Piero SASIA, nominativo 5H6PM, conosciuto da tutti
gli OM che hanno lavorato il Tanzania. La sua attuale residenza é presso la
Casa delle Missioni della Consolata, nel QTH di Cavi di Lavagna in Salita
Centaura n. 2 (telef. 0185-390376).-
Prego quindi gli amici volonterosi residenti da quelle parti a voler
cortesemente contattare l'interessato e nel contare sull'istinto filantropico
che ci anima, colgo l'occasione per porgere i più cordiali 73.
IK1PFC - Clemente
JN34XM - DOGLIANI (Cuneo)
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13 -
Produrre energia elettrica dal sole
svolta
per il futuro
Il 'solare Archimede', frutto ricerca
italiana dell'Enea
L'idea e' semplice e antica. Ci ha gia' pensato Archimede 2000 anni fa:
produrre energia elettrica dal sole. Oggi quella stessa idea si e' trasformata
in un modello di prova, un sistema innovativo frutto della ricerca italiana
dell'Enea: e' il 'solare Archimede'. Si tratta, come ha rilevato il presidente
dell'Enea, Carlo Rubbia, di una tecnologia dalle 'grandi promesse di basso
costo e di alta efficienza per la produzione di energia dal solare'.
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14 -
A.R.I. LUCCA: VECCHIACCHI MEMORIAL DAY
regolamento della XXXIX edizione
6-7 Dicembre 2003
Partecipazione: possono partecipare tutti i radioamatori ed
SWL regolarmente autorizzati. La stessa stazione può partecipare a diverse
categorie purché su bande differenti.
Date e orari: 6 Dicembre - sezione VHF - dalle ore 14.00 alle
23.00 GMT 7 Dicembre - sezione UHF e SHF - dalle ore 07.00 alle 12.00 GMT .
Modi di emissione: SSB e CW nel rispetto del Band Plane.
Oltre i 10 GHz è ammessa la FM .
Categorie: 144 MHz stazioni fisse (1E)
144 MHz stazioni portatili (1G)
144 MHz stazioni SWL
432 MHz stazioni fisse (2E)
432 MHz stazioni portatili (2G)
432 MHz stazioni SWL
1296-2304-5700-10450-24000-47000 stazioni fisse (3E)
1296-2304-5700-10450-24000-47000 stazioni portatili (3G)
1296-2304-5700-10450-24000-47000 stazioni SWL
Rapporti: RS(T),progressivo QTH locator, sigla
automobilistica della provincia .
Punteggio: VHF/UHF : un punto a Km per collegamento SHF : un
punto a Km per collegamento, moltiplicato per il coefficiente correttivo
assegnato a ciascuna banda secondo il seguente prospetto :
1 x QSO effettuati in banda 1296
2 x QSO effettuati in banda 2304
3 x QSO effettuati in banda 5700
4 x QSO effettuati in banda 10450
5 x QSO effettuati in banda 24000
6 x QSO effettuati in banda 47000
Moltiplicatori: ogni provincia italiana e ogni paese della
lista ARRL/DXCC, escluso la provincia e il paese di appartenenza, collegati
per la prima volta e per ogni sistema di emissione,valgono un moltiplicatore.Ogni
provincia o country dà diritto a un moltiplicatore purché il collegamento
avvenga tra stazioni diverse (N.B. si precisa che un nominativo può comparire
una sola volta per banda). Nella sezione SHF,si considerano moltiplicatori le
province e i paesi collegati per la prima volta, nei vari modi di emissione,
senza tenere conto della banda usata.
Punteggio finale: Il punteggio finale è dato dal prodotto tra
la somma del QRB ed il totale dei moltiplicatori:punteggio finale=punti totali
SSB/CW (FM) per il numero complessivo delle province e paesi collegati per la
prima volta, in SSB/CW (FM). Nella sezione SHF il QRB sarà sostituito dal
punteggio ottenuto applicando i coefficienti correttivi delle relative bande .
SWL: Sul log deve essere riportato il nominativo della stazione ascoltata, il
rapporto da essa passato, il progressivo, il WW locator, la sigla della
provincia, il nominativo della stazione corrispondente ed il rapporto di
ascolto (N.B. non sono consentiti più di cinque ascolti che abbiano il
medesimo corrispondente). Oltre la data, l'orario GMT e la banda, si deve
indicare i punti, i moltiplicatori ed il punteggio finale .
LOG: Sono da utilizzare log del tipo VHF separati per le
varie sezioni.Per le SHF compilare un solo log dove i QSO saranno riportati
in ordine cronologico indicando la banda sulla quale è avvenuto il
collegamento.
I log completi di ogni informazione, devono pervenire alla Sezione A.R.I. di
LUCCA Box 303 - 55100
LUCCA entro 20 giorni dalla data del contest oppure tramite e-mail ai seguenti
indirizzi :
Premi: Saranno premiati i primi tre classificati di ogni
categoria .
Per quanto non previsto, si dovrà fare riferimento ai vigenti regolamenti dei
trofei A.R.I. .
73 de A.R.I. Sezione di LUCCA "F.lli VECCHIACCHI" By IK5AMB
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15 -
PENSIAMO AL FUTURO
Franz Falanga I3FFE IQRP#4
Cari amici, oggi voglio parlare di politica. Ebbene sì, intendo parlare della
politica, quell'attività umana che, fatta come deve essere fatta, dà sempre
dei buoni frutti, partendo dal fatto incotrovertibile che bisogna aprirsi agli
altri anziché erigere steccati, muri e fossati di ogni genere.Stiamo
assistendo, tutti quanti allibiti, a quello che sta succedendo nel mondo. La
parola "politica", che significa "discutere" con gli altri, "cercare" punti di
incontro, "comprendere" che cosa sta succedendo intorno a noi, è stata messa
in disparte da diversi anni, è stata demonizzata (sappiamo benissimo perché),
è stata ad arte svuotata dei suoi significati, rendendola così invisa a
moltissime persone. Al suo posto è subentrata la diffamazione, le guerre, i
muri, gli anatemi, la delegittimazione dell'altro, l'indifferenza ed altre
micidiali conseguenze. Tutti quanti noi abbiamo sotto gli occhi l'infinito
ping pong mortale fra arabi ed israeliani. Un maniera di concepire sé stessi
in contrapposizione agli altri che non porta e non porterà MAI a nessuna
soluzione. Si continuerà all'infinito ad insanguinare le case, le strade e le
piazze dei due popoli.Mi è giunta notizia che, bypassando i rispettivi
governi, intellettuali e persone di buona volontà ed esperienza dei due campi
si siano messi in contatto fra loro tentando fermamente di risolvere "con le
parole e con le proposte" quello che non si riuscirà mai a risolvere con le
armi, con i cannoni e con la dinamite.
Questo il preambolo. Alla luce del quale preambolo mi è venuta in mente una
proposta che espongo qui pubblicamente con la speranza che qualcuno voglia
cogliere l'occasione al volo.
Come voi tutti sapete, in Italia ci sono diverse associazioni che riuniscono
nel loro interno gran parte della OM fraternity. Tanto per uscire allo
scoperto, ci sono l'ARI, il CISAR, (scritte in ordine strettamente alfabetico)
e molte altri associazioni e gruppi che riuniscono i radioamatori. Per ragioni
che ormai non interessano più nessuno queste associazioni sono in perenne
litigiosità fra loro. Noi abbiamo fatto questo e voi no, noi siamo così e voi
siete cosà, i vostri soci non ci piacciono, i nostri sono i migliori e
viceversa, perché fate questo, perché fate quest'altro? Insomma una babele di
botte e risposte che non divertono più nessuno, che non fanno che spargere
veleno a tutti i livelli, che ormai lasciano il tempo che trovano, e che
soprattutto fanno gran danno all'eventuale coordinamento delle infinite
sperimentazioni che si fanno con ottimi risultati nella nostra comunità e che
sono frammentate, scoordinate, non valorizzate.
A questo punto mi piace indicarvi che straordinaria collaborazione ci sia fra
gli astrofili dilettanti e l'astronomia ufficiale. L'astronomia ufficiale deve
parecchio alla ricerca paziente degli astrofili dilettanti. Io penso che
diverse branche della fisica fatta nelle università possano benissimo
interfacciarsi con quello che accade, nella sperimentazione, fra noialtri
radioamatori.
Tornando alla nostra situazione, a nessuno più interessa sapere chi è stato il
primo a vibrare il pugno, chi è stato il primo a nascondere le mano eccetera
eccetera. Insomma questa situazione di stallo non porta a nessun risultato, è
la paralisi, è la morte del radiantismo, ma che dico! è la morte della maniera
civile di stare insieme. Basta! Non ne parlo più, tutti avrete capito che
razza di ridicolo e assurdo ginepraio io stia descrivendo.
Passo dunque immediatamente alla proposta che spero venga accolta da qualcuno.
Se nessuno la accoglierà, allora che nessuno si lamenti, che nessuno
recrimini, che nessuno colpevolizzi, si scadrebbe ormai definitivamente nel
patetico e nel ridicolo.
La proposta è questa.
TUTTE le Associazioni radiantistiche esistenti in Italia, si adoperino per
costituire un tavolo permanente, sul quale discutere con tutti gli strumenti
di cui si ha disponibilità, del radiantismo italiano nelle sue relazioni con
le leggi italiane, con le leggi internazionali e con il resto dell'Europa,
perchè, non dimentichiamocelo, siamo ormai definitivamente europei, questo
fatto va assolutamente ribadito.
A questo tavolo, che avrà una frequenza di incontri da definire, si comincerà
a discutere su proposte e su fatti, tenendo presente che le opinioni proprie
hanno lo stesso peso e valore delle altrui opinioni. Una volta che si saranno
evidenziate linee di condotta e di comportamento reciproco, allora si potrà
passare alla seconda fase, quella cioè che comporterà una specie di
federazione fra le varie associazioni, rendendo agevole l'interscambio di
attività e informazioni di tutti i tipi fra le varie associazione confederate.
Il resto verrà da sé.
Per quanto mi riguarda io non ho nulla contro gli amici del CISAR, contro gli
amici dell'ARI (stavolta ho scritto queste due associazione in ordine
alfabetico al contrario), contro tutte le altre associazioni grandi o piccole
che riuniscono radioamatori. Non faccio il tifo per nessuno a scapito degli
altri, penso che sparpagliati noi si sia molto patetici, confederati noi
saremmo una gran bella cosa.
Che ne pensate? Meditate amici meditate! E' cosa fattibilissima,
piacevolissima e affascinante Il contrario è il nulla assoluto.
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QRP & SOTA
Ciao Ragazzi,
l'attività SOTA e QRP non si ferma e le Vostre adesioni alla mailing list
crescono ogni giorno, grazie !
Sul nostro sito troverete le recenti spedizioni Invernali (vedi foto) del
gruppo GAR sul Monte Alben (BG)
Fresco di stampa il Forum dedicato alle vostre lettere "Angolo della Posta" a
cui potete accedere direttamente dalla Home Page del Sito o scrivendo a:
sota@radioaventura.it il dibattito
è quindi aperto per le Vostre opinioni.
Ringrazio tutti coloro che si danno da fare per proporre questo modo diverso
di essere Radioamatori, Vi ricordo che una volta mese ci riuniamo via E QSO,
nell'ultima edizione abbiamo avuto diversi SWL e Neo Patentati, invitiamo
tutti i Manager SOTA Regionali ad essere presenti Visto il ruolo loro
assegnato in questa iniziativa. Una maggiore partecipazione al E QSO,
consentirebbe di allargare il dibattito e le idee per migliorarci in vista
della Edizione 2004 per i vari diplomi gestiti dal nostro gruppo.
E' un solo un appuntamento serale, una sola volta al mese via Internet, non
costa una grande fatica !
Segnaliamo inoltre nelle News le ultime cosette QRP frutto di passione e
saldatore.
73' de ik2nbu Arnaldo
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17 -
Aurora
Boreale in Scozia
Fenomeno analogo, alle nostre latitudini,
si manifestò nel lontano 1939, alla vigilia della seconda guerra
mondiale, e in quella occasione alcuni giornali ricordarono, vecchie
superstizioni dell'antichità, secondo le quali l' Aurora Boreale
fosse "portatrice di sventura" . E più sventura della guerra...!
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18 -
Mappe Italiane per APRS
Salve.
Vi segnalo che ho completato la mappatura dell'Italia per UI_View.
Tutte le mappe le potete trovare nei seguenti siti:
Sono divise per call d'area e sono zippate in un unico file per regione.
Rimango a disposizione per mappature specifiche a richiesta.
Saluti.
Walter - IK2ANE
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19
Silent Key
DESIDERO ESPRIMERE LE PIU' SENTITE CONDOGLIANZE ALLA FAMIGLIA, PER LA
SCOMPARSA DI AMOROSI CARLO
I1LCA DI BRICHERASIO,
.
Antonio Bayer
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E' CON PROFONDO DOLORE CHE VIENE ANNUNCIATA LA SCOMPARSA DI TITO I8JQY.
CHI HA CONOSCIUTO TITO SAPEVA CHE ERA UNA GRAN PERSONA E SOPRATUTTO UN AMICO
DI TUTTI, SEMPRE PRESENTE IN RADIO, OGNI GIORNO.